Vabbè, c'è un po' di rigidità mentale e incapacità (volontaria?) di capire che le 2 operazioni non hanno la stessa difficoltà tecnica. Alzo le mani...
Ma stai sovrapponendo due discorsi ^___^.
L’esempio di Blu Ray e DVD è concettuale, riferito al significato del medium videogioco. Vuole sottolineare in soldoni il fatto che, al pari di film o musica, anche il videogioco come prodotto, opera, mezzo di comunicazione, dovrebbe essere agilmente fruibile in futuro e non strettamente vincolato alle evoluzioni dell’hardware.
Il discorso sulla difficoltà è pratico, e, senza nessuna volontà sarcastica o polemica, giuro, la ‘rigidità mentale’ e ‘l’incapacità volontaria di capire che sono due cose diverse’ io la vedo un po’ in chi sostiene che la retrocompatibilità sia una richiesta non ragionevole e un'impresa titanica a livello di fattibilità
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Ché di esempi pratici in ambito videoludico, tra me, Wis e altri ne abbiamo portati diversi e se vuoi posso continuare. Per dire, anche Xbox (la prima Xbox) sbrandizzata e data in pasto agli artigiani dell’homebrew (i quali non sono certo i PhD in informatica di UCLA che stipendia Microsoft per lavorare giorno e notte) è in grado di emulare una grande quantità di sistemi, con versioni ad hoc di DOSbox, PCSXBox, ecc., si sta portando avanti persino la possibilità di emulare Dreamcast con Chankast.
Il punto è che il ‘disinteresse’ da parte dei produttori è solo nell’offrire il servizio, perché poi non ci pensano due volte a rivenderti su PSN Medievil. E il servizio, come dicevo, potrebbe essere anche affidato a terze parti, aprendo le nuove console al mondo delle applicazioni, seguendo il modello di PC, tablet, smartphone. Invece l’andazzo che si prospetta è quello di vincolare all’estremo l’utente a un hardware e a un software chiusi, ignorando di proposito il settore dei servizi per limitargli la possibilità di scelta e spremerlo sino in fondo.
È una scelta legittima, ma che ha solo una fragile apparenza di ‘evoluzione’, mal celando una concezione assai retrograda di console e portando avanti un’idea (che ha già fatto capolino in questa generazione) di consumatore che si deve adeguare alle esigenze dell’hardware, piuttosto che il contrario. Personalmente trovo quest’ultimo aspetto finanche rischioso in un momento di recessione, ché uno può essere geek quanto vuole, ma il benessere medio si è abbassato di parecchio nell’ultimo lustro.
My opinion:
Concordo su tutto della tua lettura, il fatto che personalmente accetti di buon grado questo scenario è un altro paio di maniche, però
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Torno a dire, non sono (moderatamente) preoccupato per l’appeal della console in sé, quanto per le ripercussioni che l’approccio prospettato può avere a livello di game design e di concezione di videogioco come medium.
Fare terra bruciata attorno all’utente per concentrarlo sul presente e legare a doppio filo la fruibilità e l’esistenza stessa del prodotto videoludico a un hardware a ‘scadenza’ (mi riferisco anche alla prospettiva dell’always online) profila la volontà di trasformare il videogioco da opera a bene effimero. Allora il videogioco non sarà più un medium simile a musica, cinema, letteratura, ma diventerà una parentesi ricreativa al pari della permanenza in villaggio vacanze o di una cena al ristorante. Un’esperienza da godere al volo, in un arco di tempo limitato, che non lascia pressoché nessuna testimonianza nel futuro. Questo volevo dire con bene di consumo volatile, per inciso.
Che quellila' vengano a piangere miseria da noi, non si puo' sentire. Io mi vergognerei.
https://www.youtube.com/watch?v=-MRk5Wf9G3o#t=00m19s