Considerazioni sparse sulla storia e il finale, a mente fredda; Ovviamente non cliccate se non avete finito.
La lenta escalation del rapporto di Joel con Ellie è quasi esemplare, e costruita alla perfezione. Dalla quasi ostilità all'indifferenza, fino all'accettazione e il momento del rigetto, quando Joel sente che si sta instaurando un rapporto che ha l'impressione finirà solamente per ferirlo ulteriormente. E scoprire che dovrà perderla dopo il momento in cui arriva finalmente ad abbandonarsi a questo sentimento è visibilmente devastante.
In questo senso faccio fatica a leggere nella sua menzogna finale un reale egoismo. Non aveva in un certo modo altra scelta, in quanto essere umano con un cuore, e l'intera trama cerca di costruire questo momento. La drammatica introduzione vede Joel perdere sua figlia, e con una certa sinistra ironia, non è un infetto ad ucciderla, ma un militare, una persona che dovrebbe essere lì per proteggere i civili. E' evidente che quel punto la fiducia di Joel negli uomini viene totalmente incrinata, il suo periodo intermedio da Cacciatore deve aver giocato in ciò. Si ritrova a rischiare di dover rivivere nuovamente lo stesso straziante dolore, proprio quando aveva abbassato le sue difese emotive, e sopratutto, in nome di una generica "umanità" nella quale lui non ha più motivo o modo di credere.
E' irrilevante quasi chiedersi se noi al suo posto avremmo fatto la stessa scelta o meno. Il fatto è che è la sua intera storia personale a portarlo verso quel finale, e nonostante si possa non essere d'accordo con lui, credo che intimamente ognuno di noi possa capire il suo punto di vista.
Lo stesso dicasi per Ellie, che parte essendo una ragazzina sveglia e conscia della realtà che la circonda, ma che è rimasta tutta la vita confinata in un piccolo pezzo di mondo, sicuramente meno peggiore di quello che c'è fuori. Gli eventi che man mano succedono la segnano comunque sempre più evidentemente, fino a culminare nel capitolo sulla neve, e nella sua esplosione di violenza. Dev'essere stata una scelta narrativa difficile per Naughty Dog rappresentare una bambina uccidere un numero consistente di esseri umani, ma credo abbiano realizzato la cosa con una certa sapienza, e nel capitolo successivo i segni dei traumi vissuti, il senso di colpa del sopravvissuto, la consapevolezza dell'innocenza perduta, sono tutti elementi convogliati dalle sue azioni e dalle sue poche parole. Atteggiamento evidenziato per contrasto in maniera ancora più efficace da quel breve momento di fanciullesca meraviglia di fronte alla parata delle giraffe.
E sul finale, credo sia evidente che Ellie non crede al giuramento di Joel, ma il suo "Okay" è una decisione credo chiara di provare a riacquistare uno sprazzo di "normalità". Ci sono bugie alle quali crediamo per tranquillità d'animo, e nel caso di Ellie è lo stesso. Per poi forse, un giorno, auto-convincersi che Joel avesse detto la verità, e non aver più bisogno di sentirsi in colpa per essere una sopravvissuta, per non avere sacrificato la propria vita per il "bene comune".
Da un certo punto di vista, it was all for nothing. Ma posso capire Ellie per aver voluto credere ad una menzogna.
In chiusura, complimenti a Druckman per aver scritto una storia ambienta durante l'apocalisse, ma in cui questa è praticamente solo lo sfondo per le emozioni contrastanti dei suoi personaggi.