Anche se compri un appartamento con le tubature marce o sul punto di marcire (solo per restare sull'esempio), a meno di essere il re dei puntigliosi, non lo saprai se non dopo mesi o addirittura anni di utilizzo. La maggior parte dei proprietari lo scopre così.
A quel punto cosa fai, reclami i costi di adeguamento dell'impianto ai precedenti proprietari? No, vero? Ti attacchi al razzo, in virtù del principio che se non volevi rischiare chiamavi la Nasa e ti facevi mappare tutte le tubature con le palle volanti di Prometheus.
Tecnicamente, qual'è la differenza con l'affitto?
Comunque, al di là che io lo trovi giusto o meno, non era quello il punto. Rispondevo a Peppe che, per la mia modesta esperienza, almeno in questa ambito limitato il codice parrebbe tutelare i proprietari.
P.S. Dico "almeno" perché non avete idea di che inferno sia prendersi qualcuno in casa; sembra che di fronte alla legge tu sia uno stronzo aguzzino meritevole degli ultimi gironi dell'inferno. I diritti sono tutti dalla parte di chi affitta, in pratica la casa diventa temporaneamente sua. Per fortuna, almeno in minima parte, questa cosa comporta le proprie responsabilità, penali ed economiche, sulla salute della casa stessa.
@Drone: può essere che esista un limite tra manutenzione ordinaria (che è sicuramente a carico dell'inquilino, non ti confondere) e straordinaria che ci sfugge; d'altronde il problema delle tubature mal funzionanti forse si trova proprio al limite, e stiamo argomentando sull'esempio sbagliato.
Io posso risponderti che l'inquilino può divertirsi a tirare gavettoni di acido muriatico nel cesso perché è un pazzo sadico e sputtanare in due mesi delle tubature che hanno retto decenni, e tu proprietario come fai a dimostrare che non glie le hai affittate già marce? No, non funziona.
Mo' mi informo bene, comunque, ché mi avete messo la pulce nell'orecchio.