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Il videogioco è una forma d'arte?

Sì, penso sia una forma d'arte
23 (60.5%)
No, non penso possa essere una forma d'arte
1 (2.6%)
Non sono arte ma possono contenere elementi artistici
14 (36.8%)

Totale votanti: 37

Le votazioni sono chiuse: 17 Mar 2003, 14:46

Autore Topic: Arte videoludica? Verso la cultura del ludus elettronico  (Letto 18444 volte)

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Offline Videodark

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Arte videoludica? Verso la cultura del ludus elettronico
« Risposta #30 il: 18 Feb 2003, 18:11 »
Citazione da: "outerworld"
Quanto asserisce Videodark, per quanto mi riguarda, è assolutamente erroneo. Nessun'arte agli albori era considerata tale, neanche le arti figurative. Ma nel momento in cui questa viene riconosciuta ed ammessa come arte lo è anche il pertinente stadio primitivo ed embrionale (gli albori) in quanto parte del processo evolutivo di raffinamento artistico. Nei graffiti primitivi non vi era espresso alcun concetto artistico ma nel momento in cui le arti figurative si sono raffinate e hanno raggiunto la perfezione formale ed il massimo grado di espressione artistica, rinnegare il passato (tali graffiti) sarebbe stato come rinnegare lo stato dell'arte stessa, che deriva e nasce imprescindibilmente dal esso, giungendo ad un inammissibile paradosso.


E proprio questo il punto. Se un giorno il vg sarà riconosciuta una forma d'arte, i vg saranno prodotti artistici indipendentemente dal periodo di produzione e dunque anche i vg contemporanei saranno espressioni artistiche, quindi come ho detto il vg o è una forma d'arte o non lo è, non ha senso dire lo diventerà tra un po'..

E cmq non siamo agli albori del vg, per quanto il medium sia ancora decisamente giovane.

Offline outerworld

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Arte videoludica? Verso la cultura del ludus elettronico
« Risposta #31 il: 18 Feb 2003, 19:20 »
L'artisticità non è un aspetto intrinseco all'opera. L'arte sta imprescindibilmente nel divenire dell'essere non nell'essere in quanto mero essere. Niente di quella che attualmente viene considerata opera d'arte era nata come opera d'arte. Ma quest'opera non è cambiata nel tempo. Ma è cambiata l'arte a cui quest'opera appartiene nel momento in cui questa (l'arte, non l'opera) viene riconosciuta. Non viene riconosciuta una determinata opera d'arte (che è essere), ma l'arte in quanto tale (arte che è basilarmente divenire, non essere).

Nel caso della videoludica, sarebbe questa ad essere considerata arte, non un determinato ludus elettronico. Un ludus elettronico è un'opera. Un'opera che nel momento in cui la videoludica viene riconosciuta come arte diviene opera d'arte.
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Offline theblackpages

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Arte videoludica? Verso la cultura del ludus elettronico
« Risposta #32 il: 18 Feb 2003, 19:55 »
Citazione da: "outerworld"

- l'interazione: da potenziare la profondità dell'interazione tra giocatore e videogioco. Non è sufficiente che il giocatore possa muoversi da un punto x ad un punto y ove x e y sfumano pedissequamente in un filmato. Il giocatore deve poter interagire con i personaggi e con la trama. Nel momento in cui una delle tematiche vengono trattate, tra le visioni divergenti e acute dovrebbe esserci anche quella del giocatore e questo in qualche modo dovrebbe influenzare la trama. Il giocatore dovrebbe inoltre poter interagire con la trama, non meramente fruirla passivamente (per esempio se un personaggio pensa al suicidio egli dovrebbe avere la facoltà di impedire od incitare la scelta mediante l'uso di un altro personaggio). Per raggiungere questo si dovrebbe giungere al raffinamento estremo dell'IA del gioco medesimo quasi a sfiorare un utopico ente pensante.
E sarebbe arte. Arte videoludica. Ma questa è mera utopia (o forse no?).

splendida riflessione.  :D
Equivale grossomodo al mio pensiero al riguardo. Ma non credo sia un utopia. Il presente è incoraggiante in tal senso, sebbene il margine di miglioramento sia ancora enorme. Mi viene in mente Half-Life, in cui perfino i dialoghi con i personaggi sono del tutto in real-time. Anche quelli fondamentali all'avanzamento nel gioco, però; il che può generare qualche problema nella fruizione del gioco. E che dire di Mafia? Ogni missione è praticamente vivere una scena di un vecchio film, in cui si dialoga con personaggi e si interagisce con i propri complici. E' importante notare che, come succede in quest'ultimo gioco, non si può mai fare a meno di cut-scene: per sottolineare emotivamente taluni episodi dell'intreccio e evidenziare particolari informazioni fondamentali al prosieugo nell'opera ludica.
Per il resto, sono d'accordo con il discorso portato avanti da Giobbi. Però non credo si possano fare delle considerazioni così assolute. Cioè: è vero che ogni opera va valutata secondo le peculiarità del linguaggio che l'ha originata, tuttavia nessuna opera esiste soltanto per le suddette peculiarità. Ciò vale specie per linguaggi come cinema e VG, che fanno della multimedialità la propria forza. Nel caso del cinema, ad esempio, i film fatti di solo montaggio, peculiarità del linguaggio cinematografico rispetto alle altre forme d'espressione, hanno lasciato il tempo che hanno trovato. I film sono difatti composti da un insieme di fattori: recitazione (aspetto prettamente teatrale), sceneggiatura (aspetto prettamente letterario), scenografia e composizione dell'immagine (tecniche prettamente pittoriche), colonna sonora (alla quale, per qualche affermato regista, si deve la metà dell'impatto di una scena), etc. etc. E se un il film è considerato opera artistica, lo è per tutti questi fattori, non soltanto per il montaggio. Parimenti, la bellezza artistica del gioco ha origine da svariate fonti, non soltanto dalla pura interattività.

Offline Videodark

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Arte videoludica? Verso la cultura del ludus elettronico
« Risposta #33 il: 18 Feb 2003, 21:59 »
Citazione da: "outerworld"
L'artisticità non è un aspetto intrinseco all'opera. L'arte sta imprescindibilmente nel divenire dell'essere non nell'essere in quanto mero essere. Niente di quella che attualmente viene considerata opera d'arte era nata come opera d'arte. Ma quest'opera non è cambiata nel tempo. Ma è cambiata l'arte a cui quest'opera appartiene nel momento in cui questa (l'arte, non l'opera) viene riconosciuta. Non viene riconosciuta una determinata opera d'arte (che è essere), ma l'arte in quanto tale (arte che è basilarmente divenire, non essere).

Nel caso della videoludica, sarebbe questa ad essere considerata arte, non un determinato ludus elettronico. Un ludus elettronico è un'opera. Un'opera che nel momento in cui la videoludica viene riconosciuta come arte diviene opera d'arte.


Perdonami se non ho ancora ben compreso.
Cmq tu sostieni che "la videoludica" sarà riconosciuta come forma d'arte e sarà la stessa videoludica a diventare arte e poi, in seguito un'opera diverra di conseguenza opera artistica.

Ma perdonami, una volta che la videoludica verrà riconosciuta come arte, sarà l'intero media ad essere riconosciuto e l'intero media è composto anche di opere prodotte nei nostri anni, anche se non sono considerate opere artistiche.
Perchè il media venga riconosciuto c'è bisogno di opere di valore artistico. Ma ciò non vuol dire che il vg non sia già una forma d'arte.

Sono d'accordo con theblackpages, l'arte ludica è data dalla combinazione completa dei vari componenti che formano il videogioco e non dall'affinamento di uno di questi.
Anzi, penso che quando il rapporto tra i vari elementi sarà uguale ad una costante, allora il vg avrà raggiunto il suo valore sinestetico e raggiungerà la sua vera forma, a mio avviso.

Offline outerworld

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Arte videoludica? Verso la cultura del ludus elettronico
« Risposta #34 il: 19 Feb 2003, 15:55 »
Per quanto mi riguarda la videoludica rappresenta attualmente una forma artistica. Una forma artistica che tuttavia non ha ancora raggiunto il culmine di raffinamento espressivo e di perfezione formale. Il cinema nasce dalla fusione di arti basilari, miscela elementi artistici plasmando un'opera sinestetica che culmina in produzioni di alta espressione artistica (benchè legate ad un commercio e rispondente alle esigenze di esso). Ma per questo il cinema ha affinato un elemento unico e proprio: la fusione sinestetica delle arti basilari, non l'affinamento di elementi separati in un prodotto unico. E per questo motivo il videogames deve superarsi: non deve affinare un elemento proposto (la fusione sinestetica delle arti in un perfetto equilibrio) ma definire un aspetto determinante la propria artisticità. Se ciò non fosse il videogames conterrebbe elementi artistici ma non sarebbe arte (e la domanda maggiormente coerente sarebbe se la videoludica può ammettere l'arte, non l'arte ammettere la videoludica). Ma il ludus elettronico possiede questo elemento. E questo elemento è l'uomo. Il ludus elettronico fonde gli elementi artistici all'uomo. L'arte interagisce con l'uomo. L'uomo interagisce con l'arte. Senza l'uomo il ludus elettronico non esiste. Una diversa opera d'arte interagisce con l'uomo ma l'uomo non interagisce con quest'opera d'arte. Una scultura nasce prescindendo dall'uomo ma esiste imprescindibilmente dall'uomo in quanto scultura, un videogame esiste prescindendo dall'esistenza dell'uomo.

L'arte interagisce con l'uomo. L'uomo interagisce con l'arte. Il ludus elettronico nasce dalla fusione dell'arte e dell'uomo.
Nel cinema: ARTE = ARTE + ARTE + ARTE + ARTE
Nel videogioco ARTE = (ARTE + ARTE + ARTE + ARTE) + UOMO

Per questo deve essere raffinata l'interazione. Per raggiungere il culmine espressivo dell'arte videoludica (come categoria, non come singola opera).
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Offline Videodark

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Arte videoludica? Verso la cultura del ludus elettronico
« Risposta #35 il: 19 Feb 2003, 16:29 »
Raggiungere il culmine della arte videoludica evolvendo il metodo d' interazione con l'uomo. Il videogioco avrebbe in più l'uomo. Ma tu definisci l'uomo come parte integrante del medium artistico o ti riferisci alla più volte indicata interazione?

Perchè se credi che l'uomo faccia parte del medium artistico solo perchè "partecipa" ad un'opera, allora non sono d'accordo. Ma cmq penso che voglia intenderlo come colui che porta avanti l'esperienza, cosa che in un film non sarebbe indispensabile.

Poi, la figura dell'uomo è limitata, perchè non varia i valori e gli elementi artistici presenti; si limita ad agire nel suo spazio ludico, che il designer gli ha gentilmente concesso.

Cmq credo che le nostre ipotesi non siano divergenti. Tu vedi il vg non come forma sinestetica di elementi artistici, ma come miscela più l'elemento nuovo della interazione, se ho ben capito. Ebbene, non è forse una miscela sinestetica ugualmente, nonostante l'interazione singolarmente non sia un elemento artistico?

Offline theblackpages

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Arte videoludica? Verso la cultura del ludus elettronico
« Risposta #36 il: 19 Feb 2003, 19:48 »
Quoto tutto quello che si è detto nei post successivi al mio (miii, come sono contento di essere qua  :D ), ma vorrei approfondire una questione.
Citazione da: "Videodark"
Ebbene, non è forse una miscela sinestetica ugualmente, nonostante l'interazione singolarmente non sia un elemento artistico?

Cioè, forse qui è il punto critico del dibattito secondo me. L'interazione è o non è arte? Come dice Videodark, se dovrà essere riconosciuto in futuro, il valore estetico deve essere fin da oggi presente nel medium ludico, altrimenti col cippo che il VG diverrà una forma artistica! Ma chi può dire con assoluta certezza che l'interattità non è arte. Sospettavo che il VG non fosse la prima (potenziale) creazione interattiva dotata di contenuto artistico: fatevi un giretto qui e poi ditemi cosa ne pensate (io non l'ho ancora letto per tempo, ma provvederò quanto prima  :wink:)
http://digilander.libero.it/horizon4/artisti/fausto/arte_interattiva.htm

Offline Videodark

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Arte videoludica? Verso la cultura del ludus elettronico
« Risposta #37 il: 19 Feb 2003, 20:59 »
Eddai, già ho poco tempo, devo ancora stampare ring 4 e te mi dai pure un'altro sito da leggere...

A parte gli scherzi, grazie per il link, appena ho un po' tempo me lo leggo volentieri  :D

Offline outerworld

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Arte videoludica? Verso la cultura del ludus elettronico
« Risposta #38 il: 19 Feb 2003, 21:56 »
Citazione da: "Videodark"
Raggiungere il culmine della arte videoludica evolvendo il metodo d' interazione con l'uomo. Il videogioco avrebbe in più l'uomo. Ma tu definisci l'uomo come parte integrante del medium artistico o ti riferisci alla più volte indicata interazione?

Perchè se credi che l'uomo faccia parte del medium artistico solo perchè "partecipa" ad un'opera, allora non sono d'accordo. Ma cmq penso che voglia intenderlo come colui che porta avanti l'esperienza, cosa che in un film non sarebbe indispensabile.

Poi, la figura dell'uomo è limitata, perchè non varia i valori e gli elementi artistici presenti; si limita ad agire nel suo spazio ludico, che il designer gli ha gentilmente concesso.


Quoto. Quello che intendo si riassume in questo: il cinema, il teatro, le arti figurative o la letteratura esistono imprescindibilmente dal fattore umano (mero fruitore). Possono esistere ed esistere in quanto arte a prescindere dal fattore umano. Inversamente la videoludica è in ogni caso destinata all'uomo (fruitore) ma esiste prescindendo dal fattore umano dal momento che non è sufficiente la fruizione ma anche l'interazione

Citazione da: "Videodark"
Cmq credo che le nostre ipotesi non siano divergenti. Tu vedi il vg non come forma sinestetica di elementi artistici, ma come miscela più l'elemento nuovo della interazione, se ho ben capito. Ebbene, non è forse una miscela sinestetica ugualmente? [...]


Effettivamente è così...
Per quanto concerne quanto asserito da theblackpages, volevo solamente che non si cadesse nell'erronea convinzione che l'interazione in se stessa possa ritenersi arte. Interazione in quanto tale non è in ogni caso arte. Contestualizzata in ambito artistico potrebbe definire nuovi orizzonti artistici (il caso della videoludica), ma da sola non significa niente (contrariamente alle arti basilari che nella sinestetica fusione del cinema)
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Offline Videodark

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« Risposta #39 il: 20 Feb 2003, 15:39 »
A questo punto mi sorge spontanea la domanda: ma di opere artistiche in ambito ludico ce ne sono, o credete che si dovrà appunto aspettare la piena maturazione del medium per poterne apprezzare qualcuna?

Offline outerworld

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« Risposta #40 il: 20 Feb 2003, 18:33 »
Nonostante tutti i discorsi che ho portato avanti, per quanto mi riguarda, non posso fare a meno di riconoscere l'artisticità, magari estrinseca (meramente contenuta ma non connotante ed intrinseca al videogame) di alcune opere videoludiche. Quando ho videogiocato a Final Fantasy VII io ho sentito un brivido che dalla console, per il pad, si insinuava nel mio corpo e correndo lungo la spina dorsale raggiungeva la mia mente in una subitanea sensazione, in un misto emozione ed eccitazione. Ma non era il dualshock. Plausibile che oggettivamente non lo sia, ma per me quella era arte.
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Offline outerworld

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« Risposta #41 il: 20 Feb 2003, 18:35 »
Tuttavia i discorsi precedenti oggettivamente valgono. Ho parlato in chiave soggettiva.
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Offline theblackpages

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« Risposta #42 il: 20 Feb 2003, 19:57 »
Citazione da: "outerworld"
Per quanto concerne quanto asserito da theblackpages, volevo solamente che non si cadesse nell'erronea convinzione che l'interazione in se stessa possa ritenersi arte. Interazione in quanto tale non è in ogni caso arte. Contestualizzata in ambito artistico potrebbe definire nuovi orizzonti artistici (il caso della videoludica), ma da sola non significa niente (contrariamente alle arti basilari che nella sinestetica fusione del cinema)

Hai letto il sito che ho linkato? Spiega come possa esistere interattività nell'arte e cita degli esempi, che nulla hanno a che fare con l'ambito informatico. Qui ad esempio:

Citazione
Allo stesso tempo nelle serate dei  Futuristi e Dada prima, nel fenomeno dell’Happening poi, avviene il percorso parallelo d’avvicinamento dell’opera allo spettatore, non più considerato fruitore finale e passivo.


Secondo l'articolo in questione, l'attuale interattività dell'arte è lo stadio avanzato di un processo evolutivo di avvicinamento del fruitore all'opera, iniziato allorquando talune correnti hanno abolito l'uso della prospettiva, una soluzione che di fatto sanciva l'allontanamento dello spettatore dall'opera. L'approssimarsi del fruitore alla creazione artistica, raggiunge con l'interattività le estreme conseguenze; lo spettatore viene integrato all'opera, entra a farne parte: addirittura, in funzione delle sue scelte, l'opera assume connotati differenti.

La mia non può essere una convinzione sbagliata, giacché non è neppure una convinzione. Se notate, nei post che ho scritto, non ho asserito nulla: ho semplicemente avanzato ipotesi, posto alcune domande volte a far avanzare il dibattito su una determinata strada. Ma ti chiedo, outerworld, come fai ad esprimere opinioni di tanta cogenza? Non è assolutamente una critica, bada, poiché sono certo tu abbia precisi riferimenti teorici al riguardo, e ti chiedo di illustrarceli se ne hai voglia.

Offline Videodark

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« Risposta #43 il: 20 Feb 2003, 21:04 »
Citazione da: "outerworld"
Tuttavia i discorsi precedenti oggettivamente valgono. Ho parlato in chiave soggettiva.


Tranquillo, ho capito che non ti sei contraddetto ;)

Offline outerworld

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« Risposta #44 il: 20 Feb 2003, 22:29 »
Citazione da: "theblackpages"
Citazione da: "outerworld"
Per quanto concerne quanto asserito da theblackpages, volevo solamente che non si cadesse nell'erronea convinzione che l'interazione in se stessa possa ritenersi arte. Interazione in quanto tale non è in ogni caso arte. Contestualizzata in ambito artistico potrebbe definire nuovi orizzonti artistici (il caso della videoludica), ma da sola non significa niente (contrariamente alle arti basilari che nella sinestetica fusione del cinema)

Hai letto il sito che ho linkato? Spiega come possa esistere interattività nell'arte e cita degli esempi, che nulla hanno a che fare con l'ambito informatico. Qui ad esempio:

Citazione
Allo stesso tempo nelle serate dei  Futuristi e Dada prima, nel fenomeno dell’Happening poi, avviene il percorso parallelo d’avvicinamento dell’opera allo spettatore, non più considerato fruitore finale e passivo.


Secondo l'articolo in questione, l'attuale interattività dell'arte è lo stadio avanzato di un processo evolutivo di avvicinamento del fruitore all'opera, iniziato allorquando talune correnti hanno abolito l'uso della prospettiva, una soluzione che di fatto sanciva l'allontanamento dello spettatore dall'opera. L'approssimarsi del fruitore alla creazione artistica, raggiunge con l'interattività le estreme conseguenze; lo spettatore viene integrato all'opera, entra a farne parte: addirittura, in funzione delle sue scelte, l'opera assume connotati differenti.

La mia non può essere una convinzione sbagliata, giacché non è neppure una convinzione. Se notate, nei post che ho scritto, non ho asserito nulla: ho semplicemente avanzato ipotesi, posto alcune domande volte a far avanzare il dibattito su una determinata strada. Ma ti chiedo, outerworld, come fai ad esprimere opinioni di tanta cogenza? Non è assolutamente una critica, bada, poiché sono certo tu abbia precisi riferimenti teorici al riguardo, e ti chiedo di illustrarceli se ne hai voglia.


Trattasi di interattività contestualizzata che nel contesto assume un valore artistico. Quello che contestavo era il considerare arte l'interattività in quanto tale (quindi di vicendevole azione che avviene tra due elementi). Questione puramente legata alla terminologia. Per quanto riguarda il saggio, lo sto leggendo.
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