Sucker Punch
Incredibile. Bastano i titoli iniziali con la versione doom di "Sweet Dreams"per capire che qui c’è l’evento. Snyder firma un film che supera sia 300 (ottimo però ancora troppo pedissequo e colpevole di un’eccessiva mortificazione del contesto cinematografico) che Watchmen (la cui trasposizione rimane una sbiadita ed impossibile riduzione dell’opera originale). La chiave di lettura del film è la commistione lisergica tra musica ed immagini e il risultato finale ha del clamoroso.
La dimensione,per così dire, onirica affresca alcune tra le migliori ricompilazioni di contesti culturalmente e storicamente noti e lo fa eccitando oltremodo nervo ottico ed stupefazione. Potete tovarci riferimenti a tutto l’immaginario pop (fumetti, videogiochi, cinema, musica) attraverso una messinscena magnetica. C’è Ninja Gaiden, Shinobi, Onimusha, Devil may Cry, Wolfenstein, Killzone, Il Signore degli Anelli, Lair, Dragon Age, Intelligenza Artificiale, Tron, Rule of Rose, Silent hill, Mass Effect e diecimila altre suggestioni.
Chi dice che SP sia semplicemente eccessivo rimane solo alla superficie dell’opera, senza voler evocare chissà quali significati. La vicenda è da gothic novel di fine ‘800 in cui l’elemento pirotecnico è innestato a cadenza precisa e in quantità limitate ma stordenti. Il comparto emotivo sottende tutta la duranta del film, toccando tristezza, umiliazione, vendetta, dolcezza. Il resto dell’opera poggia solo marginalmente sull’elemento gnocca, la cui strumentalizzazione è derivata dalla narrazione e non da un compiacimento becero di forme femminili. In realtà, in questo senso, le ragazze sono scelte con un’attenzione al reale, belle e semplici, laddove si poteva abusare di top model e donne molto più artificiali. Finale dolce-amaro, fondamentalmente assai triste.
Insomma, splendido, un manifesto di amore, gusto ed esaltazione.
Snyder si conferma un visionario di prim’ordine, forse è ancora presto per parlare di regista. Ma non mi esaltavo così al cinema da lungo tempo.