In ascolto.
Sul discorso delle videogiocatrici, però, è difficile entrare davvero nel merito senza prima chiarirsi su cosa sia, se effettivamente esiste, un "videogioco da donna".
Inoltre, c'è sempre il rischio di affrontare l'argomento senza partire da un implicito molto comune, e cioè che la nostra società ci spinge a pensare all'assenza di differenze di genere quando c'è omogeneità di intenti/interessi/mansioni... ma è una grande sciocchezza.
Le donne non saranno mai "al pari" degli uomini fintanto che dovranno raggiungerli per legittimare la loro uguaglianza... e non lo dico io, ma tutta una corrente di pensiero che di sicuro Erika conoscerà molto meglio di me.
In sintesi, se la consideriamo una "vera" videogiocatrice perché gioca ai giochi dei maschi (ammesso di essere riusciti a definirli) stiamo sbagliando di grosso.
Ciò detto, ai tempi del secondo Mortal Kombat sullo SNES mia sorella minore mi dava delle grandi scoppole... e aveva 10 anni.