Se un libro è scritto appena benino, la scorrevolezza dipende molto da quanto t'interessa l'argomento.
Di recente ho letto due saggi.
Il primo, che mi è piacuto moltissimo, è
"Abolire la proprietà intellettuale" di Boldrin e Levine. Boldrin è un economista italiano, bravo, del gruppo di noisefromamerika, e spiega con ricchezza di esempi storici e casi concreti che, dal punto di vista del progresso, il copyright e i brevetti sono
IL MALE e la miglior cosa che si può fare è, appunto, abolirli del tutto. Occhio che non è un discorso sessantottino radicale, "informazione libbera" e simili; gli autori sostengono che i produttori di idee potrebbero essere adeguatamente retribuiti anche in un mondo in cui non esistesse la proprietà intellettuale come la conosciamo.
Il secondo, che ho trovato gradevole ma non eccezionale, è
"La passeggiata dell'ubriaco" di Mlodinow. Parla di probabilità, statistica e di come il caso condizioni il percorso della nostra esistenza più di quanto spesso crediamo o siamo disposti ad ammettere. Lo stile è leggibile e chiaro, con un paio di avvertenze: ogni tanto cerca troppo di essere spigliato e spiritoso, e non sempre ci riesce, e a volte c'è qualche traduzione farraginosa o imprecisa che rende oscuri dei passaggi. Però è pieno di esempi, casi concreti e aneddoti, e riesce a esplorare parecchi risvolti della faccenda (il capitolo sulla probabilità condizionata andrebbe insegnato alle medie).
Te lo consiglierei se ti interessa il tema. Io conoscevo già buona parte della matematica che descrive, ma l'ho finito senza fatica.