L'editoria libraria sta affrontando una grande glaciazione, un cambiamento sistemico.
Gli editori di libri hanno imparato dai loro colleghi musicali solo una cosa: la paura.
E quindi hanno paura.
L'ignoto spaventa, è normale.
Ma l'ondata arriverà: o tiri fuori la tavola da surf o ti prepari a una bella bevuta di acqua non potabile.
Amazon ovviamente rappresenta il Moloch, l'incubo peggiore degli editori, dei librai, degli agenti.
Se il suo dominio diventasse monopolio sarebbe chiaramente un disastro per l'industria culturale.
Un disastro però che dimostrerebbe l'incapacità delle attuali realtà editoriali, il loro attendismo, il tentare di chiudere la porta davanti all'alluvione.
A mio avviso però non si arriverà mai a un monopolio di quel tipo.
Il sistema complessivo produrrà anticorpi, la stessa cosa che credo nel caso di Apple.
Occorre capire i motivi profondi del successo di Amazon e offrire alternative valide, avvalendosi del know-how che ancora Amazon non possiede. E non illudendosi che sia un problema passeggero.
Amazon (proprio come Apple o Google sono state e sono in altri ambiti) è il cavaliere dell'Apocalisse, ma di un'Apocalisse intesa come rinnovamento, non come abisso definitivo.