Autore Topic: Un buon videogioco è...  (Letto 12002 volte)

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Offline Videodark

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Un buon videogioco è...
« Risposta #15 il: 10 Mar 2003, 20:50 »
Citazione da: "Druss"
Citazione da: "Sol_Badguy"
Avete presente quando vi specializzate nello studio di qualcosa ???
Io studio geologia e ormai le conoscienze acquisite mi fanno vedere quello che prima era un dosso ora come un'anticlinare. L'esperienza ha cambiato, arricchito la mia percezione della realtà, forse l'ha anche derubata della sua purezza originale ma si sà la vita stessa è esperienza, l'esperienza ci cambia e non la si può evitare. Bene, detto questo, un buon videogioco è per me quell'esperienza che ti cambia la percezione della realtà....ricordo ancora quando guardando dalla finestra della mia camera verso i monti al tramonto, per un attimo li associai allo sfondo di "The Shadow Of The Beast" su Amiga.


Non sono daccordo.
Il VG non deve cambiare la percezione della realtà.
Il VG non è la realtà e nemmeno aspira ad esserla, semmai aspira a simularla che non è la stessa cosa.
E' meglio che le due cose rimangano sempre ben distinte.
Non voglio essere un simulacro...


Se lo vuoi o se non lo vuoi, il vg cambia cmq la percezione della realtà, non a livelli di crisi, ma a livello di tutti gli altri imput mediatici.
Tu sei un videogiocatore e ,come tale, vedi le cose diversamente da altri, anche se di poco.

Offline ederdast

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Un buon videogioco è...
« Risposta #16 il: 10 Mar 2003, 21:00 »
Citazione da: "Harlock"
un buon videogioco è...

un videogioco che ti prende a tal punto da non desiderare nient'altro che giocarci! ai tempi dell'amiga mi è successo molte volte, ora un pò meno.
         Straquoto Harlock (tan-tan) e aggiungo che il sottoscritto si accorge di essere di fronte ad un valido esempio di vggì quando sbavante non vede l' ora di ritrovarsi il benedetto pad in mano...mi capita tristemente sempre più di rado (gli anni passano x tutti) anche se devo dire che con Maximo sono tornato quasi a rivivere le senzazioni degli 80 (casa dì popolo vicino casa).          Augh!      P.S. Non sono un nostalgico, parlo di senzazioni indotte dal videoludismo (cronico)    :P
Le opinioni sono come le palle, ognuno ha le proprie.
Callhagan.

Offline Druss

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Un buon videogioco è...
« Risposta #17 il: 11 Mar 2003, 09:49 »
Citazione da: "Videodark"
Se lo vuoi o se non lo vuoi, il vg cambia cmq la percezione della realtà, non a livelli di crisi, ma a livello di tutti gli altri imput mediatici.
Tu sei un videogiocatore e ,come tale, vedi le cose diversamente da altri, anche se di poco.


Non la penso assolutamente così.
Il VG non cambia il senso che ho della realtà, semmai mi fa "entrare" in un'altra realtà che è quella che mi presenta il gioco.
E' come leggere un libro appassionatamente.
Ci possono essere molti modi di vedere la realtà, ma essa è oggettiva, o perlomeno l'essere umano potrebbe impazzire se non la considerasse tale.

Offline m y t o y b o x

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Un buon videogioco è...
« Risposta #18 il: 11 Mar 2003, 11:16 »
Citazione da: "outerworld"
Citazione da: "m y t o y b o x"
[...] per chi come me ama gli rpg, astrarsi dalla realta e vivere la propria avventura in mondi fantastici... [...]


Quoto e mi cito da solo:
Il ludus elettronico nasce dalla natura ipotetica
del futuro, del presente e possibilmente anche
del passato. Il videogioco è un'ipotesi di realtà


Mai citazione fu piu' giusta....


baci
iccardo
www.mytoybox.it - la mia passione per i videogames -

Offline Sol_Badguy

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Un buon videogioco è...
« Risposta #19 il: 11 Mar 2003, 11:22 »
Citazione da: "Druss"
Citazione da: "Videodark"
Se lo vuoi o se non lo vuoi, il vg cambia cmq la percezione della realtà, non a livelli di crisi, ma a livello di tutti gli altri imput mediatici.
Tu sei un videogiocatore e ,come tale, vedi le cose diversamente da altri, anche se di poco.


Non la penso assolutamente così.
Il VG non cambia il senso che ho della realtà, semmai mi fa "entrare" in un'altra realtà che è quella che mi presenta il gioco.
E' come leggere un libro appassionatamente.
Ci possono essere molti modi di vedere la realtà, ma essa è oggettiva, o perlomeno l'essere umano potrebbe impazzire se non la considerasse tale.


Dunque vediamo di chiarire i fraintendimenti. Credo sia lapalissiano che il giocare non mi porti all'alienazione della realtà o alla confusione  dell'enviroment virtuale videoludico con quello immanente concreto.
Ciò che intendevo dire è semplicemente espresso anche da te : leggere un libro è un'esperienza e come tale non può lascare nè la tua mente nè la tua percezione uguale a prima, perchè ti sei arricchito non solo dei valori contenutistici bruti dell'opera di cui hai fruito, ma anche perchè (se ti ha appassionato naturalmente) hai costruito in seguito a tale imput una struttura interpretativa personale che ha sensibilizzato alcuni aspetti intriseci del tuo essere. Dire di rimanere indifferente a questi tipi di stimoli esperienziali è come affermare di essere estranei alla propia realtà e questa si che è alienazione a mio avviso. Inoltre la realtà oggettiva non è altro che costrutto armonico di realtà soggettive compatibili che hanno come base comune l'esperienza sensoriale e come elemento discriminante l'una dall'altra propio l'interpretazione personale, credo che se vedessimo l'ogettività delle cose senza interpretarle personalmente oltre che tutti uguali saremmo anche vuoti.
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Offline Druss

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Un buon videogioco è...
« Risposta #20 il: 11 Mar 2003, 11:36 »
Citazione da: "Sol_Badguy"
Citazione da: "Druss"
Citazione da: "Videodark"
Se lo vuoi o se non lo vuoi, il vg cambia cmq la percezione della realtà, non a livelli di crisi, ma a livello di tutti gli altri imput mediatici.
Tu sei un videogiocatore e ,come tale, vedi le cose diversamente da altri, anche se di poco.


Non la penso assolutamente così.
Il VG non cambia il senso che ho della realtà, semmai mi fa "entrare" in un'altra realtà che è quella che mi presenta il gioco.
E' come leggere un libro appassionatamente.
Ci possono essere molti modi di vedere la realtà, ma essa è oggettiva, o perlomeno l'essere umano potrebbe impazzire se non la considerasse tale.


Dunque vediamo di chiarire i fraintendimenti. Credo sia lapalissiano che il giocare non mi porti all'alienazione della realtà o alla confusione  dell'enviroment virtuale videoludico con quello immanente concreto.
Ciò che intendevo dire è semplicemente espresso anche da te : leggere un libro è un'esperienza e come tale non può lascare nè la tua mente nè la tua percezione uguale a prima, perchè ti sei arricchito non solo dei valori contenutistici bruti dell'opera di cui hai fruito, ma anche perchè (se ti ha appassionato naturalmente) hai costruito in seguito a tale imput una struttura interpretativa personale che ha sensibilizzato alcuni aspetti intriseci del tuo essere. Dire di rimanere indifferente a questi tipi di stimoli esperienziali è come affermare di essere estranei alla propia realtà e questa si che è alienazione a mio avviso. Inoltre la realtà oggettiva non è altro che costrutto armonico di realtà soggettive compatibili che hanno come base comune l'esperienza sensoriale e come elemento discriminante l'una dall'altra propio l'interpretazione personale, credo che se vedessimo l'ogettività delle cose senza interpretarle personalmente oltre che tutti uguali saremmo anche vuoti.


Claro.
Concetti afferrati ma visione differente di ciò che è la realtà, come si manifesta e come viene "soggettivamente" interpretata.
Ciao.
(Comunque sono un androide).

Offline Sol_Badguy

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Un buon videogioco è...
« Risposta #21 il: 11 Mar 2003, 11:51 »
(Comunque sono un androide).


 :shock: Ah ora mi è tutto più chiaro !!!
 :wink:
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Offline ferruccio

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Un buon videogioco è...
« Risposta #22 il: 11 Mar 2003, 14:40 »
Citazione da: "outerworld"
Condivido quanto asserito nei post precedenti. Penso tuttavia che in un aspetto il videogame cambi la percezione del reale: penso che l'entrare in un'altra realtà (videoludica), per citare Druss, dia maggiore consapevolezza della consistenza reale della realtà fisica. Questo perchè una persona che vive la quotidianità della realtà fisica non vede più le cose per quelle che sono, piuttosto le riconosce sulla base di determinate "immagini" per cui vede una cosa x come un x non come x. Questo giacchè vive una realtà filtrata dalla perpetua quotidianità di quello che vede (vede x in ogni dove e ad ogni quando e la sua mente si "abitua" ad x). Astrarsi dalla quotidianità del reale (che può avvenire non solamente mediante la videoludica) porta a vedere x come tale. Questo è quello che penso.


Beh, ogni medium cambia la percezione della vita sociale e individuale di chi lo utilizza. Siamo influenzati anche dalla pubblicità, da ciò che non vorremmo... figuriamoci da qualcosa che ci piace.
Secondo me sarebbe ancora più interessante capire come cambiamo grazie a questi media, in che cosa la nostra percezione è differente.
E allora Mozart?

Offline Druss

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Un buon videogioco è...
« Risposta #23 il: 11 Mar 2003, 15:08 »
Citazione da: "ferruccio"
Citazione da: "outerworld"
Condivido quanto asserito nei post precedenti. Penso tuttavia che in un aspetto il videogame cambi la percezione del reale: penso che l'entrare in un'altra realtà (videoludica), per citare Druss, dia maggiore consapevolezza della consistenza reale della realtà fisica. Questo perchè una persona che vive la quotidianità della realtà fisica non vede più le cose per quelle che sono, piuttosto le riconosce sulla base di determinate "immagini" per cui vede una cosa x come un x non come x. Questo giacchè vive una realtà filtrata dalla perpetua quotidianità di quello che vede (vede x in ogni dove e ad ogni quando e la sua mente si "abitua" ad x). Astrarsi dalla quotidianità del reale (che può avvenire non solamente mediante la videoludica) porta a vedere x come tale. Questo è quello che penso.


Beh, ogni medium cambia la percezione della vita sociale e individuale di chi lo utilizza. Siamo influenzati anche dalla pubblicità, da ciò che non vorremmo... figuriamoci da qualcosa che ci piace.
Secondo me sarebbe ancora più interessante capire come cambiamo grazie a questi media, in che cosa la nostra percezione è differente.


Sono le emozioni a cambiare la percezione.
Essa si differenzia e si trasforma continuamente a seconda delle emozioni che proviamo e degli stati d'animo.
Oggi può essere in un modo ma domani si potrebbe stravolgere tutto.
Le emozioni derivanti dalle esperienze personali (ed i VG ne fanno parte) condizionano il modo di vedere e affrontare le situazioni.
In che modo non so dirlo, so che accade e me ne rendo conto, ma non so dire come si trasformi.
E pur sempre un'emozione e l'emozione è istintiva.

Offline Sol_Badguy

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Un buon videogioco è...
« Risposta #24 il: 11 Mar 2003, 17:51 »
Citazione da: "ferruccio"

Beh, ogni medium cambia la percezione della vita sociale e individuale di chi lo utilizza. Siamo influenzati anche dalla pubblicità, da ciò che non vorremmo... figuriamoci da qualcosa che ci piace.
Secondo me sarebbe ancora più interessante capire come cambiamo grazie a questi media, in che cosa la nostra percezione è differente.


Inutile dire che condivido, azzardo anche un'ipotesi (o forse sarebbe meglio dire considero un'aspetto) sull'influenza del medium vdeoludico verso la nostra percezione. Credo un'effetto sia quello di aprire nuovi canali interpretativi della realtà e un'aumento sia nell'uso di una comunicazione "visiva", sia in una maggiore recezione e sensibilità verso di essa.
- nuovi canali interpretativi poichè anche il videogioco offre al fruitore una esperienza, esperienza da intendersi non come "vivere" mentalmente ciò che succede nel videogioco stesso ma, molto più semplicemente, come assimilarne e reinterpretarne quale utente i contenuti. Molti giochi mi hanno STIMOLATO riflessioni sulla vita così come un libro o un film, questo, lo ripeto (in quanto credo ancora da alcuni non sia stato afferrato), non ha nessuna attinenza con ciò che ACCADE nel videogioco in riferimento a come VEDO o VIVO la quotidianità pratica ma è riferito a come la mia sensibilità percepisce e riformula il messaggio comunicato dal medium videoludico arricchendomi.
-la comunicazione visiva viene accentuata sia attivamente (ovvero comunico in maniera più "visiva") che passivamente (ovvero sono più attento e critico verso imput mediatici visivi). Questi due aspetti (cinema e tv credo enfatizzino solo il secondo) è dovuto imho alla naturale (ormai) gestione, interazione e utilizzo di un mezzo quale il videogioco che si esprime propio tramite un linguaggio di immagini interattive.
Per ora questo è quello che mi è subito venuto in mente.....medito ancora e poi torno....... :twisted: !!!!!!!
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Offline outerworld

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Un buon videogioco è...
« Risposta #25 il: 11 Mar 2003, 19:24 »
Citazione da: "ferruccio"

Beh, ogni medium cambia la percezione della vita sociale e individuale di chi lo utilizza. Siamo influenzati anche dalla pubblicità, da ciò che non vorremmo... figuriamoci da qualcosa che ci piace.
Secondo me sarebbe ancora più interessante capire come cambiamo grazie a questi media, in che cosa la nostra percezione è differente.


Citazione da: "Sol_Badguy"

Inutile dire che condivido, azzardo anche un'ipotesi (o forse sarebbe meglio dire considero un'aspetto) sull'influenza del medium vdeoludico verso la nostra percezione. Credo un'effetto sia quello di aprire nuovi canali interpretativi della realtà e un'aumento sia nell'uso di una comunicazione "visiva", sia in una maggiore recezione e sensibilità verso di essa.
- nuovi canali interpretativi poichè anche il videogioco offre al fruitore una esperienza, esperienza da intendersi non come "vivere" mentalmente ciò che succede nel videogioco stesso ma, molto più semplicemente, come assimilarne e reinterpretarne quale utente i contenuti. Molti giochi mi hanno STIMOLATO riflessioni sulla vita così come un libro o un film, questo, lo ripeto (in quanto credo ancora da alcuni non sia stato afferrato), non ha nessuna attinenza con ciò che ACCADE nel videogioco in riferimento a come VEDO o VIVO la quotidianità pratica ma è riferito a come la mia sensibilità percepisce e riformula il messaggio comunicato dal medium videoludico arricchendomi.
-la comunicazione visiva viene accentuata sia attivamente (ovvero comunico in maniera più "visiva") che passivamente (ovvero sono più attento e critico verso imput mediatici visivi). Questi due aspetti (cinema e tv credo enfatizzino solo il secondo) è dovuto imho alla naturale (ormai) gestione, interazione e utilizzo di un mezzo quale il videogioco che si esprime propio tramite un linguaggio di immagini interattive. [...]


Quoto
i]"So we beat on, boats against the current, borne back ceaselessly into the past."[/i]

Offline ferruccio

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Un buon videogioco è...
« Risposta #26 il: 12 Mar 2003, 01:11 »
Citazione da: "Sol_Badguy"

Inutile dire che condivido, azzardo anche un'ipotesi (o forse sarebbe meglio dire considero un'aspetto) sull'influenza del medium vdeoludico verso la nostra percezione. Credo un'effetto sia quello di aprire nuovi canali interpretativi della realtà e un'aumento sia nell'uso di una comunicazione "visiva", sia in una maggiore recezione e sensibilità verso di essa.
- nuovi canali interpretativi poichè anche il videogioco offre al fruitore una esperienza, esperienza da intendersi non come "vivere" mentalmente ciò che succede nel videogioco stesso ma, molto più semplicemente, come assimilarne e reinterpretarne quale utente i contenuti. Molti giochi mi hanno STIMOLATO riflessioni sulla vita così come un libro o un film, questo, lo ripeto (in quanto credo ancora da alcuni non sia stato afferrato), non ha nessuna attinenza con ciò che ACCADE nel videogioco in riferimento a come VEDO o VIVO la quotidianità pratica ma è riferito a come la mia sensibilità percepisce e riformula il messaggio comunicato dal medium videoludico arricchendomi.
-la comunicazione visiva viene accentuata sia attivamente (ovvero comunico in maniera più "visiva") che passivamente (ovvero sono più attento e critico verso imput mediatici visivi). Questi due aspetti (cinema e tv credo enfatizzino solo il secondo) è dovuto imho alla naturale (ormai) gestione, interazione e utilizzo di un mezzo quale il videogioco che si esprime propio tramite un linguaggio di immagini interattive.
Per ora questo è quello che mi è subito venuto in mente.....medito ancora e poi torno....... :twisted: !!!!!!!


Sono d'accordo quasi su tutto. Ma non sono sicuro che la natura attiva del vg sia un fatto del tutto e sempre positivo. Il videogioco è azione, e non può essere in altro modo. Infatti quando il videogioco diventa contemplazione cessa di essere videogioco. Cioè le sue caratteristiche intrinseche fanno sì che il contenuto debba essere azione.
Mi spiego meglio: un romanzo può essere fatto di situazioni statiche, di monologhi interiori, di contemplazione (cito come esempio Il gioco di Gerald di Stephen King: un intero romanzo ambientato di una sola stanza con, praticamente, un solo personaggio). Anche il cinema può essere contemplazione, cioè non-azione, o azione passiva, se mi perdonate il controsenso. Esempio? Il primo che mi salta in mente: le lunghe panoramiche sul deserto di "Paris, Texas", di Wenders. Un certo tipo di ritmo lento e contemplativo in effetti è teoricamente realizzabile in un videogioco, ma snatura l'essenza stessa del medium. E quindi? Quindi certi tipi di storie e di situazioni al momento non possono essere espresse dai videogiochi.
In definitiva, credo ci sia il rischio concreto che le caratteristiche più innovative del vg finiscano anche per diventare una gabbia. L'interattività è un'arma a doppio taglio.
E allora Mozart?

Offline Sol_Badguy

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« Risposta #27 il: 12 Mar 2003, 12:13 »
Citazione da: "ferruccio"

Sono d'accordo quasi su tutto. Ma non sono sicuro che la natura attiva del vg sia un fatto del tutto e sempre positivo. Il videogioco è azione, e non può essere in altro modo. Infatti quando il videogioco diventa contemplazione cessa di essere videogioco. Cioè le sue caratteristiche intrinseche fanno sì che il contenuto debba essere azione.
Mi spiego meglio: un romanzo può essere fatto di situazioni statiche, di monologhi interiori, di contemplazione (cito come esempio Il gioco di Gerald di Stephen King: un intero romanzo ambientato di una sola stanza con, praticamente, un solo personaggio). Anche il cinema può essere contemplazione, cioè non-azione, o azione passiva, se mi perdonate il controsenso. Esempio? Il primo che mi salta in mente: le lunghe panoramiche sul deserto di "Paris, Texas", di Wenders. Un certo tipo di ritmo lento e contemplativo in effetti è teoricamente realizzabile in un videogioco, ma snatura l'essenza stessa del medium. E quindi? Quindi certi tipi di storie e di situazioni al momento non possono essere espresse dai videogiochi.
In definitiva, credo ci sia il rischio concreto che le caratteristiche più innovative del vg finiscano anche per diventare una gabbia. L'interattività è un'arma a doppio taglio.


Concordo, concordo però mi permetto di essere ancora ottimista ....a modo loro (nel senso, compatibilmente con l'episteme "azione" sottesa al concetto stesso di videogioco) alcuni titoli cominciano, seppur in via ancora embrionale, a provare nuove soluzioni di regia e fotografia. Un esmpio nel suo piccolo è Ico a mio giudizio. Azione minimalista che si sposa ed esalta una regia contemplativa e una colonna sonora essenziale ... un buon inizio insomma, sebbene ancora da sviluppare e maturare. Il cuore del problema da te proposto credo sia la necessità di creare una struttra interattiva con ritmi diversi da quelli sincopati attuali, struttura che possa essere adeguata quindi ad una narrazione più riflessiva, "sensitiva" e meno prettamente descrittiva. Forse una rilettura delle meccaniche su cui si basavano le vecchie avventure testuali non sarebbe un cattivo inizio imho. Inoltre vorrei proporre anche una nuova problematica in riferimento alla "desecolarizzazione" delle strutture videoludiche, problematica ispirata alla teoria del caos:
Per ora i videogiochi possono essere ascritti a 2 tipi di strutture
1 circolare
2 rettilinea
Appartengono alla 1 i giochi che fanno del loro punto di forza il multiplayer : la struttura è circolare perchè l'assimilazione della meccanica di gioco ed il suo perfezionamento, non portano il giocatore verso una direzione precisa nel "plot" sotteso al videogioco. Lo lasciano "fermo" per quel che concerne lo sviluppo di eventi relativi allo storyboard ma gli consentono di girare "il cerchio" all'infinito migliorando le propie abilità di utente tramite confronto con altri utenti. Il gioco è quindi portato avanti temporalmente dal videogiocatore.
Alla 2 appartengono tutti quei vg in cui il giocatore deve perseguire un obiettivo preciso, raggiunto il quale il gioco termina. Lo sviluppo della trama, per quante ramificazioni la storia possa avere, rimane comunque sostanzialmente lineare in quanto nella struttura è sempre presente un punto di fine da raggiungere. In questo caso il miglioramento nelle abilità del giocatore è finalizzato a superare i passaggi gradualmente più difficili posti dallo sviluppatore lungo il "tracciato" di gioco. In questo caso il gioco non è portato avanti ma "seguito" dall'utente.
La soluzione di rottura ? Secondo me il gioco a SPIRALE che fonda gli elementi circolari e lineari .........
Allora vi chiedo come sarebbe secondo voi un vg a spirale???
(Attendo feedback, magari ci apriamo propio un thread su questo argomento)
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Offline Druss

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« Risposta #28 il: 12 Mar 2003, 15:37 »
La soluzione di rottura è il gioco online.

Offline Videodark

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Un buon videogioco è...
« Risposta #29 il: 12 Mar 2003, 15:47 »
Citazione da: "Druss"
La soluzione di rottura è il gioco online.


Già, proprio di rottura..
 :D