Senza dubbio, però è a tutt'oggi strano che solo Sega sia riuscita a sfruttare il DC a dovere. Evidentemente non era così user friendly... :-)
Mica vero, Soul Calibur di Namco, Code Veronica di Capcom, lo stesso Rayman di Ubisoft, Tecmo con Dead or Alive 2,F1 World gran prix di Video System, Metropolis street racing dei Bizarre Creations,Test Drive Le Mans dei Melbourne House, Tokyo Xtreme Racer2 di Genki, sono i primi che mi vengono in menti che presentavano un'ottima cosmesi, con in testa Soul Calibur di Namco che non sfigurerebbe neppure adesso.
Certo, e aggiungiamo una gestione ottimale e "leggera" del FSAA, un algoritmo di compressione delle texture a dir poco efficace che compensava notevolmente le non certo strabilianti capacità di trasformazione/rendering poligonale. Da un pdv negativo ricordo però il notevole peso computazionale della gestione delle lightsource che costringeva la stragrande maggioranza dei developers ad optare per un rendering flat
Il Tile based rendering aiutava molto il power VR2 così come il deffered texturing, e l'SH2 non era certo male nel compiere trasformazioni matriciali sui vertici, 10 milioncini se li pappava , tuttavia Sega aveva usato per il suo hardware elementi già "disponibili" sul mercato dando vita ad una macchina sicuramente valida e possente appena immessa, ma non in grado di rivaleggiare con macchine costate milioni di dollari solamente in fase di ricerca e sviluppo.
Il punto da me sottolineato, pur tenendo conto delle tue condivisibili osservazioni, consiste nel fatto che il DC non era dotato di caratteristiche hw sufficienti per una vita duratura considerando gli attributi tecnici e commerciali della concorrenza che sarebbe sopraggiunta da lì a poco. E ciò contribuì sensibilmente alla perdita totale di fiducia da parte degli sviluppatori.
In parte sono d'accordo, chi mi conosce sa che fin da subito diedi per spacciato il dreamcast, ma non tanto per il suo hardware, sicuramente inferiore a quello della PS2 e delle allora future XBox e GC, ma soprattutto perchè non piaceva e non vendeva.
In europa ed i Jappo praticamente nessuno se lo fumava.
Questo unito all'enorme diffusione di Ps2 fin da subito, diffusione iniziale sicuramente legata da un vincolo molto rigido con l'hype che circondava l'hardware di Kutaragi e soci a far lentamente cessare il supporto delle software house al Dreamcast.
Supporto che, per cronaca, non è mai stato troppo massiccio, sintomo che la macchina fin dall'inizio non godeva dei "pronostici" del mercato.