Autore Topic: [PS2] Suikoden 3  (Letto 2633 volte)

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Offline fulgenzio

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[PS2] Suikoden 3
« il: 02 Mag 2003, 01:24 »
Se il passaggio da una generazione di console all’altra è spesso traumatico per gli utenti, o meglio per i loro portafogli, lo stesso accade a livello creativo in molte softwarehouse che, avendo a disposizione per le proprie creazioni più memoria, spazio e strumenti spesso si perdono in un bicchier d’acqua rovinando i brand che avevano dato loro lustro nel recente passato. Fortunatamente ci sono a volte delle belle eccezioni ed il poter lavorare su una nuova piattaforma stimola le meningi dei programmatori che riescono a produrre non solo texture più definite o colonne sonore più epiche ma soprattutto idee valide. Suikoden 3 fa parte di questa categoria ed il Trinity Systems è una delle miglior trovate recentemente implementate in un ruolo di gioco. La saga di Suikoden, a dispetto di uno scarso successo in Europa, fatto che ha precluso irrimediabilmentre la pubblicazione di questo terzo episodio in versione Pal, è considerata in Giappone seconda (sarebbe meglio dire terza) solo ai colossi Final Fantasy e Dragon Quest, vantando migliaia di appassionati che hanno giocato e rigiocato i primi due capitoli apparsi cinque anni orsono su Playstation. Dotati di una grafica non particolarmente elaborata i giochi si caratterizzavano per la possibilità di poter gestire un immenso party di più di cento personaggi, ognuno con una propria caratterizzazione e storia. Suikoden 3 ovviamente non butta nel cestino questa peculiare caratteristica e lo chiarisce fin dal sottotitolo (The Legend of 108 Stars). I personaggi chiave del gioco sono tre: un mercenario dall’oscuro passato, un ragazzo che assiste impotente alla distruzione del suo villaggio e la comandante delle truppe del regno principale del continente che fa da scenario alla storia, piena di dubbi ed insicurezze. Qui scatta l’importanza del Trinity Systems: infatti i diversi capitoli in cui è suddiviso il gioco sono a loro volta “interpretabili” da ogni singolo personaggio: il giocatore quindi, prima di arrivare alla fine della sua esperienza ludica, durante la quale le vicissitudini dei tre eroi si uniscono, è costretto ad osservare la storia sotto tre punti di vista differenti. Qualcuno ha detto Rashomon? Beh, non sbaglia. Nonostante da un punto di vista ludico la trovata obblighi di fatto il giocatore a ripetere alcuni passaggi, mai peraltro uguali al 100% proprio perché vissuti con stati d’animo e, pragmaticamente, poteri e forze differenti, dal punto di vista drammaturgico la trovata si rivela felice perché permette di scoprire tutti i retroscena e le ragioni che stanno dietro al credo ed alle azioni dei personaggi. Religione, politica, potere amore, sesso, in Suikoden 3 c’è veramente di tutto ed i dialoghi, nonostante qualche cedimento di tono tipico delle produzioni nipponiche (in fondo anche qui la morale di fondo è: uniamoci e battiamo i cattivi), sono gradevoli e passano da riflessioni di un certo spessore sullo stato delle cose (nel gioco e non) a divertenti siparietti e gag. Dal punto di vista prettamente strutturale Suikoden 3 sostituisce i combattimenti in prospettiva isometrica tipici delle precedenti edizioni con una più tradizionale visione e struttura che sta a metà tra Grandia e Final Fantasy, risultando sempre appagante per l’amante della pianificazione e dell’attacco ponderato. In altre sezioni è possibile partecipare ad una vera e propria battaglia campale in cui tutte le truppe sono sul campo e nella parte finale del gioco il tasso di adrenalina suscitato da questi scontri tutti contro tutti è simile a quello provato osservando mascella a terra la famosa battaglia del fosso di Helm di tolkeniana/jacksoniana memoria.
Konami ha dotato Suikoden 3 di una buona cosmesi, certamente non paragonabile alle meraviglie made in Squaresoft, ma tutto sommato più che accettabile. Il gioco peraltro non prevede sequenze in computer grafica, a parte quella iniziale, realizzata in stile anime che dà la paghetta a molte produzione televisive di questo tipo, per qualità di animazioni e varietà di stili: tutti i numerosi intermezzi che fanno da cerniera tra i diversi momenti della storia sono realizzati con lo stesso, valido, motore grafico del gioco. Appassionante e dotato di un finale sconcertante e sicuramente non banale, Suikoden 3 risulta essere degno prosecutore di una serie storica. Di certo non un prodotto per tutti  (l’immensa longevità può sicuramente scoraggiare qualcuno), ma resta un must buy per tutti gli amanti degli rpg made in Japan.
ANCHE UN TANUKI PUO’ SORPRENDERE UNA TIGRE CHE DORME.