Prima di tutto mi scuso per il ritardo con cui di solito rispondo ma faccio tutto al volo tra un’incombenza e un’altra.
Riguardo al titolo di studio, credo che su una questione siamo tutti d’accordo: la laurea non ci dice nulla né sull’intelligenza né sulle capacità di una persona. Anzi, più in generale, come dice lo scrittore, “
un uomo non è il suo lavoro”(cit.). La nozione del titolo di studio dovrebbe evocare una competenza, anche se, ancora, non è assolutamente scontato. Non voleva essere un vanto (di cosa e verso chi? Sono anni che posto in questo forum senza che il vissuto personale fosse necessario) e neanche una pretesa di ultima parola. Ho recepito la cosa come un errore nozionistico, laddove il nozionismo, a mio modo di vedere e capire, è solo il preambolo della cultura. Facile da dimenticare, semplice da eludere, facilissimo da rimpiazzare con i moderni mezzi di consultazione.
Io credo che la mia passione per certe tematiche abbia un po’ radicalizzato la ricezione di frasi assolutamente legittime. Ehzan non ha sbagliato nulla nel suo modo di definire Avatar un racconto mitologico e quindi privo di sfumature. Il problema si pone nel momento in cui si riflette sulle determinazioni del termine mitologia, ossia, dal greco, discorso razionale sulla poetica mitica.
Freedom dice bene quando lamenta una centralità del modo di concepire la mitologia (lui stesso ha perfettamente inquadrato la genesi) ma in realtà, uscendo un po’ dal politicamente corretto, le cose stanno proprio così. Ossia, lo studio del significato antropologico e del progresso di civilizzazione di un popolo è stata proprio la base costitutiva della civiltà greca e prende il nome di “mitologia” vale a dire (per esteso), “discorso sulla trasformazione cognitiva e logica delle origini di un popolo attraverso la sua poesia”.
Quindi, l’errore comune (e mi ci metto, anch’io lo faccio per comodità e semplificazione) è attribuire la valenza di “mitologia” a raccolte di storie o saghe mitiche che non hanno nulla a che vedere con le proprietà che questo termine dovrebbe possedere e che sono state assemblate o tramandate con scopi del tutti dissimili dalla mitologia greca. Anche in ambito accademico (e qui potrebbe avere ragione Freedom) c’è stata la pulsione illuministica di rivedere il tutto sotto la lente d’ingrandimento del guadagno greco in termini di archè e interpretare altre culture secondo un concorso gnoseologico che a volte non esiste proprio. Non esiste una mitologia giapponese; è improprio parlare di una mitologia nordica; i racconti di eroi e saghe celtiche sono tutto fuorché mitologia; è invece correttissimo parlare di mitologia indiana e indù.
Quindi la mitologia è quella greca(= non la “vera”, non la “migliore”, ma, banalmente, quella che si chiama mitologia).
Riassumendo? Ho fatto una cazzata a riprendere Ehzan in un contesto simile poiché, senza ulteriore spiegazione, alquanto fuori luogo. Giuseppedr ha giustamente sottolineato l’errore dell’affossamento accademico e Xibal, che Dio l’abbia in gloria, è uno che capisce anche quando non si capisce.
Avatar? La penso come Xibal…