Fatto due giri con la mia
sorella preferita.
Nel primo, chiaramente, ho tirato barbosamente dritto fino alla casa della nonna. Perché è nella mia indole.
Nel secondo...
Boh, mi viene da paragonarlo a Flower [sì, yeah, wow, due giochi low-cost con estetica dichiaratamente arty & catchy, che di gioco han poco. Parallelone!]: prendo, metto su e, senza troppo impegno e/o infrastrutture meccanico/informative, mi ritrovo totalmente trascinato in una dimensione a sé, fondata su un connubbio interazione/resto del mondo sbilanciatissimo, ma che si regge benissimo in piedi. The Path, tra l'altro, è ancora meno ludico, visto che non può contare nemmeno sulla piacevolezza quasi fisica dell'eccellente sistema di controllo del titolo PS3, ma, anzi, ti prende a legnate con un'interfaccia astrusa, che finisce però con l'educarti dopo qualche minuto ai particolari ritmi e alle particolari logiche dell'esperienza globale ["di gioco" mi sembrava fuori luogo ^^].
Quando l'avevo provicchiato la prima volta mi pareva di trovarmi di fronte a polpettone super-kitch di suggestioni audiovisive alla Sigur Ròs virate in salsa noir, con un'implementazione del Source decisamente esosa per quel che metteva a schermo. Tutto fatto a modino, ottimizzazione a parte, ma dall'aria prevedibilissima.
Provandolo più a fondo, sono stato smentito categoricamente: la sensazione di perdersi, l'inquietudine, l'impulso di scoprire, il senso di colpa per il fatto che ci si sta spingendo un po' troppo in là, la voglia di lasciarsi andare e l'accavvallarsi e il confondersi di questi e altri stati d'animo sono resi in maniera estremamente vivida e graffiante. Il tutto sottolineato da un uso della musica magistrale e da una raffica di trovate registiche che varebbero da sole il prezzo del biglietto.
Per quanto visto, insieme a Flower sicuramente la cosa migliore uscita quest'anno.
Vabbé, torno dentro.
Nonna, non aspettarmi alzata.