Io ricordo solo che in certi momenti di Demon's Souls ho provato un'ansia che non provavo dal primo Silent Hill.
Il calore e il buio del budello di Stonefang.
Gli angoli acuti della cittadella di Boletaria (1-3), un agguato dietro ciascuno.
Le balconate della Torre di Latria, con i prigionieri, i campanelli, le urla, la cantante lirica, le vergini di ferro e la palla di cadaveri nelle tenebre.
Le caverne del 4-2, passaggi strettissimi con quei cazzo di fantasmi sparalaser, i Reaper e lo spettro invisibile.
La grotta delle lumache, col vapore caldo termale e le stelle filanti che esplodono se ti avvicini.
E naturalmente, la grande palude del 5-2. Sperduto e avvelenato. Ho veramente compreso il sollievo di "trovare la strada" in un momento di totale smarrimento.
Dark Souls è awe-inspiring anche nella location più criticata (Lost Izalith), ma Demon's Souls è quello che più di tutti ha l'ambiente e i nemici che ti dicono "noi non ti vogliamo". Della storia ho capito poco anche con le wiki, ma a differenza di Dark Souls, non volevo capire. Sono quei misteri che non vanno svelati, che non vogliono essere svelati, e va benissimo così. Quello che si intuisce non stuzzica la curiosità, ma solo l'orrore. Il muro di nebbia del Flamelurker non è un invito alla sfida, è un "vattene via" eloquentissimo. E le arene dei boss? Lo sgabuzzino del Capra Demon era funzionale all'inculata che ti aspettava appena varcata la soglia, ma in Demon's Souls? Il camminamento del Tower Knight, la chiesa del Fool's Idol, la passerella dei Maneater, la stanza dei troni ammonticchiati, la discesa verso l'Adjudicator evitando le leccate assassine, il colonnato dell'Old Hero e subito fuori, la scogliera col boss più epico e giapponese del gioco. Per non dimenticare quel lago di melma, e cosa ci riposa sotto.
Insieme a Link's Awakening, il gioco che più vorrei poter dimenticare a volontà per poterlo rivivere da zero.