Demon’s Soul è un gioco di cui si sentiva il bisogno.
A svariati mesi dalla sua uscita (Region Free) in Oriente e Stati Uniti, il prodotto From Software si è ritagliato un seguito di giocatori che ne ha fatto un culto, nonché la nomea di gioco bello e impossibile, duro, adatto solo ai videogiocatori hardcore. Tutto vero, se per giocatori hardcore intendiamo chiunque non ami esclusivamente la console di Cooking Mama.
Caratterizzato da una veste grafica inusuale per un prodotto nipponico -se escludiamo il manga di Kentaro Miura "Berserk" che ricorda in alcuni momenti-, scevro di tutti i fronzoli di prodotti similari -dai capelli viola a forma di glicine ai vestiti talmente colorati che parrebbero fuori luogo ad un peruviano-, Demon’s Soul sembrerebbe quasi un Action–RPG di matrice occidentale se non fosse per la cura maniacale dei piccoli dettagli.
Il Vostro avatar è caratterizzato, a seconda della sua classe, da armi ed armature caratteristiche (e bellissime). Ogni arma ha un set di animazioni proprie, che raddoppiano a seconda della forza con cui viene portato l’attacco, portando la quantità e qualità delle stesse a livelli di eccellenza.
Un’altra caratteristica prettamente giapponese sono boss e mid-boss sparsi nei 5 mondi che caratterizzano le terre di Boletaria. Diversi in foggia e dimensione, riescono a essere unici in tutti i sensi, a cominciare dai loro bellissimi nomi.
Adjudicator, Boss del livello 4.1 è un incrocio tra un boss di Nights into Dreams ed un Macellaio senza licenza dell’Ufficio d’Igiene. Una palla di lardo col gusto del massacro ed una lingua kilometrica.
Grazie alla competenza dei designers nipponici, riescono tutti ad avere una caratteristica unica: fanno.davvero.paura. Nel senso che incutono timore, sia chiaro.
Dopo 33 ore in Boletaria, ho ripulito col mio thief tutti i Boss di primo Stage ed un paio di Boss di secondo stage. E nonostante stia giocando a Mass Effect2, non riesco a non pensare al momento in cui tornerò nel mondo di Demon’s Soul.
Ho ancora tante cose da fare, armi da leveluppare, eroici cavalieri da trovare. Mi aspetta il God Dragon in fondo alle miniere di Stonefang, devo esplorare il mondo notturno della Tower di Latria, caratterizzato da un’illuminazione verdastra che mi riporta alla mente la migliore estetica di Barman Arkham Asylum.
Tremo all’idea di cosa mi aspetta nascosto negli angoli bui o nelle nebbie volumetriche delle terre degli Shadowman, o nelle paludi velenose della Valley of Defilement.
Finora ho battuto il gioco senza bisogno di FAQ, di Forum o della Wiki creata appositamente per il giocatore medio.
L’unica cosa che posso dire di questo gioco è che necessita di rispetto del pericolo, applicazione metodica e sperimentazione. Ogni nemico ha un'arma che teme particolarmente, o una magia contro la quale è parecchio debole. Scegliere la giusta tattica l'ha vinta contro avversari apparentemente invincibili. L'unico Boss che mi ha messo un po' in crisi è Leechmonger, Boss 5.1, ma solo perchè obbliga ad un approccio misto melee/attacco magico combinato a molto movimento tutt'intorno. Ma c'è chi l'ha battuto da lontano con arco e frecce, impiegando il triplo del tempo a causa delle sue capacità di rigenerazione.
Forse con una FAQ avrei potuto fare in 20 ore quello che ho fatto in 30, forse ho perso qualche item raro o prezioso a causa della mia ignoranza, ma di una cosa sono convinto: demon’s soul è un gioco affrontabile senza FAQ, da chiunque.
E merita –ripeto: merita- di essere provato da tutti quelli che non temono i giochi impegnativi.
Voto: 9 (finora)
Adjudicator, in tutto il suo splendore e massa corporea