L'ottica leopardiana applicata al videogioco. In pratica il gioco diventa bello per tutta la salute che ci hai investito sopra. Non potrebbe diventare altro.
Beware, family men.
non male come visione.
Guarda, un mio amico perfettamente all'oscuro delle meccaniche del gioco in questione s'e' fermato un'oretta a giocare con me.
il fascino del gioco l'ha rapito subito (e' pure un tipo di quelli schizzinosi forte sui giochini, sgamato, super annoiato dalla massificazione, ecco il prototipo dell'harcore gamer oldold che ha visto tutto e oltre), e non sono servite le mie bastonate incessanti sui macrodifetti.
Non credo che l'estenuazione leopardiana sia il solo effetto benevolo al titolo, quanto la costruzione generale del tutto.
Solo ora inizio a capire infatti tutti gli incastri possibili, la curva di apprendimento e la "strada" che hanno voluto dare all'esperienza.
Se inizialmente e' frustrante, l'impatto generale rimane vincente, probabilmente dovuto all'ambientazione ed alla impalcatura del tutto.
Il senso di "familiarita' protettiva" che hanno alcune zone poi (il nexus in primis) e' veramente azzeccatto, facendo apparire le gesta del nostro eroe inizialmente una sorta di "martirio protetto" con poche soddisfazioni e molti sacrifici che pian piano temprano l'eroe rendono piu' forte e consapevole delle proprie capacita' (essenzialmente le armi e gli upgrade)
Una sorta di "catarsi".
Certo, c'e' da investire parecchio, qualcuno potrebbe rimanere scoraggiato (e si compra Wolfenstein), ma in un periodo spento, nelle nottate tristi (o in quelle piu' squisitamente stoned), Demon Souls e' un toccasana come pochi.