Vista negli ultimi giorni la quadrilogia.
Audio, mostruoso.
Video, in piena linea con la scena giapponese contemporanea: superbo nel tratto disegnato, drasticamente altalenante nei contenuti in grafica computerizzata.
Ho una teoria che in realtà è una certezza: come per la Disney dell'epoca d'oro, l'elemento mesmerizzante che ai tempi fece la differenza fu l'animazione impeccabile.
Anno e collaboratori catturarono su cellulosa l'impossibile, rendendolo plausibile.
Evangelion non è robottoni da e per otaku, men che meno esoterismo for dummies.
È un cilindro di una tonnellata che viene avvitato a 50 metri d'altezza in un incavo su misura senza colpo ferire, come si trattasse di mettere un tappo a una penna a sfera. Funziona e basta.
È il primo passo, incerto, dello 01, che però con la sola onda d'urto schianta i vetri di una cabina telefonica lì accanto.
È quel cavo usb della VR antelitteram infilato nel didietro, che appena te ne dimentichi e ti inciampi, significa la fine dei giochi. Ma che è anche l'ultimo baluardo.
È convogliare tutta l'elettricità di una nazione per un o la va o la spacca. Cavi arroventati, bobine che fumano, ventole indiavolate. Il Giappone che fletteva i muscoli ed era già nel vuoto.
È la rappresentazione _visuale_ della forza dell'uomo contro l'entropia.
Universale.
Rinunciare a questo primato preferendogli la comodità di una CGI non troppo impegnata è stato scellerato. Se ne è andato in un colpo solo metà del fascino.
Ho letto, ho letto delle vicissitudini personali di Anno.
Da queste ultimissime due - interminabili, estenuanti - ore si carpisce tutto lo struggimento patito da uno dei cantori per antonomasia del sollevante, a sua volta pieno zeppo di demoni che proprio non gli riesce di sotterrare.
Il perché di tutto ciò è solare, ma non significa che riesca ad accettare il tipo di trattamento riservato ad Evangelion. Uno sfregio, prodotto di un narcisismo sfrenato.
1.11 beneficio del dubbio, ma l'antifona fin troppo evidente.
2.22 ho avuto reminiscenze della prima italiana, al cinema. Dodici anni fa. In particolare ho rammentato distintamente il fastidio viscerale il cui culmine coincise con la planata della ninfomane sul tetto della scuola, proiettata esattamente sopra l'alter ego di Hideaki. Lo vissi, una vita fa esattamente come ieri, alla stregua di un tradimento.
3.33 Mirò non avrebbe saputo far di meglio, solo non ci sarebbero volute due ore per saggiare il suo operato.
3+stocazzo:
Su Evangelion in futuro tornerò, come fatto un anno fa. È sempre un piacere, metà del mio avatar è lì a testimoniare imperituro il mio voto.
Di quest'accozzaglia informe non voglio saper più nulla.