Sempre su Gone Home in relazione a quanto già scritto.
Che alla sorella ci piacesse il tubero e alla mamma la zucchina era acclarato dal comodino dell'ingresso in effetti, senza bisogno di andare a setacciare le segrete di casa Neuschwanstein.
Tra parentesi, 4 piani, 138 stanze, una serra, un locale caldaie.
2 cessi.
Devo dire, rimango un attimino perplesso dopo aver finito il gioco, ricordando le parole di persone con cui peraltro spesso mi trovo in accordo, che hanno parlato del gioco in termini
quasi entusiastici, dipingendolo
quasi come il futuro del videogioco.
Il potenziale c'è, posso capirlo. Però poi non si traduce in nulla di concreto.
Il fatto di andare a zonzo, analizzare oggetti e - senza combinare carrucole e pulegge - ricavarsi un percorso, un obiettivo da perseguire.
Il fatto è che poi il percorso è quello, la trama assolutamente lineare e se cerchi di aggirarla, vai a sbattere contro quei 5-6 trigger da innescare per proseguire nel "racconto".
Anche l'analisi e l'iterazione con gli oggetti (che in ogni caso non è certo un'invenzione di Gone Home) non ha utilizzi pratici se non quello di girare le cartoline, infilare cassette nei mangianastri, di ruotare videocassette e cartucce del super nintendo al fine di guardare le etichette. Quello che c'è da scoprire è "scritto".
E quindi passi il tempo a meneggiare oggetti senza essere
ricompensato con indizi sulla trama, a fornire input al gioco al quale questo, fondamentalmente non risponde.
Secondo me sarebbe stato più efficace il gioco, se fosse stato ambientato dentro una casa "realisticamente grande". Dove poter prendere roba dal frigo, infilarla nel microonde e cuocerla. Dove c'è da setacciare nella pattumiera. Dove magari c'è un salvadanaio da tirare, per poter prendere quello che c'è dentro. O magari un rullino che possa aprire e guardare controluce foto che abbiano un senso nella trama, e che non mi vengano sparate in faccia dopo aver inserito una combinazione, trovato un passaggio segreto (?!).
Non so se mi spiego.
E soprattutto come dice Wis, se devi farmi leggere ottomila note, post-it, ritagli di giornali sparsi quà e la, devi darmi qualcosa di interessante.
La sottotrama della crisi matrimoniale della madre, dei libri del padre o della pazzia del prozio/nonno/quellocheè col precario depistaggio sull'evocazione dello stesso, francamente non lo sono.