Dopo essermi fatto fregare tutto l'oro da… (non ve lo dico, scopritelo da soli!), ho completato
Leo's Fortune per iPad, un gioco di essere Maurizio Costanzo (cfr. prova fotografica).
E insomma, quando credi che inventarsi qualcosa di nuovo sulla tavoletta (nemmeno ha i tasti, santo cielo!) sia impossibile, questi arrivano e ti fregano un’altra volta. Non che Leo's Fortune s’inventi niente, intendiamoci. Rimane un platform pucci-pucci del genere sinistr-destr-salta, con qualche enigma (interruttori e carrucole) e un problema: Maurizio Costanzo non c’ha i piedi. Quindi, vi chiederete, come salta?
In un inno al regime dietetico occidentale, Leopold può gonfiarsi e strizzarsi. E così può saltare (e persino veleggiare) e spararsi verso il basso. Questo è a suo modo “innovativo” (ho messo le virgolette,
MaxxLegend!), perché permette anche di interagire con gli elementi dello scenario. Così, tra un salto qui e l'altro là, il gioco riesce a proporti sempre qualcosina di diverso. Percorsi serpentini da affrontare in velocità come Sonic, barre sospese nel vuoto da far inclinare, piccoli enigmi a base di leve e interruttori.
In tutto questo, Leo’s Fortune ha degli ottimi controlli tattili, devo ammettere (io generalmente detesto i controlli tattili per i giochi di stampo classico). Nella parte sinistra dello schermo puoi muovere il pollice dove ti pare per andare a sinistra e destra. Nella parte destra, lo muovi per gonfiarti e strizzarti. In qualche modo, questo approccio tattile restituisce una sensazione inusuale, a suo modo gradevole. Usare dei tasti convenzionali, a pensarci, avrebbe fatto perdere quel senso di leggerezza, di sospensione, che alimenta la contrazione dello sfintere in alcuni passaggi. E noi abbiamo scritto intere teorie dei videogiochi, sullo sfintere.
Su tutto, infine, svettano due elementi realmente gaudenti: la grafica, che ti spara dolcemente sulla retina il Retina, e… Beh, la trama. No, sul serio! Per cominciare, Leo è doppiato in modo troppo spassoso, con la sua fenomenale parlata slava. E d'altra parte, non volete sapere chi vi ha fregato tutto l’oro? Io volevo saperlo. Sì, forse non ho una grande vita sociale.
Il gioco non dura molto (20 livelli), può essere rigiocato per prendere le stelle (che aprono aree-divertissement, dove scialarsi con i controlli in qualche garetta), ma ha un endgame che dovete morire. Nel senso, prendere le stelle richiede troppa pazienza per quanto il gioco possa (re)intrattenere. O magari sono io che ho troppa vita sociale.
Mio voto: 7