Recuperato con colpevole ritardo In The Passing Light of Day.
A mani basse il loro miglior disco da Remedy Lane.
Fantastico.
Si ritorna ai PoS dei primi 4 dischi ma neppure troppo. I barocchismi di quell'era sono alle spalle, pur senza
lesinare sulla complessità (mai fine a sé stessa) del costrutto di fondo.
Gli echi di Road Salt sono ben presenti.
Potrei scriverci di tutto e di più e magari lo farò pure, più in là.
Per ora sono solo contento che questo disco esista e che Ragnar Zolberg sia stato fatto fuori, che non l'ho mai sofferto, così quasi quasi mi sparo pure il live a Segrate.
Mi manca il Daniel eclettico dei primi 6 dischi, ma resta una roba fuori cucuzza per capacità interpretativa e padronanza del mezzo. L'opposto di Zolberg insomma