Sto valutando se e come fare un accantonamento. Chiamiamolo pensione integrativa o piano d'accumulo,
vediamo se riesco a fare un po' di chiarezza:
Accantonamento è un termine generico, che identifica una forma di risparmio continuativo e prolungato nel tempo, quasi sempre automatico e ripetitivo.
Un piano di accumulo è un "accantonamento" di carattere puramente finanziario, e nella grande maggioranza dei casi avviene su "fondi comuni", attraverso cioè l'acquisto automatico a cadenza mensile/bimensile/trimestrale/whatever di un importo prestabilito che viene convertito in quote di fondi e che va a costruire - nel tempo - una somma "attiva".
I
Piani di Accumulo (PAC in gergo bancario) rappresentano l'ABC, il tassello fondamentale del risparmio e sostanzialmente dovrebbe essere la prima scelta per chi intende avviare un "risparmio personale".
Non hanno necessariamente una valenza previdenziale, ma possono essere usati anche per questo scopo.
Pur avendo una "durata" e quindi un termine, possiedono una forte flessibilità e nella gran parte dei casi sono disinvestibili in parte, o in toto, in un qualsiasi momento (alle condizioni del mercato, ovviamente).
Non prevedono alcun tipo di detrazione / deduzione fiscale.
Le
"pensioni integrative" (dette anche "fondi pensione") occupano un capitolo a parte di questo discorso, e sono uno strumento di risparmio / previdenziale con caratteristiche giuridiche ben distinte dai normali PAC o anche solo dalle normali polizze vita: sono degli accumuli che si pongono
l'obiettivo di accompagnare il lavoratore alla pensione pubblica, e infatti non a caso l'inizio dell'erogazione della pensione pubblica costituisce anche il momento in cui è possibile richiedere l'erogazione della contribuzione integrativa.
A differenza dei PAC non sono investimenti liquidabili in un qualsiasi momento nè in parte nè in toto, ma sottostanno a
precisi vincoli d'uso: è possibile chiedere un rimborso parziale fino al 75% dell'accantonato per gravi motivi di salute per sè o per i figli (in un qualsiasi momento), per l'acquisto o la costruzione della prima casa per sè o per i figli (dopo almeno 8 anni dalla prima contribuzione) oppure fino al 30% per spese generiche (anche qui servono almeno 8 anni, ma la richiesta è fortemente penalizzata dal punto di vista fiscale rispetto alle casistiche del 75%...).
Solo giunti all'erogazione delle prestazioni (arrivati - cioè - all'agognata pensione pubblica!), sarà possibile richiedere l'erogazione della pensione integrativa costruita nel tempo e le modalità saranno accessibili in base al rapporto si calcolerà fra quanto messo da parte e pensione pubblica stabilita: questo determinerà se sarà possibile incassare tutto subito in un'unica soluzione, metà subito e metà con prestazione mensile oppure tutto con prestazione mensile.
L'evidente "rigidità" dei fondi pensione (rispetto ad altre soluzioni di risparmio) è almeno
parzialmente compensata da vantaggi fiscali altrimenti non disponibili: la contribuzione ad un fondo pensione può essere
DEDOTTA dal proprio reddito, attualmente entro la soglia massima di 5.164,57 euro annuali (ex 10.000.000 lire), andando ad abbattere le tasse che si devono pagare. Marginale invece il vantaggio sulla fiscalità applicata ai "guadagni" sulle prestazioni del fondo stesso, passata dall'11% (contro vecchia aliquota 12,50%) al 20% (!! contro un'aliquota variabile mista fra 12,50% e 26,00%).
I fondi pensioni esistono in due macro-declinazioni:
quelli di natura bancaria, tradizionalmente delle linee di fondi comuni con esposizione variabile al mercato azionario, quindi con una propensione più o meno dinamica e di rischio; e quelli di
natura assicurativa (detti anche PIP, Piani Integrativi Pensionistici) che fanno grosso modo la stessa cosa ma con un "involucro" assicurativo tipico delle polizza vita, con piccole componenti per rischio morte e alcune differenze sulla fiscalità. Solitamente le soluzioni "assicurative" sono meno esposte ai mercati di rischio e spesso ricalcano l'andamento di un Ramo I assicurativo tradizionale (obbligazionari storici con rendimenti medi annuali piuttosto omogenei e continui nel tempo).
Poste, attraverso la propria "compagnia-prodotto" POSTE VITA, si è ritagliata una fetta importante del mercato vita/previdenza in Italia, per ovvi motivi e per una precisa scelta aziendale (hanno spinto moltissimo su questa tipologia di risparmio negli ultimi 15/10 anni).
Nondimeno, tutte le Banche offrono soluzioni di "fondi pensione" tradizionali e in massima parte anche assicurativi (PIP).
Le differenze ricadono più che altro sui costi di gestione fissi/variabili che vengono applicati dai singoli prodotti. Prodotti che hanno - ovviamente - anche i propri rendimenti storici, non necessariamente sovrapponibili (anzi, con profonde differenze dovute più che altro alla diversa esposizione ai mercati azionari).
Dopo tutto questo pippone, schematizzando in modo grossolano:
FLESSIBILITA' e COMODITA' > PACOTTIMIZZAZIONE FISCALE e POTENZIALITA'> Fondo Pensione / PIPNon sottovalutate il risparmio fiscale offerto dai fondi pensione, soprattutto se siete dei liberi professionisti / autonomi / artigiani.