Autore Topic: Tavola rotonda sui videogiochi, di cosa parlare?  (Letto 7425 volte)

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Offline Giobbi

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Re: Tavola rotonda sui videogiochi, di cosa parlare?
« Risposta #30 il: 03 Ott 2008, 10:31 »
Quello che non mi convince del discorso "viaggio" é che viene facilmente associato ad altri travels without moving, ovvero altri "viaggi" ovvero associazione videogioco = droga.

Convincetemi ;)


Appunto ci serve assolutamente il videogioco come accezione positiva, il videogioco in genere e non chessò wii fitness o peggio brain training perché tengono in forma o meno.

Ad esempio il call of duty 4 di Jello, é vero che dà per scontate alcune cose tipo guerra al terrorismo.. però per come é realizzato e per il suo essere interattivo può far sì che l'utente si ponga alcune domande in diversi frangenti ed in genere rende la guerra "fastidiosa" con tutto quel caos di proiettili e granate... c'é il senso che senza avere più di una vita in guerra si sopravviva più per culo che altro, in realtà risulta meno propagandistico del super eroe master chief (o silvio berlusconi e le sue veline, o il supereroe vigilante filmico "la giustizia me la faccio da solo", etc etc..).

Ovvero non so se COD4 spinga i giovani americani ad arruolarsi, anzi.

In sostanza credo che un rambo 2 realizzato come videogioco "realistico" alla call of duty sia meno rambo 2 di rambo 2.
Poi ok un rambo propagandistico lo fanno alla Halo e buonanotte, ma magari salta fuori più chiaramente umoristico.

Cmnq mi sembra che il "mondo virtuale" mantenga una possibilità di approccio più personale ed aperta di altri media, abbia più difficoltà a propugnare idee lineari e quindi propaganda.
Il messaggio é filtrato dall'utente.

Altro esempio non mi sembra che in Italia si sia visto FFX come attacco a certe religioni e qui da noi alla chiesa mentre il contenuto era presente.
Ovvero gli utenti si sono interfacciati a FFX in modo diverso, chi già aveva quella predisposizione ha visto quello, mentre un altro ha visto il level up, etc...

---------

Tornando al viaggio... non so cosa ci sia di positivo nel viaggiare senza lsd e senza muoversi se non nel metter su la pancia?

Ri-convincetemi :)



Offline Jello Biafra

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Re: Tavola rotonda sui videogiochi, di cosa parlare?
« Risposta #31 il: 03 Ott 2008, 10:40 »


Ad esempio il call of duty 4 di Jello, é vero che dà per scontate alcune cose tipo guerra al terrorismo.. però per come é realizzato e per il suo essere interattivo può far sì che l'utente si ponga alcune domande in diversi frangenti ed in genere rende la guerra "fastidiosa" con tutto quel caos di proiettili e granate... c'é il senso che senza avere più di una vita in guerra si sopravviva più per culo che altro, in realtà risulta meno propagandistico del super eroe master chief (o silvio berlusconi e le sue veline, o il supereroe vigilante filmico "la giustizia me la faccio da solo", etc etc..).

Ovvero non so se COD4 spinga i giovani americani ad arruolarsi, anzi.


Mah, la penso in modo diametralmente opposto (e poi non è che COD4 spinga i giovani ad arruolarsi, eh, fa semplicemente parte degli strumenti "minori" con i quali si crea consenso anche, ripeto, indipendentemente dall'obiettivo degli autori).

Poi, come già detto, il discorso che facevo verteva sull'analisi delle potenzialità non ancora indagate dei vg come strumento propagandistico ancora più forte del cinema in quanto, appunto, interattivi.

Offline Giobbi

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Re: Tavola rotonda sui videogiochi, di cosa parlare?
« Risposta #32 il: 03 Ott 2008, 11:11 »
Appunto sostengo invece che l'interazione crei un filtro che invece chessò al cinema non c'é.

Il messaggio non arriva direttamente all'utente così come viene concepito, é già filtrato in partenza dall'utente stesso in pratica, "lo vede a modo suo".

Offline Jello Biafra

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Re: Tavola rotonda sui videogiochi, di cosa parlare?
« Risposta #33 il: 03 Ott 2008, 12:09 »
Appunto sostengo invece che l'interazione crei un filtro che invece chessò al cinema non c'é.

Il messaggio non arriva direttamente all'utente così come viene concepito, é già filtrato in partenza dall'utente stesso in pratica, "lo vede a modo suo".

Si, ma l'interazione è comunque legata alle regole che i game deseigner decidono per il gioco, non è spontaneamente realistica, ed è questa la cosa che mi spaventa di più.

Offline AIO

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Re: Tavola rotonda sui videogiochi, di cosa parlare?
« Risposta #34 il: 03 Ott 2008, 13:27 »
Citazione
Tornando al viaggio... non so cosa ci sia di positivo nel viaggiare senza lsd e senza muoversi se non nel metter su la pancia?

Ri-convincetemi

No dai, non essere così pessimista..  ;)

Ogni videogioco crea un ambiente che risponde a determinate regole.
Anche quando viaggi in un altro Paese ti trovi in un altro ambiente con determinate regole, spesso diverse da quelle a cui sei abituato.
Riuscire ad adattarsi (e nel videogioco si può benissimo parlare di "sopravvivere") in un nuovo ambiente comporta uno sforzo cognitivo e di apprendimento che certamente può avere molti risvolti positivi.

Se poi la consequenziale accusa può essere quella di fuga dal reale, direi che sarebbe il caso di affrontare la questione invece di aggirarla. Ma in fondo una soap opera non fa lo stesso?

Considero i videogames un'immane perdita di tempo, un veicolo di fuga dal reale, nonché un pericoloso generator

Offline LF

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Re: Tavola rotonda sui videogiochi, di cosa parlare?
« Risposta #35 il: 03 Ott 2008, 14:08 »
Se poi la consequenziale accusa può essere quella di fuga dal reale, direi che sarebbe il caso di affrontare la questione invece di aggirarla. Ma in fondo una soap opera non fa lo stesso?

Considerare la "fuga dal reale" come un qualcosa di negativo è un'invenzione post-moderna, sorella di altre menate concettuali come l'ipervalutazione del momento lavorativo e la soppressione delle identità individuali, e figlia del fatto che il "reale fa oggettivamente schifo ma è bene che non si dica".

Ben venga, a mio modo di vedere, questo tipo di fuga dal reale. La "catarsi" era considerata dai greci come una benedizione, la fantasia è propria dell'animo umano quanto e più della ragione, e l'astrazione è la molla di qualsiasi spunto artistico.

Non c'è bisogno di arrivare alla soap opera, basta citare come esempio la Commedia. Con la differenza che il videogioco induce a un distaccamento dal reale che non interessa soltanto l'intelletto, ma anche la corporeità, e spinge ai massimi livelli uno degli elementi essenziali di tale estraneazione: l'identificazione con altro da sé.

@ Giobbi: il viaggio fisico offre tutt'altro tipo di esperienza, l'lsd ha l'inconveniente che se è pronta cena non puoi mettere in pausa.
"ed elli avea del cul fatto trombetta."
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Offline AIO

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Re: Tavola rotonda sui videogiochi, di cosa parlare?
« Risposta #36 il: 03 Ott 2008, 14:20 »
Bella risposta LF.  :yes:

Considero i videogames un'immane perdita di tempo, un veicolo di fuga dal reale, nonché un pericoloso generator

Offline mog_tom

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Re: Tavola rotonda sui videogiochi, di cosa parlare?
« Risposta #37 il: 03 Ott 2008, 16:22 »
Che acquisto!
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Offline Giobbi

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Re: Tavola rotonda sui videogiochi, di cosa parlare?
« Risposta #38 il: 03 Ott 2008, 21:55 »
Ma in fondo una soap opera non fa lo stesso?

Sì appunto ma non mi sembra un gran esempio edificante.

Cmnq ottimo LF, catarsi suona bene.
Tra l'altro verissimo dal punto di vista artistico, da quando ho messo un lcd in sala prove la buona musica é ritornata a scorrere in totoro.
Mentre la finestra sul solito piazzale già "hypersfruttato" era un po' la morte della cosiddetta ispirazione.


Da cui riassumendo (quoto dai vari interventi):

Citazione
perché videogiocare?
Chi non videogioca ha i suoi motivi o è (anche) per come sono i videogiochi?
Mercato femminile. Nascono e crescono i prodotty only girl (serie Imagine/giulia di Ubisoft su tutte). Quando queste bambine cresceranno, i videogiochi saranno costretti a cambiare in qualche modo?
"cos'è il videogioco". Tentare, magari, anche di spiegare cosa sono le meccaniche di gioco, perché i videogiochi divertono, come giochi dalla grafica "infantile" possano avere meccaniche profonde etc.
Credo che la persona media non capisca neanche cosa c'è di interessante nei videogiochi. Suppongo molti pensino "i ragazzini si divertono perché puoi uccidere e violentare".

Sulla falsariga del "se non vai dal videogioco, il videogioco viene da te".

convinzione di massa in virtù della loro interattività (questo non mi convince cmnq vediamo se accennabile)

 il modello "videogioco AAA super budget kolossal"  non è più l'unico, e non è più neanche perseguibile dal 90% degli sviluppatori.
Quindi sarebbe interessante analizzare l'enorme quantità di videogiochi "piccoli" di qualità che stanno uscendo in questi mesi. In sostanza il punto è che il videogioco a budget ridotto non è più necessariamente un videogioco di bassa qualità.
Tutti stanno sempre a parlare dei superprogettoni da milioni di dollari, quando poi sempre più spesso passiamo la maggior parte del tempo "videogiocoso" su giochi PSN, Live Arcade o DS.

Il multiplayer online: dall'estraneazione totale con il mondo "vero" alla nascita di nuovi tipi di "rapporti" e amicizie tra persone reali ma distanti

Una prospettiva non troppo banale né troppo specifica attraverso cui parlare dei videogiochi potrebbe essere quella del viaggio in un nuovo mondo. Parlare delle avventure capaci di mostrare mondi lontani e fittizzi, dentro cui il giocatore si immerge per esplorare una "cultura" aliena, le cui regole deve imparare a conoscere e assimilare. La cosa, volendo, è anche pericolosamente attuale, se ci si vuole azzardare in paralleli sociologici (che personalmente cercherei di evitare, visto che i vg non hanno al momento consapevolezza e profondità tali da poter essere tirati per la giacca in simili discussioni senza che finiscano per rimetterci).

E hai trovato anche il titolo: "Virtual Geographic: Viaggi nei mondi dei videogiochi".
Rammento che l'ideatore del concetto è Emilio Bellu, noto cineasta.
E che Dario Giorgetti sta promuovendo l'iniziativa "Travelling without Moving", ispirata alla nostra Still Life.
E hai trovato anche due ospiti

Considerare la "fuga dal reale" come un qualcosa di negativo è un'invenzione post-moderna, sorella di altre menate concettuali come l'ipervalutazione del momento lavorativo e la soppressione delle identità individuali, e figlia del fatto che il "reale fa oggettivamente schifo ma è bene che non si dica".

Ben venga, a mio modo di vedere, questo tipo di fuga dal reale. La "catarsi" era considerata dai greci come una benedizione, la fantasia è propria dell'animo umano quanto e più della ragione, e l'astrazione è la molla di qualsiasi spunto artistico.
Non c'è bisogno di arrivare alla soap opera, basta citare come esempio la Commedia. Con la differenza che il videogioco induce a un distaccamento dal reale che non interessa soltanto l'intelletto, ma anche la corporeità, e spinge ai massimi livelli uno degli elementi essenziali di tale estraneazione: l'identificazione con altro da sé.
@ Giobbi: il viaggio fisico offre tutt'altro tipo di esperienza


Indagare da vicino i lati che sono comunemente considerati negativi per il videogioco.
Che sarebbero:
- il concetto di fuga dalla realtà
- il concetto di isolamento
- la violenza nei videogiochi
- il fattore dipendenza
Siccome questi argomenti alla fine sono i più ricorrenti nel mondo dell'informazione giornalistica, sarebbe bello che dei videogiocatori dicano effettivamente le cose come stanno.
Comunque sia gli argomenti che più mi stanno a cuore sono:
- l'aspetto storico e critico del videogioco
- l'aspetto estetico e il criterio autoriale nel videogioco

Indotto videoludico. Nuove professioni

--------

Intanto grazie :)
e question da totoro smemorato:

Emilio Bellu, é Zionsiva?
Esiste un libro vero e proprio?

Offline Luv3Kar

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Re: Tavola rotonda sui videogiochi, di cosa parlare?
« Risposta #39 il: 03 Ott 2008, 22:39 »
Emilio Bellu, é Zionsiva?
Esiste un libro vero e proprio?

Sì e sì. Il libro è questo: http://www.thefirstplace.it/content/view/355/41/
Lo trovi su IBS.
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Offline Mr.Pickman

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Re: Tavola rotonda sui videogiochi, di cosa parlare?
« Risposta #40 il: 03 Ott 2008, 23:10 »
Emilio Bellu, é Zionsiva?
Esiste un libro vero e proprio?

Sì e sì. Il libro è questo: http://www.thefirstplace.it/content/view/355/41/
Lo trovi su IBS.

Ed è un bel libro.
Letto e apprezzato.

Offline Giobbi

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Re: Tavola rotonda sui videogiochi, di cosa parlare?
« Risposta #41 il: 05 Ott 2008, 12:12 »
Bene.

Cmnq anche dagli interventi precedenti ripensavo come ora il discorso del viaggio, dell'estraniamento dalla realtà sia solo una parte delle attuali esperienze videoludiche.

E forse non la più importante.

Perché ad un Assassin's Creed si affiancano i tetris, i giochi portatili di varia foggia e su diverse piattaforme (inclusi telefonini, itouch e similari, i giochini flash-windows, etc..), i wii sport-wii fit, eyetoy, wii music etc...

Ovvero esperienze che si integrano con la vita quotidiana, non sono più "fughe dalla realtà" in stile cinematografico.

E sono il trend in forte crescita attuale e nel momento in cui il videogioco diviene "per tutti".


Il trend cinematografico si era affermato con PS1 (RE, FF con fmv, Mgs etc..) ma ora nell'ampliamento del mercato é la "giocabilità" a tornare predominante... e lo straniarsi dal reale non é un fattore predominante in questi prodotti (ricollegandomi in parte a quanto scriveva ferruccio).

Quindi l'aspetto resta interessante ma non é "il videogioco", per ogni mass effect abbiamo 100 tetris.


-------

Dalle ovvie considerazioni espresse sopra forse si scopre l'arcano del "non sono videogiochi" dell'utenza nata o cmnq formatasi su PS1 rispetto ai brain training attuali, appunto la frase non ha senso ma si può rapportare al grado di immersione.

Per questi loschi figuri (forse perché all'epoca si eran persi space invaders che come realtà alternativa equivaleva un brain training, non é che nella seconda metà degli anni '70 i film non esistessero e che quindi space invaders paresse graficona eh..) il "non é videogioco" forse significa "non é immersivo"... (?)

Offline atchoo

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Re: Tavola rotonda sui videogiochi, di cosa parlare?
« Risposta #42 il: 05 Ott 2008, 12:34 »
Tanti comunque cercano nel videogioco una trama, considerandolo un mezzo di comunicazione. Sono i giochi di cui si parla di più nei forum (in certi forum, almeno), ma si tende a dimenticare che i videogiochi, come hai scritto anche tu, non sono solo questi. Anzi.

Offline Ivan F.

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Re: Tavola rotonda sui videogiochi, di cosa parlare?
« Risposta #43 il: 05 Ott 2008, 14:21 »
Ovvero esperienze che si integrano con la vita quotidiana, non sono più "fughe dalla realtà" in stile cinematografico.
E' esattamente questo preconcetto che bisogna superare.
Sono viaggi in altri luoghi, non fughe.
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Offline LF

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Re: Tavola rotonda sui videogiochi, di cosa parlare?
« Risposta #44 il: 05 Ott 2008, 15:05 »
Cmnq ottimo LF, catarsi suona bene.
Tra l'altro verissimo dal punto di vista artistico, da quando ho messo un lcd in sala prove la buona musica é ritornata a scorrere in totoro.
In realtà quando scrivevo che l'"astrazione è la molla di qualsiasi spunto artistico" non mi riferivo tanto all'allestimento di un locus amoenus, quanto piuttosto a una parte del processo creativo. Intendevo dire che qualsiasi creazione artistica prevede un momento di distaccamento dal reale, ovvero nel suo elemento più semplice la fase in cui la mente, tenendo presente un oggetto reale qualsiasi, lo decontestualizza o lo associa a una serie di oggetti altri. In parole povere: l'uomo crea se scompone il mondo reale in maniera irrealistica.

Il discorso, ricordo, nasceva dalla critica al videogioco in quanto "fuga dalla realtà". Quegli stessi detrattori portavoce di queste ipocrite stranezze logiche dovrebbero rendersi conto che qualsiasi artificio vedano, tocchino o ascoltino, è lì perché qualcuno prima di loro è "scappato" dalla sua realtà, e l'ha modificata.

Perché ad un Assassin's Creed si affiancano i tetris, i giochi portatili di varia foggia e su diverse piattaforme (inclusi telefonini, itouch e similari, i giochini flash-windows, etc..), i wii sport-wii fit, eyetoy, wii music etc...

Ovvero esperienze che si integrano con la vita quotidiana, non sono più "fughe dalla realtà" in stile cinematografico.
Siano "viaggi" o "intepretazione di meccanismi logici" o "test delle poprie capacità su un piano ludico", i videogiochi riescono a elevarci su un piano diverso, stimolando in noi reazioni peculiari che evidentemente il piano strettamente reale non è in grado di fornire (direi meglio: che il piano reale è in grado di fornire solo attraverso meccanismi di finzione).
Rispolvero il concetto di "catarsi", e lo approfondisco. Significa in graco antico "purificazione", intesa come liberazione degli affanni propri dell'esistenza. In senso lato, l'idea viene poi estesa all'effetto provocato dalla fruizione di opere di finzione (in particolare lo spettacolo teatrale): l'esperienza di un' "altra realtà" riesce a fornire la chiave per interpretare, comprendere e sopportare la nostra realtà.

Sono viaggi in altri luoghi, non fughe.
Sono esperienze, non rifugi.
Direi che le due definizioni "viaggi in altri luoghi" e "fughe" non si eslcudono, bensì si comprendono e si compenetrano. La ricerca di "esperienze altre" non può che essere frutto della mancanza di equilibrio, dell'isnofferenza per un rapporto instabile con il contesto in cui siamo calati: due caratteristiche ontologicamente insite nel genere umano (mi piace dire: una specie che si pone domande che vanno oltre le proprie capacità di comprensione). La curiosità, la scoperta, la straordinaria capacità di apprendimento che ci sono proprie derivano dall'insoddisfazione. Da non intendersi come dato negativo. Semplicemente come dato.
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