Deve essere uno scherzo.
Dai mostrati, non ci credo...
Facciamo finta che sia vero. QUALCUNO CHE SI RICORDA DI NOI!
CheckPoint nacque dalla voglia di carta igienica della redazione di PlayOnLine.
Non ricordo bene come, ma per qualche botta di culo riuscimmo a trovare un editore che ci diede carta bianca (un paio di risme all'incirca) per creare la rivista che volevamo. Sono stati bei giorni.
Nella redazione c'erano Francesco Bicci (un uomo dal gusto sopraffino), Alberto Ziello (oggi in Ubisoft), Stefano Castelli (oggi in Next Game) e la sua fidanzata Cinzia, Federico Fasce (ha lavorato come game designer nella defunta Trecision, oggi giornalista e consulente di non so bene cosa) e suo fratello Gian Maria (M.I.A.), Andrea Lo Iudice (era in Game Loft, oggi nin zo), Daniele Balestrieri (è probabile che oggi sia un tatuaggio semovente
), Brando Astrua (mi dissero che si era candidato alle comunali di Piacenza con Forza Italia, se non erro oggi è in LG), Marco Calcaterra (M.I.A.) e probabilmente altri che oggi non rammento. E poi c'ero io.
Fu davvero una grande esperienza. Anche eroica, sotto molti punti di vista dato che di aiuti ne avevamo pochi. Spesso ci compravamo i giochi opppure ce li facevamo prestare da qualche negozio. Alle fiere (anzi alla fiera, vista che riuscimmo ad andare solo all'ECTS perchè poi chiudemmo) ci andavamo pagando di tasca nostra. Mi ricordo quanto mi sentii pezzente e Scaramacai quando incontrai Simone Crosignani, lui viaggiava in taxi, noi a piedi e in metropolitana e alloggiavamo in un albergo da 15 sterle a notte. Pensa che non avevamo nemmeno gli inviti alle presentazioni per la stampa (giusto un paio). Eppure c'era un entusiasmo contagioso. Ecco, ora mi metto a piangere
Prendemmo anche le redini di una rivista (+ Giochi PS2) per un paio di numeri, ma anche quella andò male. Il gruppo di redattori è variato con il tempo e alcuni hanno collaborato e contribuito attivamente ad altri progetti (Ring, Evolution, Super Console, Next Play, Game, Game Republic in versione on line quest'ultimo gestito in toto dalla redazione di Play On Line fino a... fino a quando non ce ne siamo andati per divergenze con l'editore). Tutto ciò è vlaso al gruppo Play On Line/Ring (molti elementi erano in entrambi i progetti) la nomea di porta sfiga. Insomma, dopo che Sator ha iniziato a collaborare con Super la rivista ha chiuso (proprio nel numero in cui avrei dovuto esordire anch'io).
Oggi sopraviviamo, per ciò che concerne il "giornalismo" videoludico, un po' in giro. Personalmente su Babel.