Teoricamente tutto è possibile. Ma gli atei basano la loro visione riguardo la morte su qualcosa che almeno è verificabile, ovvero: tutti muoiono.
Beh, ma un ateo non dice solo "tutti muoiono": dice anche che dopo la morte del corpo sicuramente ci sarà il nulla.
Il che è possibile, ma a livello di prove verificabili sta sullo stesso piano di quello che dicono i non atei.
No; un ateo dice "intanto di una cosa siamo sicuri: tutti muoiono e nessuno ritorna". Cioè, per un ateo la morte è la fine della vita, e tutti gli indizi ci portano a credere che effettivamente così è (la nostra coscienza risiede nel nostro cervello e in senso lato nel nostro corpo; il cervello muore; la coscienza si spegne). Per un religioso il corpo muore e qualcos altro sopravvive. Cosa sopravviva, in che forma e in che modo non è mai stato spiegato né provato.
La morte vuol dire ricongiungersi a Dio e, quindi, un traguardo non una cosa da temere. Ovviamente per chi è nel giusto. Forse è questo il messaggio che si vuol dare: vivi onestamente ed in pace col mondo e non dovrai temere la morte. Mi sembra un buon messaggio. Non sono cattolico.
Ma appunto, questo è, secondo me, il male della religione: tutto ciò vuol dire indorare la pillola. Ma uno deve vivere onestamente e stare in pace col mondo per non temere la morte? Non perché è giusto nei confronti degli altri esseri umani? Non perché si vive meglio?
E ancora: i cattolici teoricamente non dovrebbero temere la morte. Ma io, non solo non vedo questa "non paura", ma vedo anche messaggi contrastanti, visto che nel linguaggio cattolico la morte è usata, metaforicamente e non, sempre in senso negativo.[/quote]