Ci sarebbero tantissime cose da dire e spunti su cui ragionare. Però dico solo una cosa: attenzione a catalogare come secondario il "contorno" (storia, grafica etc.). Questa concezione da videogiocatori hardcore poteva avere senso nel periodo dei "film interattivi", nella prima metà degli anni novanta, in ci si doveva difendere dall'oscena moda dei non-giochi, ma oggi è decisamente fuori luogo.
La base di gioco, anzi, direi di giocattolo, deve esserci in ogni videogioco e deve essere solida. Però ciò non vuol dire che una buona storia, o un buon art design non influenzi il gioco. Un gioco con una buona storia è migliore di uno con una storia pessima, a parità di gameplay. Anzi, a volte il modo in cui si alternano gioco e storia dà un valore particolare al gioco stesso. Ad esempio, Heavenly Sword ha una buona base da beat'em up/action, ma grazia alla bellissima storia, a mio parere è complessivamente un gioco molto più bello di God of War, che ha un gameplay probabilmente migliore ma un'ambientazione e una trama abbastanza inutili.
Non considerare a priori il valore della trama, della grafica, del sonoro, dell'art design, solo perché non fanno parte del "nucleo" del videogioco come medium, sarebbe come non considerare recitazione, colonna sonora, fotografia in un film. Ovvero: l'interattività è la base, ma non è tutto, e non è indipendente dalle altre parti. E negli ultimi anni io vedo sempre più un equilibrio fra queste varie parti, senza che l'interattività venga sacrificata. Anzi.
Disclaimer: Attenzione, il videogioco è tante cose. Il discorso che ho fatto qui sopra non è si può certo applicare a qualsiasi videogioco. Non ditemi che Mario Galaxy è bello anche se non ha trama, perché non l'ho mai negato. Il fatto è che il videogioco ha una varietà sconosciuta a qualsiasi altro medium, con cui forse solo il libro può rivaleggiare. Fra un manageriale di calcio, un'avventura grafica e uno sparatutto ci sono differenze tali che è quasi strano definirli sotto la stessa categoria.