E dove la mettiamo la distribuzione digitale, l'avvento della Virtual Console e dei servizi analoghi su XBOX Live e PSN?
In futuro non possiamo che aspettarci il moltiplicarsi di casi del genere.
Sì, le cose stanno cambiando, ma il parco titoli disponibili è troppo esiguo per dire che al giorno d'oggi ci sia la possibilità di avere accesso al passato del videogioco. Oltretutto, se i successori di PS3, 360 o Wii non dovessero includere la possibiità di importare i giochi acquistati sui sistemi precedenti, saremmo punto e a capo. Se anche per assurdo ci fosse una console su cui vennisse convertito tutto lo scibile ludico, al momento della sua morte commerciale i giochi non sarebbero comunque più disponibili sul mercato. Secondo me il problema è principalmente commerciale e di modello economico. I giocatori sarebbero più che disponibili ad apprezzare i vg "vintage", molto più dello spettatore medio di film, ma si fa di tutto per impedirglielo. E spesso i sistemi di digital delivery sono più un danno che altro, visto che speculano selvaggiamente su questa voglia di retro che sta emergendo, magari ritirando fuori merde colossali e prezzandole a cifre spropositate.
Perchè l'avanzamento tecnico ha portato anche ad un avanzamento del gameplay direttamente proporzionale.
Non direi.
Quello che vorrei sottolineare è che ci sono titoli (tra quelli che ho potuto citare) dal gameplay sempre avvincente.
Non sono molti, intendiamoci.
Se è vero che Alone in the Dark appare datato, lo stesso non si può dire per Super Metroid, giusto per fare un esempio.
In linea di massima Jello ha ragione. L'avanzamento tecnologico apre nuove possibilità e scenari agli sviluppatori, che periodicamente si trovano a dover imparare a sfruttare al megio ai fini del gameplay le nuove tecnologie.
I due giochi che citate sono ottimi esempi. Super Metroid rappresenta uno dei massimi esponenti del gioco in 2D, uscito sulla console che ha rappresentato l'apogeo di quella fase storica dei vg. Ha alle spalle anni e anni di affinamento dell'action adventure bidimensionale, è normale che invecchi meglio: non è un gioco rivoluzionario, è "semplicemente" il migliore di una generazione.
Alone, al contrario, ha aperto un'epoca, ed è normale che adesso risulti una schifezza, perché è una specie di Pitfall del survival horror 3D. Non dico che questa sia una regola ferrea (Mario 64 ha aperto un'era ma sarà bello anche tra 20 anni), ma in generale i giochi che sperimentano nuovi territori sono quelli a maggior rischio obsolescenza, visto che le loro intuizioni saranno sviluppate e migliorate, grazie anche alla tecnologia, da chi verrà dopo e avrà imparato dai loro errori.
Al di là di questo, comunque, penso che i giochi del passato rimangano comunque un patrimonio inestimabile. Ci sono giochi che invecchiano male ma che possono ancora divertire molto (penso ai BEU a scorrimento, per esempio).
Attenzione: sei così sicuro dell'utilità del termine?
In verità è fonte di molte contraddizioni.
Le console portatili per esempio offrono delle specifiche tecniche inferiori rispetto al progresso tecnologico.
Un videogiocatore è un Retrogamer perché gioca con il GBA?
Resident Evil: Deadly Silence per DS é "retrogaming"?
"Retrogaming" = 2D?
Io per retrogaming intendo la pratica di giocare a titoli/console non più distribuiti ufficialmente nel mercato, al di là di stili grafici o potenza computazionale. Se PS3 sparisse dal mercato tra un anno, e gli scaffali si svuotassero dei suoi giochi, io la considererei tale. E mi sembra una definizione molto calzante, anche perché fa capire il legame fortissimo che c'è tra il retrogaming e il mercato attuale, che ogni cinque anni butta via tutto e lo cosparge di sale. La retrocompatibilità è una bella cosa in questo senso, ma è talmente limitata e inaffidabile che il suo peso è praticamente nullo.
Con un sistema unico capace di durare una decina d'anni (e poi sostiuito da un successore retrocompatibile), sul quale tutti convertissero tutto, allora il termine retrogaming sparirebbe, perché ci sarebbero giochi nuovi e vecchi tutti assieme, con gli ultimi recuperabili nei cestoni del MediaWorld in raccolte da 5€ o scaricabili via Internet. Fino ad allora non si potrà mai avere accesso immediato e universale al passato, e gli archeologi del videogioco che amano andare a ripescare certe reliquie continueranno ad essere chiamati retrogamer, perché effettivamente "diversi" dai giocatori normali.