Autore Topic: [Cinema] Cloverfield  (Letto 28922 volte)

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Offline peppebi

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Re: [review] Cloverfield
« Risposta #195 il: 01 Lug 2008, 12:14 »
Cloverfield non l'ho visto, ma da quello che ho letto mi pare di capire che The Host è un film totalmente diverso da Cloverfield. The Host non è solo la storia di un mostro, ma è la storia di una famiglia.

E' vero sono diversissimi per tanti aspetti ma ci sono molte cose in comune come:
Spoiler (click to show/hide)
Penso che, prima di girare Cloverfield, gli autori hanno sicuramente visto The Host (ma anche Godzilla).
« Ultima modifica: 01 Lug 2008, 12:20 da peppebi »
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Offline Classic Amiga Man

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Re: [review] Cloverfield
« Risposta #196 il: 01 Lug 2008, 12:38 »
Abrams ha sempre dichiarato da voler dare agli States un Godzilla tutto stelle e strisce.
Ha fatto anche altri riferimenti, ma su questo Host mai.

Offline Zel

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Re: [review] Cloverfield
« Risposta #197 il: 13 Lug 2008, 23:16 »
visto finalmente anche io, questa sera, non male ma il mostro non mi e' piaciuto per nulla, il disegno del balenottero postato tempo fa era molto piu' ispirato, come ha detto qualcuno questo sembra un grosso pipistrello senza ali, davvero poco originale.

alla fine non mi e' dispiaciuto, alcune scene sono decisamente riuscite, tipo Marlene che scoppia dietro il telone con l' ombra che mostra la scena distorta, anche se come detto in fase di recensione mi sarebbe piaciuto piu' sangue, piu' violenza, piu' combattimenti
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Offline Gatsu

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Re: [review] Cloverfield
« Risposta #198 il: 14 Lug 2008, 09:21 »
A me e' piaciuto parecchio, l'unica cosa e' che NESSUNO avrebbe tenuto accesa la telecamera tutto quel tempo :)

Offline MrSpritz

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Re: [review] Cloverfield
« Risposta #199 il: 14 Lug 2008, 11:57 »
A me e' piaciuto parecchio, l'unica cosa e' che NESSUNO avrebbe tenuto accesa la telecamera tutto quel tempo :)

Beh HUD è mezzo ritardato.

Io nemmeno avrei seguito il mio amico per andare a prendere la sua ragazza.

Offline Gatsu

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Re: [review] Cloverfield
« Risposta #200 il: 14 Lug 2008, 12:45 »
A me e' piaciuto parecchio, l'unica cosa e' che NESSUNO avrebbe tenuto accesa la telecamera tutto quel tempo :)

Beh HUD è mezzo ritardato.

Io nemmeno avrei seguito il mio amico per andare a prendere la sua ragazza.

Pero' avra' fatto sto calcolo: "se ne usciamo vivi vendo il video e divento l'uomo piu' ricco della Terra, o di quel che ne resta".

Offline eugenio

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Re: [review] Cloverfield
« Risposta #201 il: 14 Lug 2008, 12:55 »
non male ma il mostro non mi e' piaciuto per nulla [...] alla fine non mi e' dispiaciuto
In pratica la mia one-line-review.

Personalmente mi lascia indifferente la tecnica visiva usata; capisco il realismo ma date le premesse è un po' come mettere uno spoiler ad una Yaris per vantarne la sportività.

Un film da vedere al cinema.

Citazione da: Xibal
in questi termini, ovviamente qualunque medium di qualsiasi tipo avrà sempre e comunque un presente narrativo, perchè il tempo della narrazione è diverso dal tempo della fruizione di tale narrazione, che sarà sempre e per forza presente, visto che io fruitore sono, appunto, al presente
Mi intrometto solo per una osservazione. Nel caso dell'esempio riportato da Ferruccio ("Mario sposò Maria nel 2006, oggi non vogliono figli: il loro primo figlio, infatti, nascerà nel 2010") evidenzia proprio la diversa dimensione temporale del narratore onniscente (che nell'ora della fruizione sa già cosa accadrà in seguito) rispetto al presente del fruitore (a conoscenza degli eventi esclusivamente per via indiretta).

La stessa storia raccontata al cinema dovrà necessariamente essere scritta: non è possibile tradurla visivamente.

Offline Xibal

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Re: [review] Cloverfield
« Risposta #202 il: 14 Lug 2008, 13:32 »
A me e' piaciuto parecchio, l'unica cosa e' che NESSUNO avrebbe tenuto accesa la telecamera tutto quel tempo :)
Nessuno tranne un regista:)
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Offline Xibal

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Re: [review] Cloverfield
« Risposta #203 il: 14 Lug 2008, 13:34 »

Mi intrometto solo per una osservazione. Nel caso dell'esempio riportato da Ferruccio ("Mario sposò Maria nel 2006, oggi non vogliono figli: il loro primo figlio, infatti, nascerà nel 2010") evidenzia proprio la diversa dimensione temporale del narratore onniscente (che nell'ora della fruizione sa già cosa accadrà in seguito) rispetto al presente del fruitore (a conoscenza degli eventi esclusivamente per via indiretta).

La stessa storia raccontata al cinema dovrà necessariamente essere scritta: non è possibile tradurla visivamente.
Come no, basta girarla, flashback, presente, flashforward, mentre la voce narrante scorre, ce ne sono a bizzeffe di esempi del genere nel cinema.
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Offline ferruccio

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Re: [review] Cloverfield
« Risposta #204 il: 14 Lug 2008, 14:59 »

Mi intrometto solo per una osservazione. Nel caso dell'esempio riportato da Ferruccio ("Mario sposò Maria nel 2006, oggi non vogliono figli: il loro primo figlio, infatti, nascerà nel 2010") evidenzia proprio la diversa dimensione temporale del narratore onniscente (che nell'ora della fruizione sa già cosa accadrà in seguito) rispetto al presente del fruitore (a conoscenza degli eventi esclusivamente per via indiretta).

La stessa storia raccontata al cinema dovrà necessariamente essere scritta: non è possibile tradurla visivamente.
Come no, basta girarla, flashback, presente, flashforward, mentre la voce narrante scorre, ce ne sono a bizzeffe di esempi del genere nel cinema.

Eh, ma lo fai in maniera lineare in diversi segmenti. Non c'è la possibilità di farlo con la facilità e la contemporeaneità della scrittura, in cui quella storia lì può essere espressa in una singola frase. In una singola scena, quella cosa lì, non puoi esprimerla visivamente. E' proprio una questione grammaticale: il cinema, a meno di artifici (chessò, uso del bianco e nero, costumi diversi, artifici visivi) non può esprimere altro che il presente. Ma anche quando tratta diverse linee temporali, lo fa comunque in successione, rappresentando quindi il presente di ogni singola linea temporale. Anche il flashback racconta al presente. E', in fondo, un limite del mezzo filmico, e una delle sue caratteristiche più interessanti. Il videogioco narrativo, peraltro, ha lo stesso "limite" - magari è meglio definirla "caratteristica".

Ci tengo a precisare, comunque, che quello che ho scritto qui sopra non l'ho teorizzato io, ma Bazin.
E allora Mozart?

Offline Devil May Cry

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Re: [review] Cloverfield
« Risposta #205 il: 14 Lug 2008, 15:51 »
A me e' piaciuto parecchio, l'unica cosa e' che NESSUNO avrebbe tenuto accesa la telecamera tutto quel tempo :)
Nessuno tranne un regista:)

ma intendi come durata delle batterie o come avventatezza del ragazzo?

nel secondo caso, a parte che è un film, ma poi non è impossibile, estremizzando, che esista qualche mitomane che per un super scoop tenga la telecamera accesa anche in situazioni estreme (stesso discorso si può fare per REC o the haunting party)

nel primo caso, come facevano notare nelle vecchie pagine del topic, il film è strutturato in modo tale che esista questo filmato che contiene solo 90 minuti degli avvenimenti di quella giornata, non una ripresa costante di 10 ore tagliuzzata da chissachi, quindi è fattibilissima come cosa visto che non credo che non esistano telecamere che non abbiano un'autonomia di 90 minuti....

e se proprio si vuole essere pignoli, il tipo potrebbe aver sostituito le batterie nel negozio (come sempre facevano notare a suo tempo)
« Ultima modifica: 14 Lug 2008, 15:58 da Devil May Cry »

Offline MrSpritz

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Re: [review] Cloverfield
« Risposta #206 il: 14 Lug 2008, 16:00 »

Mi intrometto solo per una osservazione. Nel caso dell'esempio riportato da Ferruccio ("Mario sposò Maria nel 2006, oggi non vogliono figli: il loro primo figlio, infatti, nascerà nel 2010") evidenzia proprio la diversa dimensione temporale del narratore onniscente (che nell'ora della fruizione sa già cosa accadrà in seguito) rispetto al presente del fruitore (a conoscenza degli eventi esclusivamente per via indiretta).

La stessa storia raccontata al cinema dovrà necessariamente essere scritta: non è possibile tradurla visivamente.
Come no, basta girarla, flashback, presente, flashforward, mentre la voce narrante scorre, ce ne sono a bizzeffe di esempi del genere nel cinema.

Eh, ma lo fai in maniera lineare in diversi segmenti. Non c'è la possibilità di farlo con la facilità e la contemporeaneità
della scrittura, in cui quella storia lì può essere espressa in una singola frase. In una singola scena, quella cosa lì, non puoi esprimerla visivamente. E' proprio una questione grammaticale: il cinema, a meno di artifici (chessò, uso del bianco e nero, costumi diversi, artifici visivi) non può esprimere altro che il presente. Ma anche quando tratta diverse linee temporali, lo fa comunque in successione, rappresentando quindi il presente di ogni singola linea temporale. Anche il flashback racconta al presente. E', in fondo, un limite del mezzo filmico, e una delle sue caratteristiche più interessanti. Il videogioco narrativo, peraltro, ha lo stesso "limite" - magari è meglio definirla "caratteristica".

Ci tengo a precisare, comunque, che quello che ho scritto qui sopra non l'ho teorizzato io, ma Bazin.

E una scena di uno che guarda un vecchio album fotografico? O un filmino?

Offline Xibal

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Re: [review] Cloverfield
« Risposta #207 il: 14 Lug 2008, 16:07 »
Ma anche quando tratta diverse linee temporali, lo fa comunque in successione, rappresentando quindi il presente di ogni singola linea temporale.
Ma perchè in scrittura il racconto del passato non avviene in successione?
"Prese il machete, si diresse verso la cucina e si fermò sulla soglia ansimando e soppesando il ferro tra le mani lorde".

Non solo è in successione per forza di cose, ma mentre leggiamo la scena ce la figureremo sempre e comunque al presente, perchè essa, al pari del cinema, prenderà vita, che il racconto sia al passato o al presente, solo e soltanto nel momento in cui leggeremo/osserveremo.
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Offline LF

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Re: [review] Cloverfield
« Risposta #208 il: 14 Lug 2008, 16:07 »

Mi intrometto solo per una osservazione. Nel caso dell'esempio riportato da Ferruccio ("Mario sposò Maria nel 2006, oggi non vogliono figli: il loro primo figlio, infatti, nascerà nel 2010") evidenzia proprio la diversa dimensione temporale del narratore onniscente (che nell'ora della fruizione sa già cosa accadrà in seguito) rispetto al presente del fruitore (a conoscenza degli eventi esclusivamente per via indiretta).

La stessa storia raccontata al cinema dovrà necessariamente essere scritta: non è possibile tradurla visivamente.
Come no, basta girarla, flashback, presente, flashforward, mentre la voce narrante scorre, ce ne sono a bizzeffe di esempi del genere nel cinema.

Eh, ma lo fai in maniera lineare in diversi segmenti. Non c'è la possibilità di farlo con la facilità e la contemporeaneità della scrittura, in cui quella storia lì può essere espressa in una singola frase. In una singola scena, quella cosa lì, non puoi esprimerla visivamente. E' proprio una questione grammaticale: il cinema, a meno di artifici (chessò, uso del bianco e nero, costumi diversi, artifici visivi) non può esprimere altro che il presente. Ma anche quando tratta diverse linee temporali, lo fa comunque in successione, rappresentando quindi il presente di ogni singola linea temporale. Anche il flashback racconta al presente. E', in fondo, un limite del mezzo filmico, e una delle sue caratteristiche più interessanti. Il videogioco narrativo, peraltro, ha lo stesso "limite" - magari è meglio definirla "caratteristica".

Ci tengo a precisare, comunque, che quello che ho scritto qui sopra non l'ho teorizzato io, ma Bazin.

Per semplificare la questione: se in assoluto scrivo "Bittanti mangerà", parlo inequivocabilmente di un'azione al futuro. Il cinema (l'immagine) di per sé non ha questa facoltà, non ha la profondità del linguaggio: può rappresentare soltanto Bittanti che mangia, o fare ricorso ad artifici e contestualizzazioni che inficeranno la semplicità e l'assolutezza dalla frase.

Credo derivi dal fatto che i nostri poveri occhi umani non riescano a percepire se non un'immagine per volta, e presente (quasi), mentre il nostro un-po'-meno-povero cervello umano riesce a pensare diversi concetti simultaneamente, meccanismo esternizzato alla bellemeglio dalle parole.

Bittanti, come spesso gli succede, ha fatto centro, secondo me.
"ed elli avea del cul fatto trombetta."
[D. Alighieri]

Offline Xibal

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Re: [review] Cloverfield
« Risposta #209 il: 14 Lug 2008, 16:12 »
A me e' piaciuto parecchio, l'unica cosa e' che NESSUNO avrebbe tenuto accesa la telecamera tutto quel tempo :)
Nessuno tranne un regista:)

ma intendi come durata delle batterie o come avventatezza del ragazzo?


Intendo che essendo un film in cui il racconto degli eventi sia deputato ad una telecamera che non sia avulsa dal contesto, ma calata negli eventi stessi, allora per forza di cose dovrà restare accesa per tutto il tempo necessario a narrare gli eventi che si vogliano narrare.
Non è il realismo di cosa possa fare una telecamera ad essere importante, ma la finzione di che scopo abbia quella telecamera a contare.
Come disse Wim Wenders una volta "Io credo che le immagini esistano solo quando qualcuno le osservi", per cui non è la realtà ad incidere sulla telecamera, ma la telecamera stessa a creare la realtà.(E' per questo che il mostro "insegue i protagonisti", non è irrealistico, è la pura realtà generata dal fatto che senza telecamera, quel mostro non esisterebbe, esattamente come in qualsiasi film, senza telecamera, non esisterebbe nulla).
"Hai mai visto un italiano tirare i fili?"
"Solo in un teatro delle marionette" (Red Dead Redemption 2)