Denki Blocks! (il punto esclamativo non ce l'ho messo io
) Un puzzle game riflessivo davvero interessante. Sono troppo pigro per riassumere quindi vi copi e incollo quanto scrissi per Ring ai tempi
Genere: prodotto invenduto
Etichetta: Rage
Sviluppatore: Denki
Anno: 2001
Giocatori: 1-4
Sistema: GameBoy Advance
Versione: Europea
In memoria dell’essenzialità
Hardcore gamer, non fare finta di niente, tu sei come me. Ti aggiri tra gli scaffali del negozio/supermercato/spaccio di ultima categoria e registri la moltitudine di input che lo scatolame esposto ti indirizza. Ognuna di quelle confezioni mostra supplichevole il suo bollino “scegli me!”. Novello/a Samus Aran passi al setaccio ogni anfratto del tuo pianeta Tallon IV: il tuo mondo di sogni digitali a buon mercato. Che tanto a buon mercato poi non sono… Ed è qui che il tuo hardcoregamerismo si incrina fino al punto di rottura. E’ qui che ammassi vittime su vittime in quella pacifica guerra commerciale di cui ti senti incolpevole, ma della quale sei un volontario in ferma prolungata. Il portafoglio ti esorta a scartare gli elementi non idonei, e a volte sei tu che ci perdi…
Il predestinato
Quella di cui scrivo oggi, caro hardcore gamer, è la vittima registrata nel file DNKBLCK01, più comunemente conosciuta come Denki Blocks! Te la ricordi? Probabilmente no e questo rende la sua agonia ancora più straziante. Ne leggesti gli elogi tessuti da Edge, in quel guazzabuglio di incongruenza che è la sua sezione review. Ne sei stato attratto perché in fondo al tuo cuore sai che Edge, salvo colpi di testa, sa ancora riconoscere un buon gioco quando ne vede uno. Edge, da rivista snob, ama estrarre da terre sconosciute i borlotti più belli. Probabilmente trova autocompiacimento nello scovare i suoi personali tesori sepolti. Denki Blocks!, inoltre, fu votato miglior gioco dello show all’ECTS 2001. Poca roba, ne convengo, ma era un segnale da non ignorare. Come significativo era quel “uno dei migliori giochi che il GBA abbia da offrire” che chiudeva la mezza pagina che la rivista d’oltremanica aveva deciso di dedicare al titolo Denki. E allora perché lo hai lasciato sullo scaffale? Perché, nonostante Game Rankings abbia sentenziato con un 83% il generale gradimento della stampa (perlomeno di quella poca che ha avuto modo di provarlo), hai passato la mano? Eppure, in quella stessa mano, la scatola ci era finita. Quel sabato pomeriggio al Mediaworld l’hai rigirata per qualche secondo, hai scorto la grafica ultraminimale, hai immaginato (facendo centro) un sonoro allegro ma altrettanto essenziale ed infine il tuo occhio ha incontrato l’adesivo recante il prezzo. “50 euro per un puzzle game dall’aspetto primordiale, dall’originalità apparentemente nulla e per giunta creato ad Aberdeen?!” Tutto questo (tralasciando forse le nozioni sul luogo preciso di concepimento, che avrai catalogato con un più generico “in occidente”) ha generato l’impulso per riporre la scatola sul suo bel scaffale bianco. E poi te ne sei uscito con Super Dodgeball Advance. Anche quello definito da alcuni come un prodotto meritevole, ma differentemente da Denki Blocks! graziato da origini nipponiche, da una grafica sontuosa e da un gameplay a tratti letargico. Non ti nascondere: spendere tale cifra per quella pochezza estetico/concettuale ti pareva avventato. Sei come me, ricordi? Lasciatelo dire, stimato hardcore gamer, hai fatto una cazzata. Quello che ti saresti trovato tra le mani certamente avrebbe risposto all’idea audiovisiva che ti eri prefigurato, ma quanta giocabilità in quel giochino nel quale “devi unire i soliti blocchi colorati”…
Per l’uomo che pensa
Non è il solito puzzle game frenetico, Denki Blocks! è il Tetris per l’uomo che pensa, è il Puyo Puyo del videogiocatore riflessivo. In Denki Blocks! il tempo è un corollario. Prendersi lunghi momenti per pianificare le mosse è essenziale. Le regole sono di una semplicità disarmante: premendo in una delle quattro direzioni principali i blocchi (chiamati gumblock) si muovono, tutti assieme. Incontrando una superficie fissa (chiamata blocker, di colore bianco) si fermano, dando così la possibilità di riconfigurarne la geografia. Quando due blocchi dello stesso colore collidono, si agganciano e non c’è più verso di scollarli. Su queste due regole (l’amplesso cromatico e il movimento compatto) si basa tutta l’esperienza, si basano tutti (o quasi) i 280 puzzle del gioco. Lo scopo? Ricongiungere le etnie dello stesso colore, magari creando la figura facoltativa (che può essere un semplice disegno oppure, laddove i cromatismi in campo siano tre, un tris di forme geometriche identiche). Denki Blocks! non si carica di ulteriori complicazioni. E’ questa la sua più grande vittoria: riuscire ad intrattenere per lungo tempo basandosi su un pugno di concetti. E’ l’anima del vero puzzle game quella che batte nel titolo Denki. E’ testamento della bontà della formula originale che le aggiunte sperimentabili nella trentina di stage extra (blocchi decoloranti, buche, passaggi a senso unico…) si vivano quasi come forzature in una ricetta che funziona benissimo con i suoi pochi ingredienti.
Lontano dalle solite forme colorate in caduta a velocità warp, si ritrova quella dimensione meditativa troppo spesso relegata in un angolo dalla ricerca dell’adrenalina. La mossa che precede il completamento di un livello particolarmente ostico viene pregustata per lunghi momenti e celebrata per altrettanto tempo con danze tribali, diti medi alzati e benevoli vaffanculo indirizzati ai game designer. Schermate zeppe di blocchi apparentemente impossibili da coniugare vengono poco alla volta analizzate, destrutturate e riconfigurate come la soluzione richiede. Ad ogni conquista il cervello si sintonizza sempre di più sulla lunghezza d’onda di Denki Blocks! Poco alla volta il numero di movimenti pianificati in anticipo si amplifica a dismisura, arrivando a toccare vette scacchistiche. E se proprio si vuole una scarica di azione allora è sufficiente rivolgersi alle modalità gara (comporre il più velocemente possibile un certo numero di figure) o a quella scambio (dove si crea una forma, la si scambia con i concorrenti e si vede chi è il più rapido nel ricostruire il disegno dell’avversario) entrambe godibili fino in 4 sullo stesso GameBoy Advance (con l’aggiunta di una modalità a due dove, alternando le mosse con quelle del proprio avversario, si devono unire il maggior numero di gumblock dello stesso colore).
Chiusura con paternale
Essenziale come la legge del buon rompicapo vuole, Denki Blocks! è la perla rara che ognuno dovrebbe riscoprire, compreso tu, amico hardcore gamer. Se quel giorno avessi chiuso il cerchio economico portando la confezione a contatto col lettore ottico della cassa, avresti apposto un mattoncino nel muro del buon gioco, avresti contribuito a sostenere la creatività, avresti tenuto fede alla tua filosofia “la grafica non è tutto”. Invece sei passato qualche mese dopo in quello stesso luogo. Denki Blocks! era stato traslocato nel settore offerte. Per 15 miserabili euro te lo sei portato a casa e hai scoperto cosa ti eri perso, hai scoperto di aver contribuito a un mezzo fallimento commerciale. Perché per quanto tu possa odiare ammetterlo, hardcore gamer, sei come me. Sei duro e puro, ma a targhe alterne. E la penultima copia l’avevo presa io, pochi attimi prima di te.
GIUDIZIO: A