E poi, scusami, che vuoi dire con "letteralmente non significa nulla"? E' un'espressione metaforica, è chiaro che non va presa alla lettera! Anche essere fatto "su misura" non dovrebbe significare nulla letteralmente ^_^
No, aspè, pensaci. Tecnicamente "nella misura in cui" non ha nessun significato. Prendiamo un esempio fuori di metafora: "questo tavolo lo mettiamo nel bagagliaio, nella misura in cui ci entra". C'è una ripetizione, e non ha molto senso (oltre ad avere pochissima eleganza linguistica). Come dire "ho gli occhi marroni, nel colore che hanno".
Comunque, riguardo alle variazioni della lingua: non credo sia un caso che le forme dialettali siano molto più ricche dell'italiano standard. L'italiano è in fondo una lingua letteraria, molto rigida nella sua forma "corretta" e praticamente non parlata nella vita quotidiana se non dopo gli anni dieci (c'è chi dice che le due guerre mondiali siano state le prime occasioni per la maggior parte degli italiani di parlare l'italiano invece del proprio dialetto). Tanto è vero che è difficile rendere diversi registri senza ricorrere ai dialetti. E questo succede perché l'italiano è stato, storicamente, una lingua statica, al punto che oggi possiamo leggere La Divina Commedia e capire quasi tutto, mentre per un inglese Beowulf è pressocché incomprensibile.
Proprio per la mancanza di un processo di imbastardimento, l'italiano è finito per essere una lingua abbastanza logica - in fondo ci sono pochissime eccezioni - ma anche pedante e verbosa. Contrariamente a quello che pensa chi l'inglese lo ha visto solo per quattro ore alla settimana alla scuola media, per esempio, le lingue anglosassoni sono molto più ficcanti nella poesia. L'inglese ha una ricchezza, una flessibilità ritmica e degli accenti, e una capacità sintetica di descrivere con precisione che è invidiabile.
Per carità: amo l'italiano. Ma credo che se fosse stato più parlato e più piegato alle esigenze dei parlanti sarebbe una lingua meno rigida.