Come accennavo qualche post fa, Veronesi nuoce gravemente alla salute (e alla sanità):
Tumore ai polmoni la Tac a spirale
anticipa la diagnosiCome sempre, molta attenzione alle parole, e non al senso che
sembrerebbero voler trasmettere dopo l'introduzione che vede Veronesi entusiasta:
Con la Tac a spirale in grado di diagnosticare anche tumori molto piccoli - fino a 0,6 millimetri, quasi invisibili agli strumenti diagnostici - secondo il professor Veronesi la mortalità potrebbe essere abbassata del 50%. Allo IEO in dieci anni sono state eseguite 40 mila Tac di nuova generazione che hanno permesso di diagnosticare 287 carcinomi polmonari, nel 75% dei casi allo stadio iniziale.
Dunque, in dieci anni, sono state fatte 40MILA TC spirale per diagnosticare 287 carcinomi polmonari, di cui circa 210 allo stadio iniziale, uno stadio che può prevedere dimensioni di meno di un millimetro.
Questo vuol dire che la TC spirale, usata come screening del carcinoma polmonare, individua una lesione polmonare ogni circa 140 esami eseguiti. Tuttavia, specialmente a quelle dimensioni, è impossibile dire se ciò che la TC sta vedendo sia un carcinoma in fase iniziale, oppure qualcos'altro (ben più forti sono invece i sospetti, quando non le certezze, ottenibili dalla mammografia e dal Pap test). Ma una lesione così piccola è impossibile da biopsiare, perciò cosa si fa? Si toglie un polmone a chiunque la TC spirale trova una lesione del genere? Altrettanto impossibile. Per fare un confronto, a mio nonno negli anni Ottanta fu tolto un polmone perché era un forte fumatore a cui venne trovata una "macchia" su una lastra del torace; il fatto è che la natura tumorale di quella "macchia" non fu mai confermata. Si stabilì che
doveva essere un tumore solo perché mio nonno fumava ed aveva problemi di fiato. In questa prospettiva, dunque, a me sembra che cantare vittoria per i risultati riportati nell'articolo sia non solo prematuro, ma incosciente e tendenzioso.
Oltretutto, i costi di una TC spirale sono elevati, i tempi di attesa necessariamente lunghi, e a maggior ragione i costi e i tempi lieviterebbero se la metodica fosse usata come screening. Ignorando bellamente queste necessarie considerazioni, e in mancanza di altri studi che confermino un REALE e INCONTROVERTIBILE vantaggio terapeutico e prognostico, Umbertino proclama:
«Non proporre questo esame alla popolazione a rischio, cioè ai forti fumatori, diventa un atto non etico perchè li priva della possibilità di salvare la loro vita.
Proporre questo esame, magari periodicamente, ad ogni forte fumatore d'Italia porterebbe i fondi per la sanità al collasso entro brevissimo tempo e allungherebbe i tempi d'attesa ancor più di adesso. E' già difficilmente sostenibile la spesa per il PSA che ormai ogni uomo, dal giorno del cinquantesimo compleanno, vorrebbe fare tre o quattro volte l'anno, e il PSA costa una decina di euro.
Conclusione: Veronesi dice cazzate al soldo di chiunque possa guadagnare nel campo dell'oncologia. Fa pubblicità ingannevole, fa false promesse al pubblico, mette a repentaglio il rapporto tra medici e utenti del SSN proponendo come "etici" (e dunque "non rifiutabili dal medico, pena la perdita della fiducia del paziente e magari anche una denuncia") esami costosi dalla validità ancora là da dimostrare. Ogni anno è chiamato a commentare "scoperte epocali" come questa e scrive un'introduzione al 90% dei libri publicati in Italia che parlano di cancro o di storie di cancro. Dovrebbe essere messo a tacere, e invece è il frontman italiano del business del cancro. Per fortuna non è più Ministro della Sanità.