Wall Street 2 - Il denaro non dorme mai: Mettiamola così: se Gordon Gekko non fosse uno dei personaggi più carismatici della storia del cinema, questo secondo capitolo avrebbe rappresentato la fiera del superfluo. Eppure, nonostante tutto, il buon vecchio (e malato, in bocca al lupo Mike) Michael Douglas è ancora capace di tirare fuori gli artigli. Peccato che questo dono sia invece quasi del tutto scomparso dalle parti di Oliver Stone che, dopo un inizio davvero promettente, si perde in mille rivoli inutili e finisce la pellicola con un finale dolciastro che lascia, paradossalmente, l'amaro in bocca. I primi venti minuti sono fulminanti e strabordano di idee: dall'uscita di Gekko dal carcere con relativa restituzione del "telefonino" alla limousine che sembra attendere il nostro eroe ed invece è appannaggio di un simil rapper da quattro soldi, per arrivare alla cronaca dei giorni del crack visti dagli occhi dell'eccelso Frank Langella, boss bancario passato dalle stelle alle stalle. Ironia + critica sociale? La formula sarebbe perfetta e la contestualizzazione con la crisi derivante dai mutui subprime è indovinata, peccato che l'idea di affiancare al nostro eroe l'onnipresente Shia LeBoeuf (stavolta discreto) come allievo e la racchissima e piagnosissima Carey "ma come ho fatto ad avere una carriera" Mulligan come figlia, non paghi un granchè. Troppa famigghia e pochi affari minano la riuscita del film che invece, quando mette a confronto gli squali della finanza, viaggia a mille all'ora (e infatti la sequenza migliore è quella della cena di beneficienza in cui s'incontrano Gekko, il suo giovane alter ego Brolin e c'è persino il cameo dell'invecchiatissimo Martin Sheen, vero omaggio al primo film e drammatica dimostrazione che il tempo corre veloce). La sensazione alla fine è quella di un film formalmente impeccabile ma che non corrode come avrebbe potuto e dovuto. Troppi personaggi inutili (la Sarandon che fa due pose come madre cagacazzo di Le Boeuf e Eli Wallace che dovrebbe essere il vecchio guru onniscente e invece viene rappresentato come un povero pirla che fischia...), troppi questioni familiari, troppi clichè nella descrizione dei personaggi, scarsa capacità di leggere il presente, salvo quando Gekko è in scena (ed è bellissimo vederlo "rifiorire" a metà film. Spettacolare invece la soundtrack, una delle migliori degli ultimi tempi. Caro Stone,perché lanci il sasso e ritrai la mano? Proprio adesso che c'erano tutti i presupposti per colpire duro...Interessante, attuale, ma anche, almeno in parte deludente.