ovvio che sono convinta che sia comunque meglio che passasse la giornata all'aperto, a conoscere il mondo reale, deve imparare a valutare i periocoli, a riconoscere i profumi, a rapportarsi con altre persone... cose che, comunque, un videgame, preclude, sbaglio? *
ciò che dici è sacrosanto, il dubbio che mi coglie è... un bimbo che ancora ha un bagaglio di esperienze veramente minimo, quanto sarebbe in grado di distiguere realtà e gioco? sarà in grado di valutare ciò che tu dici, ergo che la vita realte è più importante? è un dubbio ragionevole.. e no non sono incinta(appunto:ricordarsi la pillola ), ma tra pochi mesi nascerà il mio fratellino che spero e credo avrà modo di passare molto tempo da me... **
* A parte "rapportarsi con altre persone", cosa che non preclude affatto, anzi (ad esempio tu ora stai utilizzando per rapportarti ad altri e scambiare idee un forum nato da un interesse comune, videogiochi, e basato su un tipo di tecnologia spesso incluso nei videogiochi online, che anzi sono più sofisticati) per il resto sì.
Però attenzione con quel "mondo reale", in effetti il "mondo" di una persona é dato dalla interazione con ciò che gli sta intorno é "tutto virtuale" in un certo senso.
L'idea che hai tu del tuo cavallo non é quella che il cavallo ha di sé stesso, etc... in effetti vivi in un "tuo mondo", come tutti.
** Anche qui distinzione "realtà e gioco" non ha molto senso.
Il gioco in senso lato é la realtà del bimbo.
Include sia esperienze che più che "reali" definirei "con oggetti/esseri tangibili" che esperienze con foto, racconti, film di vario genere (diciamo "cartoni animati"), videogiochi.
Non puoi scindere le due cose.
Esempio:
Mia figlia piccola nel momento in cui va nella casa di campagna ed interagisce con le gatte ivi presenti si porta dietro il bagaglio di esperienza che le deriva da calendario gatti, Jiji gatto di Kiki (anime), libri con versi di gatti etc... nel momento in cui interagisce con gli animali "veri".
Per lei é un tutt'uno non c'é distinzione.
(Anzi dal tuo punto di vista che mi sembra "idealizzare la natura" l'esperienza virtuale pregressa é "bene", aiuta e prepara l'incontro con il gatto "reale").
Quanta gente é in grado di distinguere realtà e telegiornale?
Riassumendo:
- Per il soggetto, adulto o baby, l'aver a che fare con il cavallo "reale" (quindi con la sua cacca etc..) o con quello "virtuale" (foto, libro, etc..) non é differente, ergo sono due input diversi che arrivano ma fanno cmnq parte entrambi della propria vita "reale".
- I bimbi vivono in una realtà "gioco" che include TUTTE le loro esperienze, idem gli adulti però.
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Per la bimba che ti verrà a trovare sarà importante fare esperienze campagnole con te, ma saranno parte della sua vita, non é qualcosa che andrà in antitesi ai suoi pokemon.
Non possiamo dire cosa sia un pokemon o un cavallo ("reale") nella sua testa probabilmente sono parte di un "tutto" che interagisce con lei.
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Ma "i giochi fanno male?"
Direi in sé no in genere, fanno meno male dei telegiornali o dei "programmi-verità" televisivi.. sono equiparabili a libri o film.
(In effetti i videogiochi aiutano adolescenti ed adulti a discernere "false verità" dalla propria realtà, al contrario dei programmi delle televisione classica...)
E' però vero che alcuni di essi hanno un cattivo rapporto tra contenuti e ore spese.
Ad esempio negli rpg giapponesi ci sono diciamo un'ora di contenuti "libreschi", un'ora di gameplay.. il tutto però spalmato in 100 ore di tempo del ragazzino.
Ovvero sono pensati in modo da costringere ad azioni ripetute (per "far immedesimare" in sostanza) con tempi di soddisfazione per l'utente MOLTO dilatati.
Idem sono semplici così da non stancare.. é quindi facile trovarsi 5 ore davanti alla televisione credendo di esserci stati 15 min. (perché i "contenuti" sia di gameplay che di narrazione in quelle 5 ore sono appunto "15 minuti").
Ma Zel lo ricordo un appassionato di freccette virtuali.. per cui nessun pericolo