Autore Topic: [PS2] Final Fantasy X  (Letto 3330 volte)

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Offline teokrazia

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[PS2] Final Fantasy X
« il: 08 Apr 2003, 16:59 »
Non è facile recensire un episodio di una saga così amata e chiaccherata: si corre sempre il rischio di non accontentare o di calpestare i piedi a qualcuno con le proprie opinioni... Per dovere di cronaca segnalo che ho giocato e finito il VII, ed ho lasciato ad avventura inoltrata l'VIII ed il IX. Degli episodi precedenti ho sentito parlare e letto molto, ma non ho mai avuto il piacere di provarli. Era meglio se non recensivo questo titolo e continuavo a farmi i fatti miei? Vedremo...
In FFX vestiremo i panni del giovane Tidus, atleta professionista in una squadra di Blitzball [sport che può essere definito un mix in apnea di soccer e pallamano] della sua città natale Zanarkand: durante una partita del suddetto sport, la futuristica ed ipertecnologica città viene investita da "qualcosa" che la farà letteralmente a pezzi: Sin. Mentre regna il caos, la distruzione ed il fuggi fuggi generale, Tidus si ritroverà proiettato non si sa perchè non si sa come, in un mondo totalmente diverso dal suo... se non per la presenza del bliztball e di Sin... La prima cosa che mi è piaciuta di FFX è la trama: ridotta ai minimi termini è una storia di rapporti e di formazione. Ho gradito sia il tema trattato, sia le modalità con cui viene sviluppato: tutto infatti è vissuto sempre dal punto di vista soggetivo del protagonista, cosa che consente di dare un taglio molto intimo e particolare alla narrazione. Il tema dominante è il rapporto: quello tra persone [parentela, amicizia e amore], tra fanatismo religioso e progressismo tecnologico, tra il nostro essere ed il nostro dover essere[l'accettazione del proprio destino], ecc. Diciamo che a livello di story-telling ho considerato questo episodio maturo, ben congegnato, ben rappresentato. Bella anche la caratterizzazione dei personaggi principali: ognuno ha il suo carattere, il suo atteggiamento, i suoi punti di forza, le sue fragilità... e non mancheranno gli episodi in cui ognuno avrà la possibilità di mettere questi aspetti in discussione... [ho gradito]. FFX è strutturato secondo le linee generali tracciate dai prequel, tuttavia il rapporto sbilanciato tra trama/gameplay a favore della prima, genera una certa linearità della proposta ludica... Il gioco non nasconde poi le sue ambizioni cosmopolite e "cinematografiche", e sembra voler accontentare un bacino di utenti il più vasto possibile: questo porta ad un gameplay più accessibile rispetto al passato. Linearità/facilità: disastro? In questo caso più che mai: ognuno dica la sua... Tra le novità segnalo la possibilità di cambiare i membri del proprio party e le loro armi/equip anche durante la battaglia, l'utilizzo e la gestione più completa degli Eoni, la progressione dei personaggi affidata ad un sistema chiamato sferografia [ho gradito, sarò l'unico?], la presenza di sezioni interamente basate sul puzzle-solving, lo spostamento tra locazioni solitamente affidato a peregrinazioni dalla direzione"forzata", la sfilza di mini-giochi di cui il più importante è il Bliztball, la frequenza dei salvataggi che consentono tra l'altro di ripristinare"gratis" gli HP/MP di tutti i personaggi ecc... Perdonatemi se ho dimenticato qualcosa o se non ho commentato le novità come meritavano, ma lo spazio è tiranno. Veniamo alle considerazioni tecniche: a parere di chi scrive questo è il gioco graficamente piu' BELLO dell'intero panorama PS2: personaggi e luoghi ricchi di poligoni e dettagli, character e location design ispirato ed appropriato, animazioni facciali straordinarie, effetti speciali da capogiro, soluzioni registiche magistrali... e naturalmente i migliori filmati in CG della storia... Idem per il sonoro: validissimi gli effetti, ore ed ore di parlato ben assortito ed interpretato, accompagnamento musicale di Uematsu quantomai completo ed ispirato.  
Veniamo ora ai difetti: croce e delizia della serie, i combattimenti casuali se da un lato sono indispensabili fonte di esperienza, dall'altro possono portare in certi momenti all'ESASPERAZIONE anche dei più pazienti, la world map viene resa disponibile praticamente alla fine, il motore grafico ogni tanto stenta e rallenta, l'aliasing è sempre in agguato [ma trascurabile].
Come si dedurrà dalla premessa, forse non sono il più adatto a giudicare questo titolo in relazione ai suoi predecessori, e a trovargli la giusta collocazione nella classifica "dei più belli della serie". Ma onestamente, non mi interessa neanche. Vi dirò la verità: non ho potuto fare a meno di affezionarmi a Tidus, di accompagnarlo fino alla fine e di perdonare suo padre, non potuto fare a meno di stare vicino a Yuna, di commuovermi nella scena della danza sull'acqua a Luca; Wakka e Lulu mi mancheranno, e così la vitalità di Rikku, mentre mi ha fatto piacere scoprire che Auron sotto quell'apparenza così imperscrutabile, nasconda una certa umanità... Questo insieme ad altro ancora è più importante del resto, sterili discussioni filologiche comprese...

GRAFICA: 10  
SONORO: 9.5  
GIOCABILITA': 8.5  
LONGEVITA': 9    
GLOBALE: 9

[vers. NTSC/USA]

Offline Sol_Badguy

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[PS2] Final Fantasy X
« Risposta #1 il: 07 Mag 2003, 20:03 »
Publisher: Square *** Developer: Interno ***  System: Playstation 2

FINAL FANTASY X

Tidus: l’eroe ed il viaggio

“Esci una sera sotto un vasto cielo
stellato, alza gli occhi a quei milioni
di mondi sopra la tua testa.
Guarda la Via Lattea.
In quell'infinità, la Terra si dissolve,
sparisce e con essa sparisci anche tu.
Dove sei? Chi sei? Cosa vuoi?
Dove vuoi andare?
Ti attende un viaggio lungo e difficile
E non sai se potrai riposare.
Ricordati dove sei e perché sei lì.
Non avere troppa cura di te,
e rammenta che nessuno sforzo
viene mai fatto invano.
E adesso puoi metterti in cammino”.
G.I. Gurdjieff  

Jrpg, dietro tale acronimo si cela il modo di vedere i giochi di ruolo digitali da parte della cultura nipponica. Un approccio diverso da quello occidentale, anche nel modo stesso di intendere il concetto fondante, in questo genere di prodotti, di “ruolo”. Esso, nei jrpg, non è frutto di regole complesse e dettagliate, ereditate dai voluminosi manuali dei board games, ma interpretazione di un archetipo, tanto semplice nell’ essenza, quanto variabile in funzione dei contesti. L’archetipo alla base di Final Fantasy X (FFX) è sostanzialmente lo stesso dei predecessori: “l’uomo ed il mondo”. Un concetto che, anche in questa decima rilettura, Square riesce a rendere sorprendente e affascinante. L’”uomo” stavolta è Tidus, il giovane campione di uno sport chiamato “blitzball”,  ibrido tra il rugby e la pallanuoto, molto in voga nel mondo di Zanarkand. La sua vita d’atleta di successo sembra felice, quasi perfetta…ma dentro, nell’angolo oscuro del propio animo, il giovane nasconde a sé stesso ombre inquiete del passato, ancora desiderose di risposte. Risposte che Tidus non avrebbe mai cercato se uno sconvolgimento spazio-temporale, radicale ed improvviso, non l’avesse portato nelle condizioni di dover scavare nel proprio animo, al fine di trovare il suo posto nella nuova realtà. Infatti Zanarkand viene distrutta improvvisamente da un’entità potente ed arcana di nome Sin, durante l’attacco, Tidus viene salvato da Auron, un suo “amico di famiglia”, il quale lo fa entrare misteriosamente in un limbo onirico. Al risveglio, il ragazzo si ritrova solo e proiettato di mille anni nel futuro, in un mondo semplice e selvaggio di nome Spiria, sorto dopo l’annichilimento della tecnologica Zanarkand. L’approccio con la nuova realtà è scioccante: Tidus ha perso pressoché ogni certezza e punto di riferimento. Addirittura sui ricordi del passato viene calata un’ombra di dubbio, tramite la teoria, diffusa tra gli abitanti di Spiria, che le sue presunte reminescenze fossero in realtà allucinazioni provocate dall’incontro con Sin. Tale “creatura” sembra essere l’unico elemento comune ai due mondi e per questo il ragazzo, in cerca di un modo per tornare a Zanakard, si unirà ad un gruppo di giovani eroi che vogliono cercarla per sconfiggerla. Partito con questo intento, Tidus si troverà ad affrontare un epico viaggio, attraverso Spiria e nel suo animo, che lo porterà a salvare il mondo e sé stesso.


Tidus: il protagonista e il gioco

FFX è raccontato attraverso la narrazione a posteriori del protagonista stesso. Un registro che permette, attraverso le intercalazioni personali di Tidus, una maggiore immedesimazione dell’utente nello spirito del “ruolo”. Il passaggio a PS2 inoltre ha garantito un comparto cosmetico spettacolare, la possibilità di mettere anche in parlato tutti i dialoghi e di rendere più “cinematografica” la regia. La straordinaria attenzione posta sulla storia e sullo sviluppo psicologico dei personaggi, paga il dazio di lasciar poca libertà decisionale all’utente, il quale si trova limitato e troppo guidato nelle scelte, per buona parte del gioco. Square ha però così avuto modo di sviluppare con delicata eleganza tutti gli elementi caratteristici della saga di FF: dalla ricerca struggente di un equilibrio armonico  tra uomo e natura, al ritrovamento del proprio ruolo nel mondo, dalla pericolosità di aver fede ciecamente nel credo di massa, all’amore, semplice, puro e senza tempo.
Se si è disposti a chiudere un occhio sulla linearità dell’avventura, FFX è un’esperienza gratificante anche sotto il punto di vista ludico. Finalmente i vari personaggi incarnano non solo un ruolo “morale” ma anche strategico ai fini di gioco: Lulu è la maga, Rikku la ladra, Yuna l’evocatrice in grado di materializzare gli Eoni (le vecchie “Guardians”) ecc.. Ognuno ha quindi abilità specifiche, da poter sviluppare in base ad un originale e personalizzabile sistema di upgrade denominato “abilitosfera”. L’avventura è inoltre anche abbastanza longeva e ricca di fasi avvincenti.

Tidus: l’uomo e il mondo

In sintesi, FFX è un romantico e leggero affresco della vita, da “leggere” con gli occhi della fanciullezza per vederne i caratteri maturi. Si scorgerà così il Tidus che, come il “Piccolo Principe”, si stupirà di fronte alla bellezza delle cose, vedendo Yuna danzare sulle acque, o che, solcando i mari come il “gabbiano Jonathan Livingstone”, cercherà il suo scopo nella vita.
Un’opera per ricordare che, tramite le esperienze, il bambino diventa uomo e l’uomo quindi deve in parte rimanere bambino per poter continuare a crescere.

Nota importante

Per poter fruire al meglio questa review e quelle che seguiranno, vi preghiamo cortesemente di leggere la nota introduttiva da me postata su http://www.thefirstplace.it/forum/viewtopic.php?t=1210&start=270
I'm having fun...

Offline teokrazia

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[PS2] Final Fantasy X
« Risposta #2 il: 07 Mag 2003, 20:06 »
Publisher: Square *** Developer: Interno ***  System: Playstation 2

FINAL FANTASY X

Yuna: un occhio azzurro e l'altro verde [Final Fantasy bipolare]

Secondo Teokrazia, la decima Fantasia Square è un'opera tutta all'insegna del bipolarismo. Proprio come l'ammaliante ma doppio sguardo di Yuna, il capitolo X della saga trova le migliori e più significative chiavi di lettura nell'accostamento e nel confronto tra diversità e nel dialogo tra opposti. Sono troppi gli aspetti che ridotti ai minimi termini possono essere ricondotti a tale realtà, per dovere di sintesi e di spazio farò cenno a quelli che reputo di maggiore interesse.

Yuna e gli Eoni [Final Fantasy X peculiarità]

Partiamo dal contesto: innanzitutto il dialogo tra passato [occhio azzurro]  e presente [occhio verde]. Mille anni fa Zanakard: un passato tecnologico, tecnocratico ma anche frivolo e godereccio [le macchine lavorano al posto nostro]. Tempo presente: Spira, un mondo pre-tecnologico solare e bucolico, ma dall'animo oscuro come il peggior medioevo. E' la religione a farla da padrona, gli uomini rispettano i dogmi imposti dal Credo e vivono nella privazione [tecnologica] temendo una punizione divina che non esita a manifestarsi materialmente [Sin].
A livello sociale da un lato abbiamo la rispettatissima e temutissima casta clericale: gli unici in grado di interpretare il volere di Yu-Yevon e di tradurlo in precetti e regole di vita dal valore così indiscusso, da tradursi inevitabilmente in dogma. Dall'altro abbiamo gli outsider Al-Bedo: condannati per ovvi motivi a vivere in clandestinità, liberi da vincoli religiosi questa razza infatti è l'unica in Spira che possa permettersi di avere dimestichezza con la tecnologia e di farne uso. Nel mezzo: tutti gli altri. E tra questi Yuna. La giovane evocatrice è anche lei al centro di un dialogo tra opposti: il pesante fardello del suo passato da un lato [figlia di un evocatore e quindi evocatrice] e le aperture di un futuro, che a dispetto delle previsioni è ancora tutto da scrivere [scoperte come infondate le premesse religiose del suo universo, Yuna sarà libera di scegliere].
Ma passiamo al gioco: anche qui la dialettica tra opposti è al centro dell'attenzione. Square spinge all'estremo il dialogo tra cinema e videogioco, tra complessità della tradizione Final Fantasy ed accessibilità mass-oriented. I risultati stanno tutti nel compromesso: l'alta spettacolarità audio visiva, la splendida caratterizzazione dei personaggi e la ricchissima e riuscitissima messa in scena della trama, ci consegnano un prodotto magnifico, ma assai lineare e dagli sviluppi eccessivamente incanalati e guidati. L'intento di abbracciare un pubblico più vasto ed eterogeneo possibile, da un lato ha portato ad un prodotto che si esprime attraverso linguaggi universali e cosmopoliti, ma dall'altro ha generato una drastica riduzione dello spessore dell'offerta ludica ed un livello di sfida davvero troppo basso. Ma torniamo a Yuna.
Posta prepotentemente al centro del party [gli altri sono solo accompagnatori e guardie del corpo], è l'unica in grado di dialogare ed avere un rapporto con gli Eoni, e questo si riflette sul gameplay. Il tratto distintivo di FFX rispetto agli altri episodi sta proprio nella gestione degli Eoni: questi sono ora sotto il nostro pieno controllo e vantano una possibilità di gestione e di customizzazzione dallo spessore del tutto assimilabile a quella di un qualsiasi membro del party. Il giocatore [proprio come Yuna], è spinto a creare un rapporto simbiotico e non più superficiale con tali entità. Questo rapporto è la novità più corposa ed importante nel gameplay [assieme alla sferografia] e costituisce la premessa narrativa fondante dell'intera vicenda [il viaggio dei nostri è finalizzato all'acquisizione da parte di Yuna del Final Eon, l'unica soluzione possibile per sconfiggere Sin...forse].


Yuna che danza sull'acqua [Immagini di Final Fantasy]

Prima di concludere, permettemi di segnalare e quindi condividere con voi alcune delle immagini che desidero conservare a lungo di questo viaggio.
Prima e al di sopra di tutto la splendida sequenza della danza sull'acqua a Kilika. A differenza della disperata ed atea PJ Harvey di "Down by the Water", Yuna non affonda inghiottita dall'acqua, ma danza in superficie leggera e soave in uno stato di trance: a sostenerla è la fede, il Credo. L'accompagnamento sonoro di rara bellezza ed evocatività, la tecnica narrativa e lo straordinario impatto emotivo della sequenza, la collocano di diritto fra le cose più belle di sempre mai apparse in un videogioco.
La cosa però che ha dato il là all rapporto tra me e questa decima Fantasia Square, sono alcuni [apparentemente] trascurabili dettagli, piccole schegge, ma grandissimi indizi rivelatori della magnificenza che ne soggiace: risate spensierate e complici in una giornata assolata, l'amore per l'acqua e il gran gusto che si prova nel fare amicizia.
Insomma discutibile e controverso nel gameplay, ma assolutamente potente a livello emozionale/narrativo: questo è FFX, prendere o lasciare.

Offline outerworld

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[PS2] Final Fantasy X
« Risposta #3 il: 07 Mag 2003, 20:09 »
Publisher: Square *** Developer: Interno *** System: Playstation 2

FINAL FANTASY X

La monolitica fantasia di Seymour
L’essere è e non può non essere

…meschino, infido, ambiguo, efferato… Seymour, sia per quanto concerne l’aspetto meramente comportamentale che a livello estetico (la parvenza e la voce, conferenti al personaggio quella peculiare connotazione androgina, ne enfatizzano l’ambiguità comportamentale), sembrerebbe lo stereotipo dell’antagonista degli RPG nipponici. E non sembrerebbe essere il solo stereotipo, ma uno stereotipo tra stereotipi, quali Tidus, Kimahri, e Rikku e Wakka… personaggi ordinari (l’estroverso e l’introverso, l’espansivo ed il riflessivo, il personaggio maturo e responsabile e quello puerile ed istintivo), contesti noti (l’amore, la discriminazione, la religione, il rapporto padre e figlio, l’amicizia e la complicità, la morte) e circostanze banali (le gesta e le vicissitudini di un manipolo di personaggi che osteggiano un ostile antagonista). E se dovessimo soffermarci a questo, della fantasia rimarrebbe solamente la pedissequa fruizione di reminescenze passate coadiuvate da un comparto grafico e sonoro eccelso (suggestive ambientazioni in grafica poligonale 3D rese con dettagliate texture ad alta definizione, ottimi modelli poligonali e superbe animazioni facciali, realizzate per mezzo del chip grafico Emotion Engine, e filmati in computer grafica che rasentano il sublime, inoltre, per quanto concerne il sonoro, melodie  e motivi dall’insigne compositore Nobuo Uematsu). E invece la stereotipia, il banale, il cognito risulta essere un mero pretesto. Un pretesto per trascendere lo stereotipo, un pretesto per rivelarci che l’essere è ma può non essere. Perché lo stereotipo ed i contesti evolvono. O possono essere trascesi (Seymour)…

Seymour: The Deceased Laugh  
Nello stesso fiume non è possibile scendere due volte, nello
stesso fiume scendiamo e non scendiamo, siamo e non siamo…


Ogni personaggio, ogni contesto, ogni circostanza evolve. Evolve incessantemente. E quello che rimane della fantasia sono frammenti, squarci di un'opera, grafite e schegge di una matita che scrive e di una gomma che cancella… alcune nostalgie, altre memorie… alcune esperienze vissute, altre inedite… alcune sensazioni riaffiorate, altre emozioni inusitate…  Tidus, Yuna, Rikku, Wakka, Kimahri, Lulu, Auron in una narrazione che, per quanto possa coinvolgere gradatamente, risulta ottimamente congeniata e toccante. In una narrazione che evolve come evolve ogni cosa che, nella narrazione, li concerne. Il cambiamento che, come in molte altre fantasie Squaresoft, è fulcro della narrazione viene esasperato da connotazione meramente narrativa a strutturale: il gameplay, per quanto mantenga alcuni aspetti ormai distintivi delle fantasie (quali i combattimenti casuali ed un sistema di combattimento che, perfezionato dall’innovativa possibilità di variare la formazione d’attacco, si basa essenzialmente sulla strategia a turni e propone azioni ormai consuetudinarie come attacco / difesa / magia nera / magia bianca / uso degli item / evocazione Aeons), consente al giocatore di variare o trasporre il ruolo dei personaggi in combattimento. Questo innovativo sistema viene definito sphere grid e  consiste nell’avanzamento, mediante AP guadagnati in battaglia, per delle caselle poste su una griglia. A queste caselle corrispondono le abilità o il potenziamento di uno dei parametri del personaggio e sono sbloccabili mediante l’uso di precisate sfere, anch’esse guadagnabili in battaglia. Evoluzioni… cambiamenti… trasposizioni ruolistiche a livello strutturale e narrativo… ma… why should the deceased laugh? Perché le cose oltre che evolvere possono essere trascese… Seymour…

…meschino, infido, ambiguo, efferato… Seymour, sia per quanto concerne l’aspetto meramente comportamentale che a livello estetico (la parvenza e la voce, conferenti al personaggio quella peculiare connotazione androgina, ne enfatizzano l’ambiguità comportamentale), sembrerebbe lo stereotipo dell’antagonista degli RPG nipponici…

…sembrerebbe…ma non è il banale stereotipo dell'antagonista. Perché non è un antagonista. La perversità di Seymour è tale solo alla luce della prospettiva di un protagonista che ricusa ogni possibilità trascendente la dicotomia bene/male. Ma Seymour trascende questa dicotomia. Seymour toglie la vita alle persone (male) ma sente la morte come una liberazione dai dolori e dai peccati della vita (bene). Per Seymour la morte è un bene. Egli confonde indistintamente, trascende cosa non può essere trasceso, sconfina ove non è concesso sconfinare. È antagonista e protagonista. È buono e cattivo. È bene e male.

La poliedrica fantasia di Seymour
Di tutte le cose è misura l’uomo: di quelle che sono, per
ciò che sono, di quelle che non sono, per ciò che non sono


…come una sinfonia armoniosa con delle note stonate… potreste cogliere l’armonia e lasciarvi trascinare dalla musica in quelle nostalgie e memorie, esperienze vissute ed inedite, sensazioni riaffiorate ed emozioni inusitate… potreste anche cogliere le stonature ma lasciarvi comunque affascinare e coinvolgere da quella toccante melodia… potreste cogliere soltanto le stonature e struggervi nelle meste note della deceased laugh… potreste, potreste, ma comunque gli strumenti suoneranno quella sinfonia armoniosa e toccante con delle note stonate…
i]"So we beat on, boats against the current, borne back ceaselessly into the past."[/i]

Offline Druss

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[PS2] Final Fantasy X
« Risposta #4 il: 08 Mag 2003, 14:00 »
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FINAL FANTASY X    

AURON: L’alba del guerriero e la forza del gruppo

Coraggio, onore, saggezza.
Questo mi aspetto da te, ragazzo, che sia degno di tuo padre.
Crescerai, sarai un uomo e un guerriero poiché egli ti sta aspettando.
Il tuo profondo odio non immagini quanto vi faccia somigliare.
E forse odi anche me.
Ma questo è necessario, dovrai diventare ciò che io non sono stato.
Dovrai affrontare ciò che io non ho potuto capire.
E non dovrai farlo da solo.
Gli eroi, questo l’ho capito con l’esperienza, non devono restare mai soli, per essere eroe devi essere prima uomo, per essere uomo devi circondarti di persone care.
La tua forza deve essere la forza del gruppo.

Vi vedo, così pieni di speranze, e penso a ciò che è stato e sarà, alle vecchie e nuove illusioni di vita.
La mia rabbia sale, e con essa sanguinerà la mia spada, cieca furia di lontani ricordi.
E la storia si ripete.
Potrà essere sempre così?

AURON: Un eroe dal passato

Sono qui, vi accompagnerò per riempire di coraggio i vostri cuori, in ogni momento in cui vacillerà la determinazione.
Mi ergo dal passato, memore di esperienze e consapevolezze provenienti da infinite battaglie.
E qua ritorno, pieno di rimpianti.
I miei ricordi saranno il tesoro che custodirò durante il viaggio.
Quello stesso viaggio che, carico di emozioni e aspettative, faceva di uomini eroi e di eroi martiri.
Così vi vedo, con gli stessi occhi che vedevano un tempo i miei compagni.
Ma il tempo dei rimpianti è passato.
E’ tempo di aprire un nuovo ciclo e di conoscere nuovi eroi.
E’ tempo di rimpiangere nuovi martiri.

Ciò che separa l’uomo dall’eroe è la forza interiore.
Lontano dal mio tempo, solo la forza interiore può combattere e vincere sulla tristezza e disperazione di questo mondo.
Per questo motivo interverrò solo quando necessario affinchè il corso degli eventi abbia il giusto seguito.
Ma sarà davvero il giusto seguito?
Martiri d’infinite tribolazioni per poco tempo di pace, ne vale davvero la pena?

AURON: Rimpianto, determinazione e forza

Quello che conosco, attraverso la mia esperienza passata, so che vi stupirà e vi lascerà sconvolti.
Gli eventi sono sempre cambiati da sconvolgimenti del comune modo di pensare.
Ciò che sembra essere l’unica via di salvezza per un periodo di pace è invece l’eterna condanna di un mondo ingannato.
Ciò che sembra condannare un tecnologico mondo passato, è la giustificazione di una coscienza perduta.
Lo capirete col tempo, ma soprattutto, lo capirete da soli.

Ma ora è giunto l’epilogo, stanco ma determinato sguaino la spada per unirmi all’ultima e necessaria battaglia contro un nemico, un amico, un rivale.
Non importa, il tempo delle riflessioni è finito, questa volta non avrò rimorsi, so che è la cosa giusta da fare.
Farewell.



Considerazioni
Avrei voluto approfondire meglio, ma il tempo mi è tiranno.
Mi sarebbe piaciuto magari mettere in risalto e differenziare l’Auron giovane e aitante pieno di speranze dall’Auron anziano, riflessivo e consapevole ma molto più forte e determinato.
La mia non è una recensione e non vuole esserlo, vuole essere uno spunto per approfondire riflessioni sul lato inconscio dei protagonisti.
Il mio è un tentativo di spiegare come ho recepito la storia attraverso le immaginarie riflessioni di uno dei protagonisti.