Autore Topic: Il lavoro  (Letto 1956287 volte)

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Offline ferruccio

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Re: Il lavoro
« Risposta #10335 il: 09 Apr 2013, 13:42 »
Inoltre non è una soluzione a un problema. E' un modo di fare e di pensare, per niente facile, che può rendere la vita, lavorativa e non, meno stressante e più produttiva.
E allora Mozart?

Offline EGO

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Re: Il lavoro
« Risposta #10336 il: 09 Apr 2013, 14:14 »
Non fate i furbazzi.


Non sta dicendo di prendersi la responsabilità, sta dicendo:

Citazione
Thankfully there's a simple solution: Take the blame for anything you're even remotely responsible for.

Non prendersi la responsabilità: prendersi la colpa (e sì, c'è scritto che è semplice e che è una soluzione).


Citazione
This solution transforms all the negative consequences of blaming others into positive ones. It solidifies relationships, improves your credibility, makes you and others happy, reinforces transparency, improves self-esteem, increases learning, and solves problems. It's as close as I've ever seen to a panacea.

Tipico tono alla "Eureka! Ho trovato TEH_SECRET" da manuale DIY (di cui, to' guarda, il Nostro è autore).
Peccato che non sia così facile: in un mondo del lavoro che - dappertutto, non solo occidentale o asiatico o mediorientale o inuit o che so io - si basa sull'aggressività, la competizione e il risultato equiparato al merito effettivo (anche quando il lavoro te l'ha fatto qualcun altro), taking the blame con gioia significa farsi vedere come il capro espiatorio alla Malausséne.

Oh certo, makes others happy, non ho dubbi. Sul makes you happy, ne ho.
Reinforces transparency: no, rinforza l'idea che sei un debole e che ti piace farti cazziare.
Improves self-esteem: ma può anche sortire l'effetto opposto, e alla lunga portarti alla depressione e all'alienazione quando vedi che mentre tu ti prendi la colpa, tutti gli altri rifiutano categoricamente di farlo.
Increases learning: come se ammettere di avere sbagliato significasse automaticamente di aver capito dove e perché hai sbagliato. Come se significasse automaticamente di aver trovato la soluzione per non sbagliare più.
Solves problems: per gli altri, certamente. Gli basterà dare la colpa a te. Se è tua davvero, sarai felice di ammetterlo: se non lo è e lo neghi, sembrerà che stai facendo il gioco di tutti gli altri. Good luck being happy quando vieni accusato ingiustamente ed equiparato agli altri.
Solidifies relationships: certo, tutti vogliono essere amici di quello che quando la barca affonda, gli lascia il posto sulla scialuppa.


Citazione
But also because it takes courage to own your blame, and that shows strength. It immediately silences anyone who might try to blame you — what's the point if you've already taken the blame? The "blame you" conversation is over. Now you can focus on solving problems.

Sembra che questo non abbia mai avuto un superiore.


Citazione
Taking the blame serves as an example. When you take the blame, others get embarrassed about not taking the blame themselves.

Bitch, please.



Citazione
There is one tricky part of this. To take the blame, you need to have confidence in yourself and your capability. You need the personal strength to accept failure. You need enough self-esteem to believe you can learn from your mistakes and succeed another day. You need to accept failure as part of life and not a final sentence on who you are as a person.

Molto semplificato.

In generale, classico articolo che prende un singolo caso personale e pensa di poterlo applicare uguale dappertutto.

Mi pareva che in certe discussioni del forum, un simile atteggiamento fosse costantemente bacchettato.


E sono abbastanza sicuro che se questo articolo fosse apparso su Repubblica o beppegrillo.it, a firma di un italiano, la reazione sarebbe stata "toh guarda, allora questa fonte non è tutta merda, bravo ragazzo" *pacca virtuale sulla spalla* "condivisibile eh, però... un caso isolato non è detto che funzioni per tutti... e la situazione italiana del lavoro... eh ma questo qui chi è, quante lauree ha, dove ha studiato, quali libri ha pubblicato ecc ecc ecc".

Offline Gatsu

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Re: Il lavoro
« Risposta #10337 il: 09 Apr 2013, 14:16 »
Io part-time da Housemarque devo fare almeno 20 ore a settimana, che anche lì sono negoziabili. Alla fine ne faccio un centinaio al mese ma come cazzo mi pare. Se voglio arrivare a mezzogiorno e uscire alle due e non ci sono urgenze lo faccio e ciao.

Il dramma è che comunque per far quadrare lo stipendio continuo anche con la mia roba freelance, e lì si spendono parecchie ore non retribuite a far carte, a litigare con i clienti cercando di farsi pagare, ecc. In genere non faccio mai meno di 9-10 ore di computer al giorno, ed è quasi sempre lavoro o para-lavoro (perché comunque anche mettere insieme RingCast o gestire Players è pressochè assimilabile).

In realtà potrei vivere felicemente con 4 ore di lavoro retribuite al giorno, ma questo SOLO perché non ho un mutuo. Nel momento in cui lo faccio la proporzione di retribuito-non retribuito deve necessariamente cambiare, comunque concordo con ferro che ha postato nel topic sbagliato, la flessibilità dell'orario dovrebbe essere una priorità politica perché ti cambia proprio il ritmo di vita.

Offline Pila87

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Re: Il lavoro
« Risposta #10338 il: 09 Apr 2013, 14:19 »
La pausa pranzo da 90' per me è delirio puro/benvenuti nel 1964. Cosa dovete fare, il pranzo del matrimonio? :D
Darei la vita di un parente di qualcun'altro per mangiare un panino in venti minuti e uscire prima la sera, purtroppo non c'è verso. Qui viviamo nel '64 alla grande, i capoccia devono tornare a casa e mangiare la pasta, gli uffici vengono chiusi a chiave durante la pausa.


Beh alla fine mi sembra che molti di noi abbiamo orari di lavoro accettabili. Pensavo che ci fosse piu' gente costretta a fare tipo 9 ore al giorno e con cartellino da timbrare, ambiente di lavoro ingessato (abbigliamento smart, no musica, no cuffie) e così via.
Musica? Cuffie?

Grazie a Dio sto parecchio in officina quindi l'abbigliamento è sticazzi più scarpe da ginnastica. Avrei seri problemi ad accettare un lavoro in cravatta, dovrebbe essere ben pagato per farmela mandare giù.

Offline Goffraiden

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Re: Il lavoro
« Risposta #10339 il: 09 Apr 2013, 14:21 »
Beh alla fine mi sembra che molti di noi abbiamo orari di lavoro accettabili. Pensavo che ci fosse piu' gente costretta a fare tipo 9 ore al giorno e con cartellino da timbrare, ambiente di lavoro ingessato (abbigliamento smart, no musica, no cuffie) e così via.

Dove stavo prima era praticamente così, abbigliamento a parte. Non avevamo nemmeno le pause a metà mattinata/pomeriggio...
"Questa è l'Italia del futuro, un paese di musichette mentre fuori c'è la morte."

Offline Madron

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Re: Il lavoro
« Risposta #10340 il: 09 Apr 2013, 14:25 »
Ma Sabato e Domenica li avete sempre liberi, giusto?
Kenny in generale lì in Inghilterra come funziona sugli orari e giorni liberi?


Offline iKenny

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Re: Il lavoro
« Risposta #10341 il: 09 Apr 2013, 14:26 »
Ma Sabato e Domenica li avete sempre liberi, giusto?
Kenny in generale lì in Inghilterra come funziona sugli orari e giorni liberi?

Fammi andare in pausa pranzo e poi ti rispondo.  :)

Allora. Posso solo parlare per il settore lavorativo in cui mi trovo: tecnologico/creativo e per gente che in lavori in uffici con mansioni amministrative/finanziarie.
Orari qui si lavora di media 37.5 ore a settimana, quindi 7.5 ore al giorno dal lunedi' al venerdi'. Molti uffici fanno entrata tra le 9 e le 9.30 e uscita tra le 17.30 e le 18. Per quanto riguarda giorni liberi di media ci sono tra i 20 e i 25 giorni di ferie all'anno + 8 bank holidays. Molte societa' non chiudono per Natale e nessuna chiude per settimane in estate. Straordinari non pagati di solito, permessi non sanno neanche cosa sono. Ti serve qualcosa ti prendi la mezza giornata, a meno che non e' tipo un ora dal dottore una volta ogni morto di papa. Ci sono pero' molti perks. In generale c'e' una piano pensionistico privato a cui il datore contribuisce, compri la bici e te la paga l'ufficio, ogni volta che si fa fuori a mangiare e bere tutti assieme si usa la carta del capo e cosi' via. Se poi succede che tipo rimani per una settimana ad ammazzarti su un progetto e devi fare assistenza al cliente di domenica di solito ci guadagni un giorno extra di ferie.
Negli uffici diciamo meno creativi e su per giu' lo stesso tranne l'abbigliamento che deve essere smart e la musica che e' bannata, sia come avere le casse in ufficio sia come mettersi le cuffie.
In realta' questo ambiente simpatico e goliardico che si respira in molte digital agencies diventa controproducente alla fine, con il fatto che si cazzeggia assai quando c'e' da lavorare ci si stressa e con il fatto che hai birra e Xbox360 in ufficio a gratis tendi a rimanere di piu' in ufficio.
Per questo motivo sono passato da una digital agency a uno studio design dove lavoro mezz'ora di meno al giorno e magari la vita sociale puo' essere piu' noiosa ma si lavora in maniera piu' rilassata.
« Ultima modifica: 09 Apr 2013, 15:16 da iKenny »

Offline peppebi

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Re: Il lavoro
« Risposta #10342 il: 09 Apr 2013, 14:30 »
Sono sostanzialmente d'accordo con Ego sull'articolo linkato. E parlo per esperienza personale. Io mi sono preso le colpe di altri perchè gli altri si sono parati il culo per tempo e a me è toccato decidere se smerdarli alla grande (avendo tutte le prove per farlo, tra l'altro) o metterci una pietra su per quieto vivere. Il risultato è che mi sono preso parole, lavori che non sono miei perchè chi si è lamentato ha tanto da fare, e sono passati anni senza ottenere nulla in cambio, niente di niente, solo la consapevolezza, da parte dei capi, che possono scaricare tutte i carichi di lavoro dei colleghi su di me perchè l'ho fatto una volta e quindi lo posso fare sempre. Non contento ho preso in mano tutte le decisioni riguardanti il mio lavoro che prima toccavano al mio responsabile. Il mio (ex) responsabile, l'azienda è in parte sua, ha deciso di occuparsi d'altro e la posizione è rimasta scoperta perchè comunque ha piacere a vedere sui depliant, cataloghi, sito che il mio lavoro è opera sua. Quindi io prendo tutte le decisioni, salvo quando all'ex responsabile viene voglia di rompere i maroni, ma resto, per stipendio e tutto il resto (perchè di fatto quando al responsabile viene voglia torna a comandare il mio lavoro) sottoposto e senza poter far nulla se non denunciando l'azienda e quindi, sostanzialmente, perdendo il lavoro. Benvenuti in Italia!
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Offline ferruccio

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Re: Il lavoro
« Risposta #10343 il: 09 Apr 2013, 14:33 »
Non fate i furbazzi. (...)

Non ho idea delle dinamiche del lavoro d'ufficio in Italia.
Quello che so è che quando qualcuno ammette un errore (attenzione: non un errore in malafede o qualcosa di disonesto: un errore), di solito non gliene fotte nulla a nessuno di "punire" la persona. Piuttosto tutti tendono a rimediare all'errore. Io stesso, quando sto dall'altra parte della barricata, e un fornitore di un servizio mi dice "è vero, il mese scorso abbiamo fatto meno del dovuto, facciamo un piano per recuperare il lavoro arretrato" non solo non mi incazzo, ma gli sono grato. Quando sento la gente cominciare a fare scaricabarile, invece, mi girano i coglioni. Se sei debole non ammetti gli errori. Se sei debole punti il dito. Se io faccio un errore e lo ammetto, lo faccio con la convinzione che so quello che faccio e tento di farlo bene. A volte faccio cazzate, ma provo comunque a fare meglio. Perché il punto è che fare il bastardo con i giochetti politici d'ufficio non solo rovina la vita a te, ma anche al resto dei colleghi e alla produttività generale.

Ma la cosa si può applicare a tantissime cosem e non solo alle dinamiche da ufficio. Per esempio: il gioco che abbiamo fatto non ha avuto un gran successo. Potremmo dare la colpa al mondo infame, al mercato o agli utenti. E magari è pure vero che ci sono circostanze che giocano a nostro sfavore. Ma è molto più produttivo ammettere che se il gioco fosse stato migliore, avrebbe avuto più successo. Se parto da questo assunto, posso tentare di fare di meglio la prossima volta. Se invece penso che il problema sia altrove, allora tanto vale che ritorno a fare il drone da scrivania e lascio perdere qualsiasi attività imprenditoriale.

E sono abbastanza sicuro che se questo articolo fosse apparso su Repubblica o beppegrillo.it, a firma di un italiano, la reazione sarebbe stata "toh guarda, allora questa fonte non è tutta merda, bravo ragazzo" *pacca virtuale sulla spalla* "condivisibile eh, però... un caso isolato non è detto che funzioni per tutti... e la situazione italiana del lavoro... eh ma questo qui chi è, quante lauree ha, dove ha studiato, quali libri ha pubblicato ecc ecc ecc".

Cioè, in pratica stai dicendo "sono abbastanza sicuro che siete prevenuti e in malafede". Capisci perché è difficile discutere con te?

Sono sostanzialmente d'accordo con Ego sull'articolo linkato. E parlo per esperienza personale. Io mi sono preso le colpe di altri perchè gli altri si sono parati il culo per tempo e a me è toccato decidere se smerdarli alla grande (avendo tutte le prove per farlo, tra l'altro) o metterci una pietra su per quieto vivere. Il risultato è che mi sono preso parole, lavori che non sono miei perchè chi si è lamentato ha tanto da fare, e sono passati anni senza ottenere nulla in cambio, niente di niente, solo la consapevolezza, da parte dei capi, che possono scaricare tutte i carichi di lavoro dei colleghi su di me perchè l'ho fatto una volta e quindi lo posso fare sempre. Non contento ho preso in mano tutte le decisioni riguardanti il mio lavoro che prima toccavano al mio responsabile. Il mio (ex) responsabile, l'azienda è in parte sua, ha deciso di occuparsi d'altro e la posizione è rimasta scoperta perchè comunque ha piacere a vedere sui depliant, cataloghi, sito che il mio lavoro è opera sua. Quindi io prendo tutte le decisioni, salvo quando all'ex responsabile viene voglia di rompere i maroni, ma resto, per stipendio e tutto il resto (perchè di fatto quando al responsabile viene voglia torna a comandare il mio lavoro) sottoposto e senza poter far nulla se non denunciando l'azienda e quindi, sostanzialmente, perdendo il lavoro. Benvenuti in Italia!

Non te la prendere, ma quello che hai scritto non è prendersi la colpa/responsabilità degli errori. E' farsi mettere i piedi in testa. Non è che far finta di niente per quieto vivere o dare i crediti del tuo lavoro ad altri sia un segno di responsabilità o coraggio.
E allora Mozart?

Offline ferruccio

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Re: Il lavoro
« Risposta #10344 il: 09 Apr 2013, 14:39 »
In realtà potrei vivere felicemente con 4 ore di lavoro retribuite al giorno, ma questo SOLO perché non ho un mutuo.

Questa non l'ho capita. Non so come funziona ad Helsinki, ma qui (tolto il 15% minimo iniziale) il mutuo non costa poi più di un affitto.
E allora Mozart?

Offline ..::pierre147::..

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Re: Il lavoro
« Risposta #10345 il: 09 Apr 2013, 14:40 »
Ma Sabato e Domenica li avete sempre liberi, giusto?

Tendenzialmente si, ma viaggiando parecchio almeno un paio di weekend al mese sono o "ridotti" o trascorsi direttamente all'estero. Il che non è necessariamente un male se si è un bel posto, un pò meno quando si passa la domenica pomeriggio a combattere contro le zanzare dengue in qualche giungla centroamericana.

« Ultima modifica: 09 Apr 2013, 14:43 da ..::pierre147::.. »
Yeah man, it's random.

Offline peppebi

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Re: Il lavoro
« Risposta #10346 il: 09 Apr 2013, 14:49 »
@ferruccio: Certo che lo è. Io ero dentro quel progetto, quindi in sostanza anche colpa mia visto che siamo un team. Solo che gli altri hanno fatto quello che fa la gente in quell'articolo e cioè addossare le proprie colpe ad altri, io mi sono preso le mie colpe ma ho dovuto ricevere anche quelle degli altri del team perchè loro si sono parati il culo adducendo scuse varie. In sostanza c'era da consegnare un progetto e non abbiamo fatto in tempo: tutti gli altri hanno usato come scusa il troppo lavoro mentre io sapevo che il problema era il progetto stesso, troppo oneroso da portare avanti in così poco tempo e sono stato l'unico a non trovare scuse, per questo, sono passato come quello "più scarico" quindi era compito mio aiutare gli altri a finire i lavori. Di fronte a questa situazione non me la sono sentita di smerdare i colleghi. Volevo focalizzare però non tanto sulla mia esperienza quanto sulla differente mentalità tra chi scrive l'articolo e quello che poi succede di fatto nelle aziende, almeno in Italia. L'articolista (e voi) apprezza chi si prende le colpe, nella mia azienda è successo l'esatto contrario perchè la mentalità è stata quella di punire ed inventare un capro espiatorio anche per gli altri colleghi che sono passati per quelli che hanno tanto da lavorare (mentre io come quello scarico). Non so se rendo l'idea: l'azienda non cercava la soluzione al problema ma qualcuno a cui dare la colpa. Trovato il colpevole gli altri sono passati da collusi a santi senza un reale motivo.
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Offline Zel

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Re: Il lavoro
« Risposta #10347 il: 09 Apr 2013, 14:50 »
Ma Sabato e Domenica li avete sempre liberi, giusto?

Beh sì, solitamente chi non ha sabato e domenica liberi è gente che fa i turni o che ha qualche esercizio commerciale, con orari d'ufficio fissì si da per scontato che il weekend sia completamente libero salvo casi particolari
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Re: Il lavoro
« Risposta #10348 il: 09 Apr 2013, 14:52 »
Seppia, mi giri il tuo famoso modello di CV tamumaturgico?
Mi sa che entro giugno devo trovarmi un nuovo impiego...

Offline Gatsu

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Re: Il lavoro
« Risposta #10349 il: 09 Apr 2013, 14:53 »
In realtà potrei vivere felicemente con 4 ore di lavoro retribuite al giorno, ma questo SOLO perché non ho un mutuo.

Questa non l'ho capita. Non so come funziona ad Helsinki, ma qui (tolto il 15% minimo iniziale) il mutuo non costa poi più di un affitto.

Sarebbe comunque oltre il 50% delle mie entrate fisse, ci sono delle spese pazzesche per pulire le scale/lavori (2-300€ extra al mese come piovesse). Forse potrei farcela, ma farei veramente la fame. Ho capito che te vivi come un barbone solo con più tablet e non esci, ma io ancora ci tengo :D