Autore Topic: Esami e valutazioni: TFPers dietro la lavagna  (Letto 122136 volte)

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Offline Lenin

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Re: Esami e valutazioni: TFPers dietro la lavagna
« Risposta #1155 il: 05 Gen 2011, 22:30 »
dirottato qui da pierre123: e leggendo i commenti eccetera mi sono fatto l'opinione che qui si stia estremizzando troppo.
certo, meraviglioso laurearsi presto/nei tempi regolamentari, ma io conosco delle persone che da quando hanno cominciato l'università si sono chiuse in casa a doppia mandata e non ne sono più uscite per quattro-cinque anni fino alla laurea.
adesso sono dei borg rincoglioniti che parlano solo di diritto commerciale e sembrano totalmente fuori dal mondo; la loro crescita personale, la loro "coscienza" sembra essersi arenata ad anni fa.
non so se riesco a spiegarmi, è gente che era bravissima a scuola e che studiava cose che la interessavano, addirittura fino a livelli di stress che provocavano una copiosa caduta dei capelli, a ciuffi, una cosa mai vista.
e non hanno mai visto un film, o letto un libro che non fosse uno di testo.
non sono mai andati a un concerto, non hanno mai letto una rivista, non hanno sviluppato una visione critica della vita.
insomma dei casi umani.
pero' di converso sono i cocchi dei professori, gli fanno gli schiavetti e i professori stessi ricambiano, promuovendoli da studenti ad assistenti, e da assistenti a dottorandi.
certo, questo non vuole essere l'apologia della sanguisuga fancazzista, però come dire, est modus in rebus.

Beh ma chiaramente quelli sono casi estremi, criticabili tanto quanto quelli che cazzeggiano come animali. Laurearsi in tempo e con buoni risultati non implica necessariamente annullare la proprio vita. Io avevo un ragazza, uscivo con gli amici, navigavo, videogiocavo. Insomma, curavo i miei interessi, ma tutto questo non mi ha impedito di studiare in modo decente.
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Offline Seppia

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Re: Esami e valutazioni: TFPers dietro la lavagna
« Risposta #1156 il: 05 Gen 2011, 22:56 »
ma infatti aho
io mi son divertito, giocavo a basket tre volte a settimana, uscivo la sera, avevo una donna, lavoravo part time tra le 10 e le 20 ore settimanali, viaggiavo, ho pure fatto l'erasmus e mi sono laureato in tempo (l'ultimissima sessione in corso ^^) con 108.
anche li tipo ci siam laureati in tempo in 25 su 1200 iscritti al primo anno ma non e' che io fossi un genio o abbia rinunciato alla vita, solo ci vuole un minimo di costanza ed applicazione, unito al fatto di non considerare nemmeno l'ipotesi di laurearsi tardi

infatti la sconfitta dell'universitario e' quella di dirsi, al primo anno "ehh ma tanto nessuno finisce in tempo"\
cosi si entra nell'ordine delle idee del ritardo, che e' una cosa molto italiana, e si perde dal day 1
"Se vuoi lavorare con i piedi in mostra vai a vendere il cocco in spiaggia"
Cit. Vn Vomo Givsto

Offline Castalia83

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Re: Esami e valutazioni: TFPers dietro la lavagna
« Risposta #1157 il: 06 Gen 2011, 00:19 »
infatti la sconfitta dell'universitario e' quella di dirsi, al primo anno "ehh ma tanto nessuno finisce in tempo"\
cosi si entra nell'ordine delle idee del ritardo, che e' una cosa molto italiana, e si perde dal day 1
Pensa che a me è successo il contrario, appena entrata (la seconda volta) mi sono auto imposta di dovermi laureare alla prima sessione possibile (luglio 2010) con 110 e lode, ho avuto una mezza crisi al 4 anno quando mi sono resa conto che la media non era dalla mia e 2-3 esami grossi lasciati indietro per problematiche varie, mi stavo veramente rovinando la vita. Poi ho realizzato "beh, anche se mi laureo a ottobre invece che a luglio non cambia nulla, il voto poi...conta fino a un certo punto" e mi sono sentita mooolto meglio e più produttiva :)
O capitano! Mio capitano! E davvero sei qua fra noi, fra noi, me e lui...

armandyno

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Re: Esami e valutazioni: TFPers dietro la lavagna
« Risposta #1158 il: 06 Gen 2011, 00:40 »
In effetti io sono entrato all'università con la mentalità completamente opposta. Ho pensato: sono più grande rispetto alla media e devo comunque mantenermi da solo gli studi, quindi o mi metto sotto e faccio più presto possibile o non ne vale la pena. Se tutto va bene questa triennale (per quello che vale) la prenderò in due anni e 5 mesi, con lode e premio di laurea. Ammesso che non mi fermo.

Offline Mr.Big

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Re: Esami e valutazioni: TFPers dietro la lavagna
« Risposta #1159 il: 06 Gen 2011, 03:53 »
io vi diro', mi laureo a marzo, se Dio vuole.
sono un vecchio bastardo e ho compreso troppo tardi che giurisprudenza mi sta veramente, ma veramente sul cazzo.
siccome però è "una di quelle lauree che ti serve per lavorare", ho stretto i denti e ho detto vabbè, pure se mi fa stracagare vado avanti, sempre meglio che pretendere di fare un lavoro qualsiasi con scienze della comunicazione o filosofia.
sono molto metodico, ma evidentemente molto lento.
ho fatto tipo ventisette esami in 10 anni, che è una vergogna e lo ammetto, considerando che sono molto in ritardo.
il problema è che proprio umanamente non ce la facevo a tenermi tutta quella merda in mente.
anche perchè mi rodeva il culo andare impreparato e fare le figure del pippone, tanto per provare.
poi mi sono incagliato in diritto penale, e ci ho messo un anno solo per quello.
e scioccamente ho lasciato gli esami bomba alla fine, e ne sono uscito con molta fatica.
e francamente davanti a una procedura civile, non riesco a concepire come certe persone possano prepararla in meno di nove mesi, come un parto.
ma mi rendo conto che ognuno fa storia a se', e se potessi darmi delle martellate sullo scroto per recuperare il tempo perso lo farei.
soprattutto quando vedo seppia che dice che giocava a basket, usciva, stava dietro alle gonnelle, andava in erasmus e lavorava pure e si è laureato in tempo.
anche perchè io non è che abbia sta media da favola, anzi.
comunque dai, sta per finire, e presto passero' dallo status di bamboccione a quello di sfigatissimo disoccupato feccia della societa'.

Offline MrSpritz

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Re: Esami e valutazioni: TFPers dietro la lavagna
« Risposta #1160 il: 06 Gen 2011, 10:07 »
Non vorrei fare lo stronzo, ma giurisprudenza non è proprio una delle lauree che porta più lavoro.

Forse trovi fu più con filosofia perché siamo in meno :)

Offline Lenin

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Re: Esami e valutazioni: TFPers dietro la lavagna
« Risposta #1161 il: 06 Gen 2011, 10:59 »
Eh, mi sa che mi tocca quotare spritz...
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Offline Neophoeny

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Re: Esami e valutazioni: TFPers dietro la lavagna
« Risposta #1162 il: 06 Gen 2011, 11:31 »
Insomma... proprio filosofia qui vuol dire disoccupazione... magari fisioterapia, infermieristica sono lauree che ti portano subito lavoro!

Offline EGO

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Re: Esami e valutazioni: TFPers dietro la lavagna
« Risposta #1163 il: 06 Gen 2011, 11:40 »
la laurea non e' mica una pietra tombale o un razzo nel culo: viene tendenzialmente vista come un "termometro" di come siete
poi entrano in gioco altre 100000 variabili
una laurea buona e rapida in una materia intelligente aiuta ad avere il colloquio, poi basta. una volta che si e' al colloquio tutto cio' che si e' fatto decade o quasi, li entrate in gioco "voi"
quindi e' chiaro che se poi uno parla "ehhhhh cioeeeeeeeee hmmmmmmmmmmm" sudando e con multipli tic nervosi e' difficile lo assumano a fare vendite nonostante un 110 e lode pompinante all'MIT di Boston

quello che si cerca di dire e' che, tendenzialmente, ha piu' chances di trovare lavoro uno laureato bene, in fretta, in una materia intelligente piuttosto che non uno laureato male, in lungo tempo, in scienza dell'ortofrutta
Però Seppia, insomma, un po' quello che dici sembra contraddittorio. Se la laurea è solo una parte del tutto, allora qual è il problema se uno ci mette tre anni in più a laurearsi per motivi non gravi/eccezionali/nobili, ma poi è effettivamente molto bravo, molto preparato e insomma è proprio la persona giusta per quel tipo di lavoro?
Per dire, un mio compagno di corso di quelli eccellentissimi da 100 e lode e menzione d'onore si è laureato con un anno e due mesi di ritardo (sessione di settembre del 7° anno). E' uno che avrebbe potuto tranquillamente finire in tempo, anche, perché di famiglia benestante (quindi in grado di permettersi i libri e gli strumenti migliori e di non dover lavorare per mantenersi) ed è uno di quei tipi per cui le giornate sembrano durare 36 ore, capace di stare ore e ore ad assimilare poche pagine ma con una memoria di ferro. Eppure ci metteva secoli a preparare gli esami, non andava a sostenerli se non aveva studiato ogni riga possibile, e quindi i suoi tempi si dilatavano. Invece un altro mio compagno di corso, altrettanto brillante, studioso ma anche sportivo, con ragazza e vita sociale, si è laureato con uguale successo, ma alla prima sessione disponibile. Io li considero di pari valore professionale, e lo stanno dimostrando.

Altra cosa: sappiamo che esistono delle menti particolari, eccellenti nella pratica ma in difficoltà ad assimilare la teoria nei modi previsti dalla tradizione universitaria. Il tipo che ha voti nella media, ma poi sul lavoro dà la birra a chiunque. Eppure, io credo che inizialmente le selezioni di lavoro valutino molto il voto di laurea, e che il tipo geniale ma con voti solo nella media in diversi casi non verrà considerato come prima scelta per eventuali incarichi di grande prestigio o responsabilità. Invece io ho conosciuto persone (curiosamente, quasi tutte donne) che sì, si sono laureate con millemila e lode, però sono le classiche persone che quando il pezzo del puzzle è chiaramente quello sbagliato, loro lo prendono a pugni per farlo entrare di forza ^__^ Sono quelle persone che quando il caso che si trovano davanti non è esattamente come l'hanno studiato, impazziscono per ridurlo esattamente al modello che loro conoscono. Eppure sono considerate supereccezzziunali per il voto di laurea (ovviamente eccelso: il loro modo di studiare è esattamente quello che l'università si aspetta da loro). Queste però sono poi le persone che accettano supinamente qualsiasi influenza dall'alto, senza iniziativa personale. Infatti sono frustratissime già all'università.


Chi dice che studiare è più duro di lavorare non ha mai lavorato.
Ahiiiii ahi ahi, questa la boccio in pieno, almeno in base alla mia esperienza personale. Non sono uno che si ammazza di lavoro (tranne quando è necessario: allora sono pronto a farlo), ma davvero, anche la peggior giornata di lavoro che ho avuto finora non la cambierei con i periodi di studio. Perché lavorare mi dà soddisfazione, è un'attività concreta, mentre studiare per me ha sempre avuto una componente astratta troppo grande: solo in pochi casi l'ho percepita come un'attività svolta per me, per il mio interesse. Preferivo aiutare chiunque ne avesse bisogno a svolgere lavori manuali, piuttosto che studiare per l'università (a scuola era diverso), perché lo studio senza applicazione lo trovo veramente faticoso (ed è una delle ragioni per cui non concepisco tutti i segoni mentali che gli psichiatri chiamano i "modelli" della loro disciplina). Il lavoro mi dà stress solo quando: a) mi sento inadeguato alla situazione, cioè non ho ancora abbastanza esperienza di un determinato caso, e b) quando mi trovo davanti persone chiaramente inconcilianti, quelle che ogni cosa che farai per loro non andrà comunque bene. Invece lo studio universitario mi ha stressato sempre e comunque. YMMV.

Offline Darrosquall

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Re: Esami e valutazioni: TFPers dietro la lavagna
« Risposta #1164 il: 06 Gen 2011, 11:51 »
eh, ego, mi sembri che parli di una mia amica collega. Lei si è laureata a luglio quindi sulla carta un anno prima di me se non di più, e certe materie le studiavamo assieme che proprio non ci arrivava con la testa, e registrava a memoria. Ora sta lavorando come tirocinante in uno studio di commercialista, sta prendendo pure la specialistica, però boh, ho idea che si fermi lì se la prendono.
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Un sito di appassionati, come voi, di viggì e giochi

Offline Neophoeny

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Re: Esami e valutazioni: TFPers dietro la lavagna
« Risposta #1165 il: 06 Gen 2011, 11:58 »
Io quest'anno sto andando al primo fuoricorso, mi sta cominciando a pesare, spero di finire prima possibile, non ho più l'entusiasmo che avevo prima. Diciamo che prima non andavo a fare un'esame se non mi sentivo discretamente preparato, adesso ci vado a kamikaze e se arrivo a studiare va bene, se no mi presento con quello che so e  via, purchè si vada avanti. Nel mentre lavoricchio il finesettimana perchè è troppo frustrante studiare per una laurea magistrale senza guadagnarsi da vivere per tutto questo tempo.
Comunque lo studio non può paragonarsi col lavoro! Il lavoro per quanto stancante fisicamente si fa con più piacere perchè:
1) magari è quello che ti piace fare nella vita e fai qualcosa di pratico, concreto;
2) hai una remunerazione che comunque sia ti ripaga della fatica;

Quando studi pensi solo: "che palle, quando cazzo finisco quest'università?" e "ma mi servirà o sarò considerato troppo vecchio e la mia laurea sarà inutile?" oppure "ho fatto bene a infilarmi in questo inferno o era meglio emigrare e lavorare a tempo pieno e lasciar perdere l'università?".

Io alcune volte queste domande me le faccio nei momenti di sconforto, ma penso che siano domande diffuse, soprattutto qui al sud dove la disoccupazione è alta. Poi ci penso bene e credo che la mia strada sia quella giusta e che devo stringere i denti e sbrigarmi.

Offline iKenny

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Re: Esami e valutazioni: TFPers dietro la lavagna
« Risposta #1166 il: 06 Gen 2011, 17:28 »
Mi trovo sostanzialmente d'accordo con quanto scritto da EGO. Alla fine lo studio in generale e il laurearsi in particolare di certo non richiedono chissà quale suprema intelligenza. Alla fine con forza di volontà e ore spese sui libri anche il più stupido ce la può fare, magari in tempo e con voti decenti/alti.
C'è anche da dire che in generale per come è strutturata l'università italiana c'è molta poco scrematura tra persone che il cervello lo sanno far lavorare e gli zucconi.
De potessi tornare indietro non rifarei l'università (in generale nessuna facoltà) o quantomeno di certo non la farei in Italia. Sicuramente come esperienza umana può essere una cosa interessante (nel mio caso non ho mai frequentato quindi sono stati solo anni di pigrizia e a posteriori dico onestamente che mi hanno danneggiato).
Di certo considero sbagliato quelli che si chiudono per 3/4/5 anni completamente sui libri, anche se posso capire che magari si ha proprio la passione per ciò che si sta studiando. Personalmente avendo imparato le cose che mi hanno permesso di trovare lavoro nei periodi "liberi" degli anni universitari mi sento dire che fa solo che bene sfruttare quelli anni anche per allargare i propri orizzonti. Ovvio che se uno vuole può fare tutte e due le cose insieme (come ha fatto Andrea).

Offline bubbo

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Re: Esami e valutazioni: TFPers dietro la lavagna
« Risposta #1167 il: 06 Gen 2011, 19:55 »
mi sta cominciando a pesare, spero di finire prima possibile, non ho più l'entusiasmo che avevo prima.

Un tempo anche io ero convinto che passare gli esami fosse solo una questione di applicarsi e metterci tutto l'impegno necessario. Ultimamente mi sono resoconto che è importante il fattore psicologico che evidenzia Neo: se non studi cose che ti interessano è proprio _impossibile_ impegnarsi sufficientemente. Ce la puoi fare per qualche esame, ma non per un intero corso di laurea.
Le persone che riescono a studiare come dei matti solo per ottenere il titolo di studio mi spaventano. Se mi occupassi di selezione del personale e avessi di fronte uno a un colloquio che mi dice di essersi laureato parecchio fuori corso per prima cosa gli darei un abbraccione e poi gli direi "stai tranquillo è tutto finito". Perchè chi si laurea fuori corso, se non ci sono particolari motivazioni come il lavoro, è uno che odia ciò che ha studiato.
Io non ho mai lavorato ma non penso che ci sia una vita peggiore dello studente demotivato. Un lavoratore, per quanto il suo lavoro faccia schifo (anche lo sbudellatore di pesce) avrà sempre una motivazione: la remunerazione.
bubbo

Offline Neophoeny

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Re: Esami e valutazioni: TFPers dietro la lavagna
« Risposta #1168 il: 06 Gen 2011, 20:12 »
Io non odio in generale il mio corso di laurea (giurisprudenza), se no mi sarei già ritirato, ma nella laurea magistrale hanno inserito alcune materie di cui non mi importa niente e che prima non c'erano (le hanno aggiunte solo per aumentare le cattedre? i più maliziosi pensano di sì) come le materie filosofiche (deontologia, critica del diritto, filosofia del diritto che già c'era) e quelle storiche (storia del diritto romano, istituzioni di diritto romano, giurisprudenza romana, storia del diritto medievale e moderno 1 e storia del diritto medievale e moderno 2). Mi sembrano un po' troppe e poco interessanti e secondo me dovrebbero essere facoltative come in altre facoltà del nord dove lo sono o comunque sono poco impegnative. A Palermo hanno la fissazione soprattutto per il diritto romano. Per carità, certamente allargare i propri orizzonti non fa male, ma cazzo dare troppa importanza a queste materie (alcune di queste veramente ripetitive e inutili) sono una perdita abissale di tempo e di voglia. Preferirei che fosse obbligatorio la materia di procedura penale del minore (facoltativa) o altre materie che a me interessano di più e che secondo me sono più importanti della critica del diritto, della deontologia (unica cattedra in italia presente a palermo a quanto dice la prof) o della storia del diritto suddivisa in 5 materie (cazzo cinque materie storiche!!!!). Oppure fare delle materie in cui ti insegnano (nei giusti limiti perchè poi c'è il praticatanto) a mettere in pratica le nozioni con degli atti concreti nell'avvocatura, magistratura e professione notarile, invece ogni volta uno esce dall'università dopo 5-6 anni e non sa fare un cazzo di pratico.
Inoltre il mio corso di laurea è strutturato anche male perchè alcune materie le fai al primo o secondo anno e la loro continuazione (ad es. diritto del lavoro 1 e diritto del lavoro 2) la fai al quinto anno e ciò ti costringe a rifarti la prima materia perchè in 3 anni hai dimenticato un bel po' di cose che all'esame pretendono di sapere come se le avessi fatte nel mese scorso. Basterebbe ad es. fare un'unica materia annuale e dividerla in moduli, ma farla tutta di seguito, come avviene alla Lumsa, l'università privata di giurisprudenza.

Questo per fare capire che in generale un corso di laurea può piacere, ma certe volte come nel caso mio, è organizzato e strutturato così male che ti fanno perdere tempo e voglia e alla fine arrivi alla laurea molto stanco.

Offline Mr.Big

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Re: Esami e valutazioni: TFPers dietro la lavagna
« Risposta #1169 il: 06 Gen 2011, 20:18 »
Non vorrei fare lo stronzo, ma giurisprudenza non è proprio una delle lauree che porta più lavoro.

Forse trovi fu più con filosofia perché siamo in meno :)

ma no dai, le basi per concorsi pubblici e uffici legali di banche e aziende mi sembrano una discreta garanzia