La democrazia diretta necessita di accessibilità, in diretta opposizione allo 'strumento Internet' che è ben lungi dall'essere totalmente partecipativo, almeno sul suolo nostrano.
Invece questo è uno dei punti più interessanti dell'internetcrazia [...]: solo chi ha un certo grado di istruzione può accedere ad Internet e quindi partecipare alla vita politica.
Interessante o no, è in contraddizione con quanto si prefiggono (corsivo e grassetto sono miei, per evidenziare il punto):
Ridare alla democrazia il suo respiro originale e profondo. Riconsegnarle il significato che è radice incancellabile della propria etimologia. Riportare la legittimazione delle scelte alla vera ed indiscutibile volontà dei cittadini. Da questi desideri nasce l’idea che ci riunisce intorno ad Internetcrazia, un partito che propone di tornare alla collegialità nelle decisioni.
Mi chiedo se si possa aspirare a rivolgersi alla collettività usando uno strumento ancora elitario.
Attenzione: non sto dando un giudizio sui loro intenti, faccio notare l'incoerenza intrinseca dei propositi. La politica insegna che più si vuole ampliare la base d'ascolto, più il messaggio deve essere diretto e facilmente accessibile (da non confondersi con 'messaggio facile e direttamente accessibile' - cioè la missione per il politico d.o.c. è 'poche parole e ben confuse').
Non credete poi che, proprio perchè arretrati/ignoranti/quello che volete voi, sia giunto il momento di tirarci fuori da tale situazione con qualcosa di nuovo?
O forse gli ignoranti non meritano alcuna possibilità di riscatto, e saremo costretti a rimanere in questo brodo fino a data da stabilirsi?
Ammesso esistano 'gli' ignoranti (ognuno lo è, per gli altri), ci sono modi 'nuovi' più efficaci per dare
possibilità di riscatto a questi presunti ignoranti. Il primo che mi viene in mente è il voto tramite cellulare. Metodo:
- mi arriva un sms con i dati partito/candidato
- invio un sms indicando il mio voto
- ricevo un sms di conferma
A monte, le compagnie telefoniche incrociano il numero di telefono con la registrazione del nominativo del contratto e garantiscono l'univocità e la validità del voto.
Si tratta del concetto di 'voto elettronico', però decentralizzato a favore dell'accessibilità.
Non mi dilungo in dettagli tecnici sulla fattibilità (nella fattispecie, so che 1c0n può formalizzarli meglio del sottoscritto); i vantaggi sarebbero molto maggiori e più immediatamente tangibili rispetto altre modalità, prima fra tutte Internet.
Il problema semmai è un altro: siamo culturalmente pronti a votare fuori dalle cabine? Alla fine, di questo si tratta.