Autore Topic: ICO e Wanda to Kyozou:Gli Archetipi, i Simboli, il Mito.  (Letto 4161 volte)

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Offline Xibal

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Eccoci qui per affrontare l'analisi di quelli che a buona ragione possono essere
considerati i titoli più originali e coraggiosi disponibili nella softeca di Playstation2, assieme a pochi altri come Metal Gear Solid 2.
ICO e Shadow of the Colossus.

O per scoprire quanto potenti siano le droghe di cui faccio uso :lol:

Nonostante il parto successivo della prolifica mente di Ueda sia da considerarsi slegato da ICO in quanto a continuità logico temporale, nondimeno vi è profondamente legato a livello concettuale ed ideologico, anzi dovremmo concludere, come cercherò di fare nella mia trattazione, che ne sia addirittura il presupposto fondamentale.
Tuttavia essendo che  tutti noi abbiamo affrontato per primo ICO, il cui nome ci ricorda sia la metafisica surreale di De Chirico che il termine giapponese per "parte", allora tratterò per primo questo, il che mi consentirà anche di introdurre e sviluppare quello che riconosco essere un lavoro assai più arduo, l'esplicazione di Shadow of the Colossus, che per comodità chiamerò d'ora in poi Wanda.

Durante la mia trattazione farò riferimento a Tradizioni o Miti particolari, o a interpretazioni "suggestive" di certi episodi più o meno noti, tuttavia vorrei che il dibattito successivo vertesse più sulla pregnanza e suggestività della teoria in se', che non sulla veridicità o meno dei miti e delle tradizioni da me citate, poichè si svierebbe grandemente dallo scopo di questo topic, che è parlare della potenza evocativa di questi due titoli.

Ho tagliato qualcosa dall’idea originale per evitare di rendere la trattazione troppo pesante e noiosa, nel caso qualcuno volesse chiarimenti ovviamente questo mio piccolo saggio non è che il trampolino per intavolare, eventualmente, una interessante discussione.

Iniziamo.


Cave of Mind(Howl's Moving Castle o.s.t) o Il Labirinto.

"Sposare un altro significa rimanere due.Contrarre un matrimonio è qualcos'altro; significa diventare un' unica cosa.
Quello che rimane doppio, invecchia e muore, perchè sta al di fuori del presente segreto"(Gustav Meyrink).


In ICO il protagonista è un ragazzo di giovane età dotato di un paio di corna, che apparentemente ne rappresentano un carattere di unicità all'interno della propria comunità, la quale lo conduce all'interno di un castello labirintico chiuso dentro un sarcofago.
Liberatosi casualmente dal sarcofago in cui è sepolto vivo, il ragazzo si accorge di non essere solo, ma che anche una leggiadra ragazza, eterea come la luce, è tenuta rinchiusa in quel castello da forze misteriose.

Inizia qui il viaggio dei due per fuggire dal castello, lottando con le ombre, e tenendosi per mano.

Esiste un mito classico che presenta diverse similitudini con questa storia, la storia di Teseo e Arianna.
Secondo questo mito Teseo deve affrontare un labirinto dentro il quale è rinchiuso un essere bestiale, mezzo uomo e mezzo toro, e per farlo dovrà necessariamente farsi guidare dal filo lasciato da una donna, Arianna, dopo avere sconfitto il Minotauro, per non perdersi e uscire alla luce.

Ma esiste anche un'altra storia che presenta diverse similitudini con questa e con quella di ICO.
Sto parlando de "IL Flauto Magico" di Wolfgang Amadeus Mozart.

In questa opera grandiosa il nobile Tamino si innamora della principessa Pamina, figlia della Regina della Notte, la quale tuttavia viene rapita dal suo arci nemico Sarastro.
Durante la sua avventura Tamino scoprirà che in realtà Sarastro è un emissario della Luce, e che la vera nemica è la Regina della Notte, che tiene imprigionata Pamina a lei, e che dovrà superare delle prove iniziatiche prima di poter riuscire a sconfinggerla.
"Con purezza d'animo io vi annuncio che Tamino, figlio di Re, desidera contemplare nel luogo santo la più viva luce...Pamina è stata destinata dagli dei a questo leggiadro giovane. Perciò l'ho strappata alla madre orgogliosa, una donna superba che spera di ammaliare il popolo con l'inganno e la superstizione, e di distruggere il tempio degli iniziati.Ma non vi riuscirà...Tamino avrà assegnato il compito di punire il male."(Sarastro).

Quale legame è dunque sotteso tra ICO e le due storie che ho brevemente accennato?

Il labirinto è da sempre stato uno dei simboli archetipali per eccellenza nel mondo antico, strettamente connesso al processo inziatico, al cammino che ogni uomo doveva intraprendere per raggiungere il suo centro interiore, associato in genere al cuore e la sole.
La stessa parola "Labirinto" richiama il latino "Labor Inter", ovvero "Lavoro Interiore", quel processo di perfezionamento individuale che avrebbe portato l'uomo a conoscere il suo Se', risvegliandone dunque la matrice animica, l'anima, identificata come una donna che non si possiede fisicamente, ma che si ama perchè parte integrante dell'uomo stesso come autocoscienza e Conoscenza.

Ecco che nel mito di Teseo e Arianna il protagonista deve affrontare il proprio labirinto interiore per raggiungere la parte più bestiale di se stesso, gli istinti sessuali che portano a volere dominare fisicamente la componente femminile, e nel mito rappresentati appunto dal minotauro, ovvero dall'uomo per metà animale, sconfitto il quale Teseo potrà tornare a rivedere la luce grazie alla guida della sua anima/donna, a cui si accompagnerà dolcemente.

Allo stesso modo ne IL Flauto Magico abbiamo una versione di questo Mito, in cui i protagonisti sono Tamino, l'uomo che deve affrontare delle prove, Pamina, la donna che deve essere liberata/risvegliata, e la Regina della Notte, cioè il simbolo delle Tenebre della materia che tengono imprigionata l'anima.

In ICO ritroviamo tutti questi elementi, abbiamo il labirinto da affrontare da parte di un ragazzo che è per metà uomo e metà toro, e in tal caso la figura del Minotauro come animalità da sconfiggere e uomo che vi lotta contro sono direttamente sintetizzate nella figura di ICO, e non è sbagliato poichè da quanto detto è chiaro che sempre di "labor inter" si parli.
E abbiamo una ragazza eterea, leggiadra, quasi impalpabile, che dobbiamo liberare dalle grinfie di una terribile Regina della Notte.
Nel compiere il nostro viaggio dovremo affrontare delle ombre scure, le quali vogliono impadronirsi della ragazza con la forza e trascinarla via da noi.
Ecco che le Tenebre della materia intervengono per cercare di infettare il nostro rapporto assolutamente puro con la nostra ragazza/anima, e da cui dovremo difenderci e difenderla soprattutto, poichè di fatto quelle tenebre ci appartengono, e dunque non sono tanto lesive nei nostri confronti, quanto verso quella che di fatto è la nostra anima.

Al termine del nostro viaggio ICO dovrà sconfiggere la Regina delle Tenebre, ma questo non prima di avere superato l'ultima prova, ovvero il lottare contro delle ombre che sono in tutto e per tutto identiche a noi, a simbolizzare come la sfida sia proprio il combattere contro se stessi.

Per sconfiggere la Regina delle Notte, ICO ovviamente farà affidamento su quello che potrebbe essere considerato un clichè dei videogiochi ma anche di tanta letteratura o cinematografica che dir si voglia: la spada.

In effetti tuttavia essa ha un significato che nel corso dei secoli si è in parte perso, sopravvivendo più o meno celato all'interno di vari miti.
Il fratello di Maometto chiamava essa "Mannaia di vertebre", e con questo si riferiva evidentemente al simbolismo profondamente insito in essa di Verbo che può distruggere così come creare.
Non è un caso che le parole inglesi per sword(spada) e word(parola) si assomiglino a tal punto, così come la parola italiana per "verbo", che apparentemente non sembra avere etimologia, è in realtà parente stretta della parola ebraica "hereb" o "herb", che significa appunto "spada".

La spada dunque simboleggia quel potere divino insito nell'uomo che abbia risvegliato se stesso, prendendo coscienza della propria natura di figlio di Dio creato a sua immagine e somiglianza, attraverso l'amore coltivato tramite la donna, la sua anima interiore(che come detto sopra va' "presa per mano", non dominata con la forza).
La stessa "Spada nella Roccia", Excalibur, altro non è, se ben osservata che la rappresentazione della croce sul Golgota, e allo stesso tempo ad un livello superiore, della spina dorsale umana che poggia sull' osso sacro(il cui termine "sacro" non è dunque messo li a caso, come al solito), da cui si pensa che si risvegli fisiologicamente parlando questa consapevolezza e dunque la forza con cui sconfiggere definitivamente la propria componente animale e materiale:La Regina della Notte che si oppone a quella della Luce, rappresentata da Yorda.

Torneremo più avanti sul simbolismo della spada e sulla sua importanza quando affronteremo il discorso Wanda.

E' interessante notare come ICO nel corso della sua avventura non riesca assolutamente a comprendere la lingua parlata da Yorda, a simboleggiare come in effetti l'uomo nel corso della sua vita sia incapace di comprendere la sua parte più intima se non dopo averla risvegliata.
Una volta rigiocato, non solo comprenderemo le sue parole, ma avremo a disposizione anche una spada di luce, immagine per eccellenza del potere di chi
sia entrato in comunione con se stesso e con l'universo(la spada laser è l'arma simbolo proprio di quella casta di uomini che abbiano raggiunto tale percezione e consapevolezza in un'altra opera di grande pregio: i Jedi.Ma questa è un'altra storia.).

Al termine dell'avventura il castello crolla su se stesso nelle acque, e proprio dalle acque, simbolo per eccellenza del battesimo e della rinascita spirituale, uscirà ICO per ritrovare Yorda.

In a God’s Country(U2) o l’Autoimmolazione.

“Occorre che io diminuisca, affinché Lui cresca”(Giovanni Battista).

E veniamo dunque a Wanda, ultimo capolavoro della premiata ditta Ueda.

Qui impersoniamo un cavaliere che, desideroso di riportare in vita una donna, si reca presso un tempio e accetta la sfida di un Dio di affrontare sedici Colossi sparsi per una terra pressocchè desolata, utilizzando il potere della spada che porta al fianco, grazie alla quale riesce a ricacciare le ombre che all’inizio della sua avventura si stavano per lanciare sulla sua bella e sulla sua cavalcatura, Agro.

Anche in questo capitolo possiamo ritrovare gli stessi elementi fondamentali che avevano caratterizzato l’avventura iniziatica di ICO e quindi il mito di Teseo e Arianna, cioè un individuo maschile metà uomo e metà animale(il centauro Wanda), una ragazza da “risvegliare”, dei labirinti da affrontare e delle bestie da sconfiggere.
Tuttavia questa volta gli elementi oltre ad essere riproposti in chiave allegoricamente differente, assurgono anche ad ulteriori significati essenziali per la comprensione di quello che, di fatto, si configura come un prequel non tanto temporale, quanto concettuale ed ideologico.
Fermo restando che il cammino di cui stiamo parlando sia circolare, e dunque Inizio e Fine tendano sempre a sfiorarsi o coincidere.
Ma prima di affrontare l’argomento nello specifico, sarà bene introdurre un Mito molto antico che presenta gli stessi caratteri, seppur ancora una volta presentati in chiave diversa.

Il Mito di Caino e Abele.

Qain e Abel.

Tradizionalmente la vicenda di Caino e Abele si configura come il primo vero assassinio della storia dell’umanità sulla terra, e il primo atto di violenza fisica perpetrato nei confronti di un proprio simile dall’uomo.
Tuttavia osservando questo mito da un’altra ottica, si potrà notare come in verità si parli di una violenza finalizzata a ben altro che la malvagità di cui si parla nella Bibbia stessa.

In Grecia la doppia natura umana-divina dell’uomo era codificata nel Mito dei Dioscuri:
Castore mortale e Polluce immortale, inseparabili uno dall’altro.
Castore muore in combattimento, che è il corrispettivo della campagna di Caino, e Polluce ascende in cielo, ma chiede a Zeus di ridare la vita a suo fratello, rinunciando in cambio a metà della sua immortalità.
Lo stesso Mito si ritrova nelle figure dualistiche di Horus e Seth.

Nella figura del cosiddetto “primogenito” si cela in verità un profondo simbolismo legato non all’idea di un primato di natura anagrafica, quanto all’idea di una nascita spirituale avvenuta primariamente.
E questo ci riporta ad esempio anche al dualismo Giovanni Battista Gesù, dove il primo afferma “Verrà uno dopo di me, che è nato prima di me”.
L’essere spirituale, che è la causa, ciò che è “Vivo”, viene sempre prima dell’essere materiale, che ne è l’effetto e l’ombra, e quindi “morto”.
Ecce Homo, il nuovo spirito che venendo, dominerà la natura “umana” di Gesù.

La componente umana dunque va’ sacrificata per far crescere la parte divina(vedi la frase riportata ad inizio di capitolo), come dice anche San Paolo affermando “Ma anche se il nostro uomo esteriore si va disfacendo, quello interiore si rinnova di giorno in giorno…Le cose vecchie sono passate, ecco ne sono nate di nuove”.

Dunque Caino e Abele non sono da intendere come due individui separati, ma come lo stesso essere umano sul punto di accingersi ad elevare la sua componente divina e forte sacrificando quella umana e debole.
Non è un caso che il termine “Abel” in ebraico significhi proprio “debolezza, vanità”, e che solo Caino avesse il privilegio di ascoltare direttamente la voce del Signore.

Inoltre nel testo si legge come Caino fosse l’agricoltore, il “lavoratore del suolo”, termine spesso utilizzato per indicare il cavaliere iniziato che compie un lavoro di dissodazione della sua terra materiale(il “labor inter” citato in ICO), mentre Abele era il pastore di greggi, di fatto quello che si accompagnava maggiormente alla componente animale.
E dunque ancora non è un caso che se “abel” sia “debolezza e vanità”, Cain sia, nelle lingue semite, il fabbro, dunque il lavoratore dei metalli grezzi per ottenerne la raffinazione, attività questa nata tra l’altro assieme allo sviluppo dell’agricoltura.
E la stessa parola Cain poi si ritroverà in diversi termini che stanno ad indicare la forza regale e centrale, come KNight(Cavaliere), o Khan.
Il suo nome infatti si compone del segno compressivo e tranciante e di quello dell’essere prodotto.
Dunque il suo nome rappresenta l’idea della compressione più forte, della concentrazione e dell’esistenza più centralizzata.
Dunque, ieroglificamente parlando, egli è “Potenza manifestata”.
Ma anche colui che agglomera, che ingloba, che assimila in se’, e quindi che autoimmola.

Lo stesso tema si ritrova nel Mito di San Giorgio e il Drago, dove Giorgio in greco è Gheorgheos, cioè “Contadino”, il quale uccide il Drago, ovvero la parte animale.
Caino dunque si configura come il guerriero spirituale che combatte la sua battaglia contro se stesso, la sua parte materiale ed animale, debole e vana, che è parte integrante di se’.
Se è vero che Mosè abbia acquistato la sua conoscenza in Egitto(Atti 7:22), allora probabilmente ha introdotto nel mito di Caino e Abele(da cui viene, tra l’altro, il termine di “Cannibalismo”) la figura dei sarcedoti egizi Kanu, che erano usi sacrificare se stessi.

Tuttavia l’azione compiuta verso se stessi non è detto che porti al risultato voluto e sperato, infatti come si legge nella Bibbia, o meglio nella traduzione ancora più fedele al testo originale di Antoine Fabre de Olivet, l’istinto animale, la pulsione che porta a dominare fisicamente e con la forza la propria “anima/donna interiore”(vedi trattazione in ICO) è una energia che va dominata e placata, utilizzata per innalzarsi, e non per venirne dominati e bruciati completamente da essa.
Essa, spesso rappresentata come un serpente, infatti in diverse opere viene mostrata o con la testa schiacciata dal piede, simbolo di dominazione della stessa, o con le sue fauci intente a mordere il calcagno, simbolo che la “pestata” non sia andata a buon fine.

“Il Cielo è dei violenti, e i violenti se ne impadroniscono”(Matteo 11:12), ovviamente non ci si riferisce ad una violenza esercitata con altri, ma a quella diretta contro se stessi e la propria parte animale, dunque l’immolazione del proprio se’ materiale.
Ma Caino non riesce nell’impresa di dominare questi istinti, ma li annulla completamente, distrugge del tutto la componente materiale del se’, senza la quale il creato non esisterebbe e l’uomo nemmeno.

Ecco dunque che Caino fallisce poiché utilizza la sua componente divina in maniera sbagliata, divorandosi invece di elevarsi.

Cosa accade al nostro Wanda allora?

“Io mi elevo con i Figli di Caino, bruciato dal fuoco dell’amore”(U2)

Sappiamo che egli è come ICO, ha una parte animale, tuttavia è una componente animale “nobile”, rappresentata dal cavallo, egli di fatto è un Centauro, simbolo di massima saggezza sin dai tempi della Grecia e di dominio della mente e dello spirito sul corpo animale.
E il cavallo stesso si chiama “Agro”, a ricordare dunque la connessione con l’agricoltura e la terra necessitante di essere lavorata e preparata ad accogliere i semi che fruttificheranno.

Ma non solo, egli possiede anche una spada con cui ricaccia le ombre, e qui torniamo ai cenni fatti in precedenza.
Di fatto Wanda non possiede corna come ICO, ha una animalità nobile e possiede la Spada-Energia con cui riesce a ricacciare le sue ombre, cioè gli istinti animaleschi che spingono alla dominazione violenta della propria anima/donna.

Ma c’è un ma…Wanda ha rubato quella spada, essa non gli appartiene, non è sua.
E il suo scopo non è di risvegliare la sua anima che è già in partenza nobile, di dominare i suoi istinti, ma di fatto di riattivarli, poiché il suo scopo è di ridare un corpo fisico alla ragazza.

Ecco allora che nel corso della caccia ai colossi, esseri labirintici e bestiali allo stesso tempo, addosso ai quali Wanda si deve reggere con le proprie forze per dominarne le intemperanze e gli scossoni, di fatto Wanda non lotta contro le sue ombre come faceva ICO, ma colpisce, ferisce e uccide la sua parte animale, liberando al contrario le ombre stesse, che tornano a fare parte di lui.
Con quella stessa Spada, con quel potere che non gli appartiene in quanto non risvegliato tramite la conoscenza del proprio se’ interiore(la ragazza) ma desiderandone la parte fisica, Wanda di fatto utilizza l’energia sessuale, la pulsione per la fisicità, e non per lo spirito.
E dunque non sconfigge le tenebre, ma le accoglie nuovamente in se’.
Lo stesso errore di Caino.

Ad ogni colosso sconfitto Wanda riprende in se’ le tenebre che era riuscito in parte a scacciare con la spada, e contemporaneamente il suo aspetto deteriora, esteriormente ma anche e soprattutto interiormente.
E la flebile voce femminile che si sente durante il sogno prima di risvegliarsi di nuovo al tempio non è mai una voce di gioia o sollievo, ma di sofferenza(qualcuno forse ricorderà la bella immagine nel film “Giovanna d’Arco” di Luc Besson in cui Cristo appare a Giovanna piovendo sangue dalla fronte durante una battaglia furiosa, e dicendole: “Cosa mi stai facendo Giovanna?”).

Allo stesso modo il sacerdote pur sapendo esattamente cosa Wanda stia facendo non lo ferma, anzi aspetta che egli abbia compiuto la sua “caduta”, poiché inevitabile e necessaria affinché ci possa essere un nuovo inizio.

Ed eccoci all’ultimo colosso, che forse non casualmente è quello che in viso ricorda maggiormente lo stesso Dormin, il Dio, poiché di fatto, e come confermerà Dormin stesso alla fine, Wanda uccidendo quei colossi ha ucciso il Dio, e dunque ha ucciso se stesso, la scintilla divina in lui presente, sacrificando lo spirito alla carne e martoriando la propria carne per darne alla sua anima/donna.

Interessante come proprio prima di affrontare questo colosso Wanda perda Agro, simbolizzando con questo la perdita, con quell’ultimo atto, della propria animalità nobile ed ammaestrata, dominata, per compiere l’atto finale della propria caduta.

Non credo sia a questo punto necessario tornare su cosa accadrà al nostro Wanda alla fine di tutto questo, tuttavia è importante che io sottolinei come al termine di tutto la Spada venga utilizzata in un modo particolare, lanciata in uno specchio d’acqua da cui si genererà una forza capace di sigillare le Tenebre che si sono impossessate di Wanda.

Nel ciclo arturiano la spada Excalibur ad un momento della vicenda viene spezzata, e Artù potrà riforgiarla solo tramite la Dama del Lago, la quale rappresenta proprio l’anima, la componente acquea e femminile in grado di risvegliare, se coltivata e “presa per mano”, quel potere latente di cui abbiamo parlato sopra.
Nel nostro caso la Spada dopo il “miracolo” finale scompare, come a sottolineare il fatto che essa ora sia contenuta all’interno di Wanda stesso, sigillata e quindi “latente”, in attesa di essere nuovamente risvegliata attraverso un cammino iniziatico, come quello intrapreso da ICO.

Wanda dunque rinasce, ma non nei termini in cui avviene la rinascita battesimale di ICO, quanto esattamente al contrario, in maniera speculare, riassorbendo in se’ le tenebre e risigillando, celandolo dunque, il potere divino al suo interno, Wanda non fa altro che riacquistare quello che per capirci potremmo definire “peccato originale”, la sua condizione  quasi totalmente umana e quindi in parte bestiale(gli spuntano le corna), mentre quella che era una animalità nobile nella figura di Agro, torna “zoppa”, e quindi menomata nella sua essenza, in attesa che Wanda possa intraprendere stavolta il giusto cammino, quello intrapreso da ICO.

Lo stesso augurio che fa tra se’ e se’ il sacerdote, prima di allontanarsi definitivamente da quel luogo in cui l’uomo è crollato, esattamente come crolla il ponte che porta al labirinto/castello, dunque agli inferi dell’uomo(cioè i suoi bassi istinti) per essere affrontato e per rinascere da esso, ma che stavolta ha portato ad una caduta.
Quel ponte che stranamente nella sua architettura assomiglia ad una colonna vertebrale con le sue costole, e dunque ancora una volta l’immagine della caduta, poiché il cammino che porta al risveglio di quel potere latente nella “roccia”(l’osso sacro) verso la testa(la propria coscienza interiore) attraverso il cuore(dunque con la mediazione dell’Amore), è stato questa volta percorso al contrario.

Wanda è la caduta, ICO la rinascita, ICO è il cammino verso Dio, Wanda ne è l’allontanamento.
Ma come detto il percorso è circolare, e dunque l’uno è indissolubile dall’altro.
Come l’uomo dalla sua anima, e l’uomo dalla sua animalità.

Termina qui questa mia analisi di quelli che personalmente considero, indipendentemente dalle mie considerazioni personali avulse dal contesto videoludico, due dei più grandi, profondi ed emozionanti titoli della storia, e che come tutte le grandi opere incarnano in se’
I minimi comuni denominatori della sensibilità umana, della sua storia, della sua cultura.
E del suo spirito.

Chiudo con una frase di Hideo Kojima tratta da una sua intervista, in cui ipotizza le possibilità offerte dalle nuove generazioni di console.

next-generation game development would go further than improvements in graphics and sound, allowing for "more conceptual things or even spiritual elements".

Evidentemente non c’è bisogno delle nuove generazioni per ottenere quanto contenuto tra virgolette. :wink:
"Hai mai visto un italiano tirare i fili?"
"Solo in un teatro delle marionette" (Red Dead Redemption 2)

Offline ferruccio

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ICO e Wanda to Kyozou:Gli Archetipi, i Simboli, il Mito.
« Risposta #1 il: 09 Dic 2005, 15:03 »
Acciderboli. Bel pezzo, Xibal.
Se mi dicevi che lo stavi scrivendo avremmo potuto affiancare il tuo e il mio saggio.
E allora Mozart?

Offline AIO

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ICO e Wanda to Kyozou:Gli Archetipi, i Simboli, il Mito.
« Risposta #2 il: 09 Dic 2005, 17:11 »
Citazione
vorrei che il dibattito successivo vertesse più sulla pregnanza e suggestività della teoria in se', che non sulla veridicità o meno dei miti e delle tradizioni da me citate, poichè si svierebbe grandemente dallo scopo di questo topic, che è parlare della potenza evocativa di questi due titoli.


D'accordo.
Innanzitutto mi scuso per non aver letto proprio tutto; mi perdoni?
Proseguo il topic perché mi interessa parlare del significato del mito in Colossus, anche se preferirei personalmente soffermarmi meno sui paralleli e far emergere quanto si denota giocando alla fantastica avventura inventata dal team di Ueda.

1. C'è del mistero attorno ai ICO e Colossus. Nel senso che ci si affaccia su un mito che pare non inventato per un videogioco. Abbiamo bisogno di risposte, vorremmo in qualche modo inquadrare il mondo virtuale che abbiamo esplorato.
Ma come per altre opere della creatività umana, spesso queste risposte non sono univoche, ma molteplici, a seconda del fruitore. Pensiamo ad esempio ad Evangelion. Incompleto? Misterioso? Deludente? Le interpretazioni di alcuni punti nevralgici della storia potrebbero essere molteplici. Perchè?
Perché, VOLUTAMENTE, non sono nè delineati nè spiegati.
La risposta sta in ciò che proviamo.

2.Dal mio punto di vista la mitologia creata nei due titoli è un sorprendente mix tra le leggende celtiche e i miti aztechi, soprattutto nell'evocazione visiva.
Mi viene in mente anche il mito di Ercole per Colossus, e altre leggende greche come quella di Morfeo, deciso a resuscitare Euridice.

3.Inoltre "i mostri", i colossi, o i nemici di ICO, non sono esattamente dei "cattivi". Hanno un esistenza necessaria, tipica di una visione filosofica orientale.
Cos'è il male? Chi è in fondo dannato, come ICO o Wander? Oppure chi vuole fermarlo? Come ha osato Wander allearsi con Dormin (notare: l'inverso di Nimrod, divinità oscura)? I finali sono positivi o negativi? Sono domande estranee a un concetto di unità del cosmo.
Esiste un destino, che deve essere compiuto.

Questo ed altri fattori rendono ICO e Colossus dei nuovi miti, raccontati attraverso il videogioco.
E se ci si pensa, è davvero qualcosa di meraviglioso.

Considero i videogames un'immane perdita di tempo, un veicolo di fuga dal reale, nonché un pericoloso generator

Offline GuK

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« Risposta #3 il: 16 Mar 2006, 20:44 »
Finalmente ho potuto leggere questo tuo saggio.
Analisi dell'opera (Shadow and the Colossus/ICO) di Ueda & Co. assolutamente perfetta...e credo vicinissima a quella nelle menti dei creatori della saga, grandissimo Xibal!!! :oops:

Offline GuK

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« Risposta #4 il: 16 Mar 2006, 20:49 »
Citazione da: "AIO"
...Dormin (notare: l'inverso di Nimrod, divinità oscura)

Stessa osservazione che anche io avevo sottolineato nel thread ufficiale, leggi qui comunque...
'iao! :P

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« Risposta #5 il: 16 Mar 2006, 23:43 »
Citazione da: "ferruccio"
Acciderboli. Bel pezzo, Xibal.
Se mi dicevi che lo stavi scrivendo avremmo potuto affiancare il tuo e il mio saggio.

Dove lo posso recuperare il tuo?

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« Risposta #6 il: 17 Mar 2006, 12:47 »
Kudos a Xibal: la meta-analisi che sei riuscito a costruire è ammirevole.

Offline AIO

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« Risposta #7 il: 17 Mar 2006, 13:41 »
Citazione da: "GuK"
Citazione da: "AIO"
...Dormin (notare: l'inverso di Nimrod, divinità oscura)

Stessa osservazione che anche io avevo sottolineato nel thread ufficiale, leggi qui comunque...
'iao! :P


Sì, il bello è che il sagio di Ferruccio fa un paragone tra Angeli di Evangelion e Colossi, io avevo fatto il paragone tra il finale "amorfo" di EVA e l'oscurità della trama di Colossus...
QUando si arriva a conclusioni simili significa che si è molto vicini al vero!

EDIT: a proposito, per il saggio di Ferruccio devi setacciare Defrstpleis, ovviamente.
'iao! [cit.]

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Offline GuK

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« Risposta #8 il: 17 Mar 2006, 18:16 »
Citazione da: "AIO"
Citazione da: "GuK"
Citazione da: "AIO"
...Dormin (notare: l'inverso di Nimrod, divinità oscura)

Stessa osservazione che anche io avevo sottolineato nel thread ufficiale, leggi qui comunque...
'iao! :P


Sì, il bello è che il sagio di Ferruccio fa un paragone tra Angeli di Evangelion e Colossi, io avevo fatto il paragone tra il finale "amorfo" di EVA e l'oscurità della trama di Colossus...
QUando si arriva a conclusioni simili significa che si è molto vicini al vero!

EDIT: a proposito, per il saggio di Ferruccio devi setacciare Defrstpleis, ovviamente.
'iao! [cit.]

E' na parola... :?
Chi lo trova posterebbe il link?
'assie! :oops:

Offline Sephirot22

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« Risposta #9 il: 17 Mar 2006, 19:06 »
Citazione da: "GuK"
E' na parola... :?
Chi lo trova posterebbe il link?
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Eccolo: Angeli e Colossi: La Vertigine in Shadow of the Colossus e Neon Genesis Evangelion

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« Risposta #10 il: 17 Mar 2006, 19:13 »
Citazione da: "Sephirot22"
Citazione da: "GuK"
E' na parola... :?
Chi lo trova posterebbe il link?
'assie! :oops:

Eccolo: Angeli e Colossi: La Vertigine in Shadow of the Colossus e Neon Genesis Evangelion

Gentilissimo, ora me lo leggo.
'iao! :oops:

Offline AIO

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ICO e Wanda to Kyozou:Gli Archetipi, i Simboli, il Mito.
« Risposta #11 il: 18 Mar 2006, 11:21 »
Quello che non mi piace di Defrstpleis è che non ha un archivio per categorie. Rimediate gente!  :wink:

Considero i videogames un'immane perdita di tempo, un veicolo di fuga dal reale, nonché un pericoloso generator

Offline Ivan F.

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ICO e Wanda to Kyozou:Gli Archetipi, i Simboli, il Mito.
« Risposta #12 il: 18 Mar 2006, 12:45 »
Citazione da: "AIO"
Quello che non mi piace di Defrstpleis è che non ha un archivio per categorie. Rimediate gente!  :wink:

Proponete nel topic dedicato in [F]eed e vediamo se si può fare.
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ICO e Wanda to Kyozou:Gli Archetipi, i Simboli, il Mito.
« Risposta #13 il: 19 Mar 2006, 10:21 »
Citazione da: "Sephirot22"
Citazione da: "GuK"
E' na parola... :?
Chi lo trova posterebbe il link?
'assie! :oops:

Eccolo: Angeli e Colossi: La Vertigine in Shadow of the Colossus e Neon Genesis Evangelion


PS: Gli angeli nella versione originale giappo erano chiamati Shito cioè messaggeri, non Tenshi (ovvero angeli in senso stretto).
Ehi, è vero che il tuo è a colori?"
"Si, l'ho pitturato, lo vuoi proprio vedere?" ATARI....MANNARI!! MERCATINO DI UNNAMED - vendo giochi e fumetti http://tfpforum.it/viewtopic.php?p=441904#441904