Ad una puntata dal finale de L' Alienista.
Tratto da un romanzo di Caleb Carr letto tanto tempo fa e assai gradito, fa parte di quei prodotti che, come l'Iliade, hanno ispirato il film da cui è stato tratto il libro con la copertina del film che ha ispirato il libro. Solo che è ben fatto.
Inserito nel solco del crime thriller psicologico, vanta una sceneggiatura e regia in grado di sospendere le atmosfere e creare il giusto senso di progressione alla ormai solita vicenda a base di serial killer, questa volta calata in un contesto americano che in qualche modo scimmiotta le più celebri vicende londinesi, pur ispirandosi chiaramente ai fatti di cronaca realizzatisi attorno alla figura di Albert Fish.
Cast azzeccatissimo, soprattutto Bruhl e Fanning bravissimi nel delineare i tratti salienti di un passato a fatica represso, ottimo uso di inquadrature che ondeggiano sapientemente tra il vedo-non vedo e l'esplosione improvvisa di dettagli, montaggio un po' schizofrenico che passa da un ordito cucito ad arte sul ritmo narrativo, a stacchi di nero prolungati che fanno pensare ad un lavoro di taglio dell'ultimo minuto.
Intro suggestiva, la serie riesce a tenere viva l'attenzione pur prendendosi licenza di scandire il tempo in maniera compassata, la consiglio...