Autore Topic: [PS2] Forbidden Siren  (Letto 4284 volte)

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Offline Mr.Pickman

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[PS2] Forbidden Siren
« il: 21 Ott 2005, 14:35 »
FORBIDDEN SIREN : La sirena suonerà ancora.

"Alcuni scontrosi taglialegna gli avevano indicato bene la strada per arrivarci; gli avevano detto con fare burbero e rude che il villaggio di Hanuda era molto lontano da tutti gli altri, perso fra le colline di Odachi e Nanbu e che l'avrebbe visto solo all'ultimo momento, nascosto com'era in una valle circolare e profonda; Kyoya aveva letto molto riguardo ad Hanuda. Le leggende che circolavano intorno a questa taciturna e bizzarra comunità fuori dal mondo l'avevano sempre incuriosito, eventi singolari e inspiegabili che si erano verificati e ripetuti fin dal lontano 1976...Mai si sarebbe aspettato, una volta sceso dalla sua inseparbile bicicletta che i suoi occhi avrebbero presto conosciuto la paura..."
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Siren è un delicato e raffinato costrutto ludico che si profila come uno dei pochi, veri capolavori di questa generazione di games per PS2.
Un titolo coraggioso ed innovativo quello che Sony ci presenta, un survival horror che ridisegna il genere da cui attinge a piene mani e lo porta fino alle estreme conseguenze, un concentrato di idee e di terrore miscelate con rara maestria, dopo anni di oblio, torna a scorrere il vero terrore lungo i circuiti emozionali del prestigioso monolite nero di casa Sony.
Preparatevi ad essere trascinati nell'incubo che ha sconvolto Hanuda un piccolo villaggio giapponese immerso in un oscuro passo montano, che si ritrova invaso e posseduto da un male antico, destatosi dopo secoli di sonno, è bastata infatti una violenta scossa tellurica e il lamento lontano di una sirena per richiamare la paura ad Hanuda.
Senza alcun preavviso e senza alcuna spiegazione razionale, il villaggio di Hanuda si è tramutato in un terrificante incubo che ha inghiottito i suoi abitanti, travolti da un destino ben peggiore della morte stessa.
Un lento e atroce supplizio ha mutato i loro sorrisi in smorfie grottesche e ghigni raggrinziti, da esseri umani si sono mutati in ricurve creature umanoidi anchilosate e sconnesse, desiderose solo di uccidere brutalmente chi disturba la loro disumana esistenza e minaccia il segreto del loro villaggio.
Ma non a tutti gli abitanti di Hanuda è toccato un simile baratro di follia e di aberrazione fisica : si contano ad Hanuda una decina di sopravvissuti, ognuno dei quali sarà impegnato nella lotta per la salvezza della propria vita.
Immersi in un mondo oscuro e d'angoscia perenne, questi sopravvissuti dovranno mettersi alla disperata ricerca di una via d'uscita da questo inferno terreno, solo però attraverso gli occhi inettati di sangue degli abitanti di Hanuda troveranno la salavezza dall'orrore che li circonda.
Mentre alcuni di loro fuggiranno da mostruose creature che un tempo erano loro familiari, amici e vicini e mentre altri di loro cadranno sotto i colpi impietosi degli Shibito (morti a metà) noi cominceremo a scoprire cosa si cela dietro al mistero che avvolge Hanuda, tassello dopo tassello..
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Il genio che sigilla questa nuova cronaca allucinante (destinata a crescere progressivamente) è Toyama Teiichiro, autore dell'indimenticabile primo capitolo di Silent Hill (PSX), titolo che ha aperto nuovi insondabili orizzonti sulla concezione della paura psicologica ,a dispetto della formula più diretta di Resident Evil. Forbidden Siren (Siren in Japan) è il secondo - sofferto -parto malsano di questo visionario director nipponico che ancora una volta dimostra di essere all'altezza delle aspettative.

Intreccio - telepatia - paura

Ecco gli ingredienti che si miscelano sapientemente per coniare un gioco eccezionale e davvero innovativo come Siren.
L'archetipo che distingue Forbidden Siren sul piano narrativo stà nell'ambientare tutta la vicenda che il gioco propone, in tre claustrofobiche ed opprimenti giornate ed intersecarla ad hoc in eventi temporali fra i dieci sopravvissuti tra cui spiccano individui deboli ed indifesi, vecchi, donne e bambini.
In pratica : potremo sbloccare certe porte, così come raccogliere certi oggetti o abbandonarli, solo se il giorno prima avremo creato le condizioni per farlo.
Raccogliere gli oggetti in una missione per poi utilizzarli in un'altra fornisce un senso di unità dell'azione e della narrazione del gioco che crea un effetto spaesante come una perdita momentanea della concezione temporale, proprio nel contrasto con la disarticolazione del gioco.
Un intreccio frastagliato di piani temporali dunque, che si susseguono e collassano tra loro in settantadue ore di una storia cronologicamente invalida...un mosaico di ansia ed orrore che si ricompone piano piano e che intercala il giocatore in una atmosfera irreale e malsana.
Altra caratteristica di Siren è la sua stessa struttura di gioco, una costruzione equilibrata ed ibrida che fonde meccaniche tipiche da stealth-game [Metal Gear Solid] e ostici enigmi da avventura grafica in maniera quasi perfetta, una fusione di tanti elementi pre-esistenti messi insieme in maniera superba.
Fin dalla prima partita il giocatore intuisce che Forbidden Siren non concede tregua alcuna.
Il geniale e spiazzante obbligo di impersonificare dieci individui spesso disarmati, spesso deboli e a volte davvero lenti è un ulteriore abbattimento delle regole sancite dai capisaldi del Survival Horror. Ed è ancora più coinvolgente guidarli in questo orrore sapendo che si può solo contare sul proprio acume e ingegno piuttosto che su un corredo d'armi pesanti.
Nessun indizio, nessuna arma, nessun punto di riferimento : sulla mappa non siamo segnalati e non è visualizzato nessun "misuratore di vitalità" ammenicolo tanto caro ai classici "Survival Horror".
Siren costringe il giocatore a sviluppare una strategia per evitare o aggirare i nemici, più ci spingiamo nelle profondità del gioco maggiore sarà la difficoltà di riuscire a non essere individuati dagli Shibito, Il giocatore, aggirandosi disorientato e confuso negli spenti viottoli del villaggio di Hanuda, dovrà portare a termine diverse missioni con ognuno dei dieci personaggi disponibili, in modo da comporre una ramificata struttura di eventi ed azioni che si ripercuoteranno direttamente sulla trama. L'unica metodologia efficace per proseguire una sessione di gioco a Siren è nascondersi nell'ombra e studiare un percorso sicuro da seguire che ci permetta di raggiungere l'obbiettivo senza essere scoperti o peggio braccati dagli infallibili Shibito.
Come chiave enigmistica alla soluzione di Siren, Toyama san ci permette di usufruire del "Sightjack", ossia un misterioso mezzo telepatico che ci consente di "allacciarci" [tramite stick analogico sinistro] con la mente degli Shibito e con quella degli altri sopravvissuti alla tragedia che spesso dovremo scortare o proteggere. Questa formidabile invenzione permette al giocatore di vedere attraverso gli occhi del nemico e di studiare attentamente il percorso da seguire per sfuggire agli implacabili inseguitori. La possibilità di vagliare attentamente la situazione attraverso questa telepatica visione è fondamentale per poter portare a termine le diverse missioni cicliche che andremo ad affrontare.
Questa misteriosa e formidabile arma strategica, che tutti i personaggi possiedono fin da subito, è anche però una arma a doppio taglio, sopratutto per i nervi del giocatore : la sintonizzazione della visuale [simile al tracking di un videoregistratore] è fastidiosa e acusticamente nefasta, il Sightjack ci costringe una volta entrati nel nemico, a sentire i suoni aberranti emessi dagli Shibito i loro mugnugni, i loro pianti isterici e persino i loro spenti dialoghi.
Il Sightjack è l’idea più innovativa e geniale del gioco. Per sopravvivere siamo costretti a vedere con i loro occhi, a sentire con le loro orecchie, costretti a immedesimarci in mostri per sfuggire ai mostri.
Anche il restante universo sonoro di Forbidden Siren è degno di nota, buono il doppiaggio italiano anche se provare a giocare a Siren in audio giapponese, è nettamente una esperienza diversa.
L'esplorazione di questa giungla di suoni Industrial "dell'altro mondo", di suoni della mente, di filastrocche regredite, di frasi perdute, è una colonna sonora mai sentita prima in un videogioco. Risucchiati in una ragnatela di suoni dark-ambient inframezzato da pezzi al limite del rumorismo sonoro, dovremo proseguire nell'avventura...i silenzi diverranno presto cacofonie aberranti se scoperti da un nemico.
Una volta individuati gli Shibito sarà saggio evitare di entrare in contesa con questi terribili esseri immortali (altra novità che inserisce Toyama) gli Shibito non possono essere uccisi, possono essere solo fermati per una manciata di secondi, mentre le loro ferite vengono rimarginate rapidamente. Questo esseri sono davvero abili con le armi da fuoco, con i coltelli, i forconi e le mannaie...gli Shibito sono organizzati e sono nemici davvero formidabili.
La [AI] è gestita molto bene, in men che non si dica il giocatore "al testosterone" si vedrà circondato e ucciso senza possibilità di replica.
L'elemento stealth entra prepotentemente dunque in questo game : nasconditi o sarai ucciso.
Ciò ci conduce a parlare della paura, l'elemento che nobilità maggiormente i videogiochi e che è punto focale dell'esperienza di gioco a Siren.
E' il teorema di Silent Hill che torna in Siren, potenziato, perfezionato nella resa caotica, proseguito negli intenti innovativi con una capacità unica,
In Siren, l'ansia e la paura toccano tasti inediti. Una delle cose più inquetanti del gioco Sony è l'apparente normalità delle locazioni, ma soprattutto, la degenerazione umana degli Shibito. Il loro comportamento che denuncia un'umanità trascesa è davvero terrificante : vederemo Shibito coltivare la terra, altri appendere un quadro, altri ancora guradare la televisione..Questi gesti apparentemente comuni da persone normali, qui sono trasfigurati in maniera ossessiva risultando davvero terrificanti.
I respiri sommessi, le risate isteriche, i pianti convulsi e i mormorii incomprensibili.
Quella che un tempo era gente normale, sta mutando lentamente in qualcosa di diverso, un'umanità che scivola via lentamente, di persone che continuano a mangiare, a martellare sui muri, a correre per controllare un rumore strano. Eppure, parliamo di mostri e non esseri umani.
Siren è un labirinto senza uscita, il giocatore si trova catapultato in una dimensione sottile, un viaggio in un mondo oscuro e senza speranza, proiettato a forza in un caledoscopio di mostruosità astratte emerse da una nefasta e distorta dimensione che sembra un saiko-horaa anni 70. (Film Horror Giapponese)
Il design level di Siren è grezzo ed aspro, asservito con nevrotici colpi di pennello da una sapiente mano che cattura con indicibile maestria un tipico paesaggio urbano giapponese da incubo, composto da lunghe mura di cemento e un dedalo di interminabili vicoli bui che non possono che dare un senso di disagio e smarrimento.
Assomiglia tutto alla realtà sì, ma alla realtà dell'incubo.
I parametri del conto dei poligoni e delle texture sono dimessi, discorso a parte merita l'uso di texture fotografiche per i volti e gli indumenti dei personaggi. Tecnica discutibile ma i risulati sono a dir poco incredibili.
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Eppure anche Siren ha i suoi difetti di matrice :
Un giocatore occasionale rischia di goderselo davvero pochissimo. E' noto che alla prima uscita, già il giorno dopo in Giappone l'avevano riportato in negozio in molti, quasi il 30% degli utenti che l'avevano acquistato e questo non è un caso.
La difficoltà di questo brand non è calibrata sullo standard commerciale (ad esempio RE4) è tutt'altro...Siren è un gioco impegnativo, frustrante, faticoso, lento che non concede errori come se si trattasse di una partita a scacchi, in poche parole Siren è impietoso.
Gli enigmi seguono meccaniche davvero calibrate e realistiche (nessuna bizzarra pietra da incastonare o lingotto da abbinare) anche se qualche puzzle Sibillino di tanto in tanto fa la sua comparsa, in qualche area gli effetti luce non sono gestiti al meglio tanto che a volte possono essere causa diretta di un errore e decesso del giocatore per il resto Siren è assolutamente organico.
Una volta terminato il gioco [circa venti ore di gioco effettivo] tutti i tasselli temporali andranno a ricomporre una delle trame più sofisticate, poetiche, visionarie, stupende degli ultimi 10 anni.
Ispirandosi alla leggenda giapponese di Yaobikuni, su cui è "basato" il gioco, Toyama ha creato una saga unica.
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Fin ora avete provato a impersonificare nerboruti agenti speciali in lotta contro aberrazioni del genoma umano, immersi dentro enormi e mastodontiche strutture o laboratori segreti e sotterranei...
...Adesso provate ad essere una piccola bambina di 9 anni, sola, nel buio abissale di un edificio scolastico abbandonato, persa e tremante con solo una torcia elettrica come unica amica...immaginatevi di essere braccati da "qualcosa" che corre ed è molto più veloce di voi....

...Benventuti in Siren. :wink:

Pik