Autore Topic: [PC] Doom 3: Resurrection of Evil  (Letto 3449 volte)

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[PC] Doom 3: Resurrection of Evil
« il: 30 Apr 2005, 12:28 »


Dopo quasi un anno dalla commercializzazione di Doom 3, giunge sugli scaffali dei negozi la sua prima espansione ufficiale, sviluppata da Nerve Software in collaborazione con ID.
Resurrection of Evil è come Doom 3 avrebbe voluto essere. Anzi no, solo i primi due livelli di Resurrection of Evil sono come Doom 3 avrebbe voluto essere. O meglio, come avrebbe dovuto essere.

Una volta scaraventati di nuovo nell’inferno visionario di Carmack, la sensazione di deja vù è lampante. Gli stessi suoni, le stesse grida, lo stesso sangue e le stesse atmosfere del titolo originale. Tutto fa pensare di non aver installato nessuna espansione, e di stare giocando ancora a Doom 3.
Poi, poco dopo, arrivano le novità.

Uno dei superstiti al massacro in corso offre la prima: il Costrittore. Si tratta di un’arma dal funzionamento molto simile alla Gravity Gun già vista in Half Life 2, e con essa è possibile raccogliere oggetti con cui continuare la carneficina. Come nel titolo Valve, il comportamento dell’oggettistica del caso è regolato da pregevoli leggi fisiche, che anticipano una possibile sofisticazione delle meccaniche blastatorie. Possibile,appunto. Ma non è così.
Nonostante l’interessante giocattolo fornito abbia anche la stuzzicante caratteristica di afferrare al volo i proiettili energetici dei nemici per rispedirli al mittente, in realtà il costrittore non fornisce nessuna occasione per diversificare l’opera di distruzione. Quello che manca è l’interazione con l’ambiente. Sebbene il gioco ne incoraggi l’uso fornendo livelli zeppi di oggetti dal lanciare e presentando nemici dalla scarsa resistenza ai loro stessi colpi (se affrontare un temibile Hell Knight con un’arma convenzionale può essere uno spreco di tempo e proiettili, attendere saggiamente con il costrittore in mano una palla di fuoco scagliataci contro dal nemico può essere veloce e piacevolmente divertente), di fatto non fà nulla per variare lo svolgersi delle sparatorie. Nessuna struttura da abbattere, nessuno oggetto sospeso da far precipitare sui nemici, niente di niente. In Resurrection of Evil si continua a sparare. Ora si sparano anche casse e scatole, ma si spara e basta



Dopodichè arriva l’altra novità. Sparito il SoulCube di Doom 3, appare l’artefatto attorno a cui rotea la trama dell’espansione, ambientata due anni dopo la fine di Doom 3, e che vede la UAC proseguire gli studi sulla civiltà marziana iniziati nel titolo originale.
L’artefatto, una sorta di oscuro cuore demoniaco, pare essere una porta tra il modo reale e gli inferi, con i suoi abitanti desiderosi di recuperarlo. Solo che si trova nelle mani del marine protagonista del gioco. Che ne può fare uso a proprio piacimento.
Una volta recuperati i necessari potenziamenti, l’artefatto, a differenza del SoulCube, diventa un oggetto di supporto, e non di offesa.
I primissimi livelli solleticano la curiosità del giocatore, fornendo la possibilità di rallentare lo scorrere del tempo, e allo stesso modo un paio di interessanti occasioni in cui lo sfruttamento di tale abilità è essenziale per procedere. Salvo poi dimenticarsene, lasciandolo a bocca asciutta per tutto il resto dell’avventura. E sebbene ci siano alcune occasioni in cui saper utilizzare alcune delle funzioni dell’artefatto sia utilissimo per la propria sopravvivenza, in effetti anche questa novità è ininfluente sul gameplay, risultando più come un’aggiunta divertente ma trascurabile, e, per la maggior parte delle volte, inutile. E si continua a sparare. E basta.


Ma Resurrection of Evil non è solo fatto di note negative. Dove eccelle il lavoro di Nerv Software è nel comparto audiovisivo. Ancora una volta, vedere Doom 3 in azione è come vedere in movimento un filmato in computer grafica. Solo, in tempo reale. L’utilizzo massiccio di normal mapping e stancil shadow  collaborano con l’enorme mole di poligoni e texture mapping nella creazione di un mondo di grande atmosfera e realmente terrificante, giocando sul senso di morte e disperazione fornito da un sonoro di grande impatto, capace di alternare momenti di silenzio completo ad attimi fatti di urla, frastuonno di armi da fuoco e versi angoscianti. E si continua a sparare. Proprio grazie a questo, probabilmente.
Infatti, anche se un certo senso di noia prende presto il sopravvento, permane l’idea di proseguire per vedere cosa aspetta il nuovo marine spaziale protagonista dell’azione, forse nella speranza che qualcosa di nuovo giunga a dare una boccata d’aria fresca.
Ma non sono sufficienti l’introduzione della doppietta (gradito ritorno mutuato da Doom 2) o di una manciata di nuove tipologie di demoni infernali a sbarrare la strada. In Resurrection of Evil si continua a sparare. Con un tantino in più di stile, rispetto a Doom 3, ma si spara e basta.
 
L’impressione finale, dopo aver giocato anche ad Half Life 2, è che non solo Resurrection of Evil parta in ritardo, ma che lo faccia puzzando pure già di vecchio.



Voto: 7 su 10
[XO] Live Tag: vikingus | [Ps4] nick: TFP_vik | Steam/Origin ID: Dario_vik  |
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