Per l'idea che mi sono fatto Oshii, come al solito, parte da un tema e fa in modo che da esso si possa discendere, o ascendere, ad altri, in una sorta di passaggio dal macrocosmo esteriore, al microcosmo interiore, di cui la serie GITS è massima esponente secondo me.
Il film parte dall'idea, esplicata abbastanza didascalicamente nel film, che la guerra venga vista come un male necessario per mantenere vivo l'uomo e il suo interesse per la vita e il concetto di pace ad essa legato.
Si creano così i kildren, bella crasi tra kill e children, che sono come tu stesso hai detto delle cavie da laboratorio il cui scopo sia di essere esecutori materiali di questa necessità.
Come il film mostra in realtà questo sporco gioco non genera assolutamente un maggiore interesse per la vita, la scena nella tavola calda durante l'attacco in massa è esplicativa, tutti continuano sonnecchiosamente a fare il loro lavoro, anche se non riescono a nascondere una traccia di dolore per la consapevolezza della mostruosità di quanto si stia compiendo.Il vecchio fuori dalla tavola calda, con lo sguardo basso per tutto il film, ne è una sintesi meravigliosa, così come il fatto che il telegiornale descriva minuziosamente la formazione, i mezzi impiegati e le tattiche dei fanciulli kamikaze proprio mentre l'operazione è in corso, è una esemplificazione di come effettivamente tutto sia visto come un gioco, quella battaglia non può essere vinta perchè la guerra deve essere infinita, e così le forze nemiche sanno già in anticipo quante forze attaccheranno e come, in totale contrasto con le informazioni date dal colonnello durante il briefieng, quando afferma "Questa missione è segreta, la festa non sarà annullata per non destare sospetti".Poi il telegiornale spiffera tutto, e attorno il mondo degli adulti che si addolora per quella menzogna, ma continua a recitare.
Ecco che entra in gioco il Professore, invincibile perchè i kildren sono sempre gli stessi e si muovono tutti allo stesso modo(vedi l'albino piega giornali), troppo facile sconfiggerli sempre allo stesso modo, con la cabrata avvitata a coltello(il rallenty nella scena finale ne è una esplicazione drammaticamente efficace)
Ma cosa succede quando qualcuno di essi sopravviva abbastanza a se stesso e prenda coscienza della sua natura?Manie di suicidio, volontà di lasciare qualcosa di diverso, qualcosa che possa invecchiare e avere un passato ed un futuro, come una figlia.
In questo si inserisce la riflessione sulla condizione umana, già vista in Jin Roh, l'interrogarsi sul perchè si sia in un modo e non in un altro("perchè non puoi invecchiare?" "per lo stesso motivo per cui tu non puoi evitare di farlo" il succo del discorso con la bambina), la condizione fanciullesca come limbo in cui il tempo effettivamente scorra senza fare progetti, dove esista un infinito, prolungatissimo presente(non c'è passato perchè non lo ricordiamo, non c'è futuro perchè chissenefrega è roba da grandi), ideale quindi per la creazione di soldati dediti solo a quella che, allo stesso modo, è una perpetua condizione di guerra, da cui non si esce se non morendo, non esiste congedo, non esiste vita al di fuori di essa.Come per un bambino non esiste vita al di fuori del gioco, che vorrebbe si prolungasse all'infinito.
Tutto cambia quando si prenda coscienza di se', perchè è la nascita della coscienza superiore che segna il distacco tra fanciullezza ed età adulta, a quel punto non si è più bambini, ma, nel caso dei kildren, adulti bloccati in un eterno ciclo biologico di bambino, si vorrebbe amare, si vorrebbe fuggire, si vorrebbe viaggiare, ma non c'è scampo dalla propria condizione(come avveniva per i lupi di Jin Roh).
Anche la frase, densa di speranza e forse mutuata da Voltaire, per cui sia sufficiente cambiare occhi per cambiare vita, fare percorsi diversi, resta solo una drammatica utopia per chi sia destinato, per codice genetico, ad essere sconfitto sempre allo stesso modo, sempre dalla stessa persona, quel professore, quell'adulto che ti costringa a rimanere perpetuamente nella tua condizione di fanciullo, nel paradosso per cui sia necessario che degli uomini in corpi di bambini non diventino mai tali prendendosi le proprie responsabilità, perchè degli altri uomini in corpi di uomini devono alimentare con le loro vite un gioco irresponsabile, un gioco da bambini.
E alla fine la scena si ripete, un nuovo bambino, con un nome diverso, stesse movenze, stessi vizi, stesso modo di camminare, e di fronte un adulto che non ha cuore di ripetere la stessa scena, perchè sa, ma deve tacere.
Oggi quando si parli di guerra non si fa che piangere per le innocenti vite spezzate dei bambini, in questo mondo tutto si ribalta, le vite dei bambini sono inutili perchè non contribuiscono in alcun modo al mondo finchè non crescano, ma d'altronde "Ha senso che si cresca quando si venga allevati solo per morire?", e così si risparmia su quelle degli adulti, costretti a crescere nel silenzio di quella menzogna, con lo sguardo basso e i denti stretti, mentre i loro "figli" putativi muoiono e ritornano di continuo, tutti uguali come la guerra che devono combattere, come le guerre che si ripetono ciclicamente sempre identiche, senza apprendere mai dai propri errori, senza capire o ricordarsi perchè dimentichi del passato, come dei fanciulli che non vivano abbastanza per imparare che se decidi di affrontare il Professore, devi stare attento alla cabrata avvitata a coltello...