Autore Topic: I classici  (Letto 2636 volte)

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Offline AIO

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I classici
« Risposta #15 il: 17 Mar 2005, 12:18 »
Rosico a nastro!!
Eppure prima di schiattare ho fiducia che li recupererò in qualche maniera... Pensate che se ci fossero tutti e 2 capitolozzi per box mi piglierei la console usata.

Comunque per il discorso "classici" 'è Keigo che inserisce Viewtiful Joe in una listarella di capisaldi ludici.
Boh, a me non convince molto, sarà un po' che è ancora recente come titolo per definirlo classico (o è "instant classic"?), ma soprattutto che a me è sembrato di sentirmi in gabbia nella struttura super lineare di VJ...

Quindi secondo voi un classico deve comunque fare i conti con i gusti soggettivi per definirsi tale oppure no?

Altro fattore secondo me è quello del tempo: più un titolo viene ricordato a distanza di anni(non solo a livello di nome, ma proprio di sensazione, magari anche tattile) e più significa che ha fatto centro.

Considero i videogames un'immane perdita di tempo, un veicolo di fuga dal reale, nonché un pericoloso generator

Offline DRZ

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I classici
« Risposta #16 il: 18 Mar 2005, 02:29 »
Secondo me è molto difficile paragonare i videogiochi ad altre forme d'arte, sono (ancora) troppo dipendenti dalla potenza dell'hardware sul quale girano.
Un pittore di un secolo fa aveva a disposizione gli stessi strumenti di uno odierno, un game designer che produceva giochi negli anni '80 era decisamente svantaggiato rispetto ad oggi.

Quasi tutti i capolavori del passato potrebbero essere rifatti in maniera migliore (e non sto parlando solo di grafica e sonoro, ovviamente), e questo ne sminuisce un pò il valore: sono prodotti ottimi, ma solo se li si paragona ai loro contemporanei (ovviamente ci sono eccezioni, ma se si va a vedere spesso e volentieri sono o giochi appartenenti a generi "morti" -Super Mario World e Yoshi's Island possono essere un esempio- o titoli dal concept geniale ma limitatissimo -e qui ci metterei un Tetris, per rendere l'idea-).

Offline Mr.Pickman

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I classici
« Risposta #17 il: 18 Mar 2005, 03:17 »
Citazione
Rosico a nastro!!
Eppure prima di schiattare ho fiducia che li recupererò in qualche maniera... Pensate che se ci fossero tutti e 2 capitolozzi per box mi piglierei la console usata.


uh..non era mia intenzione "farti rosicare"  :oops:
spero sinceramente che tu scopra ShenMue e al più presto... :wink:

Se sei un fan dei film di arti marziali cinesi o se più semplicemente hai praticato anche per poco tempo una disciplina marziale, scoprirai un range emozionale e un feeling con ShenMue davvero unico.
Ma ripeto ShenMue NON è un semplice beat'tem up è non è nemmeno una simulazione...è qualcosa che si incontra una volta sola e che si prova una volta sola.
E' una storia vera, toccante, emozionante, profonda, suggestiva, magica,
incredibile, lunga, orchestrata magnificamente, dipinta con mano ferma e ragionata è una avventura articolata che di vede partire come ragazzo e ti vede arrivare come un uomo...è una storia di vendetta, è un giallo appassionante con una narrazione perfetta.
Ti direi che è una esperienza dalla quale si può trarre anche un insegnamento "marziale" della vita ma non voglio sbilanciarmi troppo dopotutto è un semplice videogioco.
No, niente di così sbagliato...Shenmue non si "gioca" Shenmue si vive.

(ecco, adesso forse rosichi di più... :oops: mi spiace ma quando parlo di Shenmue parlano prima i sentimenti per questo "gioco" prima di dettagli tecnici o di game-play...e questo "potere" de lo conferisce solo Shenmue.
Yu Suzuki ti supplico fai anche il terzo capitolo.

Un MEGA CLASSICO è Castelvania...intramontabile la crociata dei Belmont.  :wink:

Offline AIO

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I classici
« Risposta #18 il: 18 Mar 2005, 11:55 »
Citazione da: "DRZ"

Quasi tutti i capolavori del passato potrebbero essere rifatti in maniera migliore (e non sto parlando solo di grafica e sonoro, ovviamente), e questo ne sminuisce un pò il valore: sono prodotti ottimi, ma solo se li si paragona ai loro contemporanei .


E' vero, ma fino a un certo punto...
E' come dire che oggi è molto meglio andare in America in poche ore in aereo piuttosto che su una caravella sgangherata in 3 mesi nel 1492.
Ma il viaggio che passa alla storia è quello di Colombo.

Un remake è comunque un'idea riciclata che per quanto ben rifatta (vedi Resident Evil per Gamecube) non potrà mai essere una vera novità.

Prendiamo ad esempio il primo Doom: con i mezzi di oggi abbiamo DooM3, ma ci sono voluti 10 anni a partire dall'idea originaria, che ha influenzato a manetta il mondo dei giochi per pc.
Se per assurdo gli FPS fossero nati oggi, sono certo che ne vedremmo di migliori.
Insomma, alla fine sono sempre le nuove idee o le prime scoperte a essere ricordate.

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Offline DRZ

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« Risposta #19 il: 19 Mar 2005, 04:46 »
Citazione da: "AIO"
Citazione da: "DRZ"

Quasi tutti i capolavori del passato potrebbero essere rifatti in maniera migliore (e non sto parlando solo di grafica e sonoro, ovviamente), e questo ne sminuisce un pò il valore: sono prodotti ottimi, ma solo se li si paragona ai loro contemporanei .


E' vero, ma fino a un certo punto...
E' come dire che oggi è molto meglio andare in America in poche ore in aereo piuttosto che su una caravella sgangherata in 3 mesi nel 1492.
Ma il viaggio che passa alla storia è quello di Colombo.

Un remake è comunque un'idea riciclata che per quanto ben rifatta (vedi Resident Evil per Gamecube) non potrà mai essere una vera novità.


Eh, ma dobbiamo decidere se stiamo parlando di novità o di qualità, sono due cose diverse. Io posso apprezzare molto la carica innovitiva di un Wolfenstein 3D, ma se devo scegliere tra giocarmi quello o un fps moderno non mi ci vuole molto a scegliere la seconda opzione.

Insomma, i videogiochi per ora non credo si possano assimilare ai capolavori artistici più classici: siamo in un'epoca nella quale i designer hanno ancora le mani legate dai limiti dello strumento, e la differenza tra due titoli può ancora essere fatta da "semplici" questioni tecniche (e non parlo solo di mera grafica, ma anche di cose come fisica degli oggetti, vastità dell'area di gioco, intelligenza artificiale dei nemici e così via, tutta roba che alla fine incide pesantemente sul risultato finale...).

Offline AIO

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I classici
« Risposta #20 il: 20 Mar 2005, 12:34 »
Siccome stiamo parlando di classici però:

è vero che è molto meglio giocare a un fps moderno piuttosto che a wolf 3d, però è anche vero che DooM (il vero classico ID) lo si può rigiocare anche oggi senza annoiarsi.

Secondo me è da questo che si riconosce il classico, un gioco che riesce a farti dimenticare l'anno in cui sei mentre ci giochi è sicuramente un capolavoro!  :o

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Offline Zolfo

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« Risposta #21 il: 31 Mar 2005, 15:19 »
Citazione da: "AIO"
più un titolo viene ricordato a distanza di anni(non solo a livello di nome, ma proprio di sensazione, magari anche tattile) e più significa che ha fatto centro.

Oltre che 'ricordato', io direi anche quando viene usato come 'termine di paragone'.
Ci sono giochi che hanno creato un genere (vedi Doom o Street Fighter) oppure ne hanno creato una variazione sul tema (ad esempio GranTurismo) e vengono a tutt'oggi presi come metro di paragone per la rispettiva categoria.
Probabilmente non tutti quanti, ma se abbiamo a che fare con giochi di guida pseudo-simulativi si tende a raffrontarli a GT oppure di fronte ad un gioco con meccaniche stealth la prima associazione è a MGS, o per un horror-adventure a RE.
Ci sarebbero altri esempi, ma il discorso non cambia: il fatto che se ne parli anche a distanza di anni significa che quei giochi hanno "fatto scuola" e che le loro basi risultano valide tutt'oggi (con i dovuti adattamenti riguardo all'evoluzione tecnologica).
A volte c'è così tanta bellezza nel mondo che non riesco ad accettarla.

Offline slataper

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I classici
« Risposta #22 il: 31 Mar 2005, 19:35 »
Secondo me i vg invecchiano troppo rapidamente per avere il tempo di diventare classici. Un classico, per definizione, non passa mai di moda, è destinato a durare nel tempo, e intendo dire più di cinque o dieci anni. Si può considerare classico Pacman, come Casablanca o Dark Side of the Moon? Magari sì, però forzando l'uso comune della parola.

Mi piace molto invece la formula 'termine di paragone' usata da Zolfo, mi pare più adatta all'universo dei vg. Più che di classici, parlerei di paradigmi.
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