Ma siamo sicuri che abbiano sconfitto Father o forse è Aizen che vuole farcelo credere? keepsmirking.jpg
Su una cosa Spaccio ha ragione: in FMA il comparto sentimentale è stato davvero scarso. Uno shonen di azione non poteva dedicare troppo spazio ai risvolti sentimentali dei personaggi, però alla fine questa lacuna si avverte. Avrei preferito uno sviluppo più corposo per ognuna delle coppie principali. Soprattutto avrei voluto vedere un rimando costante a Winry negli ultimi capitoli, dove invece la sua assenza è davvero totale, come se fosse finita in secondo piano.
Gli ultimi capitoli sono stati una ripresa del tipico scontro finale contro il nemico, con colpi di scena abusati alla fine di ogni capitolo ed un esaltazione un po' ostentata dello scontro fisico. Mi sarebbe inoltre piaciuto vedere in corso d'opera almeno altri due retroscena: uno sul popolo Xingese ed uno che in modo più dilungato avesse raccontato di Trisha e Hoho.
Non tutti i misteri sono stati risolti, ma mi è passata la smania pruriginosa adolescenziale di voler vedere ogni dettagli risolto ed ogni spiegazione fornita.
Il finale comunque non lo trovo stonato con l'opera. E' una chiusura un po' netta di una storia di cui sarebbe stato piacevole vedere un po' più di strascichi dopo la risoluzione finale. Tuttavia il seguito, il ritorno ad una condizione normale, lo svolgersi degli anni, avrebbero richiesto un capitolo supplementare ma in questo modo il pathos della conclusione sarebbe svanito (mentre per uno shonen è essenziale).
Riguardo al MESSAGGIO. Secondo me FMA è basato su tre temi, ciascuno di un diverso valore intellettuale. Il primo, su cui è basata la prima parte, è il principio dello scambio equivalente; l'idea cioè di dover rinunciare a qualcosa perché la vita non ti regala mai tutto ma anzi spesso chiede sacrifici, abnegazione e spesso non contraccambia. Il secondo riguardo l'ostentazione umana a realizzare obbiettivi impossibili; seguendo un discorso di ispirazione Faustiana, FMA ha mostrato persone alla presi con diversi degli aneliti tipici della vita: far tornare in vita le persone, ottenere un potere assoluto, divenire un essere perfetto. Il terzo, e di gran lunga più bello, è il vero MESSAGGIO e cioè che nell'imperfezione risiede la bellezza dell'umanità, che nonostante gli sbagli e le bassezze le persone siano capaci di grandi azioni e sentimenti, e questo rende il genere umano così affascinante. A riguardo c'è uno dei dialoghi più belli mai scritti su carta lo scorso secolo da John Steinbeck nella Valle dell'Eden tra Tom e Cathy.