Mi sono perso. Avanzo per i cazzi miei.
@Xibal, Daimon quella cosa, prima dell'azione, si chiama valutare e dopo si chiama giudicare. Non è che volevo dire grandi cose. Non sto dicendo che scegliamo a occhi chiusi. Per il resto la morale, nel mio microcosmo, comprende tutte le azioni, non solo quelle di importanza storica.
#dio per me non è un'idea ma una realtà. Certo, possiamo avere l'idea di dio, come l'idea di bicchiere. Ma dio è una realtà, inaccessibile, ma pur sempre una realtà. E con realtà non intendo una realtà qualunque, ma solo una realtà presente alla realtà che la predica, noi (quelli forniti di una certa facoltà manifesta particolare). Il problema se dio esista per le formiche, semplicemente, non si pone. Gli ebrei e i cristiani pensano che dio esista per tutte le cose e che il mondo sia manifestazione di dio. Manifestazione vuol dire che non è presente. O c'è dio o c'è il mondo. E' importante filosoficamente, ma farci delle guerre e fondarci delle nazioni mi pare troppo.
Esistenzialmente esperiamo realtà particolari che sono nel contempo presenti e assenti, immanenti e trascendenti. A queste realtà, presenti solo in core, o all'intelletto (a sapere cosa sia l'intelletto), noi attribuiamo un '?' e lo chiamiamo dio, oggi, perchè oggi c'è l'idea ebraica monoteistica di dio. Altrimenti col cazzo che penseremmo dio, ma penseremmo dei, plurale.
Per cui, okkio, quando dite dio, è una parola col copyright. E' indotta. E tra l'altro, anche gli atei, quando pensano al loro essere atei si riferiscono a un solo dio, vuol dire che una qualche idea di dio, e pure monoteista, ce l'hanno e un po' nel culo gli è rimasto incastrato (ricordo sempre che non appartengo a nessuna congregazione religiosa, per me è sempre una questione di ben pensare).
La mia proposta di dio ve l'ho fatta. Per me è il fine del nostro tendere, la nostra felicità, che non è contentezza. Felicità sinonimo di fine, scopo.
Che sia un fine vicino o lontano, non fa differenza per il mio esistere. Il fine si modifica, si espande, si contrae a seconda delle mie esperienze e delle idee con cui vengo a contatto. Può cambiare, dio può cambiare. Ma sarà sempre uno di volta in volta. E ritengo che, se uno è l'uomo, uno è il suo fine ultimo e coincide con il fine/dio della proposta di Gesù. Penso, in soldoni, che l'idea di mondo di Gesù sia quella congeniale all'uomo, che determini la morale, il fine e la felicità sua. Che Gesù e la sua idea si identifichino, per dirla in termini filosofico teologici, con il dio dell'uomo.