Donkey Kong Country aveva squassato il mercato dei videogiochi come una carica di tritolo. La luce, il fumo e il rumore però non erano riusciti a stordire i sensi di tutti i giocatori, ed alcuni avevano cominciato a chiedersi se il gioco non fosse troppo corto, troppo semplice, troppo ingenuo per fregiarsi del titolo di videogioco moderno: un banale arcade, ispirato fin troppo pesantemente a Mario, forte solo del suo protagonista e dello spettacolo dell'ACM.
E Rare rispose. Donkey Kong Country 2 si allontana dalla purezza arcade e dalla semplicità del predecessore, proponendo una sfida di complessità enorme, paragonabile a quella del coevo Yoshi's Island, ma di sapore decisamente diverso. DKC2 innanzitutto si dedica a perfezionare e consolidare l'iconografia del paese di Donkey Kong, offrendoci di visitarne un pezzetto mai visto prima, di atmosfera decisamente più cupa. Partendo dal galeone derelitto di K.Rool si viaggia attraverso paludi, boschi, alveari, lande vulcaniche, grotte polari, castelli medievali e persino un fantastico parco di divertimenti. Diddy Kong è ora accompagnato dalla fidanzata Dixie, più goffa e lenta ma capace di usare la lunga chioma bionda (don't ask) per afferrare barili e planare su lunghe distanze, abilità ampiamente sfruttata per raggiungere gli immancabili segreti. Anche gli animali amici hanno subìto un restyling: via lo struzzo e la rana, dentro il serpente dalla coda a molla, il pappagallo e l'incredibile ragno, il più utile e il più riuscito. Ognuno ha nuove mosse speciali che permettono di scoprire luoghi e oggetti segreti, e praticamente ognuno di loro ha almeno un livello totalmente dedicato, cosicché non si tratta più solo di mezzi di trasporto, ma di protagonisti effettivi.
Anche la famiglia Kong si arricchisce di nuovi elementi: tornano Cranky e Funky e compaiono la nonna Wrinkly, che salva il gioco, e Swanky, che regala vite extra se si risponde correttamente ai suoi quiz. Ognuno di loro va pagato per i suoi servigi mediante le nuove monete-banana. E anche il parco nemici si amplia di molto, con nuovi elementi tutti unici, simpatici, spettacolari, in modo particolare i boss che ora sono realmente impegnativi.
E quanta roba nuova c'è in DKC2! Ogni livello è una sorpresa e una sfida unica: capita di immergersi in una stiva buia, con un pesce lanterna che illumina la via davanti a noi; capita di dover sfruttare lo sputo di una foca per congelare la lava; capita di dover saltare tra corde che spariscono o di trovarsi ad aspettare che il vento soffi dalla parte giusta per superare un largo burrone. Ma sicuramente i livelli che più colpiscono sono quelli nel parco di Krazy Kremland, dove i due scimpanzé se la spassano su lunghi ottovolanti impegnandosi in gare contro i Kremling o nella fuga da un fantasma che li insegue.
Ogni livello è enorme e complesso; ogni angolino può celare un segreto, dato che molti di essi sono invisibili. I più ambiti sono sicuramente i barili bonus, che acquistano in DKC2 una nuova dimensione. Ogni livello bonus propone una di tre diverse sfide da completare in un limite di tempo, e il premio è una moneta d'oro. Con 15 monete d'oro si acquista l'ingresso ad un livello extra, uno per ogni mondo, e completare questo "Lost World" è l'unico modo di assistere al vero finale del gioco. Per fortuna, la creatività e la logica del posizionamento dei bonus è molto migliorata dal primo DKC, ed ora c'è sempre qualche indizio che permette di intuirne l'ubicazione. Aiuta anche la possibilità di Dixie e Diddy di interagire, afferrandosi e scagliandosi in aria verso nuove altezze.
Ma le stanze bonus non completano le sub-quest di DKC2: in ogni livello esiste anche una speciale moneta DK. In tutto ce ne sono 40, e trovarle tutte permette di assistere ad una scena, alla fine del gioco, davvero inaspettata e spassosa, un simpatico extra per i fedeli appassionati di Nintendo.
C'è veramente tantissimo da fare in DKC2, ed ogni livello va attraversato più e più volte alla ricerca di quel dannato bonus che proprio non vuole saltar fuori. Per fortuna, la giocabilità e i controlli sono stati migliorati come più non si poteva, e giocare è un autentico piacere. Piacere reso ancor più intenso da quanto DKC2 offre a livello tecnico: l'ACM2 mette in scena una grafica ancor più pulita e dettagliata, con animazioni, colori ed ombreggiature che non sfigurerebbero su PlayStation. E le musiche? Diciamo solo che Dave Wise ha composto per questo gioco una delle migliori colonne sonore occidentali di sempre, e gli effetti sonori, dai versi delle due scimmie alle urla di agonia dei mostri, sono pazzescamente realistici e coinvolgenti.
Donkey Kong Country 2 non è more of the same. E' un seguito coi controfiocchi, che si allontana dal suo originale per avvicinarsi ad uno stile di gioco che da un lato raggiunge i livelli di profondità e creatività di Mario (ma senza imitarne lo stile, il che lo rende ancora più unico), dall'altro anticipa il concetto di platform di esplorazione che sarà proprio dei giochi di piattaforme 3D. Per raggiungere questo risultato Rare ha dovuto certamente appoggiarsi sulle solide basi costruite da Nintendo con i giochi dell'idraulico, ma è fuor di dubbio che abbia saputo ricamarci sopra un mondo a sé stante, meno onirico di quello tipico del platform giapponese e forse un tantino meno geniale, ma sicuramente capace di reggersi sulle sue gambe e di inerpicarsi sul podio dei giganti. Capolavoro.