Ho appena finito il gioco base e adesso, terrorizzato, mi chiedo se dovrei affrontare il dlc.
Non è che Cuphead non mi sia piaciuto, anzi, lo trovo un gioco difficile da criticare (qualcosa gli si può imputare, ma nulla di troppo serio); è proprio che ho avuto difficoltà a conciliarlo con la mia vita di adulto lavoratore.
Tutto ad un tratto mi sono ricordato perché gioco i jrpg e perché riesco a dedicargli anche parecchie ore. Se in queste settimane avessi giocato, chessò, Baten Kaitos, sicuramente sarei riuscito a dedicargli con continuità qualche mezz’ora la sera e lo avrei portato avanti con una certa costanza. Ma quando torni a casa tardi, stanco dalla giornata lavorativa, non è semplice trovare le energie fisiche e mentali, per non parlare della predisposizione a prendere schiaffoni, che servono per portare avanti un Cuphead. E allora ecco che passa una settimana e ti ritrovi a non averlo nemmeno toccato.
Comunque basta con le divagazioni e parliamo del gioco. E’ già stato detto tutto di questo titolo e non sento di poter contribuire molto alla discussione, per cui mi limiterò a dire che, giocandolo, ho certamente provato ammirazione per l’impresa di questo piccolo team. Da una parte ci troviamo davanti ad uno dei giochi esteticamente più meravigliosi mai creati, dall’altra massima stima anche per la scelta del genere ludico, così solido e fondato sull’amore verso le nobili origini arcade del videogioco. La sensazione è che se questa operazione fosse stata partorita in un diverso momento storico (per esempio agli albori della scena indie) ci saremmo trovati davanti ad puzzle-platforming bellissimo da vedere ma dal core gameplay sottile sottile e dal ritmo blando.
Invece qui il gioco c’è tutto: i controlli sono puliti e le sfide con i boss ben strutturate, al punto che all’inizio l’impresa ti sembra impossibile ed invece, giocando, percepisci chiaramente il miglioramento che infine ti porta a trionfare.
Se dovessi trovargli dei difetti, citerei:
-I controlli sono funzionali e puliti ma non sempre soddisfacenti: come già scritto da Wis gli impatti dei colpi sono miseri e non restituiscono un grande feeling e salto e movimento del personaggio sono un pelo rigidi, risultando in una declinazione corretta ma un po’ “scolastica” dei fondamentali.
-Poi ci metterei alcune scelte legate all’estetica che cozzano con l’intransigenza del gioco. Penso, per esempio, ad alcuni elementi in primo piano (generalmente negli angoli del riquadro) che per alcune frazioni di secondo possono oscurare la posizione del protagonista e che in alcuni concitati momenti portano alla morte.
Per il resto nient’altro da segnalare.
Insomma un gioco che mi è piaciuto, ma nei confronti del quale ho dovuto spesso tirar fuori a forza la voglia di giocare.
Insomma, non so se per me è Goty, come non so se ora ho la forza di mettermi anche sul dlc…