Troveranno il modo di chiuderlo ?Considerando quanto era in alto mare la storia non credo. Sarebbe un'impresa titanica per chiunque. Miura aveva addestrato i suoi 3 (mi pare) apprendisti, e aveva iniziato il manga Duranki per evitare di addestrarli direttamente sulle tavole di Berserk, lasciando quasi tutto a loro e in attesa che si facessero esperienza. All'atto pratico è vicinissimo al suo stile e ricreare lo stile di disegno lo vedo fattibile maaaa..... essendo morto così giovane e senza preavviso credo proprio che Berserk rimarrà incompiuto.
L'ho letto stamattina e ci sono rimasto malissimo. Una perdita immensa.
E, a chi si "lamenta" di non poter mai leggere la fine di Berserk, ricordo che il viaggio è bello tanto quanto (se non di più) della meta.
L'ho letto stamattina e ci sono rimasto malissimo. Una perdita immensa.Non credo di essere esattamente d'accordo, lo scontro finale sarebbe stato qualcosa di bellissimo...
E, a chi si "lamenta" di non poter mai leggere la fine di Berserk, ricordo che il viaggio è bello tanto quanto (se non di più) della meta.
serializzazione lentissima(ultimamente erano 20 paginette di numero ogni 3-4 mesi, se andava bene) con alcune scelte e direzioni opinabili.
tuttavia se provate a leggervelo tutto in binge sino ad ora ha un suo senso e ritmo.
Il fumetto seriale giapponese, per quanto seriale, resta un lavoro affidato ad un singolo autore che (con l’aiuto o meno di assistenti) tieni in piedi una produzione che, di media, si aggira attorno alle venti pagine settimanali.
Questo è il ritmo che devono tenere i mangaka che vogliono farcela, i mangaka che hanno una serie di successo che però deve affermarsi sul serio e, spesso, anche i mangaka di grande successo, che vengono pressati dalle case editrici nel continuare a realizzare storie che permetteranno agli editori di fare sempre più soldi. Sono pochissimi i mangaka che, arrivati ad un certo livello di successo e indipendenza economica, riescono a sfilarsi da questo meccanismo.
Quelli che ci riescono, qualche volta, si salvano la vita.
Qualche volta, invece, no.
Qui di seguito le dichiarazioni di Miura nel corso degli anni, messe come note ai suoi fumetti.
Quel Miura che era “uno stronzo” perché non finiva Berserk e morto per una dissezione aortica.
“Mi è venuta la febbre a 40. Ripensandoci, ho avuto solo due giorni liberi quest'anno. (1993)
Ho perso 5 chili senza fare niente. Mi chiedo perché.”
(1993)
“Negli ultimi due mesi, ho dormito in media meno di quattro ore a notte.”
(1993)
“Compirò 27 anni in luglio. Guardando indietro, sono stati 27 anni di fumetti. È questo che voglio?”
(1993)
“Da quando ho traslocato, le mie ore di sonno sono state meno di quattro. “
(1994)
“È lo stesso ogni anno, devo lavorare a Natale e Capodanno. Vorrei festeggiare, una volta tanto.”
(1994)
“Ho avuto un giorno libero per la prima volta in un mese e mezzo e quando sono uscito, ho avuto un colpo di calore.”
(1995)
“Ho comprato scarpe e vestiti nuovi per Capodanno. Ho solo un paio di scarpe da ginnastica.”
(1996)
“Sono stato a Okinawa per le mie prime vacanze da mangaka e per i primi due giorni e mezzo sono stato male per un colpo di calore.”
(1998)
“Nell'ultimo mese e mezzo, sono uscito due ore per cenare in un locale.”
(2001)
“Se non vedo gente per tanto tempo, la mia bocca non funziona più come si deve.”
(2002)
“I miei giorni liberi sono una mezza giornata ogni due mesi. Non faccio due giorni di pausa consecutivi da quattro anni. Mi sto stancando.”
(2004)
“Ho avuto un altro collasso per superlavoro.”
(2005)
“I miei trent'anni stanno per finire. La mia vita è un casino, fatta solo di manga. Ma non mi può essere restituita, quindi vado avanti! Starò chiuso in casa anche quest'anno.”
(2006)
“Dopo tutto, non starò chiuso in casa, perché mi sento solo. “
(2006)
“È da una settimana che non riesco a uscire e la cioccolata è diventata un alimento prezioso.”
(2006)
“Due terzi del mio corpo sono fatti di barrette energetiche. Vuol dire che Berserk è sponsorizzato per due terzi dalla ditta produttrice?”
(2009)
“Non sono riuscito a vedere i ciliegi in fiore dal vivo neanche quest'anno.”
(2011)
Per voi che vi lamentate del contenuto dell'ultimo Berserk, vi copio un post di RRobe:Trovo molto stucchevole quel post e in particolare il modo con cui si pone. Le condizioni dell'industria del manga giapponese lo conosciamo bene da anni, era il 94 che leggevo un'intervista a tetsuo hara che diceva quanto pressante fosse produrre 20 pagine a settimana in qualsiasi condizione di salute. Dispiace per l'uomo? Si molto. Ci sono parti del fumetto che fanno cagare? Come lettore non posso fare altro che giudicare l'opera.CitazioneIl fumetto seriale giapponese, per quanto seriale, resta un lavoro affidato ad un singolo autore che (con l’aiuto o meno di assistenti) tieni in piedi una produzione che, di media, si aggira attorno alle venti pagine settimanali.
Questo è il ritmo che devono tenere i mangaka che vogliono farcela, i mangaka che hanno una serie di successo che però deve affermarsi sul serio e, spesso, anche i mangaka di grande successo, che vengono pressati dalle case editrici nel continuare a realizzare storie che permetteranno agli editori di fare sempre più soldi. Sono pochissimi i mangaka che, arrivati ad un certo livello di successo e indipendenza economica, riescono a sfilarsi da questo meccanismo.
Quelli che ci riescono, qualche volta, si salvano la vita.
Qualche volta, invece, no.
Qui di seguito le dichiarazioni di Miura nel corso degli anni, messe come note ai suoi fumetti.
Quel Miura che era “uno stronzo” perché non finiva Berserk e morto per una dissezione aortica.
“Mi è venuta la febbre a 40. Ripensandoci, ho avuto solo due giorni liberi quest'anno. (1993)
Ho perso 5 chili senza fare niente. Mi chiedo perché.”
(1993)
“Negli ultimi due mesi, ho dormito in media meno di quattro ore a notte.”
(1993)
“Compirò 27 anni in luglio. Guardando indietro, sono stati 27 anni di fumetti. È questo che voglio?”
(1993)
“Da quando ho traslocato, le mie ore di sonno sono state meno di quattro. “
(1994)
“È lo stesso ogni anno, devo lavorare a Natale e Capodanno. Vorrei festeggiare, una volta tanto.”
(1994)
“Ho avuto un giorno libero per la prima volta in un mese e mezzo e quando sono uscito, ho avuto un colpo di calore.”
(1995)
“Ho comprato scarpe e vestiti nuovi per Capodanno. Ho solo un paio di scarpe da ginnastica.”
(1996)
“Sono stato a Okinawa per le mie prime vacanze da mangaka e per i primi due giorni e mezzo sono stato male per un colpo di calore.”
(1998)
“Nell'ultimo mese e mezzo, sono uscito due ore per cenare in un locale.”
(2001)
“Se non vedo gente per tanto tempo, la mia bocca non funziona più come si deve.”
(2002)
“I miei giorni liberi sono una mezza giornata ogni due mesi. Non faccio due giorni di pausa consecutivi da quattro anni. Mi sto stancando.”
(2004)
“Ho avuto un altro collasso per superlavoro.”
(2005)
“I miei trent'anni stanno per finire. La mia vita è un casino, fatta solo di manga. Ma non mi può essere restituita, quindi vado avanti! Starò chiuso in casa anche quest'anno.”
(2006)
“Dopo tutto, non starò chiuso in casa, perché mi sento solo. “
(2006)
“È da una settimana che non riesco a uscire e la cioccolata è diventata un alimento prezioso.”
(2006)
“Due terzi del mio corpo sono fatti di barrette energetiche. Vuol dire che Berserk è sponsorizzato per due terzi dalla ditta produttrice?”
(2009)
“Non sono riuscito a vedere i ciliegi in fiore dal vivo neanche quest'anno.”
(2011)
TFP Link :: https://www.facebook.com/roberto.recchioni/posts/10158231681752916
Devi giudicare l'opera anche nel contesto in cui è realizzata. È evidente che il manga era diventato una sua ossessione (oltre alle scadenze per le pubblicazioni) ed è stato probabilmente proprio quello che lo ha ucciso.Per voi che vi lamentate del contenuto dell'ultimo Berserk, vi copio un post di RRobe:Trovo molto stucchevole quel post e in particolare il modo con cui si pone. Le condizioni dell'industria del manga giapponese lo conosciamo bene da anni, era il 94 che leggevo un'intervista a tetsuo hara che diceva quanto pressante fosse produrre 20 pagine a settimana in qualsiasi condizione di salute. Dispiace per l'uomo? Si molto. Ci sono parti del fumetto che fanno cagare? Come lettore non posso fare altro che giudicare l'opera.CitazioneIl fumetto seriale giapponese, per quanto seriale, resta un lavoro affidato ad un singolo autore che (con l’aiuto o meno di assistenti) tieni in piedi una produzione che, di media, si aggira attorno alle venti pagine settimanali.
Questo è il ritmo che devono tenere i mangaka che vogliono farcela, i mangaka che hanno una serie di successo che però deve affermarsi sul serio e, spesso, anche i mangaka di grande successo, che vengono pressati dalle case editrici nel continuare a realizzare storie che permetteranno agli editori di fare sempre più soldi. Sono pochissimi i mangaka che, arrivati ad un certo livello di successo e indipendenza economica, riescono a sfilarsi da questo meccanismo.
Quelli che ci riescono, qualche volta, si salvano la vita.
Qualche volta, invece, no.
Qui di seguito le dichiarazioni di Miura nel corso degli anni, messe come note ai suoi fumetti.
Quel Miura che era “uno stronzo” perché non finiva Berserk e morto per una dissezione aortica.
“Mi è venuta la febbre a 40. Ripensandoci, ho avuto solo due giorni liberi quest'anno. (1993)
Ho perso 5 chili senza fare niente. Mi chiedo perché.”
(1993)
“Negli ultimi due mesi, ho dormito in media meno di quattro ore a notte.”
(1993)
“Compirò 27 anni in luglio. Guardando indietro, sono stati 27 anni di fumetti. È questo che voglio?”
(1993)
“Da quando ho traslocato, le mie ore di sonno sono state meno di quattro. “
(1994)
“È lo stesso ogni anno, devo lavorare a Natale e Capodanno. Vorrei festeggiare, una volta tanto.”
(1994)
“Ho avuto un giorno libero per la prima volta in un mese e mezzo e quando sono uscito, ho avuto un colpo di calore.”
(1995)
“Ho comprato scarpe e vestiti nuovi per Capodanno. Ho solo un paio di scarpe da ginnastica.”
(1996)
“Sono stato a Okinawa per le mie prime vacanze da mangaka e per i primi due giorni e mezzo sono stato male per un colpo di calore.”
(1998)
“Nell'ultimo mese e mezzo, sono uscito due ore per cenare in un locale.”
(2001)
“Se non vedo gente per tanto tempo, la mia bocca non funziona più come si deve.”
(2002)
“I miei giorni liberi sono una mezza giornata ogni due mesi. Non faccio due giorni di pausa consecutivi da quattro anni. Mi sto stancando.”
(2004)
“Ho avuto un altro collasso per superlavoro.”
(2005)
“I miei trent'anni stanno per finire. La mia vita è un casino, fatta solo di manga. Ma non mi può essere restituita, quindi vado avanti! Starò chiuso in casa anche quest'anno.”
(2006)
“Dopo tutto, non starò chiuso in casa, perché mi sento solo. “
(2006)
“È da una settimana che non riesco a uscire e la cioccolata è diventata un alimento prezioso.”
(2006)
“Due terzi del mio corpo sono fatti di barrette energetiche. Vuol dire che Berserk è sponsorizzato per due terzi dalla ditta produttrice?”
(2009)
“Non sono riuscito a vedere i ciliegi in fiore dal vivo neanche quest'anno.”
(2011)
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Si certo. Però di 38 volumi ce ne sono una decina di inutili, tutto il mondo gli chiedeva solo una cosa e lui non ha mai voluto darglielaDevi giudicare l'opera anche nel contesto in cui è realizzata. È evidente che il manga era diventato una sua ossessione (oltre alle scadenze per le pubblicazioni) ed è stato probabilmente proprio quello che lo ha ucciso.Per voi che vi lamentate del contenuto dell'ultimo Berserk, vi copio un post di RRobe:Trovo molto stucchevole quel post e in particolare il modo con cui si pone. Le condizioni dell'industria del manga giapponese lo conosciamo bene da anni, era il 94 che leggevo un'intervista a tetsuo hara che diceva quanto pressante fosse produrre 20 pagine a settimana in qualsiasi condizione di salute. Dispiace per l'uomo? Si molto. Ci sono parti del fumetto che fanno cagare? Come lettore non posso fare altro che giudicare l'opera.CitazioneIl fumetto seriale giapponese, per quanto seriale, resta un lavoro affidato ad un singolo autore che (con l’aiuto o meno di assistenti) tieni in piedi una produzione che, di media, si aggira attorno alle venti pagine settimanali.
Questo è il ritmo che devono tenere i mangaka che vogliono farcela, i mangaka che hanno una serie di successo che però deve affermarsi sul serio e, spesso, anche i mangaka di grande successo, che vengono pressati dalle case editrici nel continuare a realizzare storie che permetteranno agli editori di fare sempre più soldi. Sono pochissimi i mangaka che, arrivati ad un certo livello di successo e indipendenza economica, riescono a sfilarsi da questo meccanismo.
Quelli che ci riescono, qualche volta, si salvano la vita.
Qualche volta, invece, no.
Qui di seguito le dichiarazioni di Miura nel corso degli anni, messe come note ai suoi fumetti.
Quel Miura che era “uno stronzo” perché non finiva Berserk e morto per una dissezione aortica.
“Mi è venuta la febbre a 40. Ripensandoci, ho avuto solo due giorni liberi quest'anno. (1993)
Ho perso 5 chili senza fare niente. Mi chiedo perché.”
(1993)
“Negli ultimi due mesi, ho dormito in media meno di quattro ore a notte.”
(1993)
“Compirò 27 anni in luglio. Guardando indietro, sono stati 27 anni di fumetti. È questo che voglio?”
(1993)
“Da quando ho traslocato, le mie ore di sonno sono state meno di quattro. “
(1994)
“È lo stesso ogni anno, devo lavorare a Natale e Capodanno. Vorrei festeggiare, una volta tanto.”
(1994)
“Ho avuto un giorno libero per la prima volta in un mese e mezzo e quando sono uscito, ho avuto un colpo di calore.”
(1995)
“Ho comprato scarpe e vestiti nuovi per Capodanno. Ho solo un paio di scarpe da ginnastica.”
(1996)
“Sono stato a Okinawa per le mie prime vacanze da mangaka e per i primi due giorni e mezzo sono stato male per un colpo di calore.”
(1998)
“Nell'ultimo mese e mezzo, sono uscito due ore per cenare in un locale.”
(2001)
“Se non vedo gente per tanto tempo, la mia bocca non funziona più come si deve.”
(2002)
“I miei giorni liberi sono una mezza giornata ogni due mesi. Non faccio due giorni di pausa consecutivi da quattro anni. Mi sto stancando.”
(2004)
“Ho avuto un altro collasso per superlavoro.”
(2005)
“I miei trent'anni stanno per finire. La mia vita è un casino, fatta solo di manga. Ma non mi può essere restituita, quindi vado avanti! Starò chiuso in casa anche quest'anno.”
(2006)
“Dopo tutto, non starò chiuso in casa, perché mi sento solo. “
(2006)
“È da una settimana che non riesco a uscire e la cioccolata è diventata un alimento prezioso.”
(2006)
“Due terzi del mio corpo sono fatti di barrette energetiche. Vuol dire che Berserk è sponsorizzato per due terzi dalla ditta produttrice?”
(2009)
“Non sono riuscito a vedere i ciliegi in fiore dal vivo neanche quest'anno.”
(2011)
TFP Link :: https://www.facebook.com/roberto.recchioni/posts/10158231681752916
Per voi che vi lamentate del contenuto dell'ultimo Berserk, vi copio un post di RRobe:Recchioni mi sta sommamente sul cazzo, ma questo è materiale prezioso.CitazioneIl fumetto seriale giapponese, per quanto seriale, resta un lavoro affidato ad un singolo autore che (con l’aiuto o meno di assistenti) tieni in piedi una produzione che, di media, si aggira attorno alle venti pagine settimanali.
Questo è il ritmo che devono tenere i mangaka che vogliono farcela, i mangaka che hanno una serie di successo che però deve affermarsi sul serio e, spesso, anche i mangaka di grande successo, che vengono pressati dalle case editrici nel continuare a realizzare storie che permetteranno agli editori di fare sempre più soldi. Sono pochissimi i mangaka che, arrivati ad un certo livello di successo e indipendenza economica, riescono a sfilarsi da questo meccanismo.
Quelli che ci riescono, qualche volta, si salvano la vita.
Qualche volta, invece, no.
Qui di seguito le dichiarazioni di Miura nel corso degli anni, messe come note ai suoi fumetti.
Quel Miura che era “uno stronzo” perché non finiva Berserk e morto per una dissezione aortica.
“Mi è venuta la febbre a 40. Ripensandoci, ho avuto solo due giorni liberi quest'anno. (1993)
Ho perso 5 chili senza fare niente. Mi chiedo perché.”
(1993)
“Negli ultimi due mesi, ho dormito in media meno di quattro ore a notte.”
(1993)
“Compirò 27 anni in luglio. Guardando indietro, sono stati 27 anni di fumetti. È questo che voglio?”
(1993)
“Da quando ho traslocato, le mie ore di sonno sono state meno di quattro. “
(1994)
“È lo stesso ogni anno, devo lavorare a Natale e Capodanno. Vorrei festeggiare, una volta tanto.”
(1994)
“Ho avuto un giorno libero per la prima volta in un mese e mezzo e quando sono uscito, ho avuto un colpo di calore.”
(1995)
“Ho comprato scarpe e vestiti nuovi per Capodanno. Ho solo un paio di scarpe da ginnastica.”
(1996)
“Sono stato a Okinawa per le mie prime vacanze da mangaka e per i primi due giorni e mezzo sono stato male per un colpo di calore.”
(1998)
“Nell'ultimo mese e mezzo, sono uscito due ore per cenare in un locale.”
(2001)
“Se non vedo gente per tanto tempo, la mia bocca non funziona più come si deve.”
(2002)
“I miei giorni liberi sono una mezza giornata ogni due mesi. Non faccio due giorni di pausa consecutivi da quattro anni. Mi sto stancando.”
(2004)
“Ho avuto un altro collasso per superlavoro.”
(2005)
“I miei trent'anni stanno per finire. La mia vita è un casino, fatta solo di manga. Ma non mi può essere restituita, quindi vado avanti! Starò chiuso in casa anche quest'anno.”
(2006)
“Dopo tutto, non starò chiuso in casa, perché mi sento solo. “
(2006)
“È da una settimana che non riesco a uscire e la cioccolata è diventata un alimento prezioso.”
(2006)
“Due terzi del mio corpo sono fatti di barrette energetiche. Vuol dire che Berserk è sponsorizzato per due terzi dalla ditta produttrice?”
(2009)
“Non sono riuscito a vedere i ciliegi in fiore dal vivo neanche quest'anno.”
(2011)
TFP Link :: https://www.facebook.com/roberto.recchioni/posts/10158231681752916
Per quanto mi riguarda preferisco che Berserk venga portato avanti se esiste un'idea valida (di Miura o di chicchessia) e sia una volontà di Miura. Non sarà lo stesso Berserk ma non è detto che non si possa trovare una quadra. Se sarà un buon progetto saremo contenti, se farà schifo nessuno ci leverà quello che Miura ci ha dato.Fossi io a scegliere, decisamente meglio l'oblio.
La Sagrada Familia va avanti, eh.non riesco a immaginarmi le 2 situazioni come simili
Succedesse quello che e' successo con Brandon Sanderson e The Wheel of Time, io sarei piu' che soddisfatto, ma ci sono troppi tasselli che devono combaciare perche' avvenga.
Vabbe' un finale che sia, tanto basta.