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[T]alk => Talk => Topic aperto da: KatanaKGB - 17 Set 2016, 14:52
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È morto mio papà
È successo qualche giorno fa, mentre ero in campeggio con RT e il cane, il terzo giorno di ferie, il secondo consecutivo che eravamo bloccati in tenda dalla pioggia.
Comunicazioni non chiare - come sempre accade con la mia famiglia - durate mezza giornata e poi un chiaro "papà è morto, quattro minuti fa".
Settantatré anni.
Non so come li abbia vissuti. Non so se si sentisse soddisfatto, orgoglioso dei suoi trascorsi, appagato, felice.
Non so molto di mio padre.
Ho fatto un sacco di cose con mio padre. Abbiamo passato piacevoli periodi insieme, da bambino fino a... fino a che ho cominciato un'altra vita fuori di casa.
Da bambino andavamo a legna nei boschi, io giocavo nel fiume mentre lui abbatteva alberi o raccoglieva quelli caduti, poi lo aiutavo a pulire i tronchi, legare le cataste, trascinare ramaglie. Ricordo precisamente un giorno specifico dove ci eravamo alzati presto per pulire il pendio di un colle; mangiai il panino al salame più buono di sempre.
Andavo in montagna con mio papà, raggiungevamo vette, rifugi, camminavamo ore. Andavo a funghi con lui. A slittare. Aggiustavamo cose, saldavamo metalli, inchiodavamo assi, spaccavamo legna per l'inverno. Ricordo che lo accompagnavo per lunghi viaggi in autostrada che doveva fare saltuariamente per lavoro.
Ricordo tante cose belle e avventurose fatte con mio papà.
Ricordo anche che in un qualche periodo della mia infanzia mio padre era quello da non disturbare. Quello nervoso quando c'era, ma intanto non c'era mai. Lavorava e quando non lavorava era nervoso, quindi per me era una scocciatura averlo in casa.
Lo odiavo.
Ricordo che litigava. O che qualcuno intorno a me litigava, mio padre, mia mamma, i miei nonni, boh, tutti forse, ma accadeva quando c'era lui.
Ero adolescente che fu ricoverato in ospedale per un trapianto di rene. Mi rabbrividisce ricordare quanto freddamente accettai la cosa, quanto insensibile fui al suo ritorno a casa dopo mesi di ospedale. Ricordo questo avvenimento come se fosse qualcosa di esterno alla mia vita.
Non ho mai parlato con mio padre.
Certo ci ho parlato di un sacco di cose: di auto, di sport, di musica, di montagne, di tutte le cose che faceva e che facevamo insieme, ma non ci ho mai "parlato".
Non ho avuto consigli, aiuti, insegnamenti. Non mi ha mai aiutato a prendere una decisione. Non sapevo la sua opinione.
Mi accompagnò alla caserma quando ricevetti la chiamata di leva, guidò ore senza che ci dicessimo granché. Gli chiesi di aspettare prima di tornare a casa, che sarei tornato a salutare. Tornai dopo qualche ora dicendogli che poteva riaccompagnarmi a casa. Non mi chiese perché, perché avessi rifiutato la divisa, cosa mi spingesse a rischiare il carcere o una multa. Disse solo "Ah. Trovati un lavoro. Domani."
E così feci, mi trovai un lavoro il giorno dopo. Appena finito gli studi, appena "scampato" il servizio militare mi trovai un lavoro, per avere i miei soldi e uscirmene di casa, essere indipendente, andare ad abitare da solo e a farmi inchiappetare nella eterna spirale affitto-auto-bollette-lavoro-soldisempretroppopochi.
Feci ciò che mio padre mi aveva detto di fare. L'unica volta che mi aveva detto qualcosa inerente una scelta di vita. O chissà, magari non lo intendeva davvero, magari era solo una frase buttata lì, tanto per dire qualcosa. Non lo so, non so molto di mio padre, non lo conosco così bene da capire cosa intendesse davvero.
Non ne abbiamo mai parlato, non sono mai riuscito a chiedergli qualcosa.
Riferivo a mio papà le scelte che avevo preso: l'appartamento che avrei affittato, l'auto che stavo comprando, il nuovo posto di lavoro che avevo accettato, la ragazza che volevo sposare. Non ricordo le sue reazioni, non mostrava approvazione, orgoglio, disapprovazione. Non lo conoscevo tanto da leggerlo nel suo comportamento.
Ci siamo distanziati sempre di più.
Abbiamo fatto sempre meno cose insieme. La sua salute peggiorava, subì un'altro trapianto di rene, poi un'altro, poi il cuore che faceva casini, ma fu salvato in tempo incredibilmente, poi l'infezione qui e il virus là e ancora la dialisi e 'sto mezzo ictus che è un miracolo che sia vivo. E avanti così per una decina d'anni abbondanti.
Ho imparato ad accettare mio padre, lo rispetto. Deve aver avuto vitaccia. Ho imparato a volergli bene. Ho accettato il suo essere stato padre e il suo non essere stato una figura paterna. Non mi sento in diritto in giudicarlo per questo.
Certo che è un peccato, chissà magari avrei avuto una vita diversa se fosse stato un papà diverso. Sarei una persona diversa. Avrei un maggior attaccamento per la mia famiglia se fosse stato un padre e - per quanto ne possa sapere - un marito migliore.
È finito il funerale.
Ho giocato il gioco dell'ipocrisia stringendo mani di persone a cui non interessa la mia esistenza.
Ho abbracciato mia mamma.
Ho accettato le condoglianze di coloro che me le hanno porse per pulirsi la coscienza.
Ho apprezzato la sincerità di amici e conoscenti.
Ho visto mia nonna, novantasette anni, incapace di muoversi, di parlare, invecchiata di decenni negli ultimi giorni, conscia di essere sopravvissuta all'ultimo dei suoi figli. stufa di vivere.
Mio papà lo hanno cremato. Dicevano che se no era un casino aprire la tomba di famiglia troppo spesso e che poi non c'era spazio abbastanza.
Che mio papà adesso non ci sia più, non provocherà un cambiamento radicale nella mia vita. È orribile da dire, ma cosa cambia? Andrò lo stesso a lavorare, andrò comunque in bici, mi divertirò e avrò gli stessi problemi e pensieri di prima.
Quanto si è destinati a diventare come il proprio padre? Nei comportamenti, negli atteggiamenti, nel carattere, nei fallimenti, quanto sarò come lui senza che io lo voglia? Non voglio "somigliare" a lui e ho paura di non poterci fare nulla. Ho paura di rispecchiarmi in lui, di essere come lui durante la mia vita, nei miei rapporti con gli altri, con RT.
Poco male comunque, sono l'ultimo della mia famiglia, questo ramo genealogico si estinguerà con me, non ci sarà chi farà ragionamenti di questo tipo su di me.
È un po' di giorni che scrivo questo "sfogo", o dicesi "seghe mentali". Sono in una situazione di stasi: elaboro la cosa mentre altre cose accadono, i giorni passano, i pensieri fluiscono, mutano, prendono direzioni diverse. Altre faccende richiamano l'attenzione, cerco rifugio andando in bici, passando tempo con RT e il cane Marlon. Anche perché per intanto non posso fare altro che seguire il corso delle cose e aspettare. E allora aspetto.
Aspetto.
Aspetto.
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Mispiace Katana, le nostre più sentite condoglianze. Post toccante. Complimenti per il coraggio nell'averlo pubblicato.
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Grazie, sì.
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Condoglianze, e grazie per la storia.
Io non ci riuscirei a scrivere in una situazione del genere.
Mio padre è ancora vivo, ha una buona salute per la sua età.
Mi viene il magone al pensiero che prima o poi succederà, ma ci ho già pensato ed ho già accettato che deve succedere prima o poi. Per tutti.
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Condoglianze Katana, mi spiace.
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Condoglianze, mi dispiace molto. Grazie per averne scritto qui con noi.
Spero che tu stia bene, ti abbraccio.
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Un abbraccio Katana.
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Condoglianze Katana ci sono passato anch'io
un abbraccio forte
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:yes:
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Condoglianze, e grazie per il post.
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:*
RESPECT
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Condoglianze.
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Condoglianze.
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Ti abbraccio forte, Katana.
E non avere mai paura di essere quello che sei. Fortunatamente hai accanto a te una splendida compagna di vita che, grazie al suo amore, saprà farti notare i tuoi errori. Sempre che non l'abbia già fatto.
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A me è morto neanche un anno fa, probabilmente avevo un rapporto ancora peggiore del tuo, nonostante la stima reciproca il dialogo era a zero.
Però quando è morto mi è venuto giù il mondo, l'ho pianto per mesi e se mi guardo indietro sembra ieri l'ultima volta che l'ho visto.
Nonostante prima di lui, come tutti d'altronde, ho visto altre persone andarsene, dopo la sua morte qualcosa è cambiato in me, mi sento più freddo e distaccato, come se la morte d'improvviso sia divenuta ancora più reale...non saprei definire meglio questo senso di disagio.
E comunque condoglianze, per quello che possono valere.
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Condoglianze Katana. Rapportarsi con la figura di certi padri molto forti o molto chiusi é sempre complesso e ti capisco bene in questo. Stai vicino agli affetti della tua vita e insieme troverete la forza per ritrovare un po' di serenità nonostante questo evento terribile.
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Un abbraccio forte
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Condoglianze katana, un abbraccio.
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In un momento come questo quello che hai scritto, e come l'hai scritto, è un ulteriore motivo per il quale personalmente sono onorato di conoscerti, anche solo per interposta tastiera. Un grande abbraccio.
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Un abbraccio Kat, condoglianze.
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E' stato bello leggere quel post :yes:
Un abbraccio katana
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Bel post veramente, mi spiace di doverlo leggere come conseguenza a qualcosa che, nonostante le cose che esprimi, non può essere piacevole.
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Condoglianze, un abbraccio. Post davvero toccante.
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Che post intenso e toccante, condoglianze.
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Mi ci ritrovo un po' in quello che hai scritto. Mio padre non l'ho mai conosciuto ma con mia madre non sono mai riuscito a parlare veramente della mia vita, né a chiederle della sua. Non le ho mai chiesto neanche come è morto mio padre, giusto per capirci, e quando ci sentiamo per telefono mi sento quasi a disagio a raccontarle cosa succede qui.
Leggere i tuoi pensieri mi ha scosso parecchio, mannaggia a te.
Un abbraccio forte.
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Le mie più sentite condoglianze Katana....
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Condoglianze Katana.
Purtroppo so bene cosa stai provando,lo sconforto e il vuoto che ti circonda e quella sensazione che ti fanno pensare di essere diverso adesso,di essere in qualche modo "cresciuto" tuo malgrado,quel sentimento di nulla cosmico che provi davanti ai mille abbracci di circostanza ricevuti prima/durante/dopo la cerimonia.
Mio papà é venuto a mancare a Marzo,con lui avevo un rapporto bello ma ballerino,un padre che nella mia infanzia ho visto davvero poche volte perché,come mi ha sempre insegnato,il lavoro é l'unica cosa che sfama la tua famiglia,mandando perciò a tanti piccoli eventi ai quali avrei preferito fosse presente.
Da questa tua perdita ti dico solo un paio di cose,che personalmente ho fatto mie in questo periodo.
Da adesso vedrai tante cose con occhio diverso,ragionerai ancora di più,valuterai molto attentamente quello che sceglierai e avrai sempre il pensiero che "adesso non posso sbagliare"...ma sbaglierai ugualmente,siamo umani ma saprai che comunque la tua scelta era la migliore da fare.
Circondati di persone che ti fanno davvero stare bene,a me hanno alleviato e fatto passare quel famoso senso di vuoto che provavo davvero in quei momenti.
Per tutto il resto buona fortuna e in bocca al lupo.
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Condoglianza Katana.
Quando succedono cose di questo tipo la mente prova a ricondurre il tutto ad esperienze soggettive. Io ho perso mio padre nel 2013, a causa di un tumore. Con lui avevo un buon rapporto ma era un padre molto condizionato dall'orgoglio e dal senso "prestazionale" inculcato ai figli.
Dopo la sua scomparsa mi sono trovato a cercare ed a rimpiangere quei consigli che normalmente mi elargiva (non richiesti) e che mi procuravano tanto nervosismo.
Purtroppo e per fortuna "siamo" i nostri genitori, o per adesione oppure per allontanamento. Io spero che tu possa comprendere quanto di buono ti ha sicuramente lasciato e accettare quei rinforzi caratteriali messi in atto per allontanarti da lui.
A quel punto ci si riappacifica e rimangono sullo sfondo i ricordi belli.
Coraggio.
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Grazie.
Mi dispiace tantissimo, condoglianze Katana
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Grazie per aver condiviso questo momento.
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Un abbraccio, Katana.
E grazie per aver voluto condividere con noi questi pensieri.
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Un abbraccione anche da parte mia
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Mi hai spappolato il cuore, ma hai scritto un post stupendo.
Daje Katana, un abbraccio.
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Un abbraccio, Katana.
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Un abbraccio anche da parte mia, Kat.
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Condoglianze Katana, un sentito abbraccio...
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Che post significativo Katana, mi ha fatto ripensare tanto al rapporto con mio papà, portato via a 51 anni dalla SLA.
Una forte stretta di mano.
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Condoglianze Katana.
Bellissimo post.
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Mio padre é morto a 49 anni. Era una persona buona ma debole. Ed è stata la sua debolezza ad ucciderlo. Per molto tempo l'ho odiato, perché poteva evitare il dolore che ha fatto provare a tutti noi, ma era appunto troppo debole per riuscirci. Ognuno è quel che è, ci si può fare poco. Condoglianze Katana..
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...non ti conosco ma...condoglianze.Da un essere umano ad un altro...
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Un abbraccio forte. Le cose belle e i bei ricordi saranno sempre con te, ogni volta che guarderai le tue montagne. Puoi ancora imparare da tuo papà non mettendo in atto ciò che ti ha fatto star male da parte sua.
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Leggo ora, condoglianze Katana.
Io ci sono già passato, aveva più o meno l'età del tuo.
Un abbraccio anche da parte mia.
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Grazie a tutti.
Mi aiutate.
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Mi dispiace tanto kat, ti faccio le mie più sentite condoglianze. Un abbraccio forte.
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Condoglianze Katana,ti abbraccio con una frase che probabilmente sarà il mio epitaffio un giorno:
"Ho mangiato quasi tutti i giorni, ho dormito quasi tutte le notti, secondo me ho
lavorato troppo,non ho avuto nè abbastanza soddisfazioni nè gioie.
La guerra mi ha lasciato indifferente e lo stesso vale per i cretini che la facevano.
Amo le Arti e in particolare il cinema, ritengo che il lavoro sia una necessità come l' evacuazione degli escrementi e che chiunque ami il suo lavoro non sappia vivere.
Tre film al giorno, tre libri alla settimana, dei dischi di grande musica basteranno a fare la mia felicità fino alla mia morte, che un giorno dovrà pure arrivare e che egoisticamente io temo.
I miei genitori sono per me soltanto degli esseri umani, è solo il caso che fa di loro mio padre e mia madre, è per questo che per me non sono che degli estranei.
Ecco tutta la mia avventura.Non è nè allegra nè triste, è la vita.
Non fisso a lungo il cielo perchè quando i miei occhi ritornano al suolo il mondo mi sembra orribile".
Francois Truffaut
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Sentite condoglianze Katana e grazie per la condivisione: siamo estranei ma dal tuo post sento di conoscerti un po' di piu'.
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Un abbraccio a Katana.
Il suo post mi ha ricordato questa bellissima canzone: https://www.youtube.com/watch?v=2SrGiyUEPDM
Molto bella anche la citazione di Truffaut.
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Sentite condoglianze Katana, post toccante che ho davvero apprezzato.
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per quel che può valere, visto che non sono certo un utente storico, condoglianze anche da parte mia
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Sentite condoglianze, Katana.
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Quanto si è destinati a diventare come il proprio padre? Nei comportamenti, negli atteggiamenti, nel carattere, nei fallimenti, quanto sarò come lui senza che io lo voglia? Non voglio "somigliare" a lui e ho paura di non poterci fare nulla. Ho paura di rispecchiarmi in lui, di essere come lui durante la mia vita, nei miei rapporti con gli altri, con RT.
Poco male comunque, sono l'ultimo della mia famiglia, questo ramo genealogico si estinguerà con me, non ci sarà chi farà ragionamenti di questo tipo su di me.
Anche solo per il fatto che tu ti chieda se sei o sarai come tuo padre ti rende consapevole sui suoi limiti e, dunque, diverso. Non troppo ma, azzarderei, più sensibile? Migliore?
Per il resto, il tempo e la famiglia ti aiuteranno.
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Mi sono loggato d'istinto per scrivere qualcosa, ma mi rendo conto che non so cosa.
Non credo di volerti fare le condoglianze, quantomeno non nel senso vuotamente rituale del termine.
Probabilmente voglio solo ringraziarti per la condivisione.
Ogni tanto certi pensieri brillano di un'aura propria quando escono, li riconosci al volo, sai che vibrano in qualche posto speciale.
Il tuo era uno di questi.
Mi ha colpito.
Non sorpreso, ma colpito.
C'è una parte di empatia, una parte di timore che possa andare allo stesso modo, e qualcosa di indefinito.
Non so se avessi un obiettivo nel postare questo brandello di anima, probabilmente no.
Ma se l'hai voluto scrivere, vuol dire che voleva uscire.
Quest'anno per me è stato particolare: ho cambiato lavoro, è morta la mia prima nonna, è nato mio figlio, e altre piccole e grandi cose.
E' facile che sia cambiata la percezione che ho del mondo attorno a me.
Non so nemmeno cosa ti voglio dire, Carlo.
Spero ti basti un sorriso.
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Probabilmente voglio solo ringraziarti per la condivisione.
Anch'io.
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Katanta, condoglianze...e un abbraccione.
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Un post bellissimo, un pugno allo stomaco.
Sentite condoglianze.
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È morto mio papà
E' il momento dell'elaborazione.Qualcuno dice che si diventa adulti solo dopo che sono morti i genitori.
Comunque quando si sta male non si ha la lucidità per gli affetti, si diventa grigi.
Mai recriminare sul fatto che non ci sia stato dialogo, anche stare solo vicini va bene così.
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Sentite condoglianze.