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[T]alk => Talk => Topic aperto da: Emalord - 13 Lug 2010, 20:35

Titolo: Ti ho mai raccontato di quella volta che sono morto?
Inserito da: Emalord - 13 Lug 2010, 20:35
Ero alle scuole medie. Tornavo a casa in bicicletta. Il pedale cozza contro un sasso non visto e io vengo catapultato in mezzo alla strada. Ho la testa esattamente sulla riga di mezzaria. E' mezzogiorno. Penso che sto per morire. E' un attimo, alzo la testa e non vedo nessuno. Su un rettilineo lungo un kilometro neanche l'ombra di un'auto.

Ho 25 anni. Sono fermo al semaforo. Qualcuno mi manda un sms. Lo leggo. Il semaforo diventa verde. Ripongo il telefono. Qualcuno ci da di clacson per darmi una svegliata. Metto in moto e parto. Un metro davanti al mio cofano sfreccia a velocità smodata un'auto che è passata col rosso alla mia sinistra. Se fossi partito subito al verde mi sarebbe entrata nella fiancata lato guidatore.

Ho 3 anni. I miei genitori stanno raccogliendo l'uva nel podere di famiglia. A 1,5km di distanza dalla casa dei miei nonni. Sento la loro mancanza. Mia nonna è affacendata a pulire la casa. Conosco la strada e ho un innato senso dell'avventura. Mi metto in marcia. Potete immaginare che nel 1972 le strade non fossero trafficatissime e le persone fossero più igeniche di oggi. Mi ricordo come fosse ieri la faccia dei miei zii quando mi videro arrivare. Ecco, magari quella volta non rischiai la vita, ma a mio padre quasi gli prese un infarto.

Avete storie di quasi-morte da raccontare? Siete qui davanti al pc per uno scherzo del destino? Dovreste essere gà da tempo pessimo cibo per vermi?

Raccontate in questo thread perchè siete qui oggi a scrivere in questo thread.
Titolo: Re: Ti ho mai raccontato di quella volta che sono morto?
Inserito da: stone21 - 13 Lug 2010, 21:13
Ho 22ca. anni pochi Km di autonomia con la patente, mi consigliano di fare le strade provinciali invece delle autostrade. Sono a Santa Marinella con la macchina di mio fratello e 3 persone a bordo.
Paesello di mare grazioso ma di quelli che hanno una via che li attraversa e basta. Strada in discesa, macchina carica e velocità tranquilla, forse una 60km/h. Un tizio sbuca dallo stop occupando tutta la corsia.
La visione apocalittica è questa: Discesa, corsia di marcia occupata, vettura in senso opposto che procede senza problemi, sentimenti addicted e mare sulla destra.
La poca esperienza mi dice di tirare il freno e sterzare (che quando inchiodi serve molto :yes: )
L'Opel Corsa SW rossa (che ne hanno vendute 3 nel mondo) continua il suo moto di rettilineo uniforme, alché l'innato gameplay nelle mani mi dice di lasciare il pedale del freno. Le ruote riprendo a girare completamente sterzate, facendo compiere una manovra evasiva a sx a mo' di Automan.
Pericolo scampato, odori strani in macchina non tutti addicted e minuti di panico sparsi.

Vi starete chiedendo della vettura in senso opposto. Bravi: pure io! L'abbiamo vista tutti, ma non c'era traccia ne dopo ne durante e non ci sono strade alla sua dx che permettevano di farla svoltare.
La ex che era con me è convinta che sia stato un angelo...
Titolo: Re: Ti ho mai raccontato di quella volta che sono morto?
Inserito da: l'Amico - 13 Lug 2010, 21:27
Figata!
Allora, ho 32 anni, sono obeso, mangio come un plotone di Bakunin e i valori schizzano alle stelle. Ricovero d'urgenza, precoma diabetico. Del ricovero, della tac, dei viaggi in ambulanza da un ospedale all'altro non ricordo un cazzo, il secondo giorno non ho riconosciuto mia moglie che mi era venuta a trovare in terapia intensiva (e li tutti i parenti si son cagati nelle mutande). Dopo 2 settimane d'ospedale (mai stato in ospedale in vita mia) e dopo aver subito tutte le umiliazione che un uomo puo' subire pur di restare vivo, sono rinato a nuova vita. Ora sono di nuovo obeso ma il diabete non c'e' piu', ma l'ennesima dieta e' all'orizzonte.
Ah, mentre ero ricoverato il primario disse a mio padre che sono vivo solo perche' non fumatore e astemio, altrimenti lo scorso Marzo sarebbe stato il secondo anniversario della mia dipartita.
Tie', mani nei coglioni.
Titolo: Re: Ti ho mai raccontato di quella volta che sono morto?
Inserito da: Castalia83 - 13 Lug 2010, 21:35
Era il lontano '92, un mio amico mi spinge giù dal muretto dove eravamo seduti, cado all'indietro e mi pare di aver bucato il terreno con il pugno. Primo pensiero "sono una figa", guardo il braccio che è girato di 90° nel senso opposto al normale, corro a casa tenendomi il braccio sinistro con il destro, che se lo lasciavo andare mi arrivava al ginocchio.
Ambulanza, corsa in ospedale, mio padre per fortuna non c'era, il chirurgo parla com mia madre "senta, la situazione è questa, probabilmente c'è un nervo lesionato (avevo problemi a sentire e muovere la mano), possiamo sistemare il braccio, ma facendo l'anestesia generale c'è rischio che sua figlia ci muoia visto che ha cenato da 30 minuti, l'alternativa è lasciar "morire" il braccio che diventerà inutilizzabile".
Mia madre ha optato per l'operazione e per fortuna, ha salvato figlia e braccio.
Titolo: Re: Ti ho mai raccontato di quella volta che sono morto?
Inserito da: Goffraiden - 13 Lug 2010, 21:56
16/17 anni circa, sono in bici che torno dal mare, faccio mezzo lo scemo con un mio amico. Siamo in curva e io, che in quanto a equilibrio sono un pò carente tutt'ora, sto andando con una mano e ho le ciabatte ai piedi. Dò una pedalata un pò troppo energica (siamo sui 25 Km/h), perdo il controllo della bici e finisco dritto in un monticello di boh malta? comunque roba da cantieri. Ihih, sono illeso, giro la testa e BAM botta contro uno dei pali che reggono l'impalcatura. Roba davvero di 5 cm...
Titolo: Re: Ti ho mai raccontato di quella volta che sono morto?
Inserito da: Claudio1885 - 13 Lug 2010, 21:58
Ero un pupetto smilzo di 4 anni circa in vacanza in una località della Calabria. Non so nuotare, e decido giustamente di mettermi a cazzeggiare tra gli scogli, là dove il mare è profondo non so quanto, forse due metri, forse cinque. Stacco telline. C'è questo bello scoglio pieno di telline, giallo e sciovoloso, e mi metto all'opera, felice. Sotto l'acqua è blu ed è pieno di ricci, non ci sono appigli praticabili. Cambio posizione per staccare altre telline. La spiaggia è abbastanza lontana. Sono solo tra gli scogli. Scivolo e cado giù. Con un riflesso fulmineo, di quelli che ti vengono per caso in situazioni di pericolo, mi aggrappo con entrambe le mani allo scoglio. La cosa interessante è che ho un ricordo in terza persona di quel momento: ricordo, cioè, l'espressione della mia faccia, come se il mio punto di vista non fosse in soggettiva, ma come se mi trovassi lì, a pochi centimetri dal viso di quel bambino scemo che per poco non faceva un bel bagno fuori programma. Mi tiro su, torno alla spiaggia in stato di semi-shock, come uno zombie. Dal momento che ero deficiente forte già allora, me ne esco con una di quelle battute di bambino che vede troppi cartoni animati: dico a mia madre "Stavo per perdere qualcosa, a mare". Mia mamma: "Ah sì? Cioè?" e io, imperioso: "la vita."

Mia madre ridacchia, e la cosa finisce lì.
Titolo: Re: Ti ho mai raccontato di quella volta che sono morto?
Inserito da: Wis - 13 Lug 2010, 22:53
Ho 25 anni. Sono fermo al semaforo. Qualcuno mi manda un sms. Lo leggo. Il semaforo diventa verde. Ripongo il telefono. Qualcuno ci da di clacson per darmi una svegliata. Metto in moto e parto. Un metro davanti al mio cofano sfreccia a velocità smodata un'auto che è passata col rosso alla mia sinistra. Se fossi partito subito al verde mi sarebbe entrata nella fiancata lato guidatore.
Ho vissuto un'esperienza quasi identica.
Ero su una scabrosa Y10 Fila ad un semaforo, armeggiavo con un'autoradio monofonica a pedali e non mi ero accorto che il semaforo fosse diventato verde.
Appena sto per lasciare la strada stretta per immettermi nella larga vengo sfiorato da una motrice (tipo Optimus Prime) lanciata almeno a 60 km/h.

Titolo: Re: Ti ho mai raccontato di quella volta che sono morto?
Inserito da: Timmy Bristow - 13 Lug 2010, 23:55
Avevo 8 anni. Vacanza al mare. Letto a castello. Io, da fratello maggiore, scelgo il letto di sopra. La mattina mi sveglio e sento che qualcosa non va: ho la testa pesante e mi fa male un po' dappertutto. Mi alzo, scendo dal letto (ma ero al piano di sotto stavolta) e scendo anche le scale, e passandoci davanti mi guardo allo specchio: avevo mezza faccia nera! :o
Mia mamma mi vede e comincia ad urlare "Cosa ci fai in piedi?!? Perché sei venuto giù?".
Mi faccio spiegare quello che è successo e che non ricordo. Ero caduto dal letto a castello nel sonno. Non riprendevo conoscenza ed avevo passato la notte in ospedale in semicoma. La faccia nera era per la botta che avevo preso.

Lì ho acquisito i miei superpoteri, ma non so ancora quali siano! Se avete suggerimenti...
Titolo: Re: Ti ho mai raccontato di quella volta che sono morto?
Inserito da: Neophoeny - 13 Lug 2010, 23:58
Avevo 15 anni. Ero con lo scooter in ritorno dal mare, prima dell'ultima curva prima di entrare in paese, ho davanti una di quelle persone che vanno a 2 e tento un sorpasso veloce per levarmelo dai piedi, nello stesso momento arriva in un secondo un camion a tutta velocità che mi suona ma ormai era troppo tardi perchè avevo già eseguito il sorpasso e avevo l'altra macchina a destra, ebbene io riesco a mettermi tra la macchina che intendevo sorpassare e il camion, ho sentito il camion passare a 1 centimetro dal mio corpo, mi son visto morto.
Titolo: Re: Ti ho mai raccontato di quella volta che sono morto?
Inserito da: alex-Bloody - 14 Lug 2010, 00:08
Allora ho 9 anni salivo le scale di casa quando scivolo,cado verso dietro facendomi una ventina di scale fino ha scontrarmi contro il portone,quel giorno ho pensato veramente di morire,mi sono detto "è finita",per fortuna che ho portato le braccia attorno alla testa
Titolo: Re: Ti ho mai raccontato di quella volta che sono morto?
Inserito da: Floyd - 14 Lug 2010, 00:24
io una volta, 8 anni fa credo, stavo finendo giù da una strada di montagna perchè avevo spento il motore (visto che era tutta discesa) e non sapevo che a motore spento il servofreno non fosse attivo. Risultato: la macchina non frena come pensavo e rischio di finire di sotto. Fortunatamente ho avuto il tempo di usare il freno a mano e la macchina si è fermata giusto in tempo.

altro episodio : tipo 14 anni fa, con un tiro sbilenco del sottoscritto la palla finisce nel primo piano di un casotto un po' diroccato. Riesco con una scala prestata a salirci ma dopo aver recuperato il pallone il pavimento crolla leggermente e finisco al pianterreno atterrando comunque in piedi e cosciente. Non so come (forse instintivamente mi sono portato le mani in testa cadendo) me la sono cavata con qualche punto in testa.
Il casotto esiste ancora peraltro, benchè sia stato murato.
Titolo: Re: Ti ho mai raccontato di quella volta che sono morto?
Inserito da: Cryu - 14 Lug 2010, 00:40
Avrò avuto 10 anni. Mamma mi fa, non camminare su quel muretto. Sotto, 3 metri di vuoto. Io ci vado lo stesso. Dopo qualche passo perdo l'equilibrio. E' stato come perdere conoscenza. Quando ho capito dove mi trovavo, ero appeso a quel muretto, per una mano sola, il resto a penzoloni. Non mi sono mai dato una spiegazione, ma la sensazione fu sempre di non aver fatto tutto da solo.
Titolo: Re: Ti ho mai raccontato di quella volta che sono morto?
Inserito da: Void - 14 Lug 2010, 00:46
1984. 6 anni. Ho la bella idea di infilare una spina in una presa di corrente toccando con le dita sia il neutro sia la fase. Non so per quale miracolo ma ho tolto subito la mano e non mi sono fatto niente, solo un formicolio alle dita.

1994. 16 anni. Vado tranquillo con la mia vespa quando un'auto mi taglia la strada. Scontro frontale con il lato dell'auto.
Buio.
Mi riprendo dopo qualche secondo, credo, mi tolgo il casco e mi metto a sedere. Sangue abbondante dal naso. Uno stuolo di persone mi si avvicina e mi intima di non sedermi, mi dice che non dovevo togliermi il casco e dovevo rimanere per terra ???.
Casco crepato, naso rotto, due buchi appena sotto il ginocchio, uno dei quali mi arriva fino all'osso. Mal di testa per due giorni.
Dopo tre giorni mio padre mi manda a scuola :death:.

Qualche pericolo scampato in auto, specialmente dal 2006 quando ho iniziato a lavorare e percorro 40Km al giorno. Probabilmente nulla di mortale, però sempre pericolosi: vecchi che imboccano le rotonde contromano, ggiovani che sorpassano in curva, donne che fanno manovre pretenziose in posti impossibili...

Lì ho acquisito i miei superpoteri, ma non so ancora quali siano! Se avete suggerimenti...
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Titolo: Re: Ti ho mai raccontato di quella volta che sono morto?
Inserito da: Simone S. - 14 Lug 2010, 08:42
Avevo 27 anni, Marzo 2010, provincia di Grosseto, nevica abbondantemente.
Mentre viaggio in salita a velocità lumaca, dalla parte opposta arriva una bisarca carica di vetture che incomincia ad andare di traverso invadendo pericolosamente la mia corsia.
Mi vedo già ridotto ad una sardina all'interno della mia vettura, sciacciato da quell'enorme ammasso di ferraglia.
Per fortuna si è arrestato a circa due metri da me grazie al muro che costeggia la carreggiata che lo ha fermato.
Titolo: Re: Ti ho mai raccontato di quella volta che sono morto?
Inserito da: Wis - 14 Lug 2010, 09:34
Da giovani avevamo l'abitudine di pedalare lungo discese con 80% di pendenza.
In particolare in campagna una discesa che dalla chiesa scendeva fino alla larga strada della costa era il nostro migliore campo da velocità.
Uno scenario Test Driviano con dirupo da una parte e costone (con erba) dall'altra. Noi piombavamo in quella strada uscendo dalla discesa, ad una velocità assolutamente smodata per una bici. Il problema è che la curva che andavamo ad affrontare era quasi completamente cieca. Ok, le macchine non erano molte, ma la nostra sopravvivenza si basava solo su questo sparuto calcolo probabilistico.
Un giorno le probabilità giocano contro di me, la macchina mi compare davanti a pochi metri, io ero nella fase finale della costa, quindi a velocità leggermente ridotta rispetto all'inizio. Sterzo verso l'unica direzione possibile (per andare verso la parete avrei dovuto stringere la curva e probabilmente non ce l'avrei fatta), andando verso il dirupo all'esterno della curva. Schivo la macchina per poco (non saprei dire quanto, ho un ricordo onirico del tutto) tento di riprendere la direzione ma la ghiaia sotto le ruote fa scivolare via la bicicletta facendomi stramazzare al suolo. La bici si impiglia in un cespuglio appena prima del balzo, io rimango a qualche centimetro dal ciglio con il braccio letteralmente appeso ad un ramo (ho ancora la cicatrice sul gomito dove si è infilato).
Ho rifatto altre volte quella discesa, ma mai a quella velocità. Chissà come mai.
Titolo: Re: Ti ho mai raccontato di quella volta che sono morto?
Inserito da: Alle - 14 Lug 2010, 09:38
Avevo 5 anni. Scendo dal bus dell'asilo in pieno maggio. Non ero mai stato allergico alle gramincacee, iniziai quel giorno con un attacco d'asma fotonico. Casco a terra come un mucchio di stracci bagnati, faccia nera, occhi strabuzzati. Corsa all'ospedale (mia madre in 500 ha fatto il miglior tempo di sempre) e dose da cavallo di antistaminici.

Avevo 8 anni e correvo su e giù per la rampa di un garage. Mio nonno mi grida di non correre su è giù per la rampa del garage. Io gli faccio una pernacchia mentre corro su e giù per la rampa del garage. Inciampo nella rampa del garage mentre faccio la pernacchia, casco di mento e mi decapito mezza lingua. Inizio a sanguinare come una fontana ma per fortuna mio nonno abitava a mezzo kilometro dall'ospedale. Se ci mettevamo 5 minuti in più ci restavo (mi hanno pure ricucito il pezzo di lingua mozzato).

Avevo 11 anni e leggevo Topolino all'ombra di un albero, nel giardino condominiale. Più in là un alro bambino giocava alle olimpiadi. Prende un grosso ceppo di legno, gira su sè stesso e fa il lancio del martello. Mi colpisce in pieno in testa, poco più sopra dell'occhio sinistro. Frattura del cranio (leggera) e imbambimento per un paio di giorni. Pochi centimetri più sotto e mi spappolava l'occhio.
Titolo: Re: Ti ho mai raccontato di quella volta che sono morto?
Inserito da: Wis - 14 Lug 2010, 09:57
Alle, Miura s'è ispirato a te per l'infanzia di Gatsu. :yes:
Titolo: Re: Ti ho mai raccontato di quella volta che sono morto?
Inserito da: ..::pierre147::.. - 14 Lug 2010, 10:17
3 anni, i miei mi lasciano un weekend in Svizzera a casa di amici. Il pomeriggio di sabato andiamo a fare un giro nei boschi. Per motivi ignoti, gli amici dei miei mi abbandonano sul posto e ripartono senza controllare che io effettivamente fossi nella macchina. Morale: sono nel fitto bosco svizzero a gennaio, da solo. A tre anni. In qualche modo riesco a uscire e mi ritovo in paese. Da qui, guardando la segnaletica che indicava la zona residenziale-villette mediante apposita immagine di chalet, ritrovo la casa.

Quel giorno, inconsapevolmente, iniziai ad ascoltare black metal.
Titolo: Re: Ti ho mai raccontato di quella volta che sono morto?
Inserito da: Wis - 14 Lug 2010, 10:25
O___oU
Da padre sono abbastanza allibito.
Spero che i tuoi genitori abbiano pasteggiato con gli organi interni degli "amici".
(Anche se in realtà sarebbe stato opportuno torturare impunemente i tuoi genitori perchè non si lascia un bambino di 3 anni a casa di "amici").
Titolo: Re: Ti ho mai raccontato di quella volta che sono morto?
Inserito da: baku.nin - 14 Lug 2010, 10:34
3 anni, i miei mi lasciano un weekend in Svizzera a casa di amici. Il pomeriggio di sabato andiamo a fare un giro nei boschi. Per motivi ignoti, gli amici dei miei mi abbandonano sul posto e ripartono senza controllare che io effettivamente fossi nella macchina. Morale: sono nel fitto bosco svizzero a gennaio, da solo. A tre anni. In qualche modo riesco a uscire e mi ritovo in paese. Da qui, guardando la segnaletica che indicava la zona residenziale-villette mediante apposita immagine di chalet, ritrovo la casa.

Quel giorno, inconsapevolmente, iniziai ad ascoltare black metal.

questo ragazzo ha proprio il cazzo dvro. :D (begli amici, in famiglia)
Titolo: Re: Ti ho mai raccontato di quella volta che sono morto?
Inserito da: Shape - 14 Lug 2010, 12:02
Io invece a cinque-sei anni (o forse era prima? boh) stavo giocando con una biglia di vetro mettendola, per chissà quale astruso motivo, in bocca e poi sputandola.
Quella, non avendo altro da fare, pensa bene di infilarsi in gola e tapparmi le vie respiratorie.

Mi salva, a tanto così dalla fine, mia madre, infilandomi un dito in gola e scalzando la biglia dalla mia gola. Nel farlo mi graffiò con l'unghia una parte della gola, ma guarii in pochi giorni.
Non solo mi ha dato la vita, ma me l'ha pure salvata.

Vabè, poi un paio di volte mi son spaccato la capoccia, una volta cadendo dal bracciolo su un divano ("Francesco, scendi da lì, che ti fai male!"... "Francesco, scendi da lì, che ti fai male!"... "Francesco, scendi da lì, che ti fai male!"... BAM!), un'altra volta a scuola facendo le "sciuliatelle" nell'enorme atrio della scuola elementare.
Quest'ultimo episodio fu divertente, ancora me lo ricordo benissimo: esco dall'aula per andare in bagno, l'atrio è vuoto, prendo una rincorsa come non mai, mi lascio cadere in ginocchio. Sciiiiiiiivolo sciiiiiiiiiiivolo fino a rovinare con la capoccia contro un termosifone :D
Inizio a grondare sangue, arriva Maria la bidella spaventatissima, mentre io la tranquillizzavo che non era niente di grave e mi portano via da scuola in direzione ospedale :D
Titolo: Re: Ti ho mai raccontato di quella volta che sono morto?
Inserito da: Luv3Kar - 14 Lug 2010, 12:20
Avrò avuto 3-4 anni, ero in un alimentari con mia mamma. Mentre lei paga alla cassa mangio una Polo, che mi si pianta in gola. Divento viola, mia mamma prova a darmi pacche sulla schiena perché la sputi. I negozianti le dicono di portarmi fuori perché non gli muoia in negozio e di chiamare l'ambulanza. Mia mamma se ne sbatte, mi piglia per i piedi e mi capovolge, scrollandomi finché non mi esce la Polo.

Più o meno stessa età, a Serramazzoni, un paesino di montagna qui in provincia. Ero in giro con mio padre e un suo amico, di colpo, non so perché, inizio a correre a tutta birra giù per una strada in discesa che finisce in un incrocio a T, attraversando la strada. Una Ritmo mi prende in pieno e mi sbatte a terra. Io ricordo solo che di colpo vidi l'azzurro del cielo. Me la sono cavata con qualche graffio.
Titolo: Re: Ti ho mai raccontato di quella volta che sono morto?
Inserito da: Alle - 14 Lug 2010, 12:32
Avrò avuto 3-4 anni, ero in un alimentari con mia mamma. Mentre lei paga alla cassa mangio una Polo, che mi si pianta in gola. Divento viola, mia mamma prova a darmi pacche sulla schiena perché la sputi. I negozianti le dicono di portarmi fuori perché non gli muoia in negozio e di chiamare l'ambulanza. Mia mamma se ne sbatte, mi piglia per i piedi e mi capovolge, scrollandomi finché non mi esce la Polo.

Anche mio fratello fece una scena simile da piccolo, mi ricordo che arrivò in cucina fischiando e io non capivo che cacchio avesse da fischiare... mia madre invece lo prese per i piedi e gli fece sputare la polo. Da allora furono vietate in casa...
Titolo: Re: Ti ho mai raccontato di quella volta che sono morto?
Inserito da: naked - 14 Lug 2010, 12:47

5 anni. stiamo percorrendo in macchina una strada di montagna. piove a dirotto. a destra strapiombo a sinistra montagne. la macchina sbanda sulla destra. andiamo a stamparci contro l'unica roccia presente su quel lato della strada. io ero davanti. le cinture di sicurezza non erano di serie neppure sulle Mercedes all'epoca. vengo sparato come un proiettile contro il parabrezza. non mi faccio nulla.

9 anni scendo dalle scale con in mano una bottiglia di orzata. scivolo malamente e faccio 4/5 gradini rotolando. al pianerottolo mi fermo contro il muro. mi alzo e penso: che culo. mi guardo la mano e vedo che è tutta rossa. la bottiglia si era rotta e un vetro mi si era conficcato nel palmo. sbrego di 5 punti. tanta paura ma sono sopravvissuto.

prima media. torno da scuola in bicicletta. la bicicletta non è mia ma di un mio amico che è sempre in giro con una ruota. quella davanti infatti è tutta sbilenca.
al costone di carimate (pendenza simile al mortirolo) freno per rallentare. i freni sono rotti. la bici incomincia a sbandare. caduta rovinosa strisciando per no so quanti metri. me la sono cavata con polso fratturato ma me la sono vista brutta.

17 anni. sempre in giro con la mia honda nsx bianca e blu. strada a senso unico con una bella serie di curve. percorso troppo invitante. scalo. accelero. inizio a divertirmi. ultima curva. quella più stretta. mi trovo davanti una diane messa di traverso che sta facendo inversione (quindi avrebbe poi percorso la strada contromano). A destra e a sinistra due belle siepi con muretti. sono in piega. non vedo soluzioni di fuga. pinzo. la moto parte istantaneamente anche favorita dalla sabbietta malefica. io incomincio a strisciare. sembra interminabile. dopo qualche secondo mi stampo con la testa contro la gomma della vettura. non mi faccio nulla.
Titolo: Re: Ti ho mai raccontato di quella volta che sono morto?
Inserito da: naked - 14 Lug 2010, 12:52
ripartono senza controllare che io effettivamente fossi nella macchina.

chissà cosa gli avevi fatto? :D

comunque massiccio.
Titolo: Re: Ti ho mai raccontato di quella volta che sono morto?
Inserito da: claus80 - 14 Lug 2010, 12:53



17 anni. sempre in giro con la mia honda nsx bianca e blu. strada a senso unico con una bella serie di curve. percorso troppo invitante. scalo. accelero. inizio a divertirmi. ultima curva. quella più stretta. mi trovo davanti una diane messa di traverso che sta facendo inversione (quindi avrebbe poi percorso la strada contromano). A destra e a sinistra due belle siepi con muretti. sono in piega. non vedo soluzioni di fuga. pinzo. la moto parte istantaneamente anche favorita dalla sabbietta malefica. io incomincio a strisciare. sembra interminabile. dopo qualche secondo mi stampo con la testa contro la gomma della vettura. non mi faccio nulla.

Sicuro che non fosse honda nsr?
Titolo: Re: Ti ho mai raccontato di quella volta che sono morto?
Inserito da: naked - 14 Lug 2010, 12:57
si :( ;D
Titolo: Re: Ti ho mai raccontato di quella volta che sono morto?
Inserito da: Wis - 14 Lug 2010, 14:41
Infatti inizialmente mi sono detto: Naked a 17 anni senza patente correva sulle stradine di montagna con un'auto sportiva.
Ok.
Titolo: Re: Ti ho mai raccontato di quella volta che sono morto?
Inserito da: Emalord - 14 Lug 2010, 19:30
O___oU
Da padre sono abbastanza allibito.
Spero che i tuoi genitori abbiano pasteggiato con gli organi interni degli "amici".
(Anche se in realtà sarebbe stato opportuno torturare impunemente i tuoi genitori perchè non si lascia un bambino di 3 anni a casa di "amici").

Il tutto è meno surreale se ci rendiamo conto che si parla di svizzeri.
Un vecchio proverbio dice che gli svizzeri sono un popolo senza una nazione, una lingua e un dio. Difficile dargli torto visto che è vero.
E' altrettanto vero che gli svizzeri sono le persone più avide e vuote ever, e qui parlo per esperinza personale.
Titolo: Re: Ti ho mai raccontato di quella volta che sono morto?
Inserito da: Cryu - 14 Lug 2010, 19:33
E quel che è peggio, non vogliono la moviola in campo!
Titolo: Re: Ti ho mai raccontato di quella volta che sono morto?
Inserito da: 1c0n 0f s1n - 14 Lug 2010, 19:40
I negozianti le dicono di portarmi fuori perché non gli muoia in negozio e di chiamare l'ambulanza.

I negozianti erano gli amici dei genitori di Pierre.
Titolo: Re: Ti ho mai raccontato di quella volta che sono morto?
Inserito da: baku.nin - 14 Lug 2010, 19:45
Avrò avuto 3-4 anni, ero in un alimentari con mia mamma. Mentre lei paga alla cassa mangio una Polo, che mi si pianta in gola. Divento viola, mia mamma prova a darmi pacche sulla schiena perché la sputi. I negozianti le dicono di portarmi fuori perché non gli muoia in negozio e di chiamare l'ambulanza. Mia mamma se ne sbatte, mi piglia per i piedi e mi capovolge, scrollandomi finché non mi esce la Polo.

uguale spiccicato a me, solo che ero a casa e ho ingoiato un bullone di plastica (un set di attrezzi giocattolo e chiavi inglesi per giocare a fare l'idraulico e diventare un uomo trve), che io trovo però più interessante da giocarci con le seguenti regole "lo lascio cadere sopra di me e acchiappo il bullone con i denti al volo"

va bene 2/3 volte, poi quando inizio a sentirmi un fenomeno mi si pianta dritto in gola e resto così un paio di minuti. Peraltro ero in una giornata di raffeddore (una costante della mia vita) e avevo una narice e mezza tappate

Mia madre scende da una amica al piano di sotto portandomi in braccio e mi capotano da testa a piedi. In verità dopo un paio di tentativi neanche è uscito... poi dopo un pò lo spurgo quasi volontariamente - si vede che era sceso un pò, ma a livello respiratorio sentivo di stare raggiungendo il limite
Titolo: Re: Ti ho mai raccontato di quella volta che sono morto?
Inserito da: Zel - 14 Lug 2010, 19:52
Se dovesse capitare una cosa del genere ai vostri figli sappiate che tenerli a testa in giu' per i piedi non e' la cosa piu' saggia da fare.
Metteteli sulle ginocchia come se doveste sculacciarli e date delle pacche sulla schiena oppure teneteli in piedi e fateli piegare a 45° sempre dando pacche sulla schiena.

Questo perche' se troppo piccoli e' impossibile eseguire la manovra di heimlich. Ovviamente chiamare subito il 118
Titolo: Re: Ti ho mai raccontato di quella volta che sono morto?
Inserito da: Emalord - 14 Lug 2010, 19:59
Dopo aver letto tutti i vostri commenti è difficle rimanere insensibili.
E viene da pensare che comunque nella vita GIOCOFORZA si corrono dei pericoli soprattutto in età infantile o adolescenziale quando per ignoranza o per sfida al pericolo si sottovalutano certi rischi.

E viene da pensare che CHIUNQUE rischi la propria vita almeno una volta, in maniera più o meno inconsapevole.

Conosco gente che ha perso un figlio perchè al camion davanti si è staccata la gomma di scorta che ha centrato l'auto su cui viaggiava. Gente che ha perso un figlio
per allergia al liquido di contrasto durante normalissimi esami medici senza rischi presunti.
Motivi stupidi, banali, impossibili, e quindi ancora più dolorosi.

Ma alla fine la maggioranza sopravvive. Nonostante tutto. E noi siamo qui a dimostrarlo.

E la domanda è: perchè? E' il Caso? E' Dio?
O forse la data della nostra morte è realmente scritta in partenza e quindi noi si sopravvive a certe cose perchè FINO A QUEL PUNTO dobbiamo arrivare, e ci si arriva sempre e comunque 'against all odds'?

Non conosco la risposta, ma so che io vivo alla giornata, e la morte la vedo come una compagna di viaggio.
Discreta e silenziosa, ma sempre presente.
La inserisco sempre nei miei programmi di viaggio o di vita per evitarla, e lei mi capisce e mi apprezza per questo. E' una tipa col senso dello humor e comunque apprezza il fatto che non mi dimentico mai di lei.
Non la temo, ma sicuramente la rispetto.
Titolo: Re: Ti ho mai raccontato di quella volta che sono morto?
Inserito da: Neophoeny - 14 Lug 2010, 20:18
A me è capitata la stessa cosa con la lattuga, mi mancava l'aria e non riuscivo a inghiottirla. Mi hanno messo a testa sotto e son riuscito a buttarla via!
Titolo: Re: Ti ho mai raccontato di quella volta che sono morto?
Inserito da: EGO - 14 Lug 2010, 20:21
Una volta, a 13 anni, tornavo a casa da scuola. Ero fermo, a piedi, al semaforo su un grande corso. Ero sovrappensiero e guardavo distrattamente il semaforo davanti a me, ma per lo più guardavo nella direzione opposta alla corsia sulla quale mi trovavo, perché da quella parte doveva arrivare il pullman che dovevo prendere. E così, quando scatta il verde per me, mi muovo automaticamente, senza badare alle macchine che vengono nella mia direzione e che dovrebbero fermarsi al semaforo ora rosso. Proprio mentre riporto lo sguardo davanti a me, un camion mi passa a qualcosa come 5-10 centimetri al massimo dalla faccia. Non mi spaventai nemmeno, ma ripensandoci più tardi mi resi conto che con un passo in più, se mi fossi messo in marcia un secondo prima, probabilmente sarei morto.

Un'altra volta, forse sui 15-16 anni, per qualche motivo mentre i miei erano fuori casa giocavo a saltare sul lettone dei miei atterrandoci sopra di testa. Senonché, a un certo punto, atterro sulla testa malamente e sento che il collo non mi sorregge, perciò mi lascio ricadere pesantemente sul letto. Non so quanto ho rischiato veramente, ma in quell'occasione ho avuto la netta sensazione di potermi spezzare il collo.
Titolo: Re: Ti ho mai raccontato di quella volta che sono morto?
Inserito da: stone21 - 14 Lug 2010, 20:22
Non so quanti anni, credo 3/4.
Altipiani di Arcinazzo. Villa di famiglia con piscina. Non so che stagione fosse, ma ricordo che indossavo una tuta verde con le righe bianche stile adidas, ma solo due stripes.. Chioma bionda a caschetto fine anni '70.
Giocavo con non so cosa sul bordo della piscina con mio fratello più grande sul dondolo a lato che leggeva non ricordo cosa, forse Topolino.
Ora il ricordo che ho oltre a questo è di essere stato infilato nel lavandino con l'acqua calda per scaldarmi, mentre mia madre mi abbracciava stretto. Ero caduto nella piscina e mio fratello mi tirò fuori afferrandomi per i capelli.
Titolo: Re: Ti ho mai raccontato di quella volta che sono morto?
Inserito da: answer - 14 Lug 2010, 20:55
Ho 11 - 13 anni. Siamo al lago con la mia cugina, 2 - 3 anni meno di me. Non sa nuotare, ma vuole seguirmi a tutti i costi. Il fondo del laghetto è di ghiaia, con alcune striature di fango. Le dico di stare dove non è tanto profondo - dato che non sa nemmeno stare a galla - massimo fino alla cintura (è alta poco meno di me). Faccio due bracciate, tocco il fondo. Mi giro, e la vedo a mezzo metro da me, occhi spalancati. Buco sul fondo, ouch.
Va giù come farebbe una bambola riempita di piombo fuso.
Mi butto lì, e incontro l'inferno. Le sue gambe che mi stringono, braccia che mi soffocano, e spingono giù, dove? non importa, sono pietrificato, spaventato, mezzo cieco. Non è più l'inferno, è l'incognito, cosa che ci fa più paura.
Al che mi viene in mente il pensiero di mio padre, come un flash rallentato e in colori pastello, tanto caro alle recenti teleserie: lui si portava sempre un'ago da sarta infilato nel costume da bagno: "nuoti - senti un crampo - sfila l'ago e infilalo nel muscolo interessato" - l'ho visto fare. "No!" - che è l'ultimo pensiero che mi ricordo.
Giro la mia cugina di schiena, l'affero, e sgambetto fino a che non sento la ghiaia sotto i piedi. Tempo stimato: quattro secondi, credo.

Io, in seguito, mi presi il brevetto di "bagnino", lei ora ha due splendidi figli. :)

Poteva andare diversamente, Emalord, hai ragione. Ci sono troppe variabili in gioco, non possiamo proteggersene. Forse la consapevolezza stessa della morte ci serve per apprezzare di più la vita? Boh.

RESPECT   
Titolo: Re: Ti ho mai raccontato di quella volta che sono morto?
Inserito da: lozioste - 15 Lug 2010, 01:18
Siamo tutti vivi un po' per miracolo, in realtà.

Avevo più o meno 3 anni e mi trovavo da un fotografo insieme ai miei. Troppo noioso per un bimbo così piccolo, così presi l'audace decisione di fuggire e lanciarmi di corsa in mezzo alla strada, così, tanto per fare. Quando sei così piccolo le macchine magari nemmeno ti vedono. Un paio non mi hanno visto, in effetti, ma le mie doti da ninja erano già molto sviluppate, così le schivai tutte agilmente. Una, invece, mi vide eccome e inchiodò brutalmente, risparmiandomi un volo di x metri e molti danni. Il tizio della macchina scese, mi trascinò sul marciapiede e mi mollò un signor schiaffone. Io la presi un po' male, ma quel tizio mi ha probabilmente salvato la vita. Le mie abilità da ninja pure, beninteso.

Ma si può essere anche molto più grandi e altrettanto stupidi da mettere a rischio la vita più o meno consapevolmente:

Di anni ne avrò avuti all'incirca 18-19 e finalmente, dopo un anno nella schifosa Milano, ecco l'agognato mare. Come resistere alla tentazione di un bagno, a maggior ragione con la mareggiata?
Peccato che il mare forza 7 sappia essere davvero poco amichevole nei confronti degli incauti che decidono di affrontarlo. C'era da capirlo, d'altronde: se la bandiera rossa issata come monito si deve giustamente ignorare (è anzi un motivo di festa, quando la scorgi dalla strada prima di aver visto il mare - preannuncia una gustosa giornata di ondine), non così uno stuolo di bagnini che impedisce anche solo gli innocui salti nella schiuma per paura che il potente risucchio tirasse dentro qualcuno.
Invece no: lo zio e un altro imbecille, a digiuno di nuotate da un anno e con troppe brolle in corpo, si defilano con nonchalance e si dirigono spediti verso la spiagga libera dietro agli scogli, non sorvegliata. Per disgrazia il mare concede un attimo di tregua e due tizi che sguazzano nella schiuma ci fanno pensare che il bagno sia alla nostra portatata e i divieti frutto di un eccessivo scrupolo - tutti dentro!
Questione di un minuto scarso e si scatena l'inferno. I due tizi, capiamo troppo tardi, si guardavano bene dall'entrare e alle prime avvisaglie di cavalloni si dileguano, noi siamo dentro. Ora, di solito le onde arrivano in serie, fanno paura, ma sono relativamente innocue: si va sù, si va giù. Poi il mare si calma un secondo e ti concede l'opportunità di uscire per riprendere fiato. Quel giorno di pause non ne arrivano, un'onda enorme dopo l'altra (molto molto grandi, molto molto spaventose); il frangente, violentissimo, ti costringe ad andare sott'acqua per risparmiarti schiaffi di acqua e schiuma che invadono le vie respiratorie e la corrente sott'acqua, ahiahi, ti spinge un paio di metri più al largo. Quando riemergi la riva è troppo lontana e allora devi nuotare per riguadagnarla, con tutta la forza che hai, prima che arrivi il nuovo frangente. E allora sott'acqua e di nuovo fuori, di nuovo lontani dalla maledetta riva e si ricomincia. Non duri molto così, i muscoli cominciano a bruciare, il fiato manca, cominci a bere e a tossire, perdi il ritmo e i momenti buoni [riemergo ancora ad occhi chiusi dopo un frangente, prendo fiato come posso e sento: "giù, giù!" e il nuovo frangente, inatteso, mi passa sopra la testa, salvo per un pelo. Grazie al compagno di sventura], vai nel panico. Le onde continuano ad arrivare minacciose, sempre più grosse, la riva si allontana, i due fuori urlano di uscire e tu non ce la fai più, non sai come uscire, nè se ne uscirai.Ricordo distintamente di aver visto la morte in faccia. Il mio compare si accorge del mio stato di panico, cerca di tranquillizzarmi e mi sprona verso la riva. In effetti riguadagniamo terreno, è che non puoi mica uscire quando ti pare, se le onde non concedono tregua; il fondo è sassoso e mareggiate di quell'entità muovono sassi enormi come il vento muove le foglie - se un'onda ti pesca e frinisci nel rullo puoi solo sperare di coprirti bene la testa (numerosi i casi, negli anni, di gente che va al pronto soccorso dopo essersi preso una pietra in fronte) e di non fracassarti nulla. La situazione peggiora quando l'amico mio, a cavallo di un'onda agghiacciante, esce con una leggerezza miracolosa, non ho mai capito come abbia fatto. Rimasto solo, le cose peggiorano: il panico cresce, l'acqua ingurgitata è tanta, le forze si esauriscono. E' allora che decido di tentare anch'io il tutto per tutto: scelgo la prima onda che arriva e spero che mi scagli a riva, o così o arrivederci a tutti. In realtà ce l'avevo quasi fatta a restare illeso, poi il rullo mi risucchia per un piede e mi prende con sè. Sott'acqua non ci ho capito nulla, mi sono rannichhiato a uovo, ho preso pietre ovunque, ho girato su me stesso, quindi l'impatto violento con il suolo. Fuori, più o meno. Il risucchio è pericolso quando il mare è molto grosso, perchè è fortissimo. Ero fuori, ma l'acqua mi arrivava agevolmente al petto e stava trascinandomi di nuovo con sè. Devo premettere che in realtà ce l'avevo fatta, perchè ero sufficientemente avanti per far sì che l'onda successiva completasse l'opera e mi sbattesse del tutto a riva, ma ho lo stesso gradito il braccio che ha afferrato il mio polso. L'onda successiva è arrivata come previsto, ci ha devastati entrambi e ci ha restituiti alla terra ferma.
[Chi fosse il tizio l'ho scoperto anni dopo, gli ho offerto molto da bere e gli ho regalato generose quantità di cannabinoidi che ha molto graditi.]
"Va beh, Ste, è niente, è niente, siamo stati bravi. Ora ci facciamo una doccia e poi contegno, che ci sono le donne."
Sta minchia. Sono rimasto tutto il giorno a fumare e a guardare il mare atterrito. Per anni non ho avuto più il coraggio di affrontare alcuna mareggiata, nemmeno le più negoziabili. Ora ci riesco, timidamente, ma quando sono dentro e il mare si arrabbia un po' troppo, mi si stringe lo stomaco e devo uscire, non c'è niente da fare.
Sono vivo perchè:
- anni e anni di pratica nelle mareggiate mi hanno permesso di gestirmela come meglio ho potuto. Chiunque, senza pratica, ci avrebbe lasciato la pelle.
- Nettuno ha deciso di risputarmi fuori, non gli sono piaciuto. Quell'ultima onda avrebbe potuto uccidermi o salvarmi. Mi ha salvato.
Dovessi mai beccare il vecchio Nettuno gli offrirò molto da bere e, se al momento disponibili, lo imbottirò di generosissimi quantitativi di cannabinoidi che lui, ne sono certo, apprezzerà.


Titolo: Re: Ti ho mai raccontato di quella volta che sono morto?
Inserito da: Neophoeny - 15 Lug 2010, 01:38
Bella storia, hai voluto sfidare la sorte con l'imprudenza e ti è andata bene, col mare non si scherza, io qui in Sicilia lo so bene. Quando ci sono le bandiere rosse e soprattutto il mare forza 7 non c'è niente da fare, ti è andata benissimo e devi ringraziare Dio o Nettuno se sei ancora vivo!
Titolo: Re: Ti ho mai raccontato di quella volta che sono morto?
Inserito da: Wis - 15 Lug 2010, 09:21
In effetti anche io al mare ho subito parecchie "lavatrici" al limite della sopportazione polmonare.
Non ci posso fare nulla, il mare grosso mi diverte come non mai.

Comunque sì, si rischia la vita anche in modi veramente comuni e veramente stupidi.
Mio padre da piccolo, avrò avuto 8 o 9 anni, mi lasciava ad un attraversamento di distanza dalla scuola elementare, in un incrocio ad Y in cui io avrei dovuto attraversare una strada mentre lui si allontanava nell'altra.
Quel giorno, chissà perchè, forse ero in ritardo, passo l'angolo correndo, e nemmeno vedo la macchina che sta uscendo dall'angolo. Ho sentito solo il colpo dello specchietto sulle mie costole mentre mi accascio sul lato della vettura praticamente illeso (a parte un certo dolore al fianco). Credo che il guidatore si sia letteralmente cagato in mano.

In un'altra circostanza, in gita scolastica verso non mi ricordo cosa, ci trovavamo in fila indiana in un viale alberato. Un giochetto tira l'altro e ci ritroviamo a giocare a "ce l'hai" correndo tra i nostri compagni in fila. Per evitare di essere preso, senza pensarci passo dal lato opposto degli alberi, una vettura mi sfiora a 40/50 all'ora. La maestra vede la scena e, dopo essersi cambiata le mutande, mi insulta pesantemente (e giustamente).
Titolo: Re: Ti ho mai raccontato di quella volta che sono morto?
Inserito da: Seppia - 15 Lug 2010, 10:09
più o meno 17-18 anni, con la mia fida motoretta 125, stavo andando allegramente ad un grosso centro commerciale (ai tempi non avevo ancora sviluppato l'odio verso il genere umano e le sue pessime invenzioni) che si trova fuori como.
viaggio tranquillo, era una bellissima giornata e non stavo affatto andando forte (anche per impossibilità della cosa dato il mezzo ^^).
sono sulla strada principale, di quelle tipiche che vanno fuori città ed hanno varie stradine che si immettono.
vedo in una di queste viuzze a 200m macchina che si avvicina allo stop, si ferma. vecchio alla guida.
visto che in moto ho sempre considerato che è meglio che un conducente ti mandi affanculo dopo aver "sentito" la tua presenza grazie a colpetti di clacson o sfanalata piuttosto che essere educati e farsi travolgere, per sicurezza do un paio di strombazzatine, cosi come per segnalare che stavo arrivando.
la macchina sta ferma, ma proprio quando sto passando, ZAC! si immette.
sono riuscito a scartare sulla sinistra forse un 50cm, non di più, e ricordo di essere stato sbilanciato dal colpetto che l'auto m'ha dato sulla marmitta sfiorandomi con il paraurti.
rimasto in piedi per assoluto miracolo: uno scarto di 45 cm o il vecchio di merda che (s)reagisce un mezzo centesiom prima e sarei andato a schiantarmi a 50-60 all'ora contro la macchina che veniva in senso opposto.

nel successivo chilometro ero talmente terrorizzato che non sono riuscito nemmeno a girare la moto, tornare indietro, inseguire la macchina, aspettare che si fermasse, prendere il vecchio e dirgli

"venerabile anziano signore, io la rispetto ma per il bene della terra devo porre fine alla sua certamente fiera ed onesta esistenza"

prima di ucciderlo a colpi di marmitta rovente in faccia

da quel giorno sono convinto che a dai sessant'anni in poi le visite mediche della patente dovrebbero essere annuali e serie, e che ai settantacinque, qualunque siano le condizioni fisiche della persona, la patente debba perdere validità
Titolo: Re: Ti ho mai raccontato di quella volta che sono morto?
Inserito da: DRZ - 15 Lug 2010, 10:22
Ma alla fine la maggioranza sopravvive. Nonostante tutto. E noi siamo qui a dimostrarlo.

Oddio, è una visione un po' limitata. Guardando le cose in maniera più vasta ti accorgeresti che alla fine non sopravvive proprio nessuno. :D
Titolo: Re: Ti ho mai raccontato di quella volta che sono morto?
Inserito da: DRZ - 15 Lug 2010, 10:32
Comunque.
Avevo circa dieci anni, in gita in montagna (Argentera, circa 3200 metri o giù di lì). Dopo un'escursione ad un lago che non so più come si chiami sto tornando al rifugio assieme a mio padre e ad un mio amico, ma mi sono attardato a fare foto su una pietraia.
Ora, a quanto mi riferiscono (io non ricordo assolutamente nulla, ho solo una cicatrice a testimonianza della cosa) improvvisamente cominciano a franarmi addosso sassi e pietre e, mostrando un'agilità da tartaruga ninja d'altri tempi (immagino dono di istinto+adrenalina visto che, ripeto, non ricordo assolutamente niente) comincio a balzare di roccia in roccia verso la salvezza, che raggiungo con solo qualche graffio e una ferita sulla schiena che diventerà poi la cicatrice di cui sopra.

Ripensandoci, considerando che qualsiasi piccolo graffio era dovuto a pietre rotolanti grandi almeno quanto una mia mano e che quindi sono stato varie volte a pochi millimetri da perdere vita o arti, direi che in quell'occasione ho esaurito tutta la buona sorte che mi tocca per questa esistenza.

Titolo: Re: Ti ho mai raccontato di quella volta che sono morto?
Inserito da: answer - 15 Lug 2010, 19:17
[]
nel successivo chilometro ero talmente terrorizzato che non sono riuscito nemmeno a girare la moto, tornare indietro, inseguire la macchina, aspettare che si fermasse, prendere il vecchio e dirgli

"venerabile anziano signore, io la rispetto ma per il bene della terra devo porre fine alla sua certamente fiera ed onesta esistenza"[]
:D

RESPECT
Titolo: Re: Ti ho mai raccontato di quella volta che sono morto?
Inserito da: alterbang - 16 Lug 2010, 00:24
Ho 4 anni. giocando con gli amichetti all'asilo inciampo e finisco con la nuca contro un appendiabiti altezza bambino che mi colpisce zona cervelletto.
Cado come una pera e vado in coma (o quasi, non ricordo il termine specifico).

Mi risveglio il giorno dopo, in ospedale: nessun danno riportato (e qui partiranno le battute :D), ma tutt'ora so cosa è successo solo perchè le maestre lo raccontarono ai miei: rimosso completamente.
Titolo: Re: Ti ho mai raccontato di quella volta che sono morto?
Inserito da: Timmy Bristow - 16 Lug 2010, 07:05
Ho 4 anni. giocando con gli amichetti all'asilo inciampo e finisco con la nuca contro un appendiabiti altezza bambino che mi colpisce zona cervelletto.
Cado come una pera e vado in coma (o quasi, non ricordo il termine specifico).

Mi risveglio il giorno dopo, in ospedale: nessun danno riportato (e qui partiranno le battute :D), ma tutt'ora so cosa è successo solo perchè le maestre lo raccontarono ai miei: rimosso completamente.

In realtà in pieno stile X-files (perché ovviamente non puoi essere umano) ti hanno sedato, fatto esperimenti (da lì la ferita al cervelletto) ed impiantato aggeggi vari nella nuca. Poi la scusa dell'incidente è veramente infantile: infatti se la sono inventate le maestre dell'asilo!
Titolo: Re: Ti ho mai raccontato di quella volta che sono morto?
Inserito da: omotigre - 16 Lug 2010, 09:17
A me fortunatamente non è mai successo nulla di estremo, infatti sospetto di essere il prescelto, almeno finchè non mi spatescerò da qualche parte, anche perchè sono sempre rimasto illeso vicino a persone che si sono fatte male sul serio.

La prima è una cosa pesantissima.
Ho 7 anni, è luglio, sono insieme a mio fratello di 11 anni, è pomeriggio e ci annoiamo. Tutti i nostri, più che altro i suoi, amici non ci sono. Allora prendiamo il manualone delle giovani marmotte della disney e vediamo come passare il tempo. Mio fratello decide di tentare l'esperimento della mongolfiera. Con un cartoncino e colla crea una mongolfiera come illustrato, poi con un batuffolo di ovatta e con dello spirito, si doveva accendere una fiammella, che avrebbe dovuto far scaldare l'aria all'interno del contenitore di cartone, che in teoria avrebbe dovuto cominciare a lievitare. Eravamo soli a casa, e per cercare un pò di fresco ci eravamo messi nella tromba delle scale. Mio fratello aveva preso la bottiglia dell'alcol da 2 litri. L'esperimento non funzionava, io mi annoiavo e lascio mio fratello a giocare da solo, rientro in casa a guardare la tv. Dopo pochi minuti sento un boato immenso e vedo mio fratello in fiamme che corre verso di me. Panico. Purtroppo mio fratello doveva aver alimentato la fiammella direttamente con la bottiglia dell'alcol... Mia madre dal piano di sotto è corsa in suo aiuto, io ero scappato sul balcone sconvolto. Mio fratello porta ancora i segni di quell'incidente, io per un soffio mi sono salvato.

Ho 15 anni, con i miei amici decidiamo di andare a vedere Dracula al cinema. Per la prima volta andiamo all'Adriano a Roma. L'Adriano era un cinema immenso, prima che diventasse un multisala, e prima ancora era stato un grande teatro. Noi non ci eravamo mai stati all'Adriano. Arriviamo con forte ritardo, ma ci fanno entrare lo stesso in galleria. Solo che per arrivarci c'erano un'infinità di scale che si incrociavano, rampe e rampette, sembrava un quadro di Escher. C'erano centinaia di porte tutte uguali, perchè poi capiamo che la galleria è divisa proprio come un vecchio teatro in tanti balconcini. Nei apriamo una e chiaramente essendo tutto buio in sala, non capiamo nulla. E poi andiamo di corsa perchè il film è già iniziato. Chiudiamo e proseguiamo, ne apriamo un'altra, vediamo teste di persone che ci borbottano qualcosa. Avanziamo finché non ne troviamo una vuota. Entriamo ma siamo ancora disorientati, non capiamo neanche dove sia lo schermo. Poi ci accorgiamo di essere i posizione troppo laterale, ma gli occhi non si sono abituati. Passiamo da un balconcino all'altro senza nemmeno rendercene conto, cercando di trovare un posto comodo, ma poi quasi ci rassegniamo a rimanere lì. Un mio amico dice che ha trovate delle scale che dal balconcino scendono in platea, ma poi pensiamo che forse sotto è tutto pieno, è troppo buio per capire, il film è iniziato e rimaniamo dove siamo, non scendiamo le scale.
Alla fine del primo tempo riaccendo le luci e finalmente capiamo. Per prendere posizione abbiamo scavalcato i bassi muretti, che dividevano i vari balconcini. Ma non ci sono scale per scendere in platea. Guardiamo meglio e rimaniamo sconvolti. Il mio amico, senza accorgersene, nel buio più completo, era salito sul parapetto, che non era molto alto, e aveva messo il piede oltre, toccando la punta di una lampada che era spenta, e aveva pensato fosse un gradino. Se avessimo deciso di scendere si sarebbe fatto un volo di quasi 10 metri piombando sulla platea inconsapevole :o
Titolo: Re: Ti ho mai raccontato di quella volta che sono morto?
Inserito da: Aether - 16 Lug 2010, 09:58
Ah beh, qua per me la lista è lunga.
Pensandoci, mi chiedo come mai sono ancora qui.
Andiamo in ordine pseudo-cronologico

1) 7 anni, Rodi. Vado a nuotare, mio padre dice di non andare troppo al largo. Non lo ascolto, provo a tornare a riva, non ci riesco, la corrente mi tira dalla parte opposta. Dopo 3 galloni di acqua salata ingerita riesco a urlare un paio di "aiuto!", mio padre in modalità Baywatch mi raggiunge in 0,3 parsec, mi trascina a riva, mi sfonda il culo di sculacciate, e torna a respirare.

2) 9 anni, Folgaria. Stiamo sciando, pista larga ma con un mega-dirupo sulla destra. Mio padre segue con gli occhi me e le mie sorelle, siamo capaci di sciare ma un po' troppo imprudenti. Ci sono lastre di ghiaccio, una sorella cade a terra e attacca a piangere. Mio padre ci dice di fermarci, va ad aiutarla ad alzarsi e le chiede se sta bene. Nel mentre io vado, non riesco più a frenare, faccio una curva, ghiaccio, mi sdraio. Comincio a scivolare verso il dirupo, lento ma inesorabile. "Papà? Papààààà!!!" Mi sento spacciato. A 10 centimetri dal bordo del dirupo mi si pianta una racchetta da neve tra le gambe (non sui maroni, per fortuna), mi ferma. Mio padre mi tira su, raccatta i polmoni, e torniamo a sciare.

3) Ho circa 11 anni, giro in bici con un amico, lungo una statale. A un certo punto decidiamo di tornare indietro. Non so per quale motivo non guardo dietro di me, sono sicuro non ci sia nessuno, attraverso la strada. Suono di clacson improvviso, mi dico "cazzo, sono morto". Botta, cado a terra. Fortunatamente la mercedes che schizzava nella mia stessa corsia mi ha urtato solo la ruota posteriore. Un paio di rotazioni, cado e botta in testa (non troppo forte per fortuna). La bici è rotta, ed è QUELLO che mi preoccupa. Il tipo allucinato scende dalla macchina e mi chiede se voglio essere portato al pronto soccorso, dico "no no non c'è problema". Raccatto la bici, mi faccio 2 km trascinando la bici e il mio amico mi segue.
Inutile dire che mia madre quando ha sentito il racconto è quasi svenuta.

4) 13 anni. Solito giro della domenica mattina in edicola con mio padre, c'era anche mia sorella che stava facendo pratica per prendere la patente. Usciamo dall'edicola, mi siedo sul retro del Suzukino bianco, comincio a sfogliare The Games Machine. Mia sorella fa manovre in un piazzale, mio padre le abbaia ordini, no qua, no là, gira, etc. A un certo punto sento "Frena, frena! FRENA!!!!". Buio. In pratica quel genio di mia sorella era riuscita dal parcheggio di un supermercato a finire in un fosso, cadendo nel frutteto di un tipo. La jeep si è ribaltata, il tettuccio non mi ha schiacciato solo perché era una Suzuki rinforzata.
Polso sinistro con frattura scomposta, piccolo bernoccolo. Nota di colore: quando ci ha accolti in casa il proprietario del frutteto, ci ha fatti sedere. A me (unico vero ferito dell'incidente) si è seduta accanto la figlia down. Non ha mica cominciato a tastarmi esattamente dove il polso era rotto, facendomi un male indicibile? Assurdo.

5) 18 anni. Vacanza a Rimini, falò in spiaggia con amici e compagni di classe, avevamo appena dato la maturità. Quella sera c'era la mia ex che si stava smoinando un mio "amico", eravamo tutti ubriachi come asini, a me viene la balla triste-molesta, comincio a vagare per la spiaggia. Sento il sole che picchia in fronte, una brezza fresca mi sveglia. Mi guardo in giro, mi gira la testa, sono sdraiato sul bagnasciuga, dove probabilmente ho dormito. Comincio a girare, il paese non mi sembra troppo familiare. Chiedo a un passante, scopro di essere a Riccione  :o
Rifaccio tutta la strada indietro, trovo l'hotel, la camera. I miei amici, tra sollievo e incazzatura, mi dicono: "MA DOVE CAZZO ERI FINITO???"
Io mi butto a letto e mi addormento.

6) 25-26 anni. Festa di laurea di un mio amico. Non mi ricordo molto della serata, so che avevo bevuto l'impossibile ed avevo cominciato a parlare solo in inglese, non stando mai zitto. Quello che so è quello che mi hanno raccontato: in pratica sono salito con dei tipi che mi dovevano portare alla mia macchina, ma ero talmente molesto che mi hanno fatto scendere, e lasciato ubriaco in giro per la strada. Ho camminato tipo a cavallo delle righe bianche di una strada provinciale alle 3 di notte per non so quanto, tant'è che qualcuno ha chiamato la croce verde. Per puro caso un altro amico stava tornando a casa, e ha visto la scena, mi ha caricato e mi ha riaccompagnato a casa.
Titolo: Re: Ti ho mai raccontato di quella volta che sono morto?
Inserito da: Wis - 16 Lug 2010, 10:56
Aether Donnie Darko.
Titolo: Re: Ti ho mai raccontato di quella volta che sono morto?
Inserito da: Aether - 16 Lug 2010, 11:52
Penso anche me ne sfuggano altri di episodi, quelli sopra sono i più "eclatanti".
Titolo: Re: Ti ho mai raccontato di quella volta che sono morto?
Inserito da: Goffraiden - 16 Lug 2010, 13:26
Or mi sovviene...

Capodanno 2006 (alle soglie dei 21 anni), andiamo a festeggiarlo in piazza a Siena. Tempo inclemente, piove tantissimo e c'è molto, molto freddo. Io a un certo punto mi ritrovo con una bottiglia da 2L piena di vodka alla menta e tanta tristezza nel cuore, bevo. Tutto. Ben presto perdo ogni capacità di discernere tra bene e male e decido di andare in bagno, senza dirlo a nessuno. Vado, opero, esco dal bar.
Panico. Ho questa vividissima immagine di tutta la piazza (è una piazza che verso il centro va in discesa, quindi si vedeva tutto da dov'ero io) letteralmente PIENA di gente, tutti scuri causa pioggia, in più sono senza occhiali e non so assolutamente dove siano i miei amici. Ricordo che ho pensato: "e adesso?", ho davvero avuto paura. Magari non di morire, però...

Fortunatamente, i miei amici mi hanno trovato, e sono riuscito a stare nella foto di mezzanotte (sì, tutto questo è avvenuto BEN PRIMA dell'anno nuovo):
Spoiler (click to show/hide)

Il ritorno a casa è stato traumatico, sul telefono avevo 23 chiamate non risposte dei miei e tremavo come una foglia, avendo praticamente dormito ore con il sedere a mollo nell'acqua gelida. E da allora non riesco più a bere la menta :-[
Titolo: Re: Ti ho mai raccontato di quella volta che sono morto?
Inserito da: LF - 16 Lug 2010, 14:39
Il mio primo ricordo in assoluto è l'immagine di un fondale marino. Avrò avuto due anni o giù di lì e sguazzavo con la mia ciambella quando un'onda mi ha capovolto: sono rimasto con la testa sott'acqua e le gambette all'aria, senza possibilità di raddrizzarmi. Ho ancora stampata in mente la sensazione di terrore per non poter respirare, mentre guardavo gli scogli verdi e i guizzi delle bavose. Fortunatamente mia madre era vicino a me ed è riuscita a intervenire in tempi utili.

Anche la caramella in gola non me la sono fatta mancare. Questa però non la ricordo, me l'hanno raccontata. Ero a casa di mia nonna, mangio questa caramella dura, mi rimane in gola. Mia madre presa dal panico mi prende e corre verso l'ospedale (che era proprio là davanti, ma insomma...). Per fortuna mia nonna trova un momento di lucidità inaspettato, mi prende in braccio di forza e mi tiene a testa in giù dalle caviglie.

C'è persino una terza volta in cui sono sono rimasto per un tempo indefinito senza respirare. Avevamo in affitto con altre famiglie di amici un podere, dove passavamo tutti i week-end. Davanti alla porta d'ingresso c'era un alto pergolato d'edera, con una salita poco a lato, e un bel giorno ho la brillante idea di afferrare un ramo-liana e gettarmi dalla cima della salita come Tarzan. Chiaramente l'edera si strappa, io cado di schiena perfettamente parallelo al terreno e mi si blocca la mobilità della cassa toracica.

A 16 - 17 anni, invece, ho avuto un'esperienza mistica e ho capito che la storia del sesto senso ha un fondamento tangibile. Stavo camminando accanto a un amico, in un parco della mia città. Procediamo su un vialetto fianco a fianco e io, non saprei razionalmente dire perché, mi fermo. Il mio amico non se ne accorge e fa qualche passo avanti, quando il ramo di un albero gli piomba a pochi centimetri, esattamente dove sarei stato io se avessi continuato normalmente a camminare. Cosa ho pensato quando mi sono fermato? Non so, non ricordo. Cosa ho pensato quando ho visto il ramo per terra? Ho pensato: "cazzo, prevedo il futuro!!!"
Titolo: Re: Ti ho mai raccontato di quella volta che sono morto?
Inserito da: LF - 16 Lug 2010, 14:45
Ne scordavo un'altra, persino più eclatante.

Avevo circa 12 anni ed ero a sciare Pila, insieme agli stessi amici con cui avevamo il podere. Nonostante le proteste di noi ragazzetti, i nostri genitori ci avevano imposto di usare il casco.
Nel mio casco adesso c'è un buco grande come un pugno, frutto dell'impatto contro un masso durante un fuoripista. Senza quel benedetto casco verde probabilmente sarei morto. Anche con quel benedetto casco verde, in ogni caso, sono dovuto rimanere a letto due giorni. Che ogni volta che inclinavo la testa mi sentivo scuotere il cervello.
Titolo: Re: Ti ho mai raccontato di quella volta che sono morto?
Inserito da: Goffraiden - 16 Lug 2010, 20:04
io cado di schiena perfettamente parallelo al terreno e mi si blocca la mobilità della cassa toracica

Belan, quasi dimenticavo che è successo anche a me, due volte. In una, giocavo col triciclo di un bimbo più piccolo, peso totalmente indietro, pedalatina, il robo parte davanti e BAM parallelo al terreno, qualche secondo senza riuscire a respirare. Idem una volta che son finito giù di schiena da un muretto, ma lì sapevo che "di lì a poco" sarei riuscito a respirare e non ero così agitato...
Titolo: Re: Ti ho mai raccontato di quella volta che sono morto?
Inserito da: Wis - 16 Lug 2010, 23:53
Sì, anche io sono rimasto almeno 3 volte senza riuscire a respirare.
Però non è che si rischia la vita (anche se la prima volta mi sono cacato sotto). :)
Titolo: Re: Ti ho mai raccontato di quella volta che sono morto?
Inserito da: Mr.Big - 17 Lug 2010, 02:39
Figata!
Allora, ho 32 anni, sono obeso, mangio come un plotone di Bakunin e i valori schizzano alle stelle. Ricovero d'urgenza, precoma diabetico. Del ricovero, della tac, dei viaggi in ambulanza da un ospedale all'altro non ricordo un cazzo, il secondo giorno non ho riconosciuto mia moglie che mi era venuta a trovare in terapia intensiva (e li tutti i parenti si son cagati nelle mutande). Dopo 2 settimane d'ospedale (mai stato in ospedale in vita mia) e dopo aver subito tutte le umiliazione che un uomo puo' subire pur di restare vivo, sono rinato a nuova vita. Ora sono di nuovo obeso ma il diabete non c'e' piu', ma l'ennesima dieta e' all'orizzonte.
Ah, mentre ero ricoverato il primario disse a mio padre che sono vivo solo perche' non fumatore e astemio, altrimenti lo scorso Marzo sarebbe stato il secondo anniversario della mia dipartita.
Tie', mani nei coglioni.


mmmmm ma l'obesità è dovuta a disfuzioni fisiche?
perchè altrimenti potresti pensare di fare una salto dallo psicologo, magari ti può aiutare un bel pò.
Titolo: Re: Ti ho mai raccontato di quella volta che sono morto?
Inserito da: MaxxLegend - 17 Lug 2010, 08:46
Penso che lo dicesse in tono scherzoso, per non dire "sovrappeso".
Titolo: Re: Ti ho mai raccontato di quella volta che sono morto?
Inserito da: MrSpritz - 17 Lug 2010, 14:04
Se è vera la massa che dice di avere non può essere che obeso.
Titolo: Re: Ti ho mai raccontato di quella volta che sono morto?
Inserito da: l'Amico - 17 Lug 2010, 16:04
Se è vera la massa che dice di avere non può essere che obeso.
Uber obeso, pesavo 160 kg.  :D
Ora sto di nuovo a dieta, il 2 Ottobre dovro' fare da testimone al matrimonio di un amico e la mia forma fisica non dovra' attirare l'attenzione della gente piu' della sposa. Comunque a quei livelli non ci sono piu' tornato, per fortuna.
Ma che palle pero', ingrasso pure se bevo l'acqua.
Titolo: Re: Ti ho mai raccontato di quella volta che sono morto?
Inserito da: paschy - 17 Lug 2010, 20:28
Amico è un problema comune a tante persone, io ne sono affetto dalla nascita.
L'effetto molla non ti lascia mai, con trasporto dolente uno dei sovrapeso
Titolo: Re: Ti ho mai raccontato di quella volta che sono morto?
Inserito da: l'Amico - 17 Lug 2010, 20:53
Si si, ma io lo so benissimo che non saro' MAI magro, nel senso che reingrassero' sempre. Sono gia' 4 o 5 volte che faccio una uber dieta con abbinato, sempre, tanto esercizio fisico. Raggiungo il peso forma, lo tengo per qualche mese e poi reingrasso. Vero e' che sono parecchio ghiotto di tutto cio' che e' grasso e buono, con un debole per il cioccolato in generale, ma ho un metabolismo di merda, immobile, non brucio un cazzo. Tutti quelli che conosco mangiano molto piu' di me e son tutti magri, quando andiamo a cena fuori mi dicono "ma mangi cosi' poco?" e invece assimilo TUTTO.
Fanculo, dovevo proprio beccare il periodo in cui vanno di moda i fighetti effemminati deperiti?!? Io sono piu'....rococo'.
Titolo: Re: Ti ho mai raccontato di quella volta che sono morto?
Inserito da: paschy - 18 Lug 2010, 12:47
Un giorno avremo la nostra rivincita in fondo siamo più abbituati alle privazioni, e se nel 2012 ci sarà l'apocalisse noi moriremo per ultimi.
Titolo: Re: Ti ho mai raccontato di quella volta che sono morto?
Inserito da: Timmy Bristow - 18 Lug 2010, 13:42
Un giorno avremo la nostra rivincita in fondo siamo più abbituati alle privazioni, e se nel 2012 ci sarà l'apocalisse noi moriremo per ultimi.

Mica vero: sarete i primi ad essere mangiati!!!
 :P
Titolo: Re: Ti ho mai raccontato di quella volta che sono morto?
Inserito da: l'Amico - 18 Lug 2010, 22:44
Mangiato io? Naaaa, e' una vita che sogno di assaporare costatine di essere umano, con l'Apocalisse in giro chi vuoi che fara' caso ad un uomo in meno...?  :whistle:
Comunque la dieta la riprendo martedi mattina, in programma c'e' un po' di jogging.
Titolo: Re: Ti ho mai raccontato di quella volta che sono morto?
Inserito da: Kairon - 19 Lug 2010, 08:40
Avevo 27 anni, Marzo 2010, provincia di Grosseto, nevica abbondantemente.
Mentre viaggio in salita a velocità lumaca, dalla parte opposta arriva una bisarca carica di vetture che incomincia ad andare di traverso invadendo pericolosamente la mia corsia.
Mi vedo già ridotto ad una sardina all'interno della mia vettura, sciacciato da quell'enorme ammasso di ferraglia.
Per fortuna si è arrestato a circa due metri da me grazie al muro che costeggia la carreggiata che lo ha fermato.


Ma dove? Sulla strada che porta a Castel del Piano sul monte Amiata, appena prima di Montegiovi? Se è quell'incidente è a 3 Km da dove lavoro io e ricordo che ci fu la strada bloccata per alcune ore!.
Titolo: Re: Ti ho mai raccontato di quella volta che sono morto?
Inserito da: peppebi - 19 Lug 2010, 18:02
3 anni: mi ribalto col salvagente causa onda. Resto a testa in giù per pochi secondi ma ingurgito acqua. Me la cavo grazie a mamma.
5 anni: mio cugino di 11 anni decide che è divertentissimo tenermi la testa sott'acqua. Per poco ci resto secco perchè mi hanno tirato fuori (mio zio) quando, ormai allo stremo, avevo cominciato a bere acqua. Ho avuto il trauma per diversi anni, fortunatamente adesso non ho problemi ad andare sott'acqua.
8 anni: ero in bici assieme ad un mio amico, c'era un vento fortissimo ed un rettilineo invitante. ci mettiamo a correre a più non posso col vento alle spalle ad aiutarci. Il mio amico cade e trascina anche me. Ci siamo fermati ad un passo da un "burrone" dovuto a dei lavori per il rifacimento delle tubature delle fogne. Me la sono cavata con qualche escoriazione.
9 anni: cado da un muretto e metto le mani avanti. Quella destra tiene, la sinistra sbatte con un'angolazione elevata e mi slogo il polso (praticamente avevo il palmo girato verso l'alto). Poteva andarmi peggio.
10 anni: nel parco di Monteroni d'Arbia (Siena). Giocavo con mia sorella sulla scala orizzontale (quella che si vede anche negli addestramenti militari). Era talmente alta (sono alto circa un metro e settanta ma da piccolo ero davvero minuto) che facevamo a turno il giro salendo sulle spalle dell'altro aiutandoci con la scaletta che c'era sul fianco della struttura. Era il mio turno: passati i primi due pioli feci togliere mia sorella da sotto e restai a penzolare. Mi sudavano le mani così decisi di non proseguire e di tornare indietro. Infilai il piede nella scaletta verticale ed in quel momento mi cedettero le mani. Il piede fece da perno e rovinai a faccia in giù. Mi sollevai e mi accorsi di avere il braccio sinistro a forma di T con parte delle ossa del gomito fuoriuscite. Tentai di avviarmi verso casa ma mi mancavano le forze così fui costretto a sedermi sulla panchina mentre mia sorella andò a chiamare mamma. Il fatto curioso fu che si sedette di fianco a me una vecchina cominciando a farmi domande alle quali non avevo la forza di rispondere, ovviamente non si era neanche accorta che stavo soffrendo come una bestia (neanche una lacrima però!). Risultato: omero rotto in più punti e fuorisciuta del gomito. Operazione di un paio di ore, braccio in trazione per due settimane (con perno passante infilato col trapano in anestesia locale e me che mi godevo l'operazione) e due mesi di gesso che mi ricopriva, oltre al braccio, il busto per intero. Mi ricordo che cascai come una pera cotta appena riuscii a scendere dal letto per via del peso quasi raddoppiato.
L'anno successivo stavamo andando al mare con la 500 (quella d'epoca) di mamma quando, mentre l'auto svoltava, veniamo tamponati da una grossa vettura (era una ford skorpio) a velocità pazzesca: la 500 si mette su due ruote e finiamo fuori strada diretti verso un grosso albero che abbiamo evitato per un pelo. Tutti illesi (tranne un bernoccolo a mia sorella) ma la 500 ne esce distrutta.
16 anni: stiamo andando nella casa di campagna di un mio amico per festeggiare san martino. Percorriamo a circa 50km/h una strada secondaria quando, improvvisamente, un ape 50 si immette nella strada senza rispettare lo stop. Il mio amico Angelo, davanti a tutti, prende in pieno la fiancata dell'ape ed io e Martino lo vediamo letteralmente volare oltre l'ape col piede che va a sbattere sulla sponda alta del cassone. Martino fa in tempo ad inchiodare, io pure, ma Francesco dietro di noi, non si accorge dell'incidente e prende in pieno il motorino su cui ero io. A quel punto ricordo il mio piede tra il mio motorino e quello di Martino, poi cadiamo e allora mi ricordo l'asfalto che scorreva ed il muro di cinta di un'abitazione vicinissimo alla mia faccia. Mi rialzo che sto praticamente coricato sullo scooter di Martino e vedo arrivare correndo Francesco preoccupatissimo perchè pensava che mi fossi fatto male davvero. Invece nulla, neanche un graffio, solo un po' i pantaloni sporchi di grasso perchè sono scivolato rimanendo sulla fiancata del motorino (che ne esce malconcio). Poco più in là c'è Martino seduto con le mani sanguinanti (ha strisciato con i palmi sull'asfalto: in ospedale lo hanno tagliuzzato tutto per togliere i sassolini!!!) ed Angelo appoggiato al muretto con la gamba dolorante che poi gli verrà ingessata per una piccola frattura. Peggio di tutti sta il tizio dell'ape perchè ha sbattuto la testa sul parabrezza ed è pieno di sangue e con qualche dente in meno.
Titolo: Re: Ti ho mai raccontato di quella volta che sono morto?
Inserito da: DRZ - 20 Lug 2010, 21:43
Si si, ma io lo so benissimo che non saro' MAI magro, nel senso che reingrassero' sempre. Sono gia' 4 o 5 volte che faccio una uber dieta con abbinato, sempre, tanto esercizio fisico. Raggiungo il peso forma, lo tengo per qualche mese e poi reingrasso. Vero e' che sono parecchio ghiotto di tutto cio' che e' grasso e buono, con un debole per il cioccolato in generale, ma ho un metabolismo di merda, immobile, non brucio un cazzo. Tutti quelli che conosco mangiano molto piu' di me e son tutti magri, quando andiamo a cena fuori mi dicono "ma mangi cosi' poco?" e invece assimilo TUTTO.
Fanculo, dovevo proprio beccare il periodo in cui vanno di moda i fighetti effemminati deperiti?!? Io sono piu'....rococo'.

Le uber diete abbinate a tanto esercizio fisico non servono ad una fava.
O, meglio, ti fanno dimagrire mentre le fai, ma siccome sono troppo uber nessun essere umano sano di mente riesce a continuarle per più di qualche mese, e non appena torni ad un regime di vita pseudo normale ingrassi il doppio di prima.
Titolo: Re: Ti ho mai raccontato di quella volta che sono morto?
Inserito da: alex-Bloody - 21 Lug 2010, 13:58
Si si, ma io lo so benissimo che non saro' MAI magro, nel senso che reingrassero' sempre. Sono gia' 4 o 5 volte che faccio una uber dieta con abbinato, sempre, tanto esercizio fisico. Raggiungo il peso forma, lo tengo per qualche mese e poi reingrasso. Vero e' che sono parecchio ghiotto di tutto cio' che e' grasso e buono, con un debole per il cioccolato in generale, ma ho un metabolismo di merda, immobile, non brucio un cazzo. Tutti quelli che conosco mangiano molto piu' di me e son tutti magri, quando andiamo a cena fuori mi dicono "ma mangi cosi' poco?" e invece assimilo TUTTO.
Fanculo, dovevo proprio beccare il periodo in cui vanno di moda i fighetti effemminati deperiti?!? Io sono piu'....rococo'.

Le uber diete abbinate a tanto esercizio fisico non servono ad una fava.
O, meglio, ti fanno dimagrire mentre le fai, ma siccome sono troppo uber nessun essere umano sano di mente riesce a continuarle per più di qualche mese, e non appena torni ad un regime di vita pseudo normale ingrassi il doppio di prima.

Io mangio molto,anzi moltissimo,ma non ingrasso,infatti mi dicono che sono troppo magro,ma non si spiegano come visto quanto mangio
Titolo: Re: Ti ho mai raccontato di quella volta che sono morto?
Inserito da: Wis - 21 Lug 2010, 14:34
Io mangio molto,anzi moltissimo,ma non ingrasso,infatti mi dicono che sono troppo magro,ma non si spiegano come visto quanto mangio
Io so trattenere il respiro per 10 minuti.
Titolo: Re: Ti ho mai raccontato di quella volta che sono morto?
Inserito da: l'Amico - 21 Lug 2010, 16:25
Io mangio molto,anzi moltissimo,ma non ingrasso,infatti mi dicono che sono troppo magro,ma non si spiegano come visto quanto mangio
Io so trattenere il respiro per 10 minuti.
Se il pene avesse l'osso il femore non sarebbe l'osso piu' lungo del mio corpo.
No, sul serio : se Alex mangia davvero cosi' tanto e non ingrassa andra' ditto all'inferno, nell'aldila'. Ci dev'essere Giustizia, in questa vita o nell'altra.
Titolo: Re: Ti ho mai raccontato di quella volta che sono morto?
Inserito da: Simone S. - 21 Lug 2010, 16:26
L'altra sera ho mangiato due pizze.
Titolo: Re: Ti ho mai raccontato di quella volta che sono morto?
Inserito da: alex-Bloody - 21 Lug 2010, 19:45
Io mangio molto,anzi moltissimo,ma non ingrasso,infatti mi dicono che sono troppo magro,ma non si spiegano come visto quanto mangio
Io so trattenere il respiro per 10 minuti.
Se il pene avesse l'osso il femore non sarebbe l'osso piu' lungo del mio corpo.
No, sul serio : se Alex mangia davvero cosi' tanto e non ingrassa andra' ditto all'inferno, nell'aldila'. Ci dev'essere Giustizia, in questa vita o nell'altra.
io sono ateo non credo esista un all'altra vita dopo questa
Titolo: Re: Ti ho mai raccontato di quella volta che sono morto?
Inserito da: peppebi - 22 Lug 2010, 09:26
Alex quanti anni hai? Se sei sotto i 20 questo spiega tutto (poi ci sono le eccezioni). Io mangiavo come un dannato da ragazzino ed ero secco fin quasi da sembrare anoressico. Ricordo ancora i 12 cannelloni ripieni+doppia porzione di arrosto+patatine fritte+dolce e frutta mangiati da nonna o le 3 pizze famiglia che ero solito dividere con un mio amico. Adesso ingrasso anche solo se respiro un po'più piano!
Titolo: Re: Ti ho mai raccontato di quella volta che sono morto?
Inserito da: Aether - 22 Lug 2010, 09:32
L'altra sera ho mangiato due pizze.

 :cry: bei ricordi  :cry:
Titolo: Re: Ti ho mai raccontato di quella volta che sono morto?
Inserito da: alex-Bloody - 22 Lug 2010, 11:51
Alex quanti anni hai? Se sei sotto i 20 questo spiega tutto (poi ci sono le eccezioni). Io mangiavo come un dannato da ragazzino ed ero secco fin quasi da sembrare anoressico. Ricordo ancora i 12 cannelloni ripieni+doppia porzione di arrosto+patatine fritte+dolce e frutta mangiati da nonna o le 3 pizze famiglia che ero solito dividere con un mio amico. Adesso ingrasso anche solo se respiro un po'più piano!
18----------19 a novembre
Titolo: Re: Ti ho mai raccontato di quella volta che sono morto?
Inserito da: peppebi - 22 Lug 2010, 14:09
Goditi sti ultimi due o tre anni di abbuffate!
Titolo: Re: Ti ho mai raccontato di quella volta che sono morto?
Inserito da: L'Amica - 23 Lug 2010, 18:05
Avevo 2o anni compiuti da poco quando in autostrada io e i miei genitori ci schiantammo contro una trave di proporzioni enormi(provvidenzialmente persa da un tir davanti a noi alle 6 del mattino) che aveva bloccato tutte le corsie percorribili. Il risultato fù che i miei ne uscirono completamente illesi grazie ad air bag e cinture,io mi fratturai terza,quarta e quinta vertebra cervicale, con relativa paresi della parte sinistra superiore. Ovviamente ho dovuto subire un intervento per bloccare le vertebre e mesi di riabilitazione per ricominciare a camminare(col girellone!!!) e a muovere di nuovo il braccio sinistro. Io e l'Amico stavamo già insieme,lui è rimasto talmente shockato che non mi fà più affrontare lunghi viaggi in auto...è davvero un tenerone,anche se fà sempre il duro sessista e insofferente! 
Titolo: Re: Ti ho mai raccontato di quella volta che sono morto?
Inserito da: answer - 23 Lug 2010, 19:22
[]è davvero un tenerone,anche se fà sempre il duro sessista e insofferente! 
:yes: Sarà il suo lato gay.

RESPECT
Titolo: Re: Ti ho mai raccontato di quella volta che sono morto?
Inserito da: l'Amico - 23 Lug 2010, 19:31
Confermo.
Comunque le donne non dovrebbero guidare, tranne mia moglie se deve portarmi di corsa in ospedale.
Titolo: Re: Ti ho mai raccontato di quella volta che sono morto?
Inserito da: paschy - 07 Ago 2010, 16:54
ci vuole culo nella vita e quelli che scrivono in questo treed ne hanno molto
Titolo: Re: Ti ho mai raccontato di quella volta che sono morto?
Inserito da: Mr.Big - 07 Ago 2010, 17:14
Confermo.
Comunque le donne non dovrebbero guidare, tranne mia moglie se deve portarmi di corsa in ospedale.

certo che vi siete proprio trovati!
Titolo: Re: Ti ho mai raccontato di quella volta che sono morto?
Inserito da: BombAtomicA - 07 Ago 2010, 21:03
Avevo qualcosa più di ventanni, ero andato a mare a San Marco di Castellabate, nel Cilento. Il mare qui è tipo l'Adriatico, molto basso e sabbioso, e quel giorno era piuttosto agitato. Ero in mare da solo a "cavalcare le onde" (leggete, fare il cretino a tuffarmici dentro), e non mi accorgevo che pian piano il mare mi stava tirando lontano dalla costa. Ad un certo punto mi accorgo che non tocco più; faccio per nuotare verso riva, e semplicemente non ci riesco. Ora, ho fatto anni di piscina, ero piuttosto confidente nel mio saper nuotare bene, ma semplicemente non riuscivo a fare un metro, il mare mi tirava dentro con una forza incredibile. Ero terrorizzato, inoltre le onde arrivavano a raffica e mi sommergevano in continuazione, tanto che iniziavo ad essere a corto di fiato. Cominciai ad urlare e sbracciarmi verso gli amici che erano a riva, ma non mi sentivano perché c'era troppo rumore.
Ragazzi, giuro che se ho pensato di morire una volta nella vita, questo è stato il momento. E credo di non essere annegato solo perché ad un certo punto un'onda particolarmente forte mi ha lanciato su una secca dove toccavo agevolmente il fondo. A quel punto, mi sono riposato un attimo e poi pian piano mi sono avviato verso la riva.
Da allora, se il mare è appena agitato, mi tengo felicemente lungo la riva con i bambini piccoli.