Quali argomenti ritenete oggi interessanti per voi (videogiocatori) o per dare una corretta visione del fenomeno agli "altri"?
Non saprei come sintetizzarlo in un titolo, però secondo me sarebbe interessante analizzare i differenti tipi di videogioco. Per "tipi" non intendo "generi", ma prorpio tipologie. Il punto di partenza sarebbe che il modello "videogioco AAA super budget kolossal" non è più l'unico, e non è più neanche perseguibile dal 90% degli sviluppatori.
Quindi sarebbe interessante analizzare l'enorme quantità di videogiochi "piccoli" di qualità che stanno uscendo in questi mesi. In sostanza il punto è che il videogioco a budget ridotto non è più necessariamente un videogioco di bassa qualità.
Tutti stanno sempre a parlare dei superprogettoni da milioni di dollari, quando poi sempre più spesso passiamo la maggior parte del tempo "videogiocoso" su giochi PSN, Live Arcade o DS.
No Jello, jprg devono morire evitiamo.. tra l'altro lost odissey é bellissimo visto con la giusta ottica :)
Per propaganda é vero, però secondo me in Italia é meglio e più realistico al momento puntualizzare la non propaganda quindi l'aspetto positivo di un GTA rispetto ad emilio fede e compagnia.
Ovvero i videogiochi danno possibilità di scelta e quindi risultano una soluzione migliore per passare il proprio tempo davanti allo schermo televisivo rispetto alla realtà virtuale (che viene confusa con "realtà" grazie al fatto che propone telegiornali, eventi in dirtta etc..) dei programmi televisivi italiani.
C'é bisogno di controeducare in italia secondo me e uscire dal bombardamento e scarica barile mediatico, ed il creare una conferenza avvallata dalle istituzioni che non per questo però debba invitare moige e psicologi ignoranti può essere cmnq un (piccolo) segno.
;)
Nintendo in generale e come concetto: BUONO, resto della truppa: NO BUONO salvo rare eccezzioni
Nintendo in generale e come concetto: BUONO, resto della truppa: NO BUONO salvo rare eccezzioni
Ah, beh, vedo che ti tieni aggiornato :D
Non so Jello secondo me in Italia appunto bisogna tener conto di come i media presentano il videogioco, e di come quindi perdere tempo davanti a maria de filippi sia meno perdere tempo rispetto a final fantasy tactics per la mamma in questione, é questa parte della realtà culturale quindi il "male da estirpare".
I videogiochi non sono una medicina, ma l'altro aspetto é "male" appunto e quindi alternative alla de filippi se non si può far altro che "rilassarsi davanti alla tv" sono ben volute.
Ovvero partiamo da una realtà dove un concorrente per il salotto (i programmi tv) per vari motivi dicono peste e corna dell'altro concorrente (i videogiochi)
E il primo é molto più "potente" per evidenti motivi di utilità politico-economica.
Ma interessa sempre meno, ed é secondo me da ricordare che é "un bene" che interessi sempre meno visti i contenuti che propina e non "cattivo videogioco pussa via da mio figlio".
inserire vicino dei totem con i giochi in uscita in quel periodo (Febbraio 2009) per le varie consoles può avere un senso, ovvero "attira" o é una cagata che si può tralasciare?
Ma il peso e il numero di giochi beceri e conservatori alla Clancy mi sembra molto più basso di quanto tu dica, Jello. E se guardi le classifiche ti accorgi pure che non vendono neanche così tanto. Ai primi posti delle classifiche c'è molto più Mario Kart di qualsiasi Ghost Recon. Stai ragionando con in mente lo scenario di vari anni fa.
A proposito inserire vicino dei totem con i giochi in uscita in quel periodo (Febbraio 2009) per le varie consoles può avere un senso, ovvero "attira" o é una cagata che si può tralasciare?
Giochi in uscita sì, perchè interessano solo a chi è appassionato. Magari metterne uno tecnicamente pazzesco che faccia dire alla gente "Wooo, sembra un film".
Ah, ma dicevi tecnicamente mostruoso?Cotto, sei stato tu a dire tecnicamente mostruoso.
/me si allontana fischiettando
Una prospettiva non troppo banale né troppo specifica attraverso cui parlare dei videogiochi potrebbe essere quella del viaggio in un nuovo mondo. Parlare delle avventure capaci di mostrare mondi lontani e fittizzi, dentro cui il giocatore si immerge per esplorare una "cultura" aliena, le cui regole deve imparare a conoscere e assimilare. La cosa, volendo, è anche pericolosamente attuale, se ci si vuole azzardare in paralleli sociologici (che personalmente cercherei di evitare, visto che i vg non hanno al momento consapevolezza e profondità tali da poter essere tirati per la giacca in simili discussioni senza che finiscano per rimetterci).E hai trovato anche il titolo: "Virtual Geographic: Viaggi nei mondi dei videogiochi".
Ad esempio il call of duty 4 di Jello, é vero che dà per scontate alcune cose tipo guerra al terrorismo.. però per come é realizzato e per il suo essere interattivo può far sì che l'utente si ponga alcune domande in diversi frangenti ed in genere rende la guerra "fastidiosa" con tutto quel caos di proiettili e granate... c'é il senso che senza avere più di una vita in guerra si sopravviva più per culo che altro, in realtà risulta meno propagandistico del super eroe master chief (o silvio berlusconi e le sue veline, o il supereroe vigilante filmico "la giustizia me la faccio da solo", etc etc..).
Ovvero non so se COD4 spinga i giovani americani ad arruolarsi, anzi.
Appunto sostengo invece che l'interazione crei un filtro che invece chessò al cinema non c'é.
Il messaggio non arriva direttamente all'utente così come viene concepito, é già filtrato in partenza dall'utente stesso in pratica, "lo vede a modo suo".
Tornando al viaggio... non so cosa ci sia di positivo nel viaggiare senza lsd e senza muoversi se non nel metter su la pancia?
Ri-convincetemi
Se poi la consequenziale accusa può essere quella di fuga dal reale, direi che sarebbe il caso di affrontare la questione invece di aggirarla. Ma in fondo una soap opera non fa lo stesso?
Ma in fondo una soap opera non fa lo stesso?
perché videogiocare?--------
Chi non videogioca ha i suoi motivi o è (anche) per come sono i videogiochi?
Mercato femminile. Nascono e crescono i prodotty only girl (serie Imagine/giulia di Ubisoft su tutte). Quando queste bambine cresceranno, i videogiochi saranno costretti a cambiare in qualche modo?
"cos'è il videogioco". Tentare, magari, anche di spiegare cosa sono le meccaniche di gioco, perché i videogiochi divertono, come giochi dalla grafica "infantile" possano avere meccaniche profonde etc.
Credo che la persona media non capisca neanche cosa c'è di interessante nei videogiochi. Suppongo molti pensino "i ragazzini si divertono perché puoi uccidere e violentare".
Sulla falsariga del "se non vai dal videogioco, il videogioco viene da te".
convinzione di massa in virtù della loro interattività (questo non mi convince cmnq vediamo se accennabile)
il modello "videogioco AAA super budget kolossal" non è più l'unico, e non è più neanche perseguibile dal 90% degli sviluppatori.
Quindi sarebbe interessante analizzare l'enorme quantità di videogiochi "piccoli" di qualità che stanno uscendo in questi mesi. In sostanza il punto è che il videogioco a budget ridotto non è più necessariamente un videogioco di bassa qualità.
Tutti stanno sempre a parlare dei superprogettoni da milioni di dollari, quando poi sempre più spesso passiamo la maggior parte del tempo "videogiocoso" su giochi PSN, Live Arcade o DS.
Il multiplayer online: dall'estraneazione totale con il mondo "vero" alla nascita di nuovi tipi di "rapporti" e amicizie tra persone reali ma distanti
Una prospettiva non troppo banale né troppo specifica attraverso cui parlare dei videogiochi potrebbe essere quella del viaggio in un nuovo mondo. Parlare delle avventure capaci di mostrare mondi lontani e fittizzi, dentro cui il giocatore si immerge per esplorare una "cultura" aliena, le cui regole deve imparare a conoscere e assimilare. La cosa, volendo, è anche pericolosamente attuale, se ci si vuole azzardare in paralleli sociologici (che personalmente cercherei di evitare, visto che i vg non hanno al momento consapevolezza e profondità tali da poter essere tirati per la giacca in simili discussioni senza che finiscano per rimetterci).
E hai trovato anche il titolo: "Virtual Geographic: Viaggi nei mondi dei videogiochi".
Rammento che l'ideatore del concetto è Emilio Bellu, noto cineasta.
E che Dario Giorgetti sta promuovendo l'iniziativa "Travelling without Moving", ispirata alla nostra Still Life.
E hai trovato anche due ospiti
Considerare la "fuga dal reale" come un qualcosa di negativo è un'invenzione post-moderna, sorella di altre menate concettuali come l'ipervalutazione del momento lavorativo e la soppressione delle identità individuali, e figlia del fatto che il "reale fa oggettivamente schifo ma è bene che non si dica".
Ben venga, a mio modo di vedere, questo tipo di fuga dal reale. La "catarsi" era considerata dai greci come una benedizione, la fantasia è propria dell'animo umano quanto e più della ragione, e l'astrazione è la molla di qualsiasi spunto artistico.
Non c'è bisogno di arrivare alla soap opera, basta citare come esempio la Commedia. Con la differenza che il videogioco induce a un distaccamento dal reale che non interessa soltanto l'intelletto, ma anche la corporeità, e spinge ai massimi livelli uno degli elementi essenziali di tale estraneazione: l'identificazione con altro da sé.
@ Giobbi: il viaggio fisico offre tutt'altro tipo di esperienza
Indagare da vicino i lati che sono comunemente considerati negativi per il videogioco.
Che sarebbero:
- il concetto di fuga dalla realtà
- il concetto di isolamento
- la violenza nei videogiochi
- il fattore dipendenza
Siccome questi argomenti alla fine sono i più ricorrenti nel mondo dell'informazione giornalistica, sarebbe bello che dei videogiocatori dicano effettivamente le cose come stanno.
Comunque sia gli argomenti che più mi stanno a cuore sono:
- l'aspetto storico e critico del videogioco
- l'aspetto estetico e il criterio autoriale nel videogioco
Indotto videoludico. Nuove professioni
Emilio Bellu, é Zionsiva?
Esiste un libro vero e proprio?
Emilio Bellu, é Zionsiva?
Esiste un libro vero e proprio?
Sì e sì. Il libro è questo: http://www.thefirstplace.it/content/view/355/41/
Lo trovi su IBS.
Ovvero esperienze che si integrano con la vita quotidiana, non sono più "fughe dalla realtà" in stile cinematografico.E' esattamente questo preconcetto che bisogna superare.
Cmnq ottimo LF, catarsi suona bene.In realtà quando scrivevo che l'"astrazione è la molla di qualsiasi spunto artistico" non mi riferivo tanto all'allestimento di un locus amoenus, quanto piuttosto a una parte del processo creativo. Intendevo dire che qualsiasi creazione artistica prevede un momento di distaccamento dal reale, ovvero nel suo elemento più semplice la fase in cui la mente, tenendo presente un oggetto reale qualsiasi, lo decontestualizza o lo associa a una serie di oggetti altri. In parole povere: l'uomo crea se scompone il mondo reale in maniera irrealistica.
Tra l'altro verissimo dal punto di vista artistico, da quando ho messo un lcd in sala prove la buona musica é ritornata a scorrere in totoro.
Perché ad un Assassin's Creed si affiancano i tetris, i giochi portatili di varia foggia e su diverse piattaforme (inclusi telefonini, itouch e similari, i giochini flash-windows, etc..), i wii sport-wii fit, eyetoy, wii music etc...Siano "viaggi" o "intepretazione di meccanismi logici" o "test delle poprie capacità su un piano ludico", i videogiochi riescono a elevarci su un piano diverso, stimolando in noi reazioni peculiari che evidentemente il piano strettamente reale non è in grado di fornire (direi meglio: che il piano reale è in grado di fornire solo attraverso meccanismi di finzione).
Ovvero esperienze che si integrano con la vita quotidiana, non sono più "fughe dalla realtà" in stile cinematografico.
Sono viaggi in altri luoghi, non fughe.Direi che le due definizioni "viaggi in altri luoghi" e "fughe" non si eslcudono, bensì si comprendono e si compenetrano. La ricerca di "esperienze altre" non può che essere frutto della mancanza di equilibrio, dell'isnofferenza per un rapporto instabile con il contesto in cui siamo calati: due caratteristiche ontologicamente insite nel genere umano (mi piace dire: una specie che si pone domande che vanno oltre le proprie capacità di comprensione). La curiosità, la scoperta, la straordinaria capacità di apprendimento che ci sono proprie derivano dall'insoddisfazione. Da non intendersi come dato negativo. Semplicemente come dato.
Sono esperienze, non rifugi.
Il trend cinematografico si era affermato con PS1 (RE, FF con fmv, Mgs etc..) ma ora nell'ampliamento del mercato é la "giocabilità" a tornare predominante... e lo straniarsi dal reale non é un fattore predominante in questi prodotti (ricollegandomi in parte a quanto scriveva ferruccio).Non ne sono tanto convinto. L'appeal che, che ne so, un wiitennis ha sulle masse non credo dipenda dalla bontà del suo gameplay ma dal fatto che si possa simulare uno sport stando seduti sul divano (effetto novità+immedesimazione). Torna quindi il concetto di "esperienza" piuttosto che di giocabilità. Ed è sempre un allontanamento dalla realtà anche se diverso da un Ico.
Ovvero esperienze che si integrano con la vita quotidiana, non sono più "fughe dalla realtà" in stile cinematografico.E' esattamente questo preconcetto che bisogna superare.
Sono viaggi in altri luoghi, non fughe.
Sono esperienze, non rifugi.
Tanti comunque cercano nel videogioco una trama, considerandolo un mezzo di comunicazione. Sono i giochi di cui si parla di più nei forum (in certi forum, almeno), ma si tende a dimenticare che i videogiochi, come hai scritto anche tu, non sono solo questi. Anzi.
In realtà quando scrivevo che l'"astrazione è la molla di qualsiasi spunto artistico" non mi riferivo tanto all'allestimento di un locus amoenus, quanto piuttosto a una parte del processo creativo. Intendevo dire che qualsiasi creazione artistica prevede un momento di distaccamento dal reale, ovvero nel suo elemento più semplice la fase in cui la mente, tenendo presente un oggetto reale qualsiasi, lo decontestualizza o lo associa a una serie di oggetti altri. In parole povere: l'uomo crea se scompone il mondo reale in maniera irrealistica.
Siano "viaggi" o "intepretazione di meccanismi logici" o "test delle poprie capacità su un piano ludico", i videogiochi riescono a elevarci su un piano diverso, stimolando in noi reazioni peculiari che evidentemente il piano strettamente reale non è in grado di fornire (direi meglio: che il piano reale è in grado di fornire solo attraverso meccanismi di finzione).
Rispolvero il concetto di "catarsi", e lo approfondisco. Significa in graco antico "purificazione", intesa come liberazione degli affanni propri dell'esistenza. In senso lato, l'idea viene poi estesa all'effetto provocato dalla fruizione di opere di finzione (in particolare lo spettacolo teatrale): l'esperienza di un' "altra realtà" riesce a fornire la chiave per interpretare, comprendere e sopportare la nostra realtà.
Il trend cinematografico si era affermato con PS1 (RE, FF con fmv, Mgs etc..) ma ora nell'ampliamento del mercato é la "giocabilità" a tornare predominante... e lo straniarsi dal reale non é un fattore predominante in questi prodotti (ricollegandomi in parte a quanto scriveva ferruccio).Non ne sono tanto convinto. L'appeal che, che ne so, un wiitennis ha sulle masse non credo dipenda dalla bontà del suo gameplay ma dal fatto che si possa simulare uno sport stando seduti sul divano (effetto novità+immedesimazione). Torna quindi il concetto di "esperienza" piuttosto che di giocabilità. Ed è sempre un allontanamento dalla realtà anche se diverso da un Ico.
Cmnq sull'insoddisfazione non sono tanto sicuro, semplicemente piace variare sempre ma non é detto sia perché l'esperienza precedente non piace, anzi.Infatti non è necessario che l'esperienza precedente non piaccia, o che in generale il mondo reale non piaccia. Però così, a livello di puntiglio speculativo credo del tutto inutile alla tua causa, mi pare evidente che se ci trovassimo in un condizione di perfetto equilibrio e autosufficienza interiore (atarassia, chiedi a Daimon per ulteriori delucidazioni) non sentiremmo l'esigenza di variare, né di viaggiare, nè di cercare esperienze diverse.
Ma non mi sembra torni il discorso di viaggio e "uscita dal reale".. si é nel salotto appunto e si utilizza un gioco come tool per divertirsi con gli amici.. non richiede immedesimazione nell'omino a schermo, che é semplice propagine del proprio braccio.Prendila in senso lato. Nel momento in cui giochi a qualsiasi gioco, sposti la tua attenzione (e la tua disattenzione) su un piano diverso da quello strettamente reale: e quindi ti interesserà nasconderti bene, fare goal, o raggiungere la piattaforma successiva. La stessa parola "divertimento", visto che ormai in questo topic faccio il letterato, viene da "divertere", ovvero divergere: divergere dal piano reale, distrarre le propria attenzione, occuparsi di altro che non sia la nostra esistenza.